PROMETHEUS EPIMETEICO…la finzione della realtà…
2^parte
L’androginia Lunatico-Mercuriale……….
L’uomo, dicevo in conclusione della prima parte, non è riproducibile in laboratoiro allo stesso modo di un altro….!!! L’uomo è una scheggia impazzita che schizza senza un orientamento oggettivante, proprio come fanno le particelle subatomiche nell’acceleratore del CERN: sono indeterminabili…..Quindi a-scientifiche. HO VOLUTAMENTE INVERTITO I PRESUPPOSTI LOGICI in relazione a ciò che è matematico e ciò che non lo è…., perchè simili affermazioni di stile e di metodo appertengono comunque all’Uomo che non è un essere matematicamente realizzabile in se, anzi è un prodotto finale di una serie quasi infinita di variabili, che con la rigidità della competenza scientifica poco hanno a che spartire…..Com’è possibile che io possa affrontare una tematica come questa, una tematica che per svilupparsi abbisogna di un supporto di ricerca e di conoscenza scientifica di frontiera qual è, appunto, la fisica quantistica? Debbo supporre di avere o una spiccata predisposizione d’incoscienza aquariana che mi fa affrontare, con estrema naturalezza, il giudizio dei lettori, o una buona dose di presunzione, oppure… la possibilità di “sentire” una specie di “suggeritore” che mi guida laddove la mia mente si smarrirebbe…. Questo suggeritore non è altro che la mia volontà controintuitiva di comprendere la realtà che mi circonda, (
la finzione della realtà…) avendo capito che quella intuitiva, (che a parole sarebbe il metdo di ricerca d’elite…) è resa schiava, invece, dei dettami delle leggi di alcuni uomini che vogliono ridurre alle loro dipendenze tutti i popoli, rendendoli sottomessi alla loro volonta: quindi il mio primo consiglio è di eliminare dai giudizi quello che chiamiamo molto poco attentamente intuito che intuito in realtà non è…., lavorati come siamo da pubblicità, da giornali, da politici e da quant’altro c’inzuppa il cervello fino a renderlo di pappa…. Invito, allora, a tutti quelli che ancora non hanno compreso qual è il mio obiettivo principale di non consentire ai loro preconcetti e ai loro falsi scopi di trascinare il pensiero nella palude della negazione a priori; ciò non sarebbe altro che una vergognosa rinuncia a volere approdare ad una possibile versione della verità. E “volere la verità” e “cercarla” non è altro che fare un grande passo verso quel divino, che è in noi, così ben orientato magistralmente dalla Croce dell’essere inscritta nel Cerchio della conoscenza nell’universo astrologico, manifestato filosoficamente dalla transfigurazione del Cristo che ha detto di sé: “Io sono la Verità e la Vita”…..
Niente è come sembra, niente è come appare perché niente è reale”…..
Nel film di Scott, come il mito prometeico docet, quello che sembra può non essere e quello che è può non sembrare…..!!! La fisica quantistica è aperta al fenomeno cosiddetto paranormale, tra cui quello astrologico, al contrario, com’è noto, della fisica newtoniana, materialista e meccanicista, erroneamente basata sull’oggettivazione e sulla riduzione (se non sulla totale negazione) dell’elemento coscienza. È opportuno sottolineare, quindi, come l’ostilità manifestata da certi scienziati nei confronti di chi sostiene l’esistenza di fenomeni cosiddetti paranormali sia del tutto ingiustificata e riveli quanto siano ancora forti e radicati i pregiudizi meccanicistici, entro la cui ristretta cornice, peraltro, i fenomeni paranormali, effettivamente, non avrebbero grandi possibilità di esistere… Concetto questo maggiormente valido per chi è preposto per professione all’analisi critica cinematografica, dove, come in quasi tutti i campi dello scibile umano, (medicina compresa in cui la disuguaglianza diagnostica crea gravi deficenze….all’economia del’individuo…!!!) non c’è una linea comune (scientifica..quindi…) per intendere i corretti parametri di un film e le sue reali significanze, ivi comprese le tecniche filmiche tout court, in quanto, come vedrete, anzi leggerete spero, si noterà semmai la perfetta discordanza di questa linea parametrale che in realtà, ad una lettura più professionale, non esiste….Prima di riportare fedelmente gli scritti dei diversi critici che hanno affrontato l’argomento Prometheus-Ridley Scott, volevo sottolineare una mia precisazione, per non essere frainteso successivamente, sul concetto di critica cinematografica.
La critica cinematografica, rimanendo fedeli alla definizione pubblicamente accettata, è quel genere letterario che si propone di raccontare, analizzare, spiegare e giudicare un’opera cinematografica. Può essere genericamente divisa in due correnti, differenziate dallo scopo primario dell’operazione critica come dal luogo editoriale in cui è esercitata: la critica giornalistica, ossia la recensione, e la critica teorica, ossia lo studio del cinema. In entrambi i casi si dovrebbero fornire comunque doti di una preparazione psicologica almeno accennata, in quanto spesso, quando si parla di autori, di sceneggiatori, di registi, di attori non si può essere esenti da una conoscenza delle linearità del carattere e del comportamento di qualsivoglia individuo… e non solo “informati” dei pettegolezzi che li riguardano personalmente, i cosiddetti “scoop”. Come dire che servirebbe, ma secondo me, è d’obbligo, un apprendistato, anche lievemente accennato, dei significati analitici di un soggetto prima di sbatterlo in prima pagina come un “assassino”, un killer di operazioni culturali …di qualsivoglia genere artistico si sita parlando e, pur sorvolando sugli “operai” della cronaca, che hano altre gatte da pelare,non si può però sorvolare su chi scrive d’intenzionalità privata sia fisica che psichica, senza averne la bencheminima traccia strutturale, al punto che si può dire, come leggerete, tutto e il contrario di tutto, di e su personaggi del calibro di un Ridley Scott, che, se venti/trent’anni fa avevano toccato il vertice, non per caso si fanno capolavori del calibro di un Balde Runner, o di Alien, per citarne solo i primi, oggi, pur se la vecchiaia ne avesse annebbiato i sensi, non si possono essere rimbecilliti completamente….al punto di essere regrediti agli albori dei primi passi della loro spettacplare carriera…Badate bene che non sto dicendo che non si possano fare dei passi falsi, in qualsiasi carriera, ci mancherebbe, sbagliano tutti…. ma le basi, i caposaldi di un lavoro, che pratichiamo da trenta e passa anni, si dovrebbero mantenere ab aeternum.. Può essere invece che chi critica non abbia i necessari strumenti per capirne le vere modalità espressive sia figurative che psichedelicamente recondite…..fatto salva un’accertata capacità di conoscenza critica dela struttura cinematografica… che, semmai si accettasse il deterioramento dell’artista, non si capirebbe poi il perchè la stessa cosa non si possa verificare a questi signori della stampa artistica….?
LE VIOLENTE CRITICHE DEL FILM
Prometheus rischia di diventare più famoso come il ritorno alla science-fiction di Ridley Scott dopo 30 anni, piuttosto che come film di fantascienza punto. Esteticamente ineccepibile, il film non regge il paragone con i capisaldi del genere che lo stesso Scott diresse nel 1979 e nel 1982, Alien e Blade Runner. Inutile nascondere un’aspettativa al riguardo e, anche guardando Prometheus spogli di qualunque preconcetto, le risposte che la storia del film dà alle domande che pone non appagano a sufficienza…..
Una messa in scena viva e potente in costante lotta contro una sceneggiatura sbrigativa…
Continuamente si ha l’impressione che la forza muscolare del cinema di Ridley Scott lotti contro una sceneggiatura sciatta e che lo faccia con le armi della regia ovvero principalmente quel misto di direzione degli attori (specialmente Michael Fassbender, che trova il suo androide a metà tra il Peter O’Toole di Lawrence D’Arabia e un’inespressività capace tuttavia di malcelare la menzogna)…..
Curiosa sorte quella di ritrovarsi rivali di se stessi! Con Prometheus il regista Ridley Scott torna al fantascientifico, senza riuscire a essere all’altezza di quei due straordinari prototipi del genere, Blade Runner eAlien , proprio da lui firmati….
Anche gli alieni non sono più quelli di una volta. Sarà che il 3D ha ormai imposto la dittatura del cinema d’azione; sarà il clima da guerra religiosa in cui siamo sprofondati dopo l’11 settembre; sarà che il silenzio stellare, il vuoto cosmico, l’angoscia senza confini del primo Alien, sono impensabili nel cinema inoffensivo e formattato di questi anni. Ma l’atteso Prometheus di Ridley Scott, annunciato come un semi-prequel della serie di Alien, è un fantahorror ibrido e diseguale che deve quasi tutto agli straordinari effetti visivi, e ben poco a una sceneggiatura troppo ansiosa di spremere il massimo di spettacolo da ogni scena per costruire un universo complesso come quello del film capostipite, uscito nel remoto 1979….
Film dal forte impatto visivo e non privo di riferimenti colti, Prometheus fallisce però nel suo obiettivo non dichiarato: rinnovare i fasti di Alien. Non c’è più Dan O’Bannon, carpenteriano per frequentazioni giovanili (Dark Star, che in fin dei conti è un Alien in nuce), stavolta direttamente da Lost arriva Damon Lindelof e la differenza si vede. Anzi si…..
Se ci si fosse limitati allo spettacolo cinematografico ad una sceneggiatura adeguata per un regista che nel materiale fantascientifico sa dove mettere le mani, forse le aspettative e le delusioni sarebbero calate. Purtroppo le ambizioni di partenza erano troppe ed esagerate, addirittura le risposte alle domande “fondanti” chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo, quasi ci si potesse accostare a dio; tutto ingiustificato…
Film che ha grandi momenti visivi (e ci mancherebbe anche, con Ridley Scott alla regia) ma anche grandi dislivelli tra le ambiziose domande che pone e le fragili risposte che offre. Così come appaiono schematici e superficiali i vari livelli di lettura della storia, molto lontani – ahinoi – dalle inquietanti profondità dell’Alien versione 1979 e Blade Runner….
Prometheus è un film che crolla totalmente sotto il profilo narrativo. La sceneggiatura, scritta a quattro mani da Damon Lindelof (abramsiano di ferro, ma anche uno dei cinque “colpevoli” del raffazzonato script di Cowboys & Aliens) e Jon Spaihts (già protagonista in negativo per “L’ora nera” di Chris Gorak) fa acqua da tutte le parti: non si tratta solo di passaggi più o meno oscuri della vicenda, comunque molti, ma di una fastidiosa sensazione di incompletezza che attraversa tutto il film….
I personaggi di Prometheus, che dovrebbero reggere l’intera fabula – visto e considerato che la materia horror inizia a far capolino solo dopo un’ora di film – non sono altro che macchie indistinte appena accennate sulla carta: la loro psicologia è labile, le motivazioni che dovrebbero condurli un passo in là verso l’ignoto e il pericolo vengono appena evidenziate di sfuggita…..
Tra le principali delusioni del 2012, Prometheus segna un punto di rottura forse definitivo tra una macchina industriale che ha raggiunto oramai vertici tecnici inimmaginabili e la sua preoccupante sterilità nell’inventare storie. Uomini che non sanno più creare. Ingegneri….
Ma tralasciando le risposte mancanti, il vero difetto in fase di sceneggiatura riguarda un equipaggio di cui gran parte dei personaggi sono inutili, piatti e ridicoli. Non si richiedeva un grande approfondimento, non c’è grossomodo nemmeno nei primi Alien con cui Prometheus, volente o nolente, deve avere un certo confronto, ma un minimo, che diamine! Per non parlare della Theron: lei è brava e bella, ma il suo personaggio è di una inutilità disarmante.
La stessa Rapace che deve scimmiottare Ripley suo malgrado non è alla sua prova migliore ma convince, e Fassbender è probabilmente il migliore del cast….
Grandiosa la scena del “parto”, disturbante e violenta come ai vecchi tempi. Scott c’è, purtroppo il resto è fin troppo traballante. Stavolta si può perdonare, speriamo imparino dagli errori….
Queste sono alcune delle “affrettate” ed incivili critiche al lavoro di Scott….Il leit motiv è più o meno lo stesso, in qualsiasi direzione letteraria e di giornalismo specializzato e di settore lo si voglia comprendere..leggiamo una serie incredibili di critiche che neanche il peggior neofita tra i registi avrebbe potuto raccogliere…in un film degli esordi….
Stiamo parlando di RIDLEY SCOTT…o di un pivello alle prime armi….?? Si evincono cioè visioni ridotte e malconce dell’opera, in realtà ambivalente, anzi sovradimensionale per restare in tema alieno, del regista inglese, ispirato, come abbiamo visto e letto nella prima parte del mio articolo,, alle letture ancestrali utili per riorientarle su schemi (schermi nel suo caso specifico…) psicologici meta-normali o extrasensoriali…inscritti nelle pagine delle sue sceneggiature psichedeliche, dove il vero e il falso sono annidati dietro l’angolo di un primo piano o di un campo lungo…Non si diventa stupidi e insignificanti all’improvviso: neanche quando questi geni scherzano, lo fanno senza alcun motivo…si dovrebbe sapere !!! Questo è invece il solito ragionamento giornalistico che, senza riflettere mai, preferisce SBATTERE IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA…..a qualsiasi costo, ed in questo caso il costo è l’evidenza della completa ignoranza dei simboli di chi scrive certi articoli, arrabattandosi in qualche modo su le tecniche da film e sul 3D che certamente non sono il motivo dominante su cui si fonda il PROMETHEUS di Ridley Scott.
C’è una critica assolutamente cieca e distorta sulle reali problematiche sollevate dal film che accredita il parallelismo concettuale, su espresso, circa i pregiudizi miopi e interessati degli scienziati di regime… Comunque la si pensi su certi film cosiddetti di fantascienza, bisognerebbe cercare di capirne il vero motivo ispiratore, che dovrebbe innanzitutto emergere come è normale che
sia, uno, dalle dirette parole dell’autore, cioè dal suo vero, non interpretato, pensiero espresso tramite le conferenze rilasciate alla stampa (cosa che di per se eviterebbe qualsiasi sforzo particolare per comprendere eventuali procedure sottese…!!!),
che, due, sopratutto dallo “spelling”, se mi si consente il neologismo, dello scorrere continuo delle immagini, fotogramma per fotogramma, che mai come nel Prometheus sono iniettate di significati allegorici ed esoterici che la classificazione del lavoro nella fantascienza di genere, ne colpisce profondamente, ne mortifica, la visione profonda e alchemica della realtà che sottende l’intera opera, che, come credo certamente, date le sequenze finali, non è conclusiva…ma sarà il prologo ad una ulteriore saga prometeica (colui che prevede…) che inevitabilmente acquista sapore epimeteico…(colui che pensa dopo….) se, se ne approfondiscono i veri i significati allegorici.
BREVE TRAMA DEL FILM
Nel lontano passato, la navicella spaziale di un’avanzata razza umanoide aliena arriva sulla Terra. Uno degli alieni consuma un liquido scuro che provoca la disgregazione del suo corpo e lo fa cadere in una vicina cascata, seminando la Terra con gli elementi costitutivi della vita. Nel 2089, la coppia di archeologi Elizabeth Shaw e Charlie Holloway scopre una mappa stellare tra i resti di diverse culture che storicamente non hanno avuto nessun tipo di collegamento o contatto. Elizabeth e Charlie interpretano questo come la prova dell’esistenza di precursori dell’umanità. Peter Weyland, fondatore della Weyland Corporation, finanzia la costruzione della nave spaziale Prometheus per seguire la mappa per la lontana luna LV-223. L’equipaggio della nave viaggia in ibernazione, mentre l’androide David monitora il loro viaggio. Nel 2093, la nave arriva, e il suo equipaggio è informato circa la loro missione: trovare gli antichi alieni, chiamati “ingegneri”…
LE DICHIARAZIONI DI SCOTT
Chi siamo? E da dove veniamo? Il quesito esiste sin da quando è nato l’essere umano, e la stessa domanda se l’è posta Ridley Scott nel suo ultimo film, Prometheus, un sci-fi movie in cui si esplora anche la complessa connessione tra fede e scienza. “Quello di Prometeo è uno dei miti greci più prolifici, rappresentato da Eschilo, Leopardi, Goethe, Gide”, racconta il regista inglese in una coinvolgente conversazione con la stampa. “Prometheus è un film monumentale”, spiega ancora, “che può interessare anche un pubblico di non aficionados del genere sci-fi, proprio perché si pone domande importanti, cui cerca di dare risposte approfondite. Mi sono ispirato al mito, e mi sono chiesto: se Prometeo è stato punito per essersi avventurato in un luogo proibito (per rubare il fuoco divino), quale prezzo dovrà pagare la razza umana per la ricerca di un’altra civiltà dal comportamento incivile..? Quanto dovrà soffrire e come fronteggerà l’ira dei creatori…? La vita esiste per un motivo preciso, che lo si voglia chiamare Dio o in altri modi non è importante; quello di cui sono sicuro è che, per risolvere il problema relazionale tra scienza e religione, dobbiamo esplorare il nostro mondo spirituale”. ll regista è un fiume in piena e continua: “Io credo in altre forme di vita, basta alzare gli occhi al cielo per rendersi conto che non siamo soli”. Una pausa e riparte: “Detto questo, meglio prepararsi a un futuro in cui dovremo affrontare un problema molto più grande”. Sorride e continua: “Quale? Gli extraterrestri esistono e, come dice Stephen Haw-king (fisico e matematico britannico, conosciuto per gli studi sui buchi neri, ndr), spero solo che non vengano a trovarci per sacrificarci….”.
Beh in quanto a spunti, in queste prime affermazioni, ce n’è per tutti i gusti o vogliamo negare l’evidenza…. di tali dichiarazioni, dietro alle quali c’è una profonda esigenza di conoscere la …”Verità” vera…che emerge tra l’altro da una precisa sicurezza: Scott “SA” CHE GLI ALIENI ESISTONO, ce lo fa sapere con chiarezza e lo vuole dire nell’unico modo possibile, non solo per uno come lui, per rimanere in vita senza doverne subire conseguenze problematiche: usa il mezzo della pellicola filmica, peraltro ampiamente abusato, per poter esternare le cosiddette verità scomode ai detentori dei diversi poteri, economico, politico, religioso ed esoterico, che regolano questo mondo. Giordano Bruno, docet…e tanti altri con lui!!! Cosicchè l’allegoria, la metafora, il simbolismo criptico, tramite immagini e dialoghi sapienti, diventano “armi” pacifiche, loro sì, di seduzione mentale che non possono essere attaccate da nessuno, anche perchè la stessa critica, come abbiamo ampiamente letto, non è in grado di darne una giusta chiarificazione, (in questo caso fortunatamente…!!), pena, una probabile brutta fine….!!! Sorte pessima, capitata a molti artisti e scienziati, come dire, non allineati, nelle varie epoche. Uno su tutti, che mi piace ricordare: John LENNON e la sua “Imagine”, sigla fissa, di una mia, seppur breve, trasmissione radiofonica, per la cronaca ucciso da un fan esaltato, ma in realtà ucciso dai cosiddetti servizi, per i significati dei suoi brani, certamente pacifisti e antimilitaristi, negli anni a cavallo della nefasta guerra del Vietnam 70′, 80′. Non sono mai stato convinto, peraltro, della fine suicida del fratello Tony, avvenuta il 19 agosto 2012, che si sarebbe gettato dal ponte di San Pedro a los Angeles a 68 anni. Secondo la tv Usa Abc, Tony Scott aveva un tumore al cervello. La tv americana affermò di averlo appreso da una fonte vicina al regista, aggiungendo che si trattava di un tumore che era “inoperabile”…Una strana coincidenza, a rifletterci un po, la morte improvvisa e violenta del fratello Tony, con la contemporanea anteprima mondiale del Prometheus….. Io non ho quasi mai creduto alle coincidenze….devo dire. Che fosse una “minaccia”..neanche tanto velata..?? I film di Ridley Scott sono un inno alla libertà di pensiero, nel più vasto oceano sincronico di cui si possa disporre: la Chiesa è considerata “nemica” e non è un caso che L’Osservatore Romano, quotidiano ufficiale della Città del Vaticano, ha attaccato Prometheus….!!! Prometheus è un film di fantascienza che racconta di un gruppo di scienziati e archeologi che compiono un viaggio spaziale per capire se l’origine della vita sulla terra sia di derivazione aliena.
Ma a L’Osservatore Romano tutto ciò non è piaciuto, “Pessima idea sfidare gli dei”, si intitola infatti l’articolo. Come già fece con Il Codice Da Vinci e Avatar, il quotidiano massacra Prometheus e Ridley Scott. Non piace sicuramente il fatto che vengano poste domande sull’origine della vita e del suo creatore, ma non è l’unica cosa poco gradita a L’Osservatore Romano, che diventa all’occasione anche critico cinematografico…come se non avesse null’altro da fare…!!! Chissà se, mi domando spesso, su “L’Osservatore Romano” c’è un articolo di indignazione sulla pedofilia da parte dei preti, o un articolo su quanto la Chiesa stia PREGANDO per i poveri, o per i bambini indifesi che ogni giorno muoiono di fame….Forse sto peccando di demagogia, ma non si può sempre tacere davanti ai potenti…: certo è che lo Stato del Vaticano, plurimiliardario, ci vorrebbe tutti deficienti, non ci dovremmo porre queste domande sul’origine della vita…. !!! Tutti zitti e a testa bassa….come pecorelle smarrite al buio della coscienza che solo loro possono illuminare….; proprio come la storiella della pecora e dei cavalli, detta da Fassbender in una lingua arcaica.., che spiegherò più tardi, così ne potranno beneficiare anche le menti degli scribacchini della nomenclatura ecclesiale, pagati per non capire…. , per capire meglio il senso del film …..!!!!
Non ho approfondito volutamente il tema di Tony, perchè voglio rimanere equidistante dal possibile equivoco complottista tout court e cercare di capire invece le forti motivazioni che sono alla base dell’intera produzione cinematografica di Ridley Scott analizzando attentamente le posizioni planetarie del regista alla sua nascita: l’analisi, ogni analisi astrologico-psicologica, parte sempre da lì… o almeno così si dovrebbe sistematicamente fare, e se esistese un’epistemologia delle scienze, (ma siamo proprio nei sogni, neanche solo fantascientifici, andiamo oltre i viaggi astrali in questo caso: tanto è la distanza che separa la vera forza penetrativa della scienza che, privata della necessaria collaborazione con le altre branche, non sarà mai all’altezza di capire le più alte profondità del cosmo sconosciuto…e della mente che ne deriva..) saremmo ai massimi livelli per comprendere anche i significati più reconditi, perchè potremmo avvalerci degli studi e delle metodiche di altre branche del sapere e di altri uomini di scienza che invece si isolano, gelosi dei loro studi, ognuno per proprio conto, nel loro privato orticello….
Detto questo, è ora di entrare insieme a me, in questa nuova “astronave” della realtà
virtuale:
la PROMETHEUS…. così che ne saggeremo dall’interno, non più dall’esterno, tutte le sue reali consistenze, umane e aliene, fisiche e androgine, per leggerne appropriatamente il libro delle istruzioni per l’uso che altrimenti ci schianteremmo al suolo senza neanche aver provato l’ebbrezza del primo volo, come, molto affrettatamente purtroppo, molta parte della critica ha già fatto…. implodendo sui suoi stessi dettati…!!!
SI ENTRA dunque………..e, come scrisse il sommo poeta, dinanzi le porte terrifiche dell’inferno:..” lasciate ogni speranza o voi che entrate..”…
Scott quindi sa dell’esistenza degli extraterrestri e sa anche che sono pervicacemente violenti…al punto che, parafrasando il mito prometeico, domanda alla stampa e quindi all’umanità:….” se Prometeo è stato punito per essersi avventurato in un luogo proibito (per rubare il fuoco divino), quale prezzo dovrà pagare la razza umana per la ricerca di un’altra civiltà …??? La risposta astrologica, dopo il “leggero” approccio dell’articolo della prima parte, cerca un approfondimento maggiore, esulando, come ormai mio metodo in action docet, dai principi classici, (sempre di grande riferimento basilare e istruttivo…s’intende), per approdare al moto più coinvolgente per l’essere umano che è quello riferito, non più solo al piano dell’eclittica (moto ipotetico del Sole a cui si riferiscono quasi esclusivamente i piani bidimensionali dei temi natali classici) ma a quello più coinvolgente l’intero sistema solare, compreso il nostro Sole appunto, che è il piano del Centro Galattico… L’astrologia così affonda le sue radici nell’universo da dove è realmente nata e dove risiede sin dagli albori, sia come messaggio segreto (non facilmente traducibile…) sia come simbolo di un sapere esoterico e iniziatico dei nostri antichisimi progenitori: i possibili ELOHIM biblici, gli Annunaki sumerici di Sitchin che ci hanno lasciato per poterne esporre la grandezza nei secoli futuri alle generazioni che si susseguiranno e mantenere vivo il senso della realtà vera a cui bisogna assolutamente riferirsi…L’astrologia è l’unica via di accesso tra il passato, il presente e il futuro dell’Uomo nell’universo visibile ed invisibile, lo si accetti no, legata com’è alle esplorazioni sovradimensionali che sia la mente che il cosmo ci proiettano continuamente tramite le figure geometriche, gli aspetti planetari ed interplanetari, di cui noi siamo i risultati diretti e inconsapevoli di quegli scambi energetici..a qualsiasi epoca ci riferissimo, nel passato, nel presente o nel futuro del Tempo inesistente, se non alla nostra piccola mente, immerso nello Spazio Relativo…
Esigenza quindi di un maggior approfondimento che deriva dalla analisi prima del suo Sole a 7°Sagittario, in nona casa (quindi due volte sagittario), collegato, anche se non proprio congiunto, al (C.G.) o Centro Galattico che è attualmente a 27* 22′ circa del Sagittario. Configurazione che, secondo le mie ultime ricerche, è un campanello di allarme suscettibile di visioni altre nel conseguimento della individuazione della propria personalità e anticipa una reale testimonianza di contatti alieni o alienati che s’instaurano maggiormente in questo segno zodiacale. Non sto affermando però che tutti i Sagittari sono contattati o hanno abduction o altre esperienze aliene ma ho certamente trovato dei nessi significativi in coloro che sono direttamente
(congiunzioni) o indirettamente (aspetti) collegati al Centro Galattico cioè al suo punto privilegiato (27esimo°) nella sequenza dei 30° gradi del
Sagittario. Punto questo, emanante un’eco luminosa prodotta dal buco nero supermassiccio annidato nel centro della VIA LATTEA,
noto come Sagittarius A, su cui giaceva alla nascita, (però allora congiunto esattamente), il Mercurio (25°33′), a sua volta congiunto, udite udite, a Lilith (17° 11′) di Scott. Gli astronomi, non gli astrologi, che hanno procedure diverse, ritengono che una massa equivalente al pianeta Mercurio, che parallelismo…, sia stata divorata dal buco nero circa 150 anni fa, causando un lampo di raggi X che è stato poi riflesso indietro da nubi di gas situate nei pressi di Sagittarius “A”…
Che mirabile coincidenza, in questa valutazione astronomica, non c’è che dire: quel Mercurio così motivato astrologicamente in Ridley Scott….è stato messo in parallelo alla logica radiante di Sagittarius A…, in cui, non casualmente, ma causalmente, era immerso alla sua nascita fisica !!! Un Mercurio, congiunto quasi esattamente al C.G. particolarmente leso, ma decisamente motivato, perchè prima di tutto in esilio in Sagittario,, poi perchè assestato in una configurazione, tra le più complicate, se non la più complicata in assoluto, tra gli aspetti astrologici: la Grande Croce Mobile (Sagittario, Gemelli, Pesci, Vergine) che coinvolge nella costellazione il Centro Galattico (la Via Lattea…), in quanto, gli aspetti di Mercurio, che è in quadratura applicante su Saturno e separante su Nettuno e opposto a Kirone, il guaritore ferito…(vedi il grafico del tema nel precedente articolo..), sono gli stessi del C.G. a cui è congiunto, quindi decisamente influenti, per dire un aggettivo sereno, nella persona-uomo-regista Scott. La sua logica diviene “isterica” col crescere e affamata di sapere (Saturno) e di vedere (Nettuno) a tutti i costi….oltre…le linee di confine.
La Via Lattea ha sempre suscitato una grande suggestione presso gli uomini: Fiume d’Argento, Gange Celeste, solo per citare alcuni nomi. L’antica via Lactea nasce da un mito greco che parla di allattamento e infanzia. Racconta la leggenda di una Giunone addormentata alla quale si accostò il piccolo Mercurio, (state attenti al mito..), per poter succhiare del latte dal seno.
Giunone si svegliò e cacciò bruscamente il piccolo dio che non era suo figlio, il latte che fuoriuscì dalla piccola bocca tracciò la bianca fascia luminosa che tutti possiamo osservare. Per gli antichi la Via Lattea era la via delle anime, il canale attraverso il quale gli spiriti giungevano sulla Terra e se ne dipartivano,
il Sagittario è l’unico segno che ne viene attraversato, ecco perché esso ci parla di lunghi viaggi, fisici e psichici, onirici e metaforici, di avventura e di ricerca, di religione e di filosofia, di evoluzione dell’anima e dello spirito…Dal punto di vista terrestre, il misterioso centro della Via Lattea si trova oggi, come già detto, a 26 gradi e 55 primi del Sagittario (segno dove, pensate un po’, il piccolo malcapitato Mercurio è in esilio…voglio sottolinearlo ancora) e, per “scherzare” sui Maya e sul 2012, sempre dal nostro punto di osservazione, il Sole si troverà allineato al Centro Galattico esattamente 3 giorni prima del solstizio invernale del 21 dicembre, ovvero quando la nostra stella transita sul centro galattico (a 26 gradi ca del Sagittario). Con il solstizio invernale del 21 dicembre, invece, il Sole sarà esattamente allineato alla via Lattea…!!!
Ogni 26.000 anni abbiamo un allineamento del nostro equatore all’equatore cosiddetto galattico, ovvero il piano appiattito e luminoso sul quale si estendono i numerosi bracci della Via Lattea. Dopo moltissimi anni ci troviamo di nuovo allineati al centro/cuore della galassia. Ma, in realtà, ci troviamo già in allineamento dal 1980 ca (e ci resteremo sino al 2016 ca), e dal 1980 il mondo non è mai finito….ma, come spesso affermo, quello che sembra non è.. e viceversa, quindi bisogna sempre stare con gli occhi della mente aperti ..perchè è inutile che ripeto, anche in questa sede, che i segni del cambiamento sono assolutamente evidenti in questo 2012.!! Per rimanere sui Maya e il solstizio del 21/12/2012 , “coloro o Elohim” che lasciarono la conoscenza ai Maya, i quali
sostenevano che Hunab-Ku, l’albero della vita, o centro galatticofosse costituito dalla Consapevolezza che organizza tutta la materia e l’anti-materia. Gli “antichi” hanno insistito affinché comprendessimo il messaggio: “Hunab-Ku” controlla tutto quello che succede nelle galassie e reagisce attraverso periodiche ed estreme esplosioni di Energia di Consapevolezza dal centro galattico”…. Gli “esseri” (i famosi ELOHIM biblici) che trasmisero questa saggezza ai Maya affermavano chiaramente che il tempo fluisce in maniera circolare, o in cicli. E’ molto importante, per noi abitanti della Terra, in questo particolare periodo, tenere in considerazione il messaggio che gli “antichi” consegnarono,
attraverso il Calendario del Lungo Compimento dei Maya. Il calendario informa l’umanitá riguardo ad una data futura: il 21 Dicembre del 2012, come sopra accennato, secondo il calendario gregoriano. Qualcosa di straordinario accadrá, tutta la vita sulla Terra si evolverá.
Se provassimo finalmente ad aprirli, questi nostri occhi, capiremmo che le notizie arrivano da anni e si riferiscono più segnatamente ai segnali evidenti lasciati
nei famosi CROPE CIRCLE (Cerchi nel Grano). Secondo le ultime notizie generate dalle “traduzioni” simboliche, attraverso i cerchi nel grano, sparsi un po in tutto il mondo, sicuramente ci sará un allineamento cosmico fra la Terra, il Sole ed il centro della galassia, della Via Lattea, il buco nero “Hunab-Ku“ che, aldilà dell’essere già in atto dal 1980, e in allontanamento dal 1998, si riproporrà con grande clamore….. L’allontanamento già evidenziato è corretto ma non comprende un dato fondamentale per il calcolo esatto. L’informazione, che viene trasmessa dai “cerchi nel grano“, suggerisce che ci sará un preciso allineamento cosmico come risultato dei cambiamenti non percepiti nella “Matrice” del nostro sistema solare. Se la “Matrix” del nostro sistema solare rimanesse costante e il sistema solare rimanesse com’é, per default, questa conclusione scientifica sarebbe completamente corretta. Ma gli autori dei “cerchi nel grano” stanno dimostrando che non sará così…..Questo sembra essere il loro messaggio attuale, cerchiamo di capirlo e di orientarci su nuovi schemi di vita…oppure scopriamo chi truffandoci e manipolandoci fa, artisticamente e nascostamente però, questi disegni perfetti e allegorici e per quale motivo sopratutto….!!! Potrei scrivere per ore sul C.G.o Hunab-ku che dir si voglia, in quanto lo sto utilizzando con buoni risultati analitici, come coordinata paradigmatica, nelle decodifiche dei temi natali di persone collegate ai disturbi, legati a problematiche “aliene” di qualsivoglia alterazione psichica o visiva si tratti: la
mia casistica mi dice che, statistica alla mano, molti di questi individui sono collegati al Sagittario per congiunzione Solare o per aspetti importanti dei pianeti interiori…al Centro Galattico, come si evidenzia inequivocabilmente nella struttura analitica del tema natale di Ridley Scott .
Una mente (Mercurio…), quella di Scott, quindi, così motivatamente galattica, crea fantasmi e sogni onirici tra i più disparati e senza nesso alcuno, almeno in apparenza, assimilando i principi dello sdoppiamento psichico, uomo-regista, che sicuramente nell’andamento quotidiano ha determinato e, continua certamente a determinare, spesso scelte di vita diametralmente opposte, nel senso e nel significato, ora richieste dall’uomo ora dal regista…
che fatalmente aderiscono alla natura inequivocabilmente bipolare di Mercurio. L’anima scottiana così sclerava la realtà tramite presenze aliene che, a buon bisogno furono viste, o in presenza o nella verità onirica, non ultimo tramite la tecnica ipnotica di rebirthing, (a cui, con buona probabilità, si sarà sottoposto, clinicamente …, si spera) utile per vedere all’opera il blocco operato da quell’atroce rifiuto giunonico al piccolo Mercurio della storia Mitologica, nell’economia psichica della personalità del regista. Informazioni queste che non ho in cassetto, come si dice, quindi sono solo delle mie supposizioni, comunque legate all’analisi del tema che, se qualcuno leggendomi, ne sapesse di più, avrei il piacere di esserne informato…nel bene o nel male s’intende..
Mercurio, che in astrologia, è significatore preciso di alcuni segmenti della realtà come: Il contatto intellettivo con il mondo, La percezione dei dati, Il tempo rapido, La velocità, La velocità di apprendimento, L’attenzione, Il desiderio di comunicare, La socievolezza, La mobilità nel circostante, La lucidità, Il non fidarsi di ciò che si vede, Lo sminuzzamento, La critica, Il rimpicciolimento, L’invidia, Il senso dell’umorismo, La scaltrezza, L’abilità commerciale, l’Androginia, I ladri, L’udito, L’adolescenza, I fratelli, I figli, Il nervosismo, I polsi, I bronchi, Il timpano, Le orecchie, L’attaccatura della mano, Il colon, L’ano….si esalta non a caso in Scorpione, dove c’è la Luna incisiva allo Zenit di Scott, Mercurio è complesso.
Di solito lo si analizza soprattutto per comprendere il grado di intelligenza del soggetto, ma è un’analisi parziale, riduttiva. A Mercurio spetta la raccolta dei dati del reale, che si organizzeranno in un “sistema intelligente” solo con l’apporto di altri pianeti. E non va dimenticato che Mercurio è estraneo alla cosiddetta “intelligenza emotiva”, che spetta invece alla Luna e a Nettuno. Mercurio è il pianeta dal moto più rapido e vicino al Sole, e queste due caratteristiche sono già indicative di un suo preciso modo d’essere. La velocità è uno dei suoi must e la vicinanza al Sole in parte ne spiega il senso mentale in versione prometeica (cioè previsionale) o in versione epimeteica (cioè post-visionale..se mi si consente l’epiteto).
Mercurio è lucido (o dovrebbe esserlo), è critico, spietato, burlone, e ha un senso tutto suo dell’onestà. Tanto che nel mito Hermes è proprio il dio dei ladri (e in subordine dei commercianti…). Si annoia in fretta perché ha bisogno di novità, che è pronto ad assorbire come una spugna. Del resto l’adolescenza – periodo della vita di solito movimentato e formativo, in cui tale bisogno è al massimo – è proprio regolata da questo piccolo pianeta. E guarda caso spesso nell’adolescenza, il momento in cui si cerca di costruire una propria identità precisa, si hanno a volte maggiori problemi con fratelli e coetanei, altre simbologie mercuriali.
Mercurio rappresenta la curiosità verso il nuovo,
l’andargli incontro, il procacciarselo. Tanto che, astrologicamente, simboleggia anche quel nuovo estremo e definitivo rispetto al nostro Io che possono essere i figli o anche in chiave ultraterrena, direi androgina. il viaggio interstellare, la produzione della mente aliena. I figli in fondo rappresentano un nostro proiettarci nel futuro, tramandando però al tempo stesso una parte del nostro Io. Come non ricordare la vicinanza del pianeta al Sole? Sul piano anatomico, regola in Gemelli i polsi, i bronchi e il timpano, in Vergine l’attaccatura della mano e il colon, in Scorpione l’ano, che espelle all’esterno il cibo dell’opposto e complementare Giove.
Non dimentichiamo infine che, proprio in Scorpione dove è esaltato, Mercurio simboleggia quella proiezione nel futuro che è un figlio, qualsiasi cosa sia “figlio”, più che il figlio naturale, aggiungerei… Sapendo di poter scandalizzare qualcuno, ricordo che la nascita, ossia l’espulsione del figlio dal ventre materno, ha un moto per certi versi simile a quello delle feci che escono dall’intestino.(cfr.M.Michelini)… Mi sembra veramente pleonastico far riflettere sulle molte immagini del primo “Alien”, in cui Sigourney Weaver è attratta inesorabilemte tra le spire tentacolari dell’alieno e contemporaneamente espulsa dalle stesse… ed ancora di più, nella scena mitica del parto nel “Prometheus”, eseguito “meccanicamente”, dalla protagonista femminile Noomi Rapace, che
si espelle l’anima aliena inseminata nel suo ventre (Mercurio semisestile a Venere in Scorpione e semiquadrato alla Luna anch’essa scorpionica).
Mercurio in Sagittario, quelo del nostro regista, ascolta poco. Nonostante sia il pianeta legato alla funzione uditiva, qui preferisce parlare e, se l’esecutore espone un suo problema o gli racconta di una cosa che ha visto, lui subito spiega il perché e il percome rispetto a quell’argomento, anche se non ha un’esperienza diretta in materia. Ma non se ne accorge perché è ingenuo e animato dalle migliori intenzioni e,
in fondo, convinto di avere la verità in saccoccia. Insomma, tutto il contrario di quello che fa di solito Mercurio, che dubita delle verità universali. Per questa sua poca scaltrezza, può andare incontro a solenni fregature, ma a lui poco importa perché è un inguaribile ottimista. Grazie a Nettuno, cogovernatore del Sagittario, può avere però intuizioni geniali a cui Scott ricorre a piene mani,
anche se il suo problema di fondo tende ad essere quello di distinguere il vero dal falso. Dona spesso un ottimo orecchio musicale. Non dà una particolare propensione per il commercio, anzi, ma può dare ottimi “piazzisti” di una causa ideologica, (la visione extraterrestre…ad esempio…viaggio oltre i confini del reale…tipica dei lidi preferiti da certi sagitari come un certo Woody Allen, che si avvale di altre metafore vivificanti…) e grazie a questa fede riesce a trasmettere anche al prossimo la convinzione di operare per il bene altrui… È molto socievole e non discrimina nessuno, anzi
nei molti amici vede potenziali discepoli da convertire al proprio credo, ancora una volta in perfetta buona fede. Ama le conoscenze lontane e gli stranieri, e non disdegna affatto di annoverare tra i propri amici filosofi, scienziati, letterati e sacerdoti, non importa di quale confessione purché si tratti di brave persone. Può dare un’adolescenza sportiva, in cui ci si sente più adulti di quel che si è davvero e, in certi casi, fa viaggiare precocemente con una buona dose di incoscienza. Dà spesso persone che si spostano molto, affrontando viaggi in paesi esotici per l’amore della conoscenza di questo nostro mondo. Può dare rapporti affettuosi ma un po’ distanti con i fratelli (come è sempre stato con Tony…). Come figlio dei propri genitori è spesso insofferente perché vuole che gli riconoscano una dignità di adulto già in giovane età. Ha un rapporto sportivo con i propri figli semmai.
(cfr.M. Michelini) Quanto detto vale, a maggior ragione, all’ennesima potenza se anche il Sole è in Sagittario, come in Scott, non importa se congiunto o no a Mercurio. In questo caso l’ingenuità implicita non crea grossi problemi al soggetto che spesso si sente un po’ un miracolato dalla vita, indipendentemente dal fatto che ciò sia vero oppure no….
In generale Mercurio rappresenta quindi la ragione, il buon senso, l’astuzia, la sagacia, tutto ciò che è razionale, la parola scritta e parlata, la capacità di comunicare ed esprimersi, l’ordinare, il valutare, l’imparare, l’abilità manuale di ogni tipo, lo scambio, il movimento, gli spostamenti, il prana. Più specificatamente l’Archetipo di Mercurio lunare si ricollega all’intelligenza, allo spirito pratico,
alla razionalità, all’intuito, al dono d’osservazione, alla facilità d’apprendimento, alla diplomazia, all’abilità nel cavarsi d’impaccio, alla dedizione a cause e persone, alla scrupolosità. In negativo può dare scarsa fiducia in sé, pignoleria sterile, criticismo, puntigliosità, impazienza, pigrizia….Questo eccletismo trasversale che sa attraversare in lungo e largo l’essere umano, come il firmamento a cui è legato, fa di questo pianeta, spesso trascurato dalle letture astrologiche, un principio archetipo, anzi, l’archetipo dell’androgino, non necessariamente ermafrodita, che è altra cosa.
L’ANDROGINIA MERCURIALE assoluta protagonista della filmografia di Ridley Scott legata al suo Mercurio “Galattico”
Ermete Trismegisto, il leggendario fondatore dell’alchimia, addita il mistero primordiale della natura, il principio del fuoco, che avvolge nella sua quadruplice fiamma gli opposti essenziali: sole e luna, maschio e femmina, zolfo e mercurio , che danno luogo all’unità androgina in ogni atto di concezione e nascita in natura.. Mercurio è il pianeta più vicino al Sole, si può osservare come stella del mattino durante l’Autunno (i greci lo chiamavano allora “Apollo”) e come stella della sera in Primavera (era allora detto “Hermes”). E’ l’unico pianeta che riassume in sé caratteristiche sia femminili che maschili e dunque è androgino. Caratteristica di Mercurio, come abbiamo visto, è la mobilità e la variabilità (come ci suggerisce il suo colore astronomico, che è cangiante, ed il fatto che presenta delle fasi analoghe a quelle lunari), in Astrologia è correlato sia alla Vergine (segno mobile di Terra) che ai Gemelli (segno mobile di Aria). Mercurio riassume in sé sia il simbolismo del Sole (unità-Padre) che quello della Luna (dualità-Madre) e diventa così l’Archetipo del Figlio, del Puer, che è il mediatore tra i primi due Archetipi così come l’Hermes greco era il mediatore tra il mondo divino e quello umano (sul piano sottile il simbolo di Mercurio rappresenta il “cordone d’argento” che unisce il fisico al corpo astrale). Lo stesso simbolo di Mercurio (il caduceo) indica l’equilibrio dinamico tra l’energia femminile-discendente e quella maschile-ascendente, raffigurate come due serpenti avvolti a un bastone. Il Mercurio lunare viene qui associato al segno della Vergine in quanto questo segno ha delle caratteristiche yin-passive, mentre il Mercurio solare viene correlato ai Gemelli che hanno caratteristiche yang-attive..Il .Mercurio “galattico” (a 25° Sagittario) di Scott si allinea alla ghiandola pineale nel cervello che si presenta appunto come un caduceo, contro-avvolto, un organo a spirale, che possiede cellule nervose ottiche, letteralmente un terzo occhio…di cui Scott ha abusato in lungo e in largo. La ghiandola pineale è il nostro mezzo di accesso diretto al mondo torsionale dell’anima….e lui l’ha utilizzata continuamente negli scambi interpersonali tra umani, tra pseudouani, tra alieni e androidi… La dualità dell’Androgino scisso penetra tutto l’Universo, e il regista ce la presenta continuamente, assillato com’è dal suo forte contatto al Centro Galattico, imperniato sull’energia esobiologica della Grande Croce Mobile: ogni individuo/attore, protagonista o meno, porta l’impronta di questa polarità del principio maschile o solare e del principio femminile o lunare che il regista evidenzia in tutta la sua opera senza soluzione di continuità sopratutto “mascherandolo” sia nei comportamenti dei protagonisti, assolutamente asettici, del sesso rappresentato nel ruolo e sia nei componenti robotizzati, sempre e comunque attori, quindi esseri umani, inanimati di esternazioni sensibili e contemporaneamente vividi di luce energetica. David (il grande Fassbender) l’androide-umanoide, principio primo d’irrazionalità in quanto macchina, è contemporaneimente l’uno e l’altro e sinteticamente nessuno dei due: l’unico peraltro che sopravviverà insieme alla protagonista femminile…e evidentemente non è un caso… Mercurio è androgino, sia maschile che femminile. Divide e al tempo stesso integra: non ha un opposto o un partner perché, come simbolo del paradosso e della contraddizione, contiene tutti gli opposti al suo interno, esso è il messaggero degli dei…La sua immagine è quella di un ragazzo giovane con elmo e sandali alati, che tiene in mano il caduceo mercuriale, un bastone con due serpenti intrecciati, spesso usati come simbolo per la cura e la medicina. Mercurio porta messaggi e informazioni. Non ha nessun interesse nel contenuto del messaggio in se stesso: il suo compito è semplicemente di agire come intermediario. In questo senso Mercurio non ha preferenze per il giusto piuttosto che per l’ingiusto o per la verità rispetto alle bugie. Chi è riuscito a vedere il film Prometheus, sa che verso la fine del film l’androide David (Michael Fassbender), un anziano Peter Weyland (Guy Pearce), Elizabeth (Noomi Rapace) e qualche altro membro della squadra, decidono di svegliare l’ultimo Ingegnere sopravvissuto per fare “una chiacchierata”. Dopo essere uscito dall’ipersonno, David dice qualcosa all’Ingegnere in una lingua sconosciuta, e non sottotitolata, e l’Ingegnere inizia a fare a pezzi tutti quanti… !!! Questa è a frase che David dice all’ingegnere: ..”/ida hmanəm aɪ kja namṛtuh zdɛ:taha/…/ghʷɪvah-pjorn-ɪttham sas da:tṛ kredah/…..” Tradotta significa: “‘questo uomo (Peter Weyland) è qui perché non vuole morire. Crede che tu possa dargli altra vita‘”……
Che tipo di comunicazione è avvenuta e quale significato diamo alla scena…? Si vede nel film David che sta imparando le basi del linguaggio, riceve una lezione di indoeuropeo, una protolingua che costituisce l’origine comune di tutte le lingue indoeuropee, risalente a 7000 anni fa. Un professore olografico, (mercurio galattico…) gli insegna l’alfabeto e gli fa recitare la Favola di Schleicher, ‘La pecora e i cavalli‘, scritta nella lingua indoeuropea nel 1968 dal linguista August Schleicher. La traduzione italiana della favola raccontata da David-Fasbender è :“una pecora tosata vide dei cavalli, uno dei quali tirava un pesante carro, un altro portava un grande carico e un altro trasportava un uomo. La pecora disse ai cavalli: ‘Mi piange il cuore vedendo come l’uomo tratta i cavalli’. I cavalli le dissero: ‘Ascolta, pecora: per noi è penoso vedere che l’uomo, nostro signore, si fa un vestito con la lana delle pecore, mentre le pecore restano senza lana’. Dopo aver sentito ciò, la pecora se ne fuggì nei campi“ ….. A buon intendotor poche parole bastano…si spera.!!! Ecco questo un esempio delle famose “sciocchezze”, riscontrate dalla critica, di questo film “ridicolo”, che si sarà soffermata alla semplice rimostranza del non aver letto i sottotitoli, se mai ci ha fatto caso: avranno mai capito il senso di queste parole nel film…?? .Non so perchè, ma immagino che Scott non si sia dimenticato di sottotitolare il pezzo, peraltro incomprensibile anche al miglior linguista del mondo, ma usando la verve del suo Mercurio, ipersaccente, ha voluto spingere allo sforzo intellettivo (mercurio in sagittario…) chi avrebbe poi dovuto cercare di capirlo….e il suo Fassbender-umanoide androgino fa esattamente questa parte ambivalente….versatile, e irrazionale: e noi…(loro..vedi critici..!!!) non lo abiamo ancora capito….che è una macchina e non un uomo…
Mercurio perciò è versatile, spiritoso, amorale, inaffidabile ed etereo, un po’ come Fassbender, che offre una performance sicura e sottile, con un superbo controllo dell’espressività fisica, nel personaggio dell’androide-mercuriale. David, che guarda le movenze di Peter O’Toole in Lawrence D’arabia, una storia di segreti e menzogne, miraggi e illusioni, per imparare ad essere più umano, sembra l’unico, senza il peso dell’anima, ad essere spinto da una curiosità quasi infantile per gli effetti di un sistema mutante; in una sequenza che sembra clonare un frammento Hitchcockiano, ripete una frase rubata dal suo film preferito che ne contrassegna il senso mercuriale: “Le grandi cose hanno piccoli inizi”…. L’Alieno in prometheus è sempre altrove, e la sua genesi sfugge continuamente, come le origini della fede di Shaw, l’archeologa protagonista, messa in abisso nel confronto dialettico con la testa di David, in una delle sequenze più astratte e potenti di tutto il film, conferma di un talento visionario ancora vivo e stimolante…Il Mercurio Galattico, governa il cervello, la mente e i processi del pensiero comunicativo collegandone le sinapsi, continuamente in formazione, alla corteccia neuronale, pronte così per essere filtrate dall’antenna “pineale”, contattandosi su onde di frequenze risonanti sincronicamente…verso la radiosorgente Sagittarius “A”. E’ bipolare, in quanto governa sia il cervello sinistro che quello destro – pensiero logico (per cui qualcosa non può essere sia X che non-X) e il pensiero analogico (per cui qualcosa può essere sia X che non-X). Da questo punto di vista, Mercurio governa i doppi significati, e il parlare doppio, il vedere doppio, i doppi sensi, le parole crociate (pensiero orizzontale e verticale), lo humour e gli scherzi. Questi sarebbero tutti esempi di vedere o sentire una cosa, e poi un momento dopo scoprire un più profondo o differente significato di ciò che è stato detto. Il lapsus freudiano è un buon esempio del modo in cui funziona Mercurio. Si subisce il fascino del linguaggio e delle parole e delle connessioni tra loro. Così questa figura di Hermes è difficile da inquadrare, molto volatile e molto ambigua…esattamente come la interpreta genialmente Fassbender..di cui non si capirebbe il comportamento androgino (non robotizzato…) se lo si inquadrasse come un umano (cosa che molta critica fa..erroneamente..!!!) rappresentando, probabilmente a sua insaputa, se non addirittura, all’insaputa dello stesso regista, Il Mercurio universalmente galattico di Ridley Scott.
Le polarità riscontrate dalla biologia nell’unione di due cellule germinali – spermatozoo e ovulo – si riferiscono al dualismo. Questo dualismo della manifestazione creativa si connette alla concezione metafisica dell’Androgino, esposta dalla Kabbalà giudaico-cristiana. L’Androgino, come sappiamo, è l’Uomo Cosmico che ha in sé i due princìpi dell’Eterno Mascolino e dell’Eterno Femminino: i due sopravvissuti del Prometheus e di tutta la produzione del regista. Personaggi concreti per ruoli astratti…meglio forse, personaggi fisici per ruoli metafisici: bisognerebbe capirlo in fondo che Scott gioca perfettamente utilizzando il suo bagaglio di sapienza sagittariana mescolata alla verve scorpionica della sua enorme Luna plutonizzata all’ennesima potenza…Luna in scorpione in VIII^…Non si scherza con questa luna, tra l’altro dinamicizzata da Marte e Urano….così piazzata allo Zenit del tema com’è…
Dell’androgino si accenna nella Bibbia e se ne parla nei commentari esoterici kabbalistici. Lo stato di androginia è spiegato dalle Scritture nel tipico linguaggio della Rivelazione (“Elohim” lo creò maschio e femmina” -Genesi,I,27). Nel mito biblico il nome Eva vuol dire “la vita”, “la vivente”, “madre dei viventi”. Per la Tradizione la separazione della donna-vita dal così detto androgino è connessa con la caduta e termina con l’esclusione di Adamo dall’Albero della Vita , affinché questi “non divenga uno di noi (un Dio)” e “non viva in perpetuo” (Genesi,III,22)…. Questo è il senso di morte dell’uomo a cui il regista si ispira (tutti i personaggi maschili nei film di Scott muoiono: essi vivevano e vivono marginalmente davvero nella sua vita intima (padre assente…), nonostante un Sole congiunto al Mediocielo, certamente più vocazionale che adamitico…, agganciato però alla sua Lilith sagittariana, che ne sacrifica il dominio maschile evidentemente, armando solo i significati androgini della sapienza filosofico-religiosa, a cui il principio del Sagittario si rifà, se alimentato in altezza (verso il senso della Freccia sacra…cioè). Non è un caso se il Sole, energia primaria, nel tema natale, è punto mediano tra l’intero processo femminile, Luna-Venere scorpionici da un lato, e Lilith e Mercurio sagittariani l’eterno femminino-androgino dall’altro… Un così chiaro e potente schema femminile non poteva non avere peraltro una Luna, archetipo principale della donna, così prominente e imperante allo Zenit del tema tridimensionale in Scorpione.
La seconda e decisiva sottolineatura astrologica del Tema di Scott, dopo il Mercurio Galattico, principio androgino per eccellenza, che ne definisce ancora di più, come se non bastasse il già detto, la struttura psichica portante sia per l’uomo che per il regista, si evince dalla sua
LUNA ALLO ZENIT (non al Mediocielo…!!!). Confusione che purtroppo alcuni colleghi erroneamente continuano a perpetrare gravemente, in quanto li sommano nei significati e nella posizione dei grafici astrologici, confondendoli: Il Mediocielo (M.C. è 11°08’Sagittario) non è lo Zenit (che è a 9°47’Scorpione), come il Fondocielo (I.C.è in Gemelli) non è il Nadir che è in Toro agli stessi gradi, a voler specificare. Quindi una LUNA ALLO ZENIT IN SCORPIONE IN VIII^ casa è di per se parlante per chi conosce un po d’astrologia e lo diventa vieppiù in questo particolare caso in quanto questa doppia ambivalenza ne rende testimonianza di maggior grandezza nel cielo di Scott….
Luna che inoltre è al culmine di un quadrato a T, opposta com’è all’Urano taurizzato, congiunto al Nadir, e quadrata alla congiunzione di nascita Marte-Ascendente aquariano di cui quell’Urano al Nadir è il governatore. Un tutt’uno racchiuso in dinamismo esplosivo d’energia, che stenta a liberarsi come dovrebbe, in quanto non sembra avere sbocchi, (tipico del blocco d’energia di un quadrato astrale), ad una visione però superficiale, ma che trova invece una sua soluzione liberatoria, quasi da manuale, se si osserva più attentamente che il polo mancante del quadrato è in Leone, segno questo,governato dal Sole che, come abbiamo visto, è congiunto al MC.vocazionale, entrambi così significatori principe della personalità poliedrica del prim’attore, del regista, dell’uomo di comando: figli archetipi dello spettacolo e della creatività in genere, insomma del palcoscenico di cui abbisognano tutti i nati prediletti del segno. La regola classica riferisce appunto che spesso il punto sensibile “vuoto” del quadrato a T , si esterni come se il quadrato ne richiedesse la sua caratteristica mancante che inequivocabilmente con Ridley Scott si manifesta egregiamente, praticandone personalmente il senso e il significato specifico, in quanto regista, risolvendone il blocco energetico di nascita. Gli aspetti, andrebbe costantemente ricordato, sono relazioni temporali “relative”…!!!
Il quadrato a T costituisce una forma molto forte di tensione energetica che è inferiore solo alla Grande Croce (di cui abbiamo già visto la capacità dinamica applicata sul pianeta più precisamente Galattico, cioè Mercurio.., centro attraente la Croce Mobile di cui fa parte integrante) e determina spesso la personalità di individui forti, che in Scott è certamente evidente, esaltandone le capacità eccezionali di comando e di creatività, comunque prive della necessaria tensione per dirigerle secondo scopi lineari di attuazione…. Le influenze cirolano regolarmente e si esprimono, con l’età anagrafica, con una crescente ossessione espressa dagli aspetti dinamici di quel quadrato ipertensivo, coinvolgente, nei punti chiave dell’essere, pianeti del calibro di Marte e Urano che “violentano” quella Luna scorpionica allo Zenit del tema. Non è un caso perciò che in tutti i suoi film, quelli maggiormente visionariamente filosofeggianti…,grazie all’influenza di questa Luna prominente,
emerge UNA DONNA, LA DONNA direi, COME PROTAGONISTA ASSOLUTA . Sigourney Weaver, superba interprete di “Alien”, Susan Sarandon Geena Davis, le geniali ribelli di Thelma & Louise, Demi Moore nel “Soldato Jane” altra messa in scena perfetta del principio androgino, e la Noomi Rapace e Charlize Theron in Prometheus. Si parla sempre di una donna particolare, mai decisamente femminile, mai altrettanto decisamente maschile: sostanzialmente androgina nei modi e nelle movenze…che emerge sistematicamente nel femminile del cast prescelto. Anche Charlize Theron, nonostante la sua bellezza particolarmente raffinata e sensibile, riesce, interpretandone perfettamente il ruolo algido, a trasmettere quella freddezza “insensibile” degli sguardi e della mimica, elementi necessari a realizzare sia il personaggio di comando che interpreta e sia l’alone androgino che permea l’intera produzione di Scott…
LA LUNA ALLO ZENIT in SCORPIONE
Gli archetipi dei pianeti che con la luna formano aspetti importanti tendono ad assumere significati particolari nella vita della personalità del regista che, con Marte all’ascendente e Urano opposti, non è un caso che se ne sia uscito con simili dichiarazioni :”….Tutte le relazioni nella mia vita sono state con donne forti, fin dall’infanzia. Il rapporto che ho avuto nella mia vita, negli ultimi 30 anni, è con una donna della Costa Rica molto forte”…. La moglie di Ridley Scott, Giannina Facio, come già in altri suoi film compare in un cameo quasi impercettibile: è la madre della scienziata Elizabeth Shaw (Noomi Rapace) nel sogno criogenico spiato dall’androide David poco prima del risveglio a bordo del Prometheus. ….”Stranamente, prosegue il cineasta, trovo molto accattivante lavorare con una donna quando sto dirigendo. È abbastanza interessante”…. ,”sono abituato a donne molto forti, perché mia madre era particolarmente forte, e mio padre era sempre fuori…. Mia madre ha avuto un ruolo molto importante nella crescita dei figli, così ho ben conosciuto la forza di una donna potente e l’ho accettata come uno status quo. Penso che ci siano un sacco di uomini che si sentono evirati se hanno una donna che li comanda, (io) non ho mai avuto quel problema….”.. Beh insomma io, sia astrologicamente che psocologicamente, in questa affermazione in particolare, non ne sarei proprio sicuro della sua non-evirazione reale o inconscia piuttosto direi che psicologicamente parlando quella Luna scorpionica prevede una latenza sadomasochistica di prima “qualità”: concepisce in se la vita (granchio) e la morte (scorpione). Il piacere cioè di essere sottomesso dal femminile (donna forte…), tipico di un Mercurio mobile androgino….non coadiuvato ne da un Saturno altrettanto mobile in Pesci, ne da un Marte liofilizzato in Aquario….duro mentalmente, anticipatore, ma sottomesso come principio del maschile, troppo legato ad un’ideologia filosofica aquariana piuttosto che ad una visione prettamente fisica, come un Marte arietino vorrebbe, nonostante la sua posizione privilegiata in prima casa (se l’ora è esatta ai minuti: con meno di 10 minuti in più, sarebbe in 12^casa, pescina) ne fa una cosignificante arietina, comunque risultante dal suo lato del carattere di primo attore, decisio e cocciuto quanto basta, per tenere testa sia agli editori-imprenditori delle Major cinatografiche hollywoodiane, che agli attori di grido che popolano i suoi film…. maggiormente sottolineato dalla domificazione, di questa luna, in VIII^, che sottolinea la sua certa popolarità (Luna allo Zenit) raggiunta grazie anche al felice biquintile con Giove in Capricorno che, ne rende genialmente efficaci, le capacità investigative e di ricerca realizzativa. Lo Zenit, dell’asse Zenit-Nadir, rappresenta la nostra immagine pubblica, ovvero quell’insieme di qualità e di capacità che ognuno di noi vorrebbe che gli fossero riconosciute dagli altri perchè sarà imperativo il bisogno di una realizzazione che sia anche “visibile” e sopratutto indica le capacità di stare e di avere un ruolo preciso che tenda ad innescare i profondi principi dell’essenza esteriore, mantenedo al centro il raggiungimento del successo civile e sociale che presenti però il privilegio della capacità di essere chi si è veramente (lo Zenit, non è la voglia fisica di vincere nel sociale, tanto per stare in un posto importante, è invece la reale disponibilità di esternare la propria capacità di comando e di successo nel sociale senza fronzoli mascherati: si deve essere chi si è realmente oltre che per se stessi (Nadir) anche per la società in cui si vive, quindi gli altri (Zenit). L’incipit del Nadir sono ampiamente espressi da quell’Urano in toro congiunto appunto al Nadir che sente tutti i pensieri intimi del regista esprimendoli con chiarezza visiva in tutta la sua produzione cinematografica.
L’astrologia classica ha associato il punto più alto del tema appunto alla carriera in quanto la carriera è simbolicamente il riconoscimento, in termini di prestigio, che il mondo conferisce alle qualità professionali di un individuo: in pratica la X^, cioè il Mediocielo, che in questo caso però come spesso avviene, non corrisponde allo Zenit…lunare, ma si esplica significativamente con la congiunzione del Sole sagittariano che realizza il suo potenziale di gloria maschile senza alcun dubbio: Sole questo al Mediocielo che lo rende abile ad utilizzare al meglio le risorse e di metterle in un progetto preciso con una finalità specifica che comprenda non solo l’individuo ma anche la società in cui vive….: tutta la sua realizzazione artistica.
La VIII^ in Scorpione, certamente plutonizzata, appartiene a persone con grande coraggio, sia fisico che intellettivo, dotate di uno sviluppato senso della strategia: sono combattenti veri, abili, astuti, capaci di accettare le sfide più difficili senza mai retrocedere, anzi quando hanno individuato un obiettivo non mollano finchè non lo hanno conseguito. Il ventaglio di qualità di cui si avvalgono è il più variegato: sono morbidi e seduttivi, manipolatori convincenti, fino ad essere ingannatori e ricattatori (se in animo devono ottenere ciò che hanno deciso di prendersi…) e proprio perchè, così intriganti e affabulatori, devono stare attenti alle loro stesse “ombre” in quanto, così agendo, tendono a spalmarle troppo sui loro collaboratori fino a diventare sospettosi e inquietanti…(in realtà dei loro stessi istinti…).. L’astro d’argento è domiciliato nel Granchio, segno cosignificante la IV^casa, (opposta cioè alla decima-Zenit ) e pertanto in pieno disagio nella configurazione del regista in ottava (travestita da Zenit), consentendo questa dimensione squilibrata verso la donna-Regina: forte e decisa che Scott vede protagonista nei suoi film ma soprotutto nella sua vita.
I problemi psicologici, nascono nell’infanzia e nel rapporto con la madre, dice Freud, e il rapporto genitoriale di Scott, come dichiarato da lui stesso, non è proprio dei migliori in questo senso. La madre allo Zenit, rappresenta la figura autonoma, prestigiosa o dittatoriale (si veda in proposito la Luna di Carlo d’Inghilterra) che, se da un lato era un personaggio da stimare o da temere, era forse troppo impegnata altrove per assolvere al meglio il ruolo di genitrice. Così il soggetto già dai primi anni avrà dovuto cercare di cavarsela con tutte le sue forze, quando però ancora non possedeva una sufficiente maturità emotiva per riuscirci davvero: il caso preciso di Scott. Resteranno così spesso impresse nella sua memoria, e nel vissuto, ferite primarie che in entrambi i sessi richiederanno molto tempo per cicatrizzarsi. In una donna indurrà il bisogno di rivaleggiare con la madre (e per estensione con le altre donne) dando però alla continua ricerca di affermazione un sottofondo di insicurezza.
Se il soggetto è un uomo, come nel nostro caso, spesso capiterà che si appoggi – o tenti di farlo – a figure femminili dominanti dalle quali non saprebbe prescindere, non per amore viscerale quanto piuttosto per un’intrinseca fragilità. La Luna in ottava poi sognerà spesso di precipitare negli abissi dell’anima e nei principi di rimozione che essa rappresenta. Che ci riesca davvero è tutta un’altra storia…che lui prova costantemente a mettere in risalto, avendo avuto la grandissima capacità di avvalersi del suo Sole al Mediocielo e del suo Mercurio in Sagittario che pensano in grande per il loro futuro dove i confini non sono mai troppo …lontani.
Rapporto sadomaso molto evidente, dicevo, anche perchè, nonostante ne ammetta il primato, bisogna porre
l’attenzione anche al fatto che la Donna, nei suoi film ed anche e sopratutto nel Prometheus, porta sempre una CROCE. Ad un certo punto infatti la Theron alla domanda precisa: come fa a credere ancora in suo Padre visto che ha avuto la conferma dell’esistenza degli Ingegneri. Lei risponde senza scomporsi: “E chi ha creato loro?”. …Risposta da ottava casa che prevede una particolre insofferenza legata al sentimento che appunto, in ottava, spesso diviene sentimentalismo freddo. La donna al centro di una croce, non male come grafico astrologico che si amplia ancor più se ci rendiamo conto che è sempre la DONNA, colei che distribuisce il messaggio centrale del film, nella fattispecie la protagonista archeologa.
Così come accadde in Matrix, Alien, 2001 Odissea nelo spazio, per dire gli antesignani tra la cultura filmica, anche Prometheus richiede un minimo di background personale in tematiche quali l’Esoterismo, il Simbolismo, le Scienze di Frontiera, e nello specifico quella che viene comunemente conosciuta come Storia Alternativa. Tema centrale e cuore pulsante del film è rappresentato dalla comprensione-accettazione delle origini della nascita dell’umanità come derivato del DNA concepito da una razza aliena, i veri progenitori della nostra specie. Questo il tema centrale, il messaggio che Scott divulga senza veli e senza sotterfugi allo spettatore, una chiara rivelazione che viene data al pubblico attraverso il personaggio di Elizabeth Shaw, (Noomi Rapace, l’archeologa) durante la scena nella quale scopre che il DNA umano è in realtà derivato da quello alieno…. Ancora una volta il pessimismo esistenziale di Scott, dettato dallo zenit scorpionico e da quel Saturno in prima casa, non si ammorbidisce, i suoi eroi sono destinati inevitabilmente a una sorta di gloriosa sconfitta….Muoiono tutti o quasi lasciando lo spazio ad una gloria in un eventuale sequel, che credo immancabile, per capire le profondità logiche del Prometheus. Muoiono tutti anche perchè c’è, neanche tanto velata, certamente la ricerca delle origini della vita (luna allo Zenit) ma inevitabilmente s’innesca la ricerca delle origini della Morte (dialettica saturno-uraniana). Il morente Weyland, Guy Pearce, il Tyrell di Blade Runner (id., Ridley Scott, 1982) se Roy, Rutger Hauer, non l’avesse annientato per ribellione adamitica al creatore e alle sue regole, capisce morendo che ogni dollaro speso per la ricerca degli Ingegneri a una distanza irrazionale dalla Terra è stato vano. David, l’automa più umano degli umani, lo sa e non può far altro che confermare: il quadro è stato scostato dalla finestra e l’orrore sta fluendo copioso e denso come il fluido nero che distrugge ogni forma di vita incontri. La mappa che i nostri antenati in ogni parte del mondo hanno creato e che porta la nave su LV-223 altro non è che il percorso verso la morte che cerchiamo di decifrare e illuminare mentre ci avviciniamo a essa, sperando di aver scelto la giusta luce da seguire lungo il cammino. Il padre di Shaw lo dice a lei piccola, all’inizio, parlando del post mortem:… “How do yo know it’s beautiful?”… , “That’s what I choose to believe”..! Si tratta dunque di questione di scelta. Weyland, invece, è padre di figli opposti. Meredith Vickers, Charlize Theron, il sangue del suo sangue lo rigetta mentre il frutto del suo intelletto e delle sue possibilità, David, gli resta fedele fino alla fine. Perchè…?! Perchè la scienza non è nulla se non è in equilibrio con l’irrazionale che fa parte indissolubile dell’essere umano…. o avete altre soluzioni. Eccovi una delle tante risposte, che certa critica incompetente, credeva inevase…!!! Il Saturno in prima casa non tradisce mai la logica ferrea del concetto di morte che porta sistematicamente con se..sopratutto quando è supportato da una Luna scorpionica come quella violentemente omicida e suicida al tempo stesso del nostro regista, ossequioso del femminile, più per paura (saturno in Prima) che per vera stima….
LA LUNA ALLO ZENIT SCORPIONICA COME LA NAVE “MADRE” di motli dei suoi film: simbolo incontaminabile del processo psichico Scott-Donna-Madre al quale non può sottrarsi, legato e infarcito di assiomi scientifico-religiosi impregnati di scritti paleocristiani, ebraici, mussulmani e sopratutto gnostici. Viene infatti presentata ad un certo punto in maniera gnostica la natura umana, infatti la Donna, cioè l’Anima, scopre di avere in grembo il figlio di un “Ingegnere”, nella scena mitica del parto meccanico, quindi si accorge di essere “orrida mescolanza con l’Arconte-Ingegnere”, e per salvarsi deve fare un’operazione di asporto chirurgico perché il suo stesso figlio si nutre di lei da dentro di lei… DA BRIVIDO, il Logos non poteva essere più
chiaro….Gli Arconti, nella visione gnostica, sono gli schiavi di Ha Shem, e chi li adora o si sottomette a loro è uno schiavo di schiavi, infatti il Krystos che è in noi, non si deve mai inginocchiare al cospetto del Tiranno Arconte, neanche se ci offrisse in cambio tutti i regni della Terra…..!!!! Quante genuflessioni invece l’Uomo ha ingoiato ed è per questo che nel film siamo uccisi trucidamente dagli Arconti-Ingegneri in quanto siamo considerati razza indegna e animale….In “Alien” si capisce maggiormente questo legame indissolubile Luna-Nave Madre, tramite gli iniziali ambienti asettici e bianchi che si schiudono ad accogliere l’equipaggio della nave “Nostromo”.
Quasi subito, però, lo scenario cambia in un modo sorprendente, perché i personaggi, decisamente più prosaici di quelli del Kubrick di 2001, più operai che astronauti, cominciano ad aggirarsi in recessi ben più oscuri della nave, che ne rappresentano sostanzialmente la zona “di servizio”, quella che nell’utopia scientifica di “2001” non era mostrata. Proprio questo “dietro le quinte” dello spazio bianco e cerebrale dell’inizio, prenderà il sopravvento nel corso del film,
trasformandosi in una sorta di “ventre della bestia“quando sarà chiaro che la nave stessa (
dominata da un computer chiamato …”mater”!!!) è ostile ai suoi occupanti, e che ospita e protegge un organismo alieno destinato a sterminare l’equipaggio umano. Dallo slancio idealistico, mentale, di “2001” ci troviamo quindi in un incubo psicologico, svolto tutto nell’area nascosta, recondita, o per meglio dire inconscia, del corpo della “madre tecnologica” rappresentata anche in Prometheus. Ma il capolavoro di Scott è la rappresentazione della nave aliena che l’equipaggio della Nostromo visita brevemente, venendone contaminato: un organismo che è un ibrido di materia inorganica e organica, con corridoi che sembrano budelli, viscere, abnormi costati e colonne vertebrali.
LA SUA FISSAZIONE ANDROGINA ..di quel Mercurio sagittariano, angolato alla sua Luna scorpionica in modo soffocante e incestuoso. Tutto il “veleno” di questa Luna che si autodistrugge per ritornare, come l’araba fenice, più bella e accattivante di prima, è perfettamente espresso nelle scene della Weaver, l’eroina Ripley che, di fronte a una nave sul procinto di autodistruggersi, all’equipaggio dei suoi compagni sterminato, alla creatura che imperversa con foga omicida, invece di scappare torna indietro per cercare il suo gattino…. !! Sembra ridicolo (un rischio di ogni narrazione antinaturalistica) ma Scott riesce a farci digerire persino questo, perché ci ha immersi fin dall’inizio in un ambiente cupamente simbolico….collegato com’è alla esposizione lunare che attinge a corde ancora sessualizzanti estese e sconvolte dalla paura inzuppata nell’affettività sensuale (luna scorpionica). Tutto l’orrore del film in Alien in primis ma certamente anche in Prometheus, nasce dalla parodia oscena della maternità con cui Scott ha caratterizzato il ciclo di vita dell’organismo alieno, nonché dalla trasformazione dell’ambiente amniotico, accogliente, della nave-madre in ambiente ostile, di madre che uccide i suoi figli. (il mito mercuriale impresso ossessivamente nella sua mente infantile…!!!). Se il computer Hal, di kubrick, si ribellava razionalmente al tentativo degli umani di sopprimerlo,
la “Mater”di Alien è ostile, irrazionale, fin dall’inizio: rifiuta le informazioni a Ripley, combutta con l’ufficiale Ash che si rivelerà un androide e quindi un’estensione della stessa nave, rifiuta addirittura di bloccare il processo di autodistruzione quando Ripley glielo chiede:
“equipaggio sacrificabile” è la formula di Mater che innesca il conflitto drammatico che in Prometheus si spiega con la distruzione degli “Uomini” per mano degli ingegneri, legati anch’essi ad una nave-madre nascosta negli oscuri meandri uterini della “caverna”. Ripley e la Shaw (Weavwr e Rapace) sono quindi eroine donne in lotta con un’immagine negativa della femminilità e della maternità, quella che Jung definiva la “Mater terribilis”: destinata a uccidere i figli, (il mito di Giunone, archetipo materno per eccellenza, che rifiuta quel piccolo Mercurio..) propulsa soltanto da un istinto naturale puro (“non contaminato da coscienza o illusioni morali” dice l’androide di Alien del mostro, che poi afferma di ammirare), dall’essere pura materia. Le due protagoniste, seppur attrici di diverso spessore professionale, sono eroine in lotta contro l’essenza più profonda della stessa Natura femminile e lo dimostrano, nel corso dei film, con una condotta che le porta a invertire sempre di più i ruoli sessuali (comandando infuriata l’impaurita ciurma maschile, una e l’altra impartendo ordini perentori financo all’androide ..mozzato…) ed entrambe, trasformandosi sempre più nell’ immagine di un corpo androgino….-donne ricoperte da tute maschli- In altri successivi film si accentuerà questo aspetto, creando il look dal cranio rasato (oltre che la Weawer di Alien, nel soldato Jane con Demi Moore maschilizzata..) con cui tutti identificano il personaggio. L’ultimo simulacro dell’istinto materno, di quella che per contro Jung chiamava “Bona Mater” è il transfert riferito al gatto, che diventa, pateticamente, prezioso come un figlio per un’eroina che rischia di essere del tutto de-umanizzata, trasformata in un corpo androgino e para-tecnologico….esattamente come la scena finale del film in cui la Rapace prendendo “teneramente” in mano la testa mozzata dell’androide, parlandogli lo “accoglie”, come in una culla, nella sua borsa richiudendola sul suo volto quasi a proteggerlo…..
LUNA MADRE E DONNA:
Perché io sono colei che è prima e ultima
Io sono colei che è venerata e disprezzata,
Io sono colei che è prostituta e santa,
Io sono sposa e vergine,
Io sono madre e figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono sterile, eppure sono numerosi i miei figli,
Io sono donna sposata e nubile,
Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito,
Io sono colei che consola dei dolori del parto.
Io sono sposa e sposo,
E il mio uomo nutrì la mia fertilità,
Io sono Madre di mio padre,
Io sono sorella di mio marito,
Ed egli è il figlio che ho respinto.
Rispettatemi sempre,
Poiché io sono colei che da Scandalo e colei che Santifica.
Inno a ISIDE, Rinvenuto a Nag Hammadi, in Egitto; risalente al III-IV secolo a.C….
Questa tematica della modificazione e stravolgimento artificiale del corpo, che prese piede nella cultura degli anni Ottanta col body building e con l’opera di artisti come Robert Mapplethorpe e le sue foto d’autore nero, (suggestioni di corpi perfettamente levigati nei chiaro scuri creati ad arte dalle preziose ombre magicamente impresse sulla sua reflex) precursori del transgender e della body art dei Novanta, ricomparirà come precusore, nel successivo Blade Runner, ed in molti suoi film successivi, con un’umanità di corpi mutanti, ai confini sempre più incerti tra umano e non umano, materia in disfacimento e anelito alla trascendenza spirituale.
La bellezza non nasce quindi da una imitazione della Natura (o mimesi) ma da un supremo artificio (in greco tekne) con cui l’uomo riproduce i processi creativi della Natura stessa. Questo concetto, diventa in Scott la premessa per un cinema che ha nella tecnica il suo principio fondante, che esalta la macchina come portatrice di bellezza in un mondo organico segnato dalla decadenza e dallo sfacelo: Luna scorpionica opposta a Urano e a Marte…Anche la sua Venere in Scorpione (quindi in esilio) parla questo linguaggio sinstro e plumbeo, congiunta com’è peraltro, al Nodo Nord anch’esso scorpionico: tutto ampiamente descritto da queste immagini filmiche che Scott ha rappresentato negli anni della sua maturità… L’intricato dedalo di simboli e rimandi che nell’Alien del 1979 (l’unico diretto da Scott: gli altri furono affidati a James Cameron, David Fincher e Jean-Pierre Jeunet) apriva squarci inaspettati, per chi non avesse un’approfondita cultura astrologica, sulla rappresentazione della maternità, sia nell’ovvio gioco con l’alieno – che vive per deporre le proprie uova nel corpo umano che “partorirà” a costo della vita – sia, ancor meglio, nella costruzione di un’astronave-utero il cui cervello guida si chiama mother, acquista in Prometheus un valore fin troppo scoperto, facilmente decodificabile e privo di particolari sfumature. Addirittura didascalica, sotto questo punto di vista, la presenza in scena di David, androide dalle fattezze umane, appassionato del Lawrence d’Arabia di Lean, essere creato dall’uomo ma dotato di una propria indipendenza; allo stesso modo appare ridondante, per quanto riuscita sotto il profilo prettamente orrorifico, l’intera sequenza del cesareo sui generis che Noomi Rapace pratica su se stessa. Proprio quest’ultima sequenza può essere presa a esempio per introdurre il reale problema che giace alla base dell’intera operazione filmica.
Prometheus non si accontenta di riproporre le celeberrime bestie dal cranio oblungo, con tutto il loro corredo di ferocia e attitudine venatoria: l’intenzione di Scott è quella di ritornare su alcuni dei punti cardine della saga per approfondirne la lettura, spingendosi ancora un passo più in là nella costruzione di una vera e propria “mitogenesi” a se stante, in cui fantascienza e figure archetipiche trovino una reale amalgama.
La domanda attorno alla quale ruota l’interno impianto narrativo e filosofico di Prometheus riguarda l’esistenza stessa degli esseri umani e la loro propensione al divino: “da dove veniamo? Chi, e perché, ci ha creato?”. Quesiti che prendono corpo in maniera palese all’interno della pellicola fin dal significato stesso della missione: gli uomini della Prometheus (una nave spaziale che prende il nome dal titano che sfidò l’ira di Zeus dopo aver plasmato l’uomo e aver tentato di regalargli il fuoco divino) sono infatti in viaggio nel
2093 alla ricerca della gigantesca razza aliena raffigurata sui più disparati reperti archeologici e sulle pitture rupestri. Lo scopo è dunque già di per sé la ricerca di una verità, il tentativo di scoprire il significato della vita degli uomini e i loro veri (o presunti) progenitori, chiamati dal team di scienziati “ingegneri”. Una luna scorpionica allo Zenit, quindi al suo culmine, enormemente motivata, indagatrice pervicace dell’essenza dell’essere
(Nadir opposto) , come il suo segno d’appartenenza docet, così estremamente motivata, psicanalitica direi: una luna ieratica riflettente il contatto alla Grande Croce Mobile, attivata in Sagittario, dal Centro Galattico.
Una trasmissione di un profondo processo di conoscenza religioso-filosofica a cui il film si rifa inevitabilmente legandosi, e neanche tanto velatamente, come già detto, alle scritture sacre e alla Gnosi di cui si approfondiscono certamente i dettami…Una distesa di cascate, irruente correnti d’acqua, pozze a cielo aperto che riflettono una superficie terrestre brulla, arida, pietrosa e inospitale. Le prime immagini di Prometheus sembrano quasi il controcanto al finale di Blade Runner, imposto dalla produzione a Ridley Scott: la natura rigogliosa del 1982 si è trasformata in materia morta, inanimata…. La sequenza iniziale è una metafora di tutto il cinema di Scott: uno sprofondare dello sguardo al di là dei confini posti dalla natura, attraverso il grimaldello visionario della tecnologia: un romanticismo ottocentesco e post-modernismo nelle immagini contemporaneamente pittoriche e tecniche delle acque ribollenti dell’immensa cascata in cui si distrugge un Ingegnere-Primo …cospargendo, nelle acque aminiotiche vergini, il suo DNA ….primordiale, consegnandone significati “religiosi” di grande rilievo…
Il tema centrale, probabilmente il tema della sua intera filmografia del film di Scott, e del suo Mercurio Galattico è il raggiungimento dell’immortalità o la consacrazione della Morte, un passo quasi obbligato per chi tenta di incontrare coloro che hanno creato l’essere umano, ovvero quegli Ingegneri che, avendo sufficiente conoscenza per creare la vita, saranno di certo in possesso del segreto per renderla eterna….. Un mercurio incontentabile, quello androgino in Sagittario, contattato alla Grande Madre Luna, scorpionica quindi in crisi prenne di astinenza conoscitiva..e penetrativa.. Una Luna, quella di Scott, che vive di ricerca e di sapere oltre le righe del normale: cerca l’immortalità del Santo Graal (e ci beve la sua bevanda nera…) l’immortalità dell’Araba fenice di natura scorpionica..
Peter Weyland, interpretato nel film dall’attore Guy Pearce), crede che la soluzione si trovi nell’ingegneria genetica, e questo è il tema che, sia pure in maniera obliqua, traspare anche in Blade Runner; da notare come molti ricercatori e studiosi “di frontiera” abbiano già riscontrato possibili accostamenti del genere in molti testi antichi, non ultima la Bibbia, nella quale si possono trovare alcuni riferimenti a veri e propri “esperimenti genetici”, come ho letto in alcuni interessanti e appropriati approfondimenti critici del film..
CHI SONO E COSA RAPPRESENTANO QUESTI ” INGEGNERI”: parliamo un po di coloro che hanno seminato i germogli della vita… Nel film vengono descritti come dei giganti dalla carnagione pallida, estremamente intelligenti, dotati di forza sovrumana e dagli occhi penetranti.
Il riferimento agli Anunnaki è abbastanza palese, basta osservare le antiche raffigurazioni o leggere il
Vecchio Testamento e il Libro di Enoch.
A questo punto però entra in azione una doppia visione; Scott attribuisce agli Ingegneri una profonda avversione per il genere umano, ma si tratta allo stesso tempo dei creatori dell’uomo, di quelli che gli stessi uomini un tempo identificarono come Dei e che, in seguito, trasferirono la loro divinità in una figura unica, il Dio delle religioni monoteiste. Ci ritroviamo in piena analisi gnostica, ad una rivisitazione del Demiurgo gnostico che si riflette nella figura degli Ingegneri di Prometheus…Ricorrere ai temi dello Gnosticismo è visibile anche nella scelta dei personaggi; sia in Alien che in Prometheus i protagonisti sono di
sesso femminile, come abbiamo visto ampiamente, ovvero in quella forma nella quale gli gnostici ravvisavano la saggezza divina, e non è certo per un puro caso che,
alla fine del film, sia proprio lei l’unica a trovarsi faccia a faccia con il Demiurgo (luna opposta a Urano). Nei testi cristiani più antichi Maria Maddalena è identificata come la sposa archetipica dello sposo eterno, come il modello cui l’anima e l’intera comunità devono ispirarsi nella loro ricerca e nel loro desiderio di unione con il divino. Indica la via della relazione erotica, la via del cuore e, insieme con il suo sposo, fornisce la possibilità di immaginare il divino come una coppia di amanti.
Parla dell’armonia tra la ragione (logos) e la saggezza (sophia) che rappresenta il divino come unione tra gli opposti. L’unzione di Gesù, da parte di Maddalena, è, quindi, un rito che risale ai culti della fertilità. Gesù stesso lo riconobbe e lo approvò nel contesto del suo ruolo di sovrano destinato al sacrificio: ”Lei ha anticipato l’unzione del mio corpo per la sepoltura” (Mr 14,8). Nei Vangeli la Vergine Maria (Venere in Scorpione di Scott) e Maria Maddalena (Luna in Scorpione di Scott) rappresentano la Sophia più alta e la Sophia caduta. Vengono chiamate con lo stesso nome per mettere in rilievo il fatto che, a livello mistico, non sono che due aspetti della stessa figura. Nel rito cristiano di Sophia, la dea che rappresenta l’anima è la figura centrale, mentre il suo fratello e amante, simbolo della coscienza, è un personaggio secondario. Nel mito di Gesù è l’opposto; il dio uomo è il protagonista principale. I primi cristiani associavano il pane a Maria e il vino a Gesù, che nel Vangelo di Giovanni è chiamato “ la vera vite”. Nell’atto cerimoniale consistente nel mangiare il pane e bere il vino, il dio uomo e la dea, vale a dire la coscienza e l’anima, entrano in comunione nel matrimonio mistico. In precedenza, alle nozze di Canaan, Cristo aveva “miracolosamente” trasformato l’acqua in vino. Secondo gli gnostici cristiani ciò rappresenta il matrimonio mistico. Quello dell’acqua che diventa vino è un simbolo arcaico dell’ebbrezza estatica provocata da una trasformazione spirituale…!!! Quella trasformazione avvenuta nel tuffo sacrificale del primo “ingegnere”-Cristo che dilaniandosi (così fece il Cristo, sepolto dalle ferite, prima di esere crocifisso..) nelle acque “amniotiche” le divise in “vino” …..la fusione alchemica dell’amore eterno.
Tutto questo dimostra quanto il “femminino sacro” sia stato fondamentale nella società; senza il potere femminile, il potere maschile non esisterebbe e la società umana stessa perderebbe completamente la propria importanza e il proprio valore…Ecco il grande significato taumaturgico di quella Luna allo Zenit, quindi primeggiante, di Ridley Scott che non rinuncia alla sua, seppur algida, luce d’immortalità intellettiva.
CONCUSIONE
Prometheus, secondo il mio modo di vedere, rappresenta uno scenario largamente distaccato da Alien e Blade Runner, presi a paragone costantemente dai critici di ogni estrazione professionale e non. Veramente eccessivo, scrivevano alcuni tra loro come abbiamo letto tra le critiche pubblicate,, il contrasto tra l’ambizione delle domande e la fragilità delle risposte forniteci dallo script di “Prometheus”, firmato da Jon Spaihts e Damon Lindelof. Quasi tutte le domande riguardanti la pura meccanica narrativa rimangono inevase (a qualcuna credo di aver risposto…), e se quelle sui massimi sistemi meritano una loro – pur facile – soluzione è solo per permettere a Scott di trovare l’aggancio necessario a un ipotetico capitolo secondo, così come poco sviluppati appaiono certi personaggi…Prometheus, hanno sentenziato, è un film che crolla totalmente sotto il profilo narrativo. La sceneggiatura, scritta a quattro mani da Damon Lindelof e Jon Spaihts “fa acqua da tutte le parti”: non si tratta solo di passaggi più o meno oscuri della vicenda, comunque molti, ma di una fastidiosa sensazione di incompletezza che attraversa tutto il fil
m…..Che senso ha lasciare la breve sequenza con Noomi Rapace sbalzata via durante la tempesta di silicio..? E perché da un certo punto in poi l’androide David agisce in un dato modo, mettendo volontariamente a repentaglio la vita dei membri dell’equipaggio…? Sembra incredibile leggere certe accuse per un regista del calibro di Ridley Scott ma tant’è. Penso che pochi anzi pochissimi, diciamola tutta, hanno capito il vero simbolismo che un uomo complesso (credo di averlo dimostrato..) come Ridley Scott abbia espresso nel fragore silenzioso delle immagini…certamente iniziatiche: insomma non è proibitivo ne impensabile capire che la pseudo asetticità di Davi-Fassbender rappresentasse il concetto dell’irrazionalità scientifica….!!! In questa ottica si inserisce la riflessione sul divario arte ~ macchina, cioè bellezza e aspirazione al benessere, che dichiara insostenibile se si vuol mantenere l’integrità umana..
Prometeo, non va mai dimenticato, è l’eroe che amò troppo gli uomini per donare loro nello stesso tempo il fuoco e la libertà, le tecniche e le arti. (Marte quadrato ad Urano..nel quadrato a T dominato dalla Luna). In un contesto del genere diventa inevitabile confrontarsi con quanto la scienza ufficiale e non, ci propongono, soprattutto quando si affrontano temi quali l’origine della vita e si toccano teorie tra l’altro come il Darwinismo e la Panspermia. Mentre l’intera pellicola contraddice esplicitamente il concetto di Darwin, proprio a proposito della Panspermia è ancora il personaggio della dottoressa Elizabeth Shaw ad accendere la polemica, come già sottolineato, ad un certo punto del film ci si chiede se non sia meglio mettere da parte la razionalità contenuta nella teoria di Darwin a favore di un concetto di Panspermia guidata; la risposta di Elizabeth lancia un altro dei messaggi contenuti in Prometheus: “se così fosse, chi ha creato gli Ingegneri?…”.
Il mistero permane, solo se non si accetta
l’idea centrale, sia nel film (come in tutti i suoi film..) sia nel suo tema astrologico, della Morte, anzi l’idea plutonica (Plutone opposto al’ascendente governatore della Luna…) della Morte della morte, più che la ricerca della vita….Questo cerca di dire in anni di sequenze magistrali il nostro eroe regista…. la Panspermia guidata non può essere presa come una risposta definitiva, la ricerca non ha ancora raggiunto il suo scopo, ci ritroviamo ancora in un punto non ben definito contenuto in un discorso circolare, come le architetture delle sue astronavi, nel quale ogni risposta sembra farci fare un passo avanti e, contemporaneamente, riportarci sempre al punto di partenza….E’ un po come la logica astrologica che sembra ripartire sempre dallo stesso punto, punto che in realtà non è mai lo stesso….!!! L’umanità oggi ha bisogno e si cura soltanto delle tecniche. Essa si ribella attraverso le sue macchine, considera l’arte e ciò che reputa arte come un ostacolo e un segno di servitù.
Quel che caratterizza Prometeo è che, al contrario, non può separare la macchina dall’arte. Questo sintetico richiamo al mito di Prometeo qui apre la strada a un nuovo umanesimo: il potere di giudicare l’assurdo, rende l’uomo lucido di fronte all’assurdo…. E’ in sintesi la logica ridleyana umanizzata e sclerotizzata al contempo: da per prendere, esattamente quello che dice di se, la sua Luna scorpionica così “silenziosamente” popolare….In Prometheus tutto è mostrato sin dall’inizio, nulla è nascosto allo spettatore che sa più dei suoi protagonisti sin dai titoli di testa del film, dicevo già.., se ci fosse una preparazione psicologica ed esoterica di fondo, che non può essere richiesta alla persona comune, ma è obbligata per chi ne fa professione culturale di approfondimento… Il film è stato raccontato, da costoro, come legato indissolubilmente a un progenitore nobile come “Alien”: Alien non si basava sul mostrato, questo è certo….come invece fa Prometheus.
E poi, si vuole invece vedere e quindi si mostri quali mostri contiene l’ignoto che, in realtà, resta ancora e sempre più dentro di noi indissolubilmente vincolato…C’è tuttavia un sentimento ancestrale in questo Prometheus, un desiderio di scoperta che crea una continuità tra noi e i primi uomini che alzavano gli occhi alle stelle: “Chi siamo ?” “Da dove veniamo ?” “Chi ci ha creati ?”. Era lecito non aspettarsi risposta, neppure un azzardo; gli sceneggiatori ce la fanno annusare, salvo poi rimbalzarla da un pianeta all’altro e via all’infinito, in un percorso conoscitivo a semiretta dove noi siamo solo il penultimo punto. Risposte che d’altra parte, se ci fossero fornite, vanificherebbero il senso stesso della vita, cioè la scoperta, il continuo tendere a un fine che è irraggiungibile. Pensiamo a David, che ha avuto la sfortuna di conoscerli, i suoi creatori, una circostanza che si sarebbe volentieri risparmiato. L’atto della creazione, perdendo il suo mistero, viene clamorosamente ridimensionato – quanto dice Charlie di fronte a una sbigottita Elizabeth.
Dice Lacan, la cui psicoanalisi si basa sull’assioma secondo il quale l’inconscio “è strutturato come un linguaggio che il fantasma è come un quadro posto nella cornice di una finestra”. .L’opera, indipendentemente da quanto in essa può esservi rappresentato, svolge prima di tutto la funzione di nascondere ciò che si può vedere dalla finestra. ..Un quadro, quindi, in cui la visione è subordinata all’obliare, al trattenere, al dimenticare..a funzioni psichiche più che fisiche..Si potrebbe osservare che esso chiede di essere visto soltanto per distogliere l’attenzione da ciò che nasconde… Per Lacan si tratterebbe della volontà di trincerarsi dall’orrore, di occupare la vista non permettendole di percepire il terribile e il mostruoso, di nascondere il reale traumatico posto dinanzi a se. Allo stesso modo, la ricerca qui è divenuta quadro posto dinanzi all’orrore del fallimento scientifico nel cercare di motivare il male e la morte…,quindi il senso della vita che sarebbe l’incipit del Prometheus. Questo è un film sul “nulla”, inteso come ciò che è filtrato da un quadro…., e aggiungo, l’intero veicolo culturale di fisica teorica, annaspante “verità”, che devono essere poi completamente riviste: filtrate da un quadro, che, come si sa, non è una fotografia… !!! Per secoli abbiamo cercato di riempirlo e di dargli un nome: la scienza e pure i remake cinematografici, certo, hanno cercato di darci risposte che non ci sono nell’ufficialità materica e che non possiamo che suggerire guardando il più lontano possibile, verso distanze irraggiungibili, perchè se dirigessimo verso di noi lo sguardo saremmo schiacciati dall’enorme piccolezza che siamo…e che dobbiamo capire di essere…una volta per tutte. Ciò che Shaw vuole, nel momento di maggior concitazione del film, è il suo crocifisso. Sicuramente carico di valore simbolico e affettivo per la ragazza, ce lo dicono i suoi sogni svelati, è vero e proprio detonatore del film. Così come il capitano Yanek, Idris Elba, si santifica per salvare la Terra, divenendo l’ultimo martire dell’anno 2039, allo stesso modo in questo film il crocifisso riporta la scienza a un livello altro: figlia dell’uomo e non sua padrona. Una scienziata che vuole il suo crocifisso più del suo microscopio non è la protagonista di un’abiura galileiana necessaria ma una fuggitiva fuori tempo massimo. La testa di David, simbolo della razionalità più assoluta, è riposta in una borsa. La borsa è nelle mani della donna con il crocifisso che è stata madre del male, l’ha estirpato da sé e parte per una missione che ha come scopo la comprensione delle motivazioni del male stesso… Più spiritualista di così il film non potrebbe essere ed è questo quello che credo, anche perchè lo firma uno spiritualista doc: Sagittario di Sole e di Mercurio in casa 9^, colegati al centro galattico….che volete di più…quando emerge Nettuno si deve parlare di spirito. Non posso considerare questo film che in questo modo: anacronisticamente antiscientifico….per chi è in grado di capirne lo scetticismo…(il mio s’intende…). Anacronistico perchè non è di moda coi tempi e la critica contraria lo testimonia non avendone capito il nucleo. Capivano però le “battaglie scientifiche” negli anni di Alien, in cui la Guerra Fredda e la minaccia nucleare potevano far considerare i figli di Galileo come pericolosi alleati dei generali e dell’industria del terrore…perchè poi, in realtà, erano e sono, in combutta per aizzarle quelle guerre… Non riesco di certo a collocare Prometheus sull’onda ormai lunghissima dei film post “torri gemelle”, per la quale il nemico è ovunque e anche dentro di noi, che possiamo all’occorrenza diventare armi, portatori sani o infetti del messaggio di odio e terrore…Si, un film di fantascienza per i più, così antiscientifico, che dovrebbero rendersi conto tutti appunto che il messaggio si riferisce ai grossi limiti dell’approccio scientifico tout court: ecco l’urlo e l’accusa di Scott….in questo film profetizzante, non c’è scienza senza coscienza…!!! Tutto questo andare contro la scienza – dice qualcuno in Prometheus che si stanno negando secoli di Darwinismo in quella missione, come ho già approfonditp – sembra paura di aver scoperto che la scienza non ha tutte le risposte e che essa altro non è che l’ennesimo quadro davanti alla finestra…..Si la scienza senza coscienza è l’ennesimo quadro davanti la finestra così bene espresso dallo psichiatra psicologo Jacques Lancan nella sua psicoanalisi di frontiera….che sposo da anni.
Prometheus, in conclusione di questo mio lungo lavoro, non è un antefatto, non è un seguito, (per dirla in italiano senza quei mostruosi neologismi come prequel o sequel…) si tratta in realtà di un voler rendere espliciti temi e simboli che risultavano codificati nei due film direttamente significanti: Alien e Blade Runner. Si tratta di un messaggio esplicito, un monito e una rivelazione allo stesso tempo, un confronto diretto con lo spettatore nel tentativo di aprire la coscienza a nuove visioni, nuove teorie, ad una visione globale della vita come elemento presente nell’intero universo. La visone della mente intima (Noomi Rapace)non può essere esclusa dalla deduzione della fredda realtà scientifica (M.Fassbender): non è un caso che il film fnisce coi i due protagonisti, di questo concetto principe, sopravvissuti, che è il vero presupposto su cui si fonda il film e tutta la sua filosofia cinematografica di Scott. Non esistono risposte se non ci sono domande, non c’è ricerca che non abbia alla base il coraggio di interrogarsi e provare a rifare nuovamente il cammino alla ricerca di quanto possa esserci sfuggito durante il percorso. La ricerca è ancora aperta….., d’altronde, capire le profondità del simbolo significa stare vicino alla realtà (non finta….) del …reale, coscientemente vissuto come finto..o comunque ipocrita ed è per questo motivo che Prometeo, epimeteicamente riflettendo a posteriori, si immolò per un essere umano ..nuovo ..che forse, ma io credo certamente, Ridley, ci descriverà ancora nei suoi possimi “pittogrammi” cinematografici.
Niente è come sembra, niente è come appare
perché niente è reale”…
Dr. Claudio Crespina IlNadir