Artelogia

EGON SCHIELE e la sua “femminea” mascolinità.

«L’artista deve necessariamente essere se stesso, deve essere un creatore, deve saper creare i propri fondamenti artistici, senza utilizzare tutto il patrimonio del passato e della tradizione».

 

Egon Schiele nasce nel 1890 in una stazione ferroviaria a Tulln, una cittadina nei pressi di Vienna. La città è alla fine del XIX secolo, un intreccio di culture molto diverse tra loro e i movimenti indipendentisti ne minacciano la stabilità. L’Accademia delle Scienze e Belle Arti, la presenza di numerosi altri istituti di ricerca e delle maggiori collezioni d’arte contribuiscono ad accrescere il richiamo come centro culturale e intellettuale. Il clima sociale e la situazione politica appaiono in un contesto ideale per la discussione dei temi fondamentali dell’esistenza umana dove mai, altrove ci si era occupati tanto profondamente della sessualità in letteratura, psicologia, pittura. La sua infanzia viene presto plagiata dal progredire della malattia mentale del padre e dalla sua precoce morte, esperienza traumatica che segnerà profondamente tutta la sua pittura, dandogli un’immagine del mondo tetra e malinconica. Dopo il suo ingresso all’Accademia di Belle Arti di Vienna nel 1906, dove studiò pittura e disegno, i rapporti con la madre si deteriorano; Marie Schiele infatti non si sente sufficientemente tutelata e sostenuta dal figlio. Di fronte all’aridità degli

insegnamenti proposti in Accademia, dal clima conservatore e chiuso della scuola (che abbandona nel 1909), dove gli era permesso solo di disegnare “secondo gli antichi”, Egon cerca i suoi modelli al di fuori, soprattutto all’interno dei Cafè, dove si lega ad artisti molto vicini alla sua sensibilità.

 
 
Linee decise quelle di Schiele
 
Egon Schiele noto per la sua intensità espressiva, per la sua drammatica corporalità attraverso l’introspezione psicologica, e la comunicazione del disagio interiore tramite i suoi numerosi ritratti. I suoi soggetti sono spesso uomini e donne che posano nudi, simbolo del suo complesso rapporto con il sesso femminile; corpi contorti, figure spesso non completate nella loro interezza; ritratti e molti autoritratti. Nel suo corredo creativo si trovano inoltre alcune poesie e sperimentazioni fotografiche.
Schiele concentra la maggior parte delle sue opere sul rapporto con il genere femminile, partendo dal decorativismo di Gustav Klimt, iniziatore dell’espressionismo austriaco e di un erotismo che riesce bene a disegnare nelle espressioni vive di femme fatale, o di madri incinte, o di abbracci che catturano il tempo rendendolo eterno, ma queste sue visioni tendono ad una tenerezza quasi carezzevole. Nelle opere di Schiele troviamo un’esasperazione di quella che si può definire una sessualità tormentata, scarnificata fino all’osso, impaurita alcune volte, altre volte sfacciata. Se si guardano le mani di queste donne, si possono notare che sono nella forma e nei particolari tendenti al mascolino, così come l’aspetto muscolare, alquanto tondeggiante.
Un continuo movimento è presente in ognuno dei suoi soggetti, sembrano muoversi, coperti di macchie incostanti, macchie che sanno di un vuoto, colorano in trasparente le carni straziate da un quid che sembra voler afferrare. Donne assenti quelle di Schiele, ma aperte alla sessualità come pura sessualità, evidenziate da queste calze che spesso colorano il loro corpo bianco.
Quella che Egon Schiele rappresenta con il suo disagio è una forma di protesta contro quella società falsa e portatrice di ipocrisia, verso una donna che viene semplicemente rappresentata per le sue essenze e le sue forme, e quindi per la sua sessualità dichiaratamente sfacciata, evidenziata con colori forti dove forte è la luce intesa come pathos come forza trasportatrice di vita.
 
EGON SCHIELE DAL PUNTO DI VISTA ASTROLOGICO
 
Essendo Mercurio il pianeta che governa i Gemelli e quindi il preciso significatore di qualsiasi processo mentale e comunicativo, è decisivo l’aspetto psicologico che rappresenta Egon Schiele, e possiamo dire che c’è la grande esigenza di “comunicare” (Marte in Sagittario opposto a Mercurio in Gemelli) che viene molto accentuata, in questo caso attraverso le sue opere che esprimono un messaggio chiaro, quello legato alla sessualità, che vive all’interno di ogni uomo e ogni donna (Giove sestile a Marte). Altro aspetto che si riferisce a Mercurio è l’intelligenza intesa come messaggera per eccellenza, e inoltre tutti i lavori manuali si addicono al segno dei Gemelli, in quanto le mani e i polmoni sono le parti del corpo dominate da Mercurio. La congiunzione di Nettuno con Mercurio in Gemelli, tra l’altro esasperata dalla stravolgente presenza di Plutone (congiunto anch’esso ai due), fa si che, astrologicamente parlando quest’uomo non potesse non essere che un artista.
L’opposizione a questo determinante stellium gemellino (Marte in Sagittario) è certamente stata la causa della sua morte per influenza spagnola causando una brutta broncopolmonite che può essere letale ancora oggi, figuriamoci in quei tempi.
 
 
La Redazione IlNadir
Sara Del Monte

Riguardo L'autore

Redazione Il Nadir

Il dr. Claudio Crespina, astrologo, filosofo, counselor psicologico-comportamentale e ricercatore nasce sotto il segno del Capricorno a Roma, una città così significativa e simbolicamente attraente, per i suoi continui richiami storici ed esoterici che credo superfluo e inutilmente ripetitivo spiegarne la grandezza e l’importanza.

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