O.O.B.E.

IMMORTALITA’: La Morte della Morte

”Non siamo esseri umani che stanno vivendo
una esperienza spirituale ma esseri spirituali
che vivono una esperienza umana”.

Teilhard de Chardin

  
“….l’anima non é un organo, ma qualcosa che da vita e che esercita tutti gli organi; non é una funzione come il potere della memoria, del calcolo, del confronto, ma usa tutti questi poteri come mani e piedi; non é una facoltà, ma una luce; é lo sfondo del nostro essere, in cui essi giacciono, un’immensità non posseduta e che non può essere posseduta”
Immortalità cosa può significare…?
il nadir immortalitàQuale domanda é mai stata rivolta un maggior numero di volte, quale idea é stata più abile conduttrice per gli uomini nell’indagine del problema dell’universo, quale quesito é più inseparabilmente connesso con la nostra esistenza, dell’immortalità dell’anima umana? E’ stato il tema di poeti e di saggi, di sacerdoti e di profeti; i re sul trono ne hanno discusso, mentre i mendicanti per le strade hanno sognato di essa. La parte migliore dell’umanità vi si é avvicinata, mentre quella più reietta ne ha fatto oggetto delle sue speranze. L’interesse per tale argomento non é scomparso né scomparirà finché esisterà la natura umana. Varie risposte sono state date da menti diverse. Migliaia e migliaia di persone, in ogni periodo della storia, hanno rinunziato a discuterne, e ciò nonostante il problema rimane più vivo che mai. Spesso nel tumulto e nelle lotte della nostra vita sembra che lo dimentichiamo, ma improvvisamente, quando ci viene strappato qualcuno da noi amato, qualcuno ch’é vicino e caro ai nostri cuori, e cessa per un momento la lotta e il trambusto del mondo che ci circonda, l’anima si chiede: “ Che cosa vi é dopo ?” “Che cosa diviene dell’anima?” .
Proverò a  chiarire innanzitutto questo quesito in chiave generica per poi entrare sempre più nell’escalation astrologica molto vicina a questa dinamica della mente…: non é, infatti, importante solo sapere “ se noi sopravviveremo alla morte” , ma anche “come vi sopravviveremo”: come quelle fatiscenti larve umane di cui gli antichi popolavano l’Ade. Se ciò fosse o anche se fosse che noi sopravviveremo ( per un’eternità..!) coi limiti e al livello di coscienza a noi ora abituale, ebbene allora ben poco ci sarebbe per noi motivo di rallegrarsi. Solo molto impropriamente, infatti, i più di noi possono dire di essere vivi durante il corso della loro vita: i più di noi , non vivono, ma sono vissuti dai pensieri e dalle passioni, che vengono, via via nel tempo, ad occupare la loro mente: “ sono aspirato dai miei pensieri, dai miei ricordi, dai miei desideri, dalle mie sensazioni, dalla bistecca che mangio, dalle sigarette che fumo, dall’amore che faccio, dal bel tempo, dalla pioggia, da quest’albero, da questa vettura che passa, da questo libro” – scrive G.I Gurdjeff descrivendo la vita inautentica e “sonnambolica” dell’uomo comune..!!
Né la nascita è l’inizio della vita, né la morte è la fine. L’uomo esisteva prima della sua nascita, esisterà anche dopo la sua morte. Il bruco cammina, striscia con le sue tante zampe, mangia e all’improvviso, anche se dicono che è stupido e non capisce niente, si ferma, alza la testa e dice: “Basta, non mangerò più”. Ragiona come un ingegnere,  cammina e misura le distanze, disegna dei triangoli, fa i suoi calcoli. Che cosa faccia lì dentro, nessuno lo sa. Poi ne esce una farfalla, suo “figlio”.  Prima strisciava carponi per terra,  ora vola in aria. Si è creata un piccolo aeroplano, si posa di fiore in fiore. Dite: “Eh sì, ma è una farfalla”. È vero, ma questa farfalla possiede delle conoscenze…e che conoscenze….aggiungo io, che noi, fisici, ingegneri e dotti soloni…mai potremo comprendere..con il solo utilizzo della “ragion pratica”.. Nello stesso modo, ciascuno deve fare il proprio bozzolo. L’uomo, che non è così intelligente come la farfalla, lascia, ahimè, che gli altri gli facciano i bozzoli. Scaveranno per lui un bozzolo nel suolo, gli faranno una bara, lo seppelliranno e gli diranno: “Su, esci fuori come una farfalla”…
Ma vi chiedo: quanti dei vostri bozzoli sono giunti alla farfalla? L’uomo deve costruire da solo questa bara senza che gli altri gliela costruiscano. Non deve aspettare che le persone lo sotterrino. La persona dotata di talento non aspetta che gli creino questa bara. Alla fine si trasforma in farfalla. Dicono: “Aiutati che Dio ti aiuta, “Dio” quel dio che ci apparterrebbe…”, il condizionale è d’obbligo…, perché risiede in realtà in noi, giammai fuori da noi..!!  Quel “dio” aiuta la persona “intelligente”, mentre quella “stolta” cammina su un’altra strada…, se si comprende questa all’apparenza semplicistica differenziazione..!!!  Dopo che lo sotterrano nella tomba si fa un discorso sepolcrale. Lo metteranno nella terra, gli metteranno del terreno sopra e commenteranno quanto e come sia stato una brava persona, che, questo si che è un miracolo, lo diventano tutti, a prescindere dal cosa poi abbiano compiuto di positivo o meno, nella loro esistenza…Sì, è stato molto bravo, ma lo seppelliranno nella terra – retribuzione per tutte le bontà..! Questo mio accenno non vuol essere una mancanza di rispetto verso il ricordo degli antichi padri e della loro “morte”: il mio scopo, e lo dico all’inizio del mio articolo, non è minimamente quello di ridicolizzare i ricordi degli avi…, ma è quello di porre l’attenzione su un momento decisivo della nostra esistenza: quello che inopinatamente chiamiamo Morte… Constato cioè soltanto un fatto basilare e, voglio sottolineare con forza che il modo in cui concepiamo la morte è uno stato patologico per l’intera umanità.. (su cui ci “mangiano” troppe persone…: cavallette, che sciamano e distruggono i …“campi di raccolto”, del cui potere devastante se ne parla ampiamente nella Rivelazione, nell’Esodo, in Gioele…!!!) perché, non si affronta il problema come in realtà ci si presenta e nessuno se ne è mai preoccupato di spiegarlo…!!!  La morte inizia dal momento che nasciamo…, quindi è Vita nella vita, non Fine e sepoltura, alla quale ci rivolgiamo come fosse una soluzione definitiva… Per capire il senso dell’Immortalità dobbiamo capirne il ciclo ininterrotto nella sua essenza infinita, che sfugge inevitabilmente ai significati limitanti delle parole, che sto usando io stesso per spiegarlo..e, Plutone, e la sua logica, ne è il significatore simbolico principe che, la lettura astrologica mette a disposizione per decifrare il profondo senso di questo antico e millenario problema…e per essere ancoa più precisi astrologicamente, il miglior Plutone, quello cioè più adatto a parlare d’Immortalità è il Plutone d’Acqua (Pesci, Scorpione su tutti e Granchio) configurato nella dodicesima casa, più che nell’ottava, comunque interessata, però ancora troppo terrena, ansimante, tuttalpiù, chiavi immortali…, meglio semmai la quarta, come fine della fine….come terra in cui ritorniamo…(pulvis es et in pulverem reverteris…) per poi rinascere…  
Rimanendo attaccati alla sostanza, alla cosiddetta realtà, alla natura circostante…, calpestiamo continuamente “morte”.., distesa intorno a noi nei secoli di soprusi, di guerre e di violenze..  L’attuale natura è creata dalle rimanenze degli esseri del passato, sopra questi corpi morti ora crescono le pere, le mele e altri frutti. Di conseguenza ci nutriamo solo da esseri morti.  In questa maniera potremmo mai essere immortali..? Mai! Dobbiamo tutti servirci dei metodi della natura universale.. Non parlo di quella natura nella quale abbiamo lasciato le nostre eccedenze, non parlo della natura creata dai corpi morti di milioni e miliardi di esseri, ma parlo di quella natura vivente e divina che nascerà quando cominceremo a capire che l’immortalità sta nel creare il nostro nutrimento dai raggi del Sole… Finché continuiamo a estrarre i succhi della terra per nutrirci, di questa ignobile “terra”…, moriremo, ci sarà la morte per noi… Un giorno, spero, avremo delle “piante” che percepiranno direttamente l’energia dal Sole. Percepiremo il “pane” direttamente dal Sole, il vero ..Sole, la vera energia emanante e riflettente la vita eterna, che deriva, per la nostra Galassia, la Via Lattea, da quel possibile centro che gli astronomi chiamano il Centro Galattico: hunabkul’albero della Vita o Hunab-ku dei Maya..   Soltanto allora avremo la possibilità di essere immortali… Questa mia metafora serve da stargate per addentrarmi e accompagnarvi nel tema imperscrutabile del mondo della luce bianca… Il passaggio della vita oltre la vita.., quel tunnel raccontato da tutti i redivivi, altro non è che il principio fondante il concetto dell’immortalità…: il ciclo di nascita, di crescita, di morte e di resurrezione…che molte culture hanno affrontato in modo differente, ma sostanzialmente simile,dai tempi dei tempi…e che certamente quella Maya e quella Sumera hanno rappresentato con maggior dovizia di particolari astronomico-planetari, strabilianti per l’epoca in cui furono formulati della loro realtà storica: sapevano cose che a quei tempi lontanissimi non era possibile sapere senza strumenti tecnici di osservazione dell’Universo, che a mala pena oggi riusciamo a sapere…con quella dovizia, appunto, di particolari..Capirne quindi i presupposti storico-religiosi può aiutare questa analisi sull’approfondimento del concetto d’Immortalità, legato certamente alle filosofie religiose in genere e in particolare di questi popoli antichissimi che già a quel tempo affrontavano le dinamiche oscure del trapasso…, ognuno esorcizzandolo a loro modo..e cultura. Nel dicembre 2008 un gruppo di astronomi tedeschi del Max Planck Institue for Extraterrestrial Physics, coordinato da Reinhard Genzel, dopo 16 anni di lavoro ha confermato che al centro della Via Lattea c’è un enorme buco nero, grande 4 milioni di volte il Sole… Il buco nero è stato chiamato Sagittarius A ed è distante 27.000 anni luce circa da noi. Un “disco turbinante” che sta assorbendo e dando alla luce le stelle, proprio come Hunab Ku, il grembo della madre Maya…Due storie sorprendentemente simili eppure distanti secoli: una appartiene alla scienza e una alla mitologia; alla mitologia maya. I Maya, un popolo misterioso e affascinante, con un’ossessione: il tempo… 
LE ORIGINI DELLA VITA COME PRINCIPIO SIGNIFICANTE IL CONCETTO DI MORTE e quindi dell’IMMORTALITA’. La lezione autentica dei Maya dovrebbe essere ancora dentro le nostre orecchie, insozzate ancira da quel lordume immondo dei falsi media, che hanno immesso nel web, nelle tv o sui giornali, altrettante false notizie sulla cultura Maya e sulle sue abitudini, descrivendo una profezia mai pronunciata…dai sacerdoti di quel popolo così ispirato..naturalmente:la fine del mondo alla fatidica data del 21.12.2012…, a ricordarci, la lezione, il vero potenziale del centro del nostro essere che loro appunto chiamavano Hunab-ku, l’Albero della vita…, il Centro Galattico cioè che “viaggia” attualmente intorno ai 27° Sagittario..vero punto di riferimento della mia attuale ricerca…astrologica.  La mitologia Maya vede i quattro punti cardinali (Nord, Sud, Ovest, Est) uniti da una gigantesca croce chiamata l’Albero della Vita, che collega il cielo, la terra e il regno dei morti…in chiaro parallelismo con la Croce Cardinale astrologica..che in questi quattro anni si è ripetuta regolarmente e si ripeterà ancora, come grande segno di purificazione e di rinnovamento… La Croce è il simbolo dell’estremo sacrificio, mai fine a se stesso, ma sempre collegato alle genti del mondo e alla loro possibilità di redenzione…,non dai peccati, come vogliono le dottrine di tutte le religioni, ma dall’ignoranza che è la vera fonte della sofferenza… in quanto è sintomo di mancanza di conoscenza e di consapevolezza, a cui l’Uomo deve tendere per integrare le sue pulsioni indifferenziate e renderle fruibili alla sua anima.. Sacrificio alto quindi che porta alla resurrezione e alla vita..consegnando l’umanità alla vera immortalità…Un popolo nato dal nulla, vissuto misteriosamente altrettanto misteriosamente scomparso; chi erano veramente i Maya? Un popolo che sapeva cosa fosse l’immortalità…, potrebbe essere intanto una risposta provocatoria ma certamente incontestabile.. Il Popol Vuh, il testo sacro che riassume le antiche conoscenze di questo popolo, potrebbe rivelarsi un inaspettato indizio che aprirebbe le porte verso una nuova interpretazione della loro origine.. Molte sono state le civiltà che hanno lasciato tracce del loro passaggio, segni più o meno importanti, a volte ignorati, incompresi, quindi riscoperti e rivalutati; tra queste tracce, quella che ancora oggi si ostina a nascondersi dietro una coltre di arcani misteri, è di certo la civiltà Maya…che è senza dubbio quella civiltà più collegata al principio dell’Immortalità intesa come ciclo e non solo come punto di arrivo ….In un percorso che andava dal Guatemala al Messico Centrale, si estendevano le loro città stato, perfetti esempi di architettura urbana per una civiltà che, secondo molti studiosi, risalirebbe addirittura al 12.042 a.C.

Chi erano veramente i Maya e il loro legame con l’immortalità…?
In un luogo geograficamente inospitale, nel quale le insidie naturali e il clima estremamente torrido cospirano contro l’uomo, insieme alle tanti tribù nemiche, gli insetti e le malattie, nacque una civiltà che ancora oggi fa discutere, ma che riunisce tutti quando si tratta di ammirare le bellezze architettoniche e l’estrema finezza culturale. Erano dediti all’agricoltura, studiavano gli astri e la matematica, ma erano anche un popolo guerriero, legato da sentimenti antichi alle sue divinità, un legame così saldo da prevedere in assoluta tranquillità anche i sacrifici umani…I Maya studiavano gli astri; a quetzalcoatlquesta informazione possiamo aggiungere che erano anche all’avanguardia in questo tipo di studi, così come lo erano nella matematica. Avevano creato un calendario ancora più perfetto del nostro, con un mese lunare di 29,53086 giorni contro il nostro di 29,53059 giorni; conoscevano perfettamente il moto dei pianeti, le fasi lunari, le eclissi, ed erano particolarmente legati agli aspetti di Venere…Conoscevano la differenza tra la Morte umana e quella divina…rappresentate dalle loro divinità, parte fisiche parte trascendenti, accostandosi proprio per questo al principio dell’Immortalità..di cui avevano una approfondita conoscenza…in considerazione della possibilità di conoscenza dei loro tempi.. Già per molti osservatori queste nozioni tradirebbero contatti extraterrestri, ma questa tesi è valida e sostenibile? Quali altri indizi potrebbero aggiungersi a questa ipotesi?  
Tracce di una presunta “conoscenza non terrestre” sono identificabili proprio nel sentimento religioso di questo popolo, oltre che nei pochi documenti scritti che si salvarono dalla furia dei conquistadores. Tutti questi indizi possono essere ritrovati in Quetzalcoatl, il Serpente Piumato sacro sia ai Maya che agli Aztechi; fu lui a colonizzare il Centro America, a portare la tecnologia e l’agricoltura; tutto ciò avvenne quando Quetzalcoatl scese sulla terra a bordo di uno strano veicolo a forma di serpente, facendosi notare per la sua pelle bianca e la barba. Un esame più attento dei reperti archeologici riguardanti il Serpente Piumato, rivela infatti quella che può essere considerata una “particolare” anomalia; questa caratteristica risulta maggiormente visibile osservando una statua conservata in Messico, nel museo di Toluca. Nella scultura Quetzalcoatl viene raffigurato con una strana maschera a forma di becco d’uccello, particolare non presente quando invece lo stesso Dio viene si trova iconograficamente nei cieli. Perché Quetzalcoatl ha bisogno di una maschera quando sosta sulla terra? Non dimentichiamo che, nella tradizione Maya, l’arrivo di questa divinità viene descritto al pari di una moderna testimonianza riguardante un atterraggio Ufo…!
Si trattava forse di un casco, indispensabile per muoversi sulla terra? Quetzalcoatl ripartì a bordo della propria nave diretta verso Venere, promettendo che un giorno sarebbe ritornato; non fu certo una promessa che portò fortuna al popolo Maya: quando Hernàn Cortes, di pelle bianca e con la barba, si presentò al popolo, venne subito scambiato per una incarnazione del Serpente Piumato, con il risultato che la nazione venne quasi interamente distrutta. L’idea che esseri dalle sconosciute origini abbiano visitato il popolo Maya, viene rafforzata anche dal misterioso caso, origine tra l’altro di un interesse dibattito, che si accese alla scoperta della famosa Lastra di Palenque. Palenque era una splendida città, abbellita da splendidi palazzi e maestosi templi, tra i quali proprio quello chiamato delle Iscrizioni, costruito su una piramide, eretta a sua volta su una tomba, particolare abbastanza inusuale, almeno per quanto riguarda l’intera zona. La camera funeraria, con accesso da una delle cinque porte decorate a stucco, è larga quattro metri e lunga nove; sulle pareti numerose decorazioni del Signore della Notte, ma quello che più ci interessa è un sarcofago di pietra e il suo misterioso contenuto. Si tratta di uno scheletro con il teschio coperto da una meravigliosa maschera di giada, con accanto numerosi gioielli e tra le mani un cubo e una sfera. Tralasciando la simbologia funeraria, che non sempre da sola è sufficiente a delineare linee di ricerca non convenzionali, concentriamoci invece sul reperto che ha scatenato innumerevoli polemiche, non ancora del tutto sopite: la lastra tombale. La raffigurazione è molto semplice, la figura netta e precisa, per quanto si possa obiettare che l’osservatore moderno, carico di nozioni certo più avanzate rispetto a quelle dei Maya, potrebbe osservare con diversi occhi quello che era un semplice motivo funerario: è davvero così? Osserviamo anche noi questa strana incisione: un uomo seduto alla guida di quello che, a prima vista, sembra apparire come uno strano velivolo; le mani sembrano stringere dei comandi meccanici, mentre alcuni tubi, partendo dai vari congegni, terminano nelle narici del pilota dando la netta impressione che possa trattarsi di respiratori; i piedi, infine, sono posti inequivocabilmente in una posizione adatta alla guida di un velivolo, mentre l’intera immagine restituisce la visione di una navetta spaziale e il pilota ha la stessa posizione che assumevano i primi astronauti all’inizio dei moderni viaggi spaziali.  Il dibattito su cosa rappresenti esattamente questa incisione , non si è
 
mai del tutto esaurito;palenque astronauta
l’archeologia ufficiale ha ovviamente esposto le proprie conclusioni, i ricercatori di confine hanno fatto altrettanto, e come spesso accade, la verità probabilmente si trova al centro di ogni controversia; ancora una volta quei famosi ragionevoli dubbi che accompagnano costantemente ogni ricerca in questo campo, ritornano ad affiorare, e sempre più numerosi continuano ad attendere risposte: cosa rappresenta questa incisione? Una mappa stellare come testimonianza del viaggio compiuto dal misterioso ospite del sarcofago? Si tratta ovviamente di ipotesi, nessuna prova certa da entrambe le parti, ipotesi che spesso alimentano le più estrose fantasie, ma a volte cavalcando l’immaginazione si può giungere a mete del tutto inaspettate; ma i misteri “celesti” dei Maya non si fermano qui, e la prossima meta ci porterà a riconsiderare addirittura il mistero dei misteri, vero oggetto del mio articolo, dell’origine della vita..conseguentemente l’inizio del ciclo di nascita, di morte e resurrezione..il principio dell’IMMORTALITA’….  
Quale profondo mistero si cela dietro l’origine della vita sul nostro pianeta? Germi vitali provenienti dallo spazio? Una misteriosa forza creatrice, oppure un lungo e travagliato percorso evolutivo? La questione è aperta, la ricerca spazia senza sosta, indaga sulle comete, invoca la fede, urla al caso, ma osserva anche il cielo e non di rado presuppone che i nostri padri siano in qualche modo rimasti sulla terra, scolpiti nelle pietre o ricordati in antichi testi sacri ancora non del tutto completamene interpretati. Uno di questi misteriosi libri appartiene proprio alla cultura Maya, e racchiude antichi ricordi legati alla creazione del mondo, trascritti e conservati perché la memoria non andasse distrutta dalla furia dei conquistadores spagnoli; tutte queste informazioni confluirono nel Popol Vuh
Il testo, come ogni libro sacro (Bibbia, Torah…ecc..) che si rispetti, inizia proprio con il mito della creazione, anche se siamo ormai coscienti che dietro ogni mito risiede una verità dimenticata; come interpretare dunque questa poetica descrizione iniziale: …”questo è il racconto di come tutto era sospeso, tutto calmo, in silenzio; tutto immobile, tranquillo, e la distesa del cielo era vuota…”. 
Il testo, come racconta R. Lapaglia, si apre con la creazione della Terra e degli animali da parte di Gucumatz e Tepeu, un dio e una dea che vengono assistiti da misteriose entità chiamate “Antenati circondati dalla luce”. Il seguito della narrazione è molto simile alla storia tramandata dal libro della Genesi: dalla terra e dal fango venne creata la carne dell’uomo, al quale i “Signori Celesti” proibirono di avvicinarsi ad un “albero magico” e di coglierne i frutti. Sarà una vergine, Cuchumaquic, che contravverrà al divieto; in seguito a questa sua disobbedienza la donna acquisterà l’immortalità’ e diverrà portatrice di vita, rimanendo incinta. Ora non ditemi che sono blasfemo ma mi è semplice sottolineare che chi ha scritto per prima queste vicende può essere maggiormente accreditato di verità.. e la datazione storica non lascia dubbi sulla temporalità dell’autore ….!!!  Secondo il Popol Vuh, i primi uomini che abitarono la Terra erano in grado di vedere tutte le cose, fossero queste vicine o lontane, erano anche dotati della onniscienza e di una grande saggezza; queste doti, probabilmente ereditate dai loro stessi creatori, misero in allarme gli Antenati, scatenando allo stesso tempo la loro gelosia; per evitare che gli uomini fossero uguali ai loro creatori, venne loro annebbiata la vista e ben presto, il genere umano, cadde nel buio dell’ignoranza, una immagine che forse è meglio interpretare come un lungo processo che portò l’uomo a dimenticare quasi completamente le proprie origini. Chi sono quindi questi misteriosi Antenati? Non si tratta certo di divinità comuni, assimilabili alle varie tradizioni mitologiche conosciute; da una analisi comparativa è molto più facile accostare gli Antenati agli Dei del popolo Sumero, perennemente in lotta tra loro, con passioni e vizi molto “umani”, sempre preoccupati di mantenere nell’ignoranza l’uomo per poterlo meglio “usare” e dirigere. Se gli Antenati dei Maya ci hanno, in qualche modo, riportato alla mente l’immagine di esseri non terrestri impegnati nella “costruzione” del genere umano, il loro accostamento con il mito dei Sumeri rafforza ancora di più questa ipotesi; i creatori sumeri erano infatti gli “Annunaki”, esseri umanoidi dagli occhi ovali e scuri e dalla testa a pera, caratteristiche fin troppo simili alla figura dei Grigi, argomento controverso di molti dibattiti ufologici. Anche i creatori sumeri vengono raffigurati accanto ad un simbolico “albero della vita”, e non è sicuramente una coincidenza il fatto che molte vittime di Abduction descrivano i loro rapitori esattamente come gli “Annunaki” dei sumeri… Sono ormai alcuni anni che sto correlando la logica astrologica, (tramite l’analisi del Tema Natale..) alle vite di persone che hanno avuto, e hanno ancora, a loro dire s’intende, “esperienze aliene” e sono riuscito ad isolare un fattore comune che li unisce, (senza che abbiano alcuna conoscenza tra loro), come ho scritto nel mio articolo (vedi link **) sul “Prometheus” il film di Ridley Scott,  (l’autore di Alien per capirci), mi sto riferendo espressamente al Centro Galattico..che interessa certamente personalità che sono direttamente coinvolte alle dinamiche della “vita oltre la vita” che il Centro Galattico e la sua filosofia, se mi si consente il termine, sembra rappresentare: la lista è lunga se la riferiamo a personalità, come sto facendo, della storia e, per darvi una primizia, in questa lista ci sono anche gli ultimi due Papi..***
 
anunnaki_2Chi erano gli Annunaki? Erano gli stessi esseri descritti dai Maya? Ma, soprattutto, cosa si volle rappresentare veramente con il simbolo dell’Albero della Vita? Proviamo a vagliare alcune ipotesi: Michael Hesemann sostiene che la prima e più antica mitologia sumera ricordi in realtà quelli che gli ufologi moderni oggi riconoscono con il nome di Grigi; da questo dovremmo dedurre che l’Albero della Vita sia in qualche modo connesso con una sorta di codice genetico, un codice al quale potevano avere accesso soltanto i Creatori, una sorta di DNA primordiale in continua fase di sperimentazione… Sto  parlando di ingegneria genetica.. e non dovremmo stupirci più di tanto, se non fosse per il fatto che stiamo presupponendo eventi accaduti in un periodo durante il quale nessun tipo di tecnologia evoluta sarebbe dovuta esistere…
Perché allora tante culture, diverse tra loro, geograficamente lontane e divise da lunghissime distanze temporali, posseggono lo stesso ricordo dell’Albero della Vita?
A questo quesito si potrebbe rispondere con una semplice affermazione: il ricordo comune di questo simbolo è la migliore prova della sua reale esistenza; così come gli uomini “primitivi” riportavano sulla roccia scene alle quali avevano realmente assistito, allo stesso modo, nel sentimento religioso collettivo, venne tramandato il ricordo di un misterioso strumento, l’Albero della Vita, uno strumento che i primi uomini ben conoscevano e con il quale avevano probabilmente una certa familiarità. Solo in questo modo è possibile spiegare simboli come lo Yggdrasil dei Germani, l’Etrog degli ebrei, seguiti da tanti altri nomi diversi, tutti a perenne ricordo di un unico, originale Albero della Vita, come Maymeln per i lapponi, Vaikunta per gli indiani, oppure Ulukapu per i polinesiani…
Rimane soltanto da stabilire cosa fosse in origine questo magico fusto, poteva forse trattarsi di una colonna istoriata, o molto più probabilmente, vista l’origine non terrestre, una sorta di moderno totem elettronico.. Di questo stesso avviso è stato per anni l’orientalista e scrittore Zecharia Sitchin, che vede nell’Albero della Vita una lontana rappresentazione della doppia elica del DNA, circondata da scene fin troppo vicine a quelle che potrebbero osservarsi in un moderno laboratorio: divinità alate e mostri, parte uomo e parte bestia, probabili risultati di una manipolazione genetica, seguiti da figure umane sdraiate su dei tavoli operatori, a contatto con strane onde, sotto lo sguardo attento di una schiera di dei. Antiche conoscenze dimenticate. Ricordi deformati dal tempo e di processi storici..? Contatti alieni oppure semplicemente antiche conoscenze dimenticate?  Proseguendo a leggere il Popol Vuh le sorprese non sembrano avere fine; subito dopo la disobbedienza della vergine, i creatori incaricano alcune misteriose creature, definite “non di questo mondo”, di punire la donna. Ancora una volta le moderne immagini degli alieni trovano riscontro nelle antiche testimonianze; le creature incaricate sono infatti i “Messaggeri”, chiamati anche “Gufi” per via dei loro enormi occhi  Ma questi strani “Gufi” ricordano anche, e molto da vicino, un altrettanto misterioso personaggio che dagli anni Sessanta ha spesso monopolizzato le cronache ufologiche, il Mothman, l’Uomo Falena…(cfr. R. La Paglia). Memorie distorte di eventi reali..? L’unica certezza è che i nostri antenati furono testimoni di grandi eventi, fatti decisivi per la nascita del nostro mondo, che andrebbero approfonditi con maggior costanza, lontano da preconcetti… Senza alcun dubbio la chiave per comprendere il mistero delle nostre origini si trova negli spazi infiniti, ma per essere ritrovata dobbiamo seguirne le tracce partendo dai segnali esistenti, non solo fisici, su questa nostra terra che ancora nasconde verità per ora imperscrutabili ma che l’osservazione più approfondita dell’immaggine universale, concessaci dai moderni telescopi, ci proietterà negli spazi intergalattici ai confini dei mondi e oltre questi..dove, ogni giorno che passa, spostiamo il livello del mondo conosciuto, riscontrato dai limiti, una volta invalicabili, delle antiche Colonne d’Ercole, vero confine tra la vita e la morte: confine inteso metaforicamente.. come una possibile “zona pausa” spazio-temporale verso l’immortalità…, quello che io ho definito il regno incontrastato di Plutone….del Plutone antimaterico per eccellenza. (vedi articolo sul mio sito http://www.ilnadir.com/index.php/rivistanadir/51-tecnica-astrologica/184-limpero-plutonico)..  Come dire che il concetto plutonico, meglio l’archetipo plutonico, informasse da sempre il concetto d’Immortalità, rappresentato, come abbiamo visto in questa fase dell’analisi, nell’escatologia della ricerca infinita, dall’Albero della Vita o Hunab-ku dei Maya e di tanti altri popoli, distanti tra loro fisicamente e culturalmente, ma uniti da questo accesso sul significato dell’Immortalità. Plutone, il pianeta  conosciuto, il più lontano del nostro sistema solare, degradato o meno a semplice pianetino dagli astronomi (per l’esattezza da una parte esigua di una più vasta moltitudine non presente alla delibera), non certo per gli astrologi, può essere il collant secolare del processo d’immortalità che è perfettamente descritto nelle sue dinamiche mitologiche e nelle pieghe degli avvenimenti che lo contraddistinguono a partire dai milleni precristiani fino ai giorni nostri (per rimanere sui binari della Storia e del tempo, che dovremo, prima o poi,  inevitabimente trascurare come punto di riferimento a questi livelli insostanziali..) come messa in atto di quelle dinamiche che si ripetono, senza soluzione di continuità, ne di scopi o mezzi apparenti, costantemente… come se qualcuno o qualcosa ne ordinasse l’attuazione che puntualmente arriva visibilissima nei fatti della storia e degli individui che ne hanno il segno distintivo nel tema, cioè quelli dello Scorpione, gli ascendenti Scorpione, i plutonici in senso lato…, gli aspetti Plutone-Sole, Nadir e/o Luna…ma sopratutto quelli di Plutone col Centro Galattico che sono i veri Stargate dell’Immortalità, secondo i miei studi astrologici…considerando, come determinanti tra questi, gli aspetti cosiddetti del CINQUE denominatori del Cerchio: Semiquintile (36°), Quintile (72°) e Biquintile (144°). Solo un astrologo serio e preparato può capire queste mie parole e le loro possibili chiavi inttuitive (direi “controintuitive”) determinanti per aprire porte, altrimenti sigillate alle logiche solo razionali di certi menti maldisposte alle cognizioni più specificatamente metafisiche, prive, secondo la loro visione offuscata del reale, delle necessarie capacità dimostrative e per questo inadatte e insignificanti allo scopo di un eventuale evidenzazione empirica dei fatti da analizzare. Questi soloni del sapere scientifico ad oltranza, dovrebbero sforzarsi almeno di comprendere il fatto accertato che l’Astrologia ha annoverato e annovera, tra le sue file,  i nomi più altisonanti della cultura di tutti i tempi, senza limmitazioni di paesi e di nazioni, non ultimo i più grandi scienziati tra i matematici, i fisici e gli astronomi, (inutile credo sia elencarli..in questa sede): personaggi che proprio grazie al loro apporto intellettuale e culturale sono  “immortalati”, è proprio il caso di dirlo, nella memoria storica delle popolazioni della Terra: basterebbe che si eliminasse il pregiudizio culturale…, che ne rappresenta il vero limite mentale, per qualsiasi ragionamento sereno e obiettivo in relazione a qualsiasi argomento volessimo affrontare: il pregiudizio è sempre un pessimo compagno di viaggio.    
Non viene richiesto molto all’uomo per essere immortale… Lo scopo dell’insegnamento di Cristo è quello di acquisire immortalità… si dovrebbe leggere in questo senso il viaggio di Cristo nell’umano.. Ogni persona che crede in dio nel modo corretto può essere immortale, il divino in noi.., che, come detto, è alla portata di altri occhi (e non quelli che solitamente utilizziamo come unici elementi adatti per capire..solo quello che crediamo di vedere.!!),  è quella capacità di unire l’Anima allo Spirito, lasciando cadere l’Io (l’Ego freudiano..), che il Cristo ci ha insegnato sacrificandosi esso stesso..nell’emanazione più alta del segno dei Pesci, non a caso riflettente il simbolo del significato del cattolicesimo cristiano. Non è un grande dispiacere che l’uomo esca dal suo corpo o che lo abbandoni….(come avviene nei cosiddetti viaggi astrali…). Si può vivere senza corpo così come si può uscire dalla propria casa, dal proprio palazzo per vivere in una capanna. L’anima e il corpo, bisogna capirlo bene, sono due cose differenti.
A volte la mente si piega per il peso di alcune cose materiali, oggetti, soldi, case, terreni e di conseguenza l’uomo si ammala di nevrastenia e per questo ora il mondo ha un tale “colorito”, ma quello che è potente, grande e che non muore nell’uomo non è materiale… Ciò che è materiale e la carne, sono delle cose che si decompongono…. L’immortalità è l’anima e lo spirito. morte e vita di klimtDove è Socrate, dove è Platone, dov’è Galileo, dove è Tolstoj, dove è Shakespeare, dove è Kant? Ciò indica che l’uomo non è in questa forma mortale. È nella parola, è nella mente, è nell’anima. Ciò che rimane immortale è l’uomo. Tutti i grandi personaggi sono nei cuori delle persone, nelle loro menti. Anche le parole che dico, che uso, che suonano, che rumoreggiano sono la mia carne… Finché l’uomo vive soltanto nella sua carne non potrà mai acquisire l’immortalità. Per acquisire l’immortalità l’uomo deve conoscere quei metodi tramite i quali lo Spirito lo possa guidare oltre quei confini angusti in cui noi tutti siamo rintanati. Finché non arriva a questo livello l’uomo incontrerà sempre insensatezze…tutte legate al duale, il mondo fenomenico che ci circonda e che c’inganna con le sue opposizioni…:bianche o nere, belle o brutte, giuste e ingiuste, materiali e immateriali, yin o yang…ecc…   
L’immortalità è insita nell’uomo, ma esso non sa come stimolarla. La felicità è insita nell’uomo, ma non sa come utilizzarla. Gli ormoni prodotti dalle varie ghiandole portano all’immortalità dell’uomo…se ne comprendessimo l’utilizzo vero, aldilà e aldifuori del ristretto campo medico..certamente insufficiente a rendere il servizio di guarigione..  Nell’immortalità e nella sua comprensione profonda l’uomo otterrà la sua vera libertà. Le possibilità interne e le condizioni esterne si equilibreranno, saranno ugualmente padrone (la coiniunctio oppositorum..).  In caso di una malattia grave 20-30 chilogrammi spariscono dal peso del corpo… La materia non organizzata scompare, ma nulla si perde dal cervello perché è ben organizzato. Il corpo non è organizzato. Un giorno, quando il corpo si organizzerà come il cervello, per fare un esempio, le persone diventeranno immortali. Ora l’uomo muore senza volerlo…e soprattutto senza capirlo…!!! Le persone che si irritano molto, colleriche e scontente, che passano attraverso varie difficoltà, hanno una vita breve, mentre coloro che sono tranquilli hanno una vita lunga… Quando le forze esterne si equilibreranno con i processi interni dell’organismo umano avremo una vita “eterna” anche nel mondo fisico… Quando si trova l’equilibrio, quando sappiamo che cosa vogliamo e sappiamo come reagire agli elementi nocivi e come soggiogarli, vivremo sulla Terra quanto vogliamo, 100, 500 e più anni…, esattamente come le età pluricentenarie dei personaggi che riscontriamo nelle letture Bibliche… Nell’aria c’è un elemento di immortalità: non è evidentemente l’aria che respiriamo… però…!!!  Mentre la maggioranza accetta, per fede, il credo dell’immortalità dell’anima, pochi sono consci che ciò può essere dimostrato dall’anima stessa. I maestri Yoghi insegnano ai loro allievi  la seguente lezione: lo studioso deve mettersi nello stato di meditazione o almeno di grande riflessione e sforzarsi di immaginare se stesso come morto, ossia deve farsi un concetto mentale di se stesso morto. Ciò dapprima pare una cosa molto facile da immaginarsi, ma in realtà é una cosa impossibile da farsi, perché l’Ego si rifiuta di concepire questo atteggiamento nichilista e gli é impossibile addirittura immaginarlo. Provatelo voi stessi. Troverete che potete immaginare il vostro corpo giacente immobile e privo di vita, ma lo stesso pensiero prova che per tal modo siete “Voi” che guardate il corpo.  Così é chiaro che “Voi” non siete morto per nulla, neppure nella immaginazione, sebbene il corpo possa esserlo. Oppure se rifiutate di staccarvi con la fantasia dal vostro corpo, potete pensare il vostro corpo, ma il Voi , che rifiuta di lasciarlo, é sempre vivo e riconosce il corpo morto come una materia distinta dal vostro vero io. In qualunque caso voi tentiate di considerare la cosa non potete mai immaginare voi stesso come morto. L’Ego insiste nel rimaner vivo in ognuno di questi pensieri e così trova in se stesso il senso e la sicurezza dell’immortalità. In caso di sonno o stupore risultante da un colpo o da narcotici o anestetici, la mente é apparentemente assente, ma l’Io é conscio di una continuità d’esistenza . E così uno può immaginarsi in uno stato di incoscienza o di sonno nel modo più facile e vedere la possibilità di tale stato, ma quando vuole immaginare l’Io come morto la mente si rifiuta assolutamente di farlo. Questo fatto, che l’anima porta in se stessa la prova dell’immortalità, é stupefacente, ma bisogna aver raggiunto un certo grado di sviluppo prima di poterne concepire il pieno significato…. L’uomo muore nel mondo fisico e nasce (meglio dovrebbe nascere) nel mondo divino: uno dei compiti dell’uomo è di acquisire l’immortalità come ha insegnato il Cristo, proprio leggendo le dinamiche esplicitizzate dal Plutone astrologico che apre sentieri indiscreti alla comprensione umana della sua immortalità… Devo sottolineare però che non sto parlando di sopravvivenza.., non é certo un principio di sopravvivenza quello che accende le speranze della migliore umanità: quella che a questa può interessare, non é la sopravvivenza di un “io” larvale, ma la sopravvivenza di un “io” nello splendore e nella pienezza di una gloriosa consapevolezza della sua divinità: in altre parole, quel che può e deve  interessare all’uomo superiore, non é la mera sopravvivenza, ma il compimento della sua Immortalità..raggiungibile…
Diventeremo mai immortali..? Noi, se riflettessimo, abbiamo la ferma convinzione di essere sempre lo stesso “io” nonostante che il nostro corpo (e i nostri pensieri!), passando dall’infanzia alla giovinezza, e da questa alla vecchiaia, sia (siano) indubbiamente diverso (diversi): però mentre cresciamo non ci accorgiamo in realtà di cambiare drasticamente tutto del nostro corpo e tutto anche della nostra mente (binomio inscindibile quello mente-corpo), ..che, a mala pena, sa cosa intende di se stessa…Credetemi pochi si soffermano sui loro pensieri e sui loro stessi significati: agisscono, come dire, per partito preso…!!! Non ci fa riflettere ciò, che il nostro “io” sia cosa distinta dal nostro corpo..? Se l’“io” non é il nostro corpo e non é neanche i nostri pensieri e le nostre passioni e i nostri sentimenti (dato che questi cambiano ed egli rimane sempre identico a se stesso), questo “io” – che non può essere detto né grasso né magro, né forte né debole, né coraggioso né vile, né intelligente né stupido (appunto perché distinto e diverso da ogni qualità, corporea, intellettuale o caratteriale) – non viene spontaneo pensarlo dotato di ogni virtù e di ogni potenza..? Se questo “io” può percepire senza necessità di organi (che lo condizionano e lo limitano), non viene spontaneo pensarlo dotato della qualità divina dell’onniscienza ..e quindi dell’immortalità..? Interrogativo questo decisamente sofisticato, però intellettivamente corretto, che mi porta direttamente sull’astronave di Plutone, unico mezzo in grado di trasportare corpi non corpi, nel mondo  del non mondo… tra sopravvivenza e immortalità.. Il nostro io, la cui interezza, è rappresentata graficamente dal nostro cielo natale individuale (il Tema natale astrologico) che ne illustra sapientemente tutte le possibili variabili e tutte le possibili disposizioni: la mappa astrale come preciso viatico all’Immortalità.. un po come i sassolini di …Pollicino…!!!
 Occorre distinguere tra immortalità e sopravvivenza  e proprio il corretto uso dell’astrologia come scienza ne da una precisa sottolineatura differenziando nettamente la duplice visione dell’io che se punta alla sua sopravvivenza, cosa esperienzita dalla stragrande moltitudine di individui, sa di disattendere al suo primo e unico obiettivo del ciclo di nascita, esperito attraverso i passi zodiacali, cioè l’Immortalità, la sua Immortalità….!!!   Immortalità si ha  quando l’ “io” inferiore si identifica con l’ “io” superiore, dice Sri Ramakrishna nel suo testo “Alla ricerca di Dio”,  e di conseguenza si libera da ogni condizionamento dei sensi fisici, tanto da poter dire “Tutto ciò che mi viene dal mondo dei sensi ora é soppresso, eppure sento la mia coscienza chiara, trasparente, intangibile”… Sopravvivenza si ha quando l’uomo conserva o solo in parte ha obnubilata, la “coscienza” che aveva durante la vita. E giustamente si può sostenere che l’immortalità é un’eccezione, la sopravvivenza é di pochi e la non-sopravvivenza é dei più…  Infatti l’unica cosa, che sopravvive alla morte dei più, é un “cadavere psichico”: “Come l’organismo fisico – spiega sri Ramakrishna – con la morte non si dissolve nel nulla, ma dà luogo, dapprima, ad un cadavere, poi, ai prodotti di dissociazione di esso che vanno a seguire varie leggi chimico-fisiche, lo stesso devesi pensare approssimativamente per la parte “psichica” dell’uomo: alla morte sopravvive, per un certo tempo, qualcosa come un “cadavere psichico”, una specie di fac-simile della personalità del defunto, che, in certi casi, può dar luogo a manifestazioni varie. Sono proprio queste manifestazioni o del cadavere psichico ovvero di parti di esso (nel caso che la sua successiva dissociazione sia avvenuta) che dagli spiritisti vengono ingenuamente assunte come prove “sperimentali” per il sopravvivere dell’anima, laddove, per uno sguardo più acuto, esse varrebbero piuttosto come una dimostrazione del contrario”… 
sopravvivenza…“La nostra fede viene a momenti, il nostro vizio é abituale” sosteneva il grande Emerson e aggiungeva : “Eppure in quei brevi momenti c’é una profondità che obbliga ad attribuire loro una realtà maggiore che a tutte le altre esperienze. Sopravvivenza o Immortalità sono frutto dello stesso albero…? Direi di no… Per questa ragione, l’argomento sempre pronto a far tacere coloro che concepiscono straordinarie speranze per l’uomo, vale a dire il richiamo all’esperienza, é in ogni caso invalido e vano. Una speranza più forte abolisce la disperazione. Noi abbandoniamo il passato a chi ci obietta una cosa del genere, e continuiamo a sperare…. Costui ci deve spiegare questa speranza. Noi siamo d’accordo che la vita umana é meschina, ma come possiamo scoprire che essa é meschina, che cos’é il fondamento di questa inquietudine, di questo vecchio scontento? Che cos’é il senso universale del bisogno e dell’ignoranza, se non la delicata insinuazione con cui l’anima eleva la sua enorme pretesa?” (cfr. “La superanima” di Emerson)….
La sua enorme pretesa, non c’è che dire, parole scolpite nel marmo, che risuonano in me di continuo ogni qual volta mi accingo a capire, analizzare ed approfondire un tema in cui regna sovrano Plutone.. Plutone c’è sempre e c’è sempre stato, questo è un fatto: l’enorme pretesa dell’anima si confonde con le intricate orbite plutoniane, quali confini di una realtà sfuggente…: la vita e la morte che ad un certo punto del cammino si confondono.. proprio perchè sorge imperiosa quella pretesa dell’anima…,come quando Plutone “domina” un tema, e si entra inevitabilmente nel suo regno apparentemente incomprensibile, indefinibile (non è la lenta morte saturnina, ne quella eroico-sciocca di Marte)  e in me, credetemi, batte forte quella stessa sensazione: sento la stessa …enorme pretesa..!!! Plutone il compagno di viaggio…dantesco beh, sembra un sopruso, appioppargli sentimenti che non conosce. Va letto e riletto per sentirlo …come solo “etere”.., come essenza…insita…all’essenza stessa…!! Siamo nel difficle campo delle non-parole… So che è difficile capire, so che è difficile capirmi, ma la Morte della morte, Plutone, Re inusitato degli inferi, è sostanza e sospetto di sostanza insieme.. Siamo nel regno del pensiero astratto, anch’esso vivo e vegeto come quello del pensiero concreto, più usurato dalla moltitudine di congetture cerebrali a cui si rifà costatemente.  Plutone, per semplificare questo inestricabile dilemma,  agisce proprio come una particolare Medusa..che vive nel Mediterraneo al punto che si potrebbe dire che in quel nostro mare c’è l’immortalità…Essa si chiama Turritopsis dohrnii, un idrozoo lungo circa un centimetro ..(un gigante informativo…: nel microscopico c’è intrinseca, l’immensità dell’Universo..!!!!). Questa microscopica medusa dei nostri mari riesce infatti a evitare la morte, così come Eracle riuscì a godere della doppia natura celeste e terrena dopo aver sposato Ebe, la dea dell’eterna giovinezza…In condizioni di disturbo, quando si presenta il rischio di non poter sopravvivere, Turritopsis dohrnii, riesce a invertire il suo ciclo vitale e ritornare a uno stadio primordiale di ammasso di cellule indifferenziate. Lo stratagemma consente all’animale di ricominciare l’intero ciclo vitale, rigenerandosi forse all’infinito….Esattamente quello che agisce Plutone, sia in se stesso che nei nostri temi…individuali, dove il punto delle coordinate sferiche che lo definiscono, racchiude in se questo specifico dilemma della mortalità immortale e similmente dell’Immortalità mortale…., non a caso rappresenta il dio incontrastato degli Inferi. Pertanto mi verrebbe da dire anche di questa cangiante Medusa…”Come se una farfalla potesse invertire il suo ciclo vitale e ritornare in qualche modo a essere bruco, o un pollo si trasformasse improvvisamente in un uovo”, spiega Ferdinando Boero, professore dell’Università del Salento, autore nel 1996 assieme ad altri scienziati della nota pubblicazione che descrive la specie. Praticamente avviene come se ad ogni stadio di sviluppo, essa, possa decidere di invertire la rotta in direzione contraria, sfuggendo in questo modo alla morte. Capacità che le ha fruttato anche l’appellativo di medusa Benjamin Button, come il personaggio reso celebre dal racconto di Francis Scott Fitzgerald e dall’omonimo film. Le meduse sono generate asessualmente da colonie di polipi che vivono sul fondo del mare. Durante la fase successiva del ciclo vitale, in cui fluttuano liberamente, possono riprodursi sessualmente per dare origine a planule che ricominciano il ciclo.Turritopsis dohrnii invece, se disturbata, riesce a de-differenziare le sue cellule per tornare a uno stadio primordiale con caratteristiche simili alle cellule staminali…“Non sappiamo ancora come funziona l’interruttore in grado di invertire il ciclo vitale della medusa”, continua Ferdinando Boero. “Una scoperta che potrebbe fornire anche applicazioni in medicina, ed aggiungo io: “non solo..direi, perchè i campi su cui questa valenza possa influire sono innumerevoli…” ma quello determinante è certamente quello riferito al principio d’Immortalità così tanto agognato dall’uomo che prova a comprenderlo sin dagli inizi  della  sua genesi..e  si perde nella notte dei tempi….
“Quindi la morte è una bugia …? Pensate ad una goccia d’acqua che vive nell’oceano. Le altre gocce d’acqua, quando evapora, la credono morta, eppure continua ad esistere in cielo, e poi ricadrà fra le onde. Ma come fanno le altre gocce a saperlo, senza compiere quel viaggio.. ? ”. (Osho).  E’ sostanza e sospetto di sostanza insieme…come Plutone… Sull’argomento e la parola “Morte” i popoli antichi, come detto, avevano un concetto abbastanza diverso da quello delle moderne popolazioni cosiddette civilizzate, essi l’accettavano molto più facilmente o lo subivano come un fatto inesorabile, doloroso, della vita, ma quasi tutti avevano delle credenze religiose che li aiutavano ad assorbire quest’avvenimento; essi credevano che i morti andassero in un qualche luogo ben preciso, che variava a seconda del tipo di filosofia religiosa in cui essi aderivano; essi davano dunque alla parola “morte” il suo GIUSTO significato di “Trapasso”, cioè Attraversare, cioè Trapassare, cioè Passaggio da un luogo ad un’altro…Quindi è una sensazione precisa di moto, non di stasi definitiva,  di movimento per…!!!  Anche i religiosi delle nostre generazioni, quelli credenti fermamente nell’al di là (luogo ove essi pensano si rechino le “anime” dei morti), riescono a superare più facilmente le sensazioni di angoscia che essa, la Morte, tende a produrre nell’animo umano; altri al contrario si disperano e si creano molti problemi personali, non accettando l’avvenimento si lasciano prendere dalla disperazione; pochi comunque riescono a comprenderla bene e quindi a “viverla come una nuova fase della vita”; a parte la fede religiosa, se superiamo le sensazioni che questa parola evoca e le analizziamo da un punto di vista non emotivo per mezzo della ragione, ecco che la sensazione di malessere viene ad essere cancellata e ad suo posto nasce una nuova e significativa visione sulla VITA e sulla Morte stessa.
Questa parola, Morte, ha comunque e da sempre evocato nei suoi uditori, rispetto e timore nella stragrande maggioranza degli esseri umani, ma sopra tutto per la cultura occidentale dell’ultimo secolo, essa genera facilmente sensazioni di paura, angoscia, terrore. Proviamo ad approfondire, tramite un’analisi meticolosa la parola “Morte”; vediamo di esorcizzarla anche con un’analisi semantica della parola stessa.  Ovviamente le definizioni che noi oggi diamo a questa parola sono strettamente legate al concetto che abbiamo della parola Vita; onde per cui se modifichiamo i nostri concetti sulla morte, dovremo necessariamente modificare quelli che abbiamo sulla Scacchi con la morte
Vita.  Sul Dizionario di Italiano, si rileva questa definizione: “Cessazione della vita, di uomo, animale, pianta”; etimo latino: “mors, mortis”. Questa definizione di fatto è estremamente incompleta, in quanto non tiene conto del significato degli etimi più antichi e delle radici primarie.
Prima di iniziare l’analisi delle definizioni che i nostri antichi progenitori davano a questa parola, dobbiamo ricordare che le antiche lingue Akkadico, Eblaita, Fenicio, Egizio, Ebraico, Arabo, hanno delle caratteristiche inesistenti nelle lingue moderne; le lettere dei loro alfabeti sono segni, glifi, simboli, che indicano ognuna delle idee, concetti, ben precisi; il compositore delle parole, va ricordato assolutamente, le formava tenendo conto del significato delle singole lettere. La desinenza della parola Morte è MOT (radice di motore..quindi di evoluzione e tras-porto…per indicare i principali significati).e, senza spiegarne la complicata evoluzione semantica, si può comprendere meglio che la definizione, significativamente “ferma”, data dai nostri dizionari è molto imprecisa. Questa radice infatti non significa: cessazione della Vita, al contrario essa indica: un TRAPASSO in… cioè la Continuazione della VITA, attraverso un “passaggio sofferto” il quale fa entrare in una nuova Vita, ma diversa nella forma o dimensione(Mednat.org) .  Morire dunque significa: passare in un altro luogo e forma; non significa assolutamente il ritorno al non Essere, alla non Esistenza, ma una Continuazione dell’esistenza in un altro tipo di corpo in un’altra dimensione spazio-temporale od in altro Universo… ! L’immortalità..dunque…. Vorrei porre la vostra attenzione sul vero significato della parola Morte che non e’ l’antitesi della Vita (che e’ Eterna) ma e’ l’antitesi della parola Nascita…!! Infatti la nascita e’ la venuta in questo mondo (una dimensione) e la morte al contrario e’ la dipartita da questo mondo (un’altra dimensione). Pertanto, filosofeggiando un po, posso affermare che la morte quindi non è il “contrario” della Vita anzi è parte integrante e continuativa della vita stessa. Concettualmente, infatti il contrario della Vita è la Non-Vita, cioè quel che Vita non è, non è mai stata e mai sarà o non può Essere; mentre la morte (passaggio) è invece sempre stata della Vita, la sua necessaria integrazione, perché la Vita stessa potesse esprimersi in una pienezza di variabilità e molteplicità di forme, quali noi oggi conosciamo in parte ed in futuro conosceremo sempre di più. La morte intesa come “fine della vita” è sicuramente divenuto un tabù, uno schema mentale errato, una paura irreale ma esistente per colui che non conosce ed ignora cos’è la morte; la Vita al contrario è ETERNA, ma in continua TRASFORMAZIONE, secondo il principio che “nulla si distrugge, ma tutto si TRASFORMA….come ho già specificato: la vita presuppone l’Immortalità.. …non la contrasta affatto, semmai cerca di dimostrarla con le sue particolari metodologie, che, se cominciassimo ad usare tutto il vero potenziale del nostro cervello.di cui, come l’Universo, è sconosciuta la gran parte…, diverrebbero attendibilmente utilizzabili ai più…. 
Negli uomini la paura della morte spinge a studiare con frenesia i più piccoli particolari della materia, perché essa riveli il suo messaggio genetico, in modo da poter allontanare quella scadenza; ma non ci accorgiamo che la stessa “scienza moderna” dopo aver scoperto le particelle subatomiche, ne ha scoperto altre ancora, comprendendo che queste ultime sono sempre meno costituite da “materia”, poiché lasciano il posto a costituenti Informatico Energetici, i quali oltrepassano la mera componente materiale..esprimendone, senza una precisa volontà scientifica, la specifica particolarità del principio d’Immortalità: un’apparente inconsistenza “nucleare”, come proprio le dinamiche Astrologiche e il loro approfondimento scientifico, silenziose peraltro per certe inappropriate decodifiche, c’indicano da secoli, solo ad averle studiate seriamente…, senza infantili e ignoranti pregiudizi, come è doveroso fare quando ci si riferisse ad una scienza seria.., eliminandone, una volta per tutte, quelle patetiche e indegne malformazioni oroscopali che ne hanno inficiato, e ne inficiano, profondamente la sua validità disciplinare..   
Plutone è l’Arca della Santa Alleanzaè l’Arca della pacificazione, tra il mortale e l’immortale, mondi entrambi  non di questa vita, ne dell’altra eventuale, ma del sovra strutturato mondo universale a cui si accede solo se ci stacchiamo dal fenomeno possibile e ci riferiamo all’animico come possibilmente raggiungibile…e giammai imperscrutabile dal moto leggero della mente, indatta a capirne il senso d’impenetrabilità… Lui ne è la guida…”Santa”…., nel Tema astrale…perchè ha i piedi in entrambi  i mondi del possibile e dell’imposibile..e dello loro rispettive dimensioni…universali. Filosofia pura, si, ma non c’è altro mezzo per esprimere elegantemente questo argomento così controverso.. Plutone punisce l’hybris, la mancanza di rispetto nei confronti del divino, e in particolare punisce un solo tipo di tradimento: quello a sé stessi, alla propria vera essenza. Questo è il peccato che Plutone non perdona la Mente corporea, collabora con l’Anima e si eleva nello Spirito e per questo triplice motivo i suoi transiti saranno tanto più dolorosi e travolgenti, quanto più l’uomo è lontano da sé stesso, dal suo vero Sè a cui lui riconduce con tutte le forze, che sono inaffrontabili per noi umani..se ci limitiamo a fronteggiarlo con l’espediente razionale, assolutamente inappropriati a combatterne lo spirito primario… con la sola energia della logica mentale… Plutone orbita e piroetta in cielo stanando Nettuno, dio, immenso anch’esso, delle profondità oceaniche, trascorrendo il suo tempo immemore per delineare un confine, un limite oltre il quale l’umano sembra non poter andare con le sue…”gambe”, e non è Saturno che si arricchisce di limiti e di concretezze, di paure e di fissazioni.., che controlla il corpo fino alla pelle che lo ricopre: il limite plutonico è il non-limite.. Kore, nel mito, entra viva di carne nel suo regno oscuro e da lì ritorna in superficie con la stessa carne…che non rimane nel mondo delle Ombre, come tutti crediamo, col cervello plutoneristretto, quando moriamo…L’immortalità è dietro l’angolo…!!!  La Medusa Benjamin Button…, infatti resuscita, risorge …senza sentir dolore..umano…per ripetersi in altro stile…!!!  Marte è la morte fisica, ne sente il dolore, lo provoca, nella speculazione astrologica e non Plutone, che ne è il “sorpasso”.. Plutone distrugge e disgrega quello che Marte ferisce e uccide: polverizza, incenerisce affonda e tras-duce, rigenera nel nuovo quel putridume di antico e di vecchio che non ha più senso. E’ novembre e le morte stagioni…la sua stagione proverbiale, nell’animo delle foglie ingiallite, insudiciate dal fango e dagli scarti del suolo che esse stesse ricoprono, come un tappeto raccolto dall’inerzia del freddo pungente dell’inverno: in quell’Ade spermatica risorge, nell’humus terrestre, il nuovo seme, pronto a proliferare .., in una nuova dimensione però, su una nuova orbita, non più la stessa,  un’altra…morte che è comunque vita…!!
Perchè dovremmo pensare che la nostra dimensione sia l’unica esistente? L’energia che permea la totalità conosce forse limiti? Eraclito da presocratico, introdusse degli interessanti assunti circa il futuro, il tempo e la necessità: il tempo e la ragione hanno una matrice comune, la necessità…!!!  Essa non può dominare in maniera incontrastata, perchè se fosse possibile il suo trionfo allora spegnerebbe di colpo la vita stessa, dice Eraclito.  Il futuro è prevedibile non perchè esiste un nesso continuo di fatti fra il presente e l’avvenire e perché in qualche modo misterioso qualcuno sia in grado di vedere in anticipo tale nesso di necessità: è prevedibile perchè è il riflesso, l’espressione, la manifestazione di una realtà divina, plutonica, plutonicizzata direi, che da sempre, o meglio, al di fuori di ogni tempo, ha in sè il seme di quell’evento, per noi futuro….: il ripetersi della forma che l’astrologia,  non indovinando nulla, studia, analizza e approfondisce tra le sue dinamiche statistiche… Basterebbe il ripetersi in cielo dei disegni geometrici, (le configurazioni), pre-satbiliti dalla conoscenza astrologica, per capirne i significati anche futuri.. in quanto in essi pre-esiste il seme archetipo del significante..che diverrà significato, ricomponendosi nel significatore…!!! Trasportato come tale, nei flussi incessanti dell’ere universali, tramite l’unico portatore sano d’immortalità che è Plutone…. Il mio modo di fare Astrologia (che vorrei chiamare Astrolatria…)  si distacca in molti punti, come ho detto più volte, dalle correnti più tradizionaliste…e non per partito preso, ma per una logica irrefrenabile di esigenza di ricerca . Innanzi tutto essa non si basa su di un rapporto dipendente di Causa – Effetto, tra i moti di astri e pianeti e gli avvenimenti umani o terreni, come invece erroneamente viene valutata…!!! Tra i piani celeste e terreno esiste invece una relazione di “sincronicità”; cioè un evento che accade in un luogo, ad un determinato momento, contiene in sé una qualità che lo connette in modo acausale (sincronico e simbolico) con quanto sta accadendo altrove. (Principio del “NON LOCALISMO” quantico..). Scoprendo tale legame, e interpretando correttamente i simboli o le allusioni provenienti da tali altri eventi correlati, è possibile comprendere il messaggio dell’evento in questione, e far fronte con pienezza di consapevolezza alle sfide e alle necessità del momento:Il salto qualitativo esistente tra l’armonioso ordine dello spazio celeste, ove tutto si muove in modo regolare, facilmente prevedibile o calcolabile, e il caos sofferto della vita sulla Terra, specie nelle società umane, è soltanto un’apparenza priva di realtà ultima….(cabala.org). È per ignoranza o cecità che le nostre esistenze ci appaiono così paurosamente insicure, continuamente minacciate da eventi improvvisi, per cercare di far fronte ai quali ci affanniamo a costruirci delle sicurezze esteriori, lottando gli uni contro gli altri, e contro la natura…che stiamo deturpando senza rendercene conto, ammaliati come siamo dal mercato e dalle sue logiche che vedono un unico riferimento realizzativo possibile: il Potere e il suo servo il Denaro.., veri dei fasulli di quest’era per certi versi disarmante…      
 
TECNICHE DI “MISURAZIONE” dell’IMMORTALITA’
Il nostro linguaggio risente della nostra cultura attuale e delle nostre tradizioni,  ma io credo che dobbiamo cominciare a pensare, già da un bel po di tempo, che il nostro mondo è molto più complesso di quanto crediamo. Noi viviamo oggi nello spazio-tempo-materia. Non basta per spiegare fenomeni come quelli di cui stiamo parlando: la morte oltre la morte..(anche perché ci sono studi avanzatissimi di fisici e biologi russi che lo stanno provando inequivocabilmente…). Bisogna supporre, è la mia precisa convinzione, (senza suffragio di prove statisticizzate, ma validate dalla mia capacità di “sentire” le forme vibratorie che si rifrangono come oceani violenti tra le sinapsi della mente), l’esistenza di un’altra dimensione, di un “Campo Informativo”, dove le trasmissioni avvengono a velocità superiore a quella della luce….,limite oggi ancora invalicabile…sembra..nonostante la controversa questione dei neutrini..!!!  Affermazione, la mia, suffragata tra l’altro, dagli esperimenti condotti in tanti anni, tramite serie ricerche relative alle persone scomparse. Si mostravano ai cosiddetti “guaritori” o meglio ai “sensitivi”, semplici fotografie degli scomparsi, e questi erano in grado di fissare un esito positivo nel 75 per cento dei casi (nonostante il cieco scetticismo a credere come validi questi esperimenti, dei rappresentanti del CICAP..): il margine di errore è straordinariamente basso. È, come se queste persone, particolarmente dotate e allenate, riuscissero a entrare in contatto con un patrimonio d’informazione comune, estraendone dati. I defunti, gli scomparsi, lascerebbero attorno a noi, da qualche parte, qualcosa del loro patrimonio informativo..,il che confermerebbe intanto l’assoluta esistenza della percezione telepatica che solo i pregiudizi, di certi cosiddetti scienziati, ancora riducono in circostanze diffamanti e sprezzanti… Prendiamone atto…, è il mio invito…non sono tutti ciarlatani, come non sono tutti veri scienziati quelli che sono laureati…o che lavorano nei laboratori specialistici…!!! Pur capendo la difficoltà delle nostre menti a ricevere certe notizie, la mia esortazione ad approfondire senza pregiudizi, deriva proprio perché il mio lavoro, professionalmente ineccepibile, contatta da vicino queste energie “sottili” che riscontro ogni qualvolta m’immergo nelle mie analisi astrologiche.. nelle quali trovo connessioni tali che ad oggi, e sono passati 30 anni, nessuno ha mai destabilizzato, con qualsivoglia critica. Voglio dire che quello che trascrivo (e non dico…a voce…!!), nero su bianco, in un tema natale poi risulta essere assolutamente vero, confermato dalla persona, che io non conosco assolutamente, ricevendone, spesso per contatto postale, solo dati aridi di nascita….e, quello che descrivo spesso sono limiti, difetti, distacchi, mancanze, problematiche psichiche, valori, capacità, malattie e quant’altro serva a delineare un carattere e un comportamento. Analisi, le mie, che spiego non in modo generico, come si legge invece con le generiche sciocchezze edulcoranti degli oroscopi salottieri che ridicolizzano una disciplina che è alla base del processo umano in quanto, come dico da sempre, è l’unica scienza che unisce il procedimento scientifico-statistico con quello filosofico-psicologico, senza mai separarli, anzi fondendoli epistemologicamente, come in realtà dovrebbero esortare a comportarsi tutti i docenti delle varie scienze, umane e/o esatte che siano.., per collaborare insieme. Fatto fermo il concetto comunque che, a voler bene evidenziare, anche quando si tratta di persona conosciuta bene o, benissimo addirittura, non è affatto detto che se ne sappia il suo comportamento interiore o il suo pensiero psicologico di fondo, altrimenti non ci sarebbero tradimenti o violenze o perversioni sessuali e, men che meno, a miglior testimonianza, le solite e frequenti sconcertate affermazioni del vicino, del conoscente o dell’amico che, strabiliato dall’avvenuto accadimento increscioso, ammette la sua incredulità:..esclamando…:” ma era tanto una brava persona”…, dopo essere venuto a conoscenza della strage perpetrata nella famiglia del suo vicino…. C’è una linea sottile, direi, che unisce gli scopi della vita con quelli della morte…: una linea invisibile che archetipicamente richiama a se, senza una presumibile, ne misurabile, ne tanto meno visibile forza, i comportamenti, incisi, come sul vecchio disco acetato, planetariamente nelle ere storiche millenarie, per ripeterli, senza soluzione di continuità al transito di quello stesso allineamento planetario..un po come faceva la puntina del vecchio giradischi quando solcava le incisioni col girare del disco acetato. C’è sincronicità acausale come descrisse ingegnosamente Jung, (rendendo vana la ricerca scientifica, per certi fenomeni, ancorata alla legge incolore di Causa-Effetto) ma c’è di più.., vorrei aggiungere, di quel principio  di sincronicità, che certamente è il sottofondo su cui e in cui tutto accade, ma il perchè quel fermo immagine secolare (quel “campo sottile”, permutando un concetto di fisica delle particelle..), possa ripetersi nel tempo, nei secoli, (così li concepiamo noi …abbastanza erroneamente…), come fosse qualcosa di richiamabile alla coscienza,  tramite un semplice impulso di riconoscimento del simbolo,  prevede  innanzitutto, come primo  principio, oserei dire matematico, l’impulso spiritualizzato dell’IMMORTALITA’…., in quanto è il principio primo che si esplica…prima di qualsiasi altra spiegazione possibile..!!!  La sua esitenza nel tempo, richiamato da quell’impulso, ne sottende l’immortalità,  altrimenti non si ripeterebbe, anche se trasformato nelle sequenze matematiche, se fosse di natura mortale….. Nulla si crea…, Nulla si distrugge…,Tutto si trasforma….!!!       
Le odierne apparecchiature misurano massa, energia, impulsi, non però questo esistente campo ..sottile… Ma ora sappiamo che possiamo entrare in contatto con esso, (o perlomeno ci sono forti testimonianze della sua presenza nel mondo circostante), rilevarne l’esistenza e captare una microscopica parte dell’informazione che esso contiene o rappresenta. Il cielo, la mente, la ragione, la logica, la natura  aiutano molto… Però ci vuole il cuore, un tipo di cuore, un altro cuore pensante, credetemi, che parli con l’energia dell’Amore, se si vuole veramente “sentire” per capire. Senza queste particcolari antenne non c’è trasmissione…che ci consenta una perfetta risonanza vibrazionale col nostro cielo….natale. Attorno a noi c’è un’altra realtà che finora abbiamo considerato supernaturale, soprannaturale…solo perchè non la possiamo definire con le leggi che utilizziamo per spiegare altri fenomeni più facilmente confrontabili alla nostra capacità razionandi…Il soprannaturale di oggi è la definizione dell’ IMMORTALE di domani…  Forse lo è, forse non lo è. Ma statene certi che c’è”…!  Tutte o quasi le religioni del mondo, da quelle antiche a quelle moderne, hanno sempre, in un modo o nell’altro, affermato che la vita continua dopo la morte; sopratutto le religioni cristiane abbondano di particolari su questo problema, tant’è che identificano diversi luoghi dove debbano recarsi le “anime” dei morti (paradiso, purgatorio, inferno, limbo) e tutte le altre non scherzano sulle destinazioni future…pertanto possiamo navigare in un oceano segnato da rotte, più o meno conosciute, in cui Plutone, il re incontrastato degli inferi, è il solo, abilitato astrologicamente, per renderci possibile quello che solo la nostra ignoranza (mancanza di conoscenza…) pensa come impossibile…
 
Claudio Crespina ilNadir  
© tutti i diritti riservati 27/Maggio/2013
 
 
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*Il testo più conosciuto e completo è quello redatto in dialetto maya Quiché, scoperto nel 1702 dal sacerdote Francisco Ximénez nella cittadina di Chichicastenango, in Guatemala; contravvenendo alla prassi, padre Ximénez non bruciò il manoscritto, anzi ne fece una copia aggiungendovi una traduzione in lingua castigliana. Proprio questa copia venne in seguito ritrovata presso la biblioteca dell’Università di San Carlos, a Città del Guatemala, nel 1854, dall’abate Brasseur de Bourbourg e da Carl Scherzer. Quello che comunque rimane più interessante è il testo del manoscritto Ximénez, in quanto copia fedele e senza correzioni che tradisce l’esistenza di un testo iconografico ancora più antico, dal quale l’originale Popol Vuh sarebbe stato tratto. Il manoscritto è ora conservato nella biblioteca Newberry a Chicago in Illinois
** Ecco il link della prima parte del Prometheus. UN PROMETHEUS EPIMETEICO…. le Origini

***La mia analisi del tema Natale dei 2 Pontefici vigenti attualmente è in recenti articoli pubblicati su SIRIO di APRILE E MAGGIO 2013   

Dr. Claudio Crespina IlNadir
  

Riguardo L'autore

Redazione Il Nadir

Il dr. Claudio Crespina, astrologo, filosofo, counselor psicologico-comportamentale e ricercatore nasce sotto il segno del Capricorno a Roma, una città così significativa e simbolicamente attraente, per i suoi continui richiami storici ed esoterici che credo superfluo e inutilmente ripetitivo spiegarne la grandezza e l’importanza.

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