Trovati abbracciati, due amanti che da seimila anni condividono il loro viaggio, verso chissà quale mondo. Hanno superato tempeste, terremoti, migliaia di passi sopra le loro teste, ma sono rimasti insieme senza mai lasciarsi. Questa è forse la storia d’amore che tutti vorrebbero avere, anche dopo la morte. Ma chissà se è veramente una morte quella che fisicamente avviene, o è soltanto una vita che rinasce dalle sue ceneri.
Protagonisti di questa storia d’amore “terrena” è una coppia di scheletri preistorici ritrovati in un sito archeologico nel Peloponneso, in Grecia. E chissà che in questa scoperta, non ci sia lo zampino del nostro Plutone, che riporta alla luce ciò che è rimasto sul fondo. Plutone, Dio della Morte, distruttore della forma, conduce attraverso la cecità alla coscienza della luce nascosta. Questa scoperta, considerata importante e appartenente all’era Neolitica. I due innamorati trovati vicini e abbracciati, come addormentati, con la schiena di uno che poggia contro il petto dell’altro, piegati in posizione fetale. Accanto a loro c’erano anche quelle che sembrano punte di freccia. Gli scheletri, giudicati in ottime condizioni, potrebbero risalire al 3800 A.C. e come riporta l’agenzia ANA-MPA è uno degli esempi più recenti e conosciuti di sepoltura in coppia. Sono stati scoperti all’interno della grotta di Diros, a Ovest del villaggio di Mani occidentale, che era già conosciuta per essere luogo di sepoltura del Neolitico perché gli scavi hanno riportato alla luce tombe risalenti al 4200-3800 a.C. Secondo gli storici interpellati dall’agenzia greca alla fine del 3200 A.C. ci fu un terremoto proprio in quella zona che seppellì l’entrata del cimitero e i resti conservati. Gli scavi nella zona di Diros sono cominciati nel 1958.
La Redazione IlNadir
Sara Del Monte
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