Ci risiamo con questa sinergia d’intenti espressa con efficacia tra noi collaboratori del “ilNadir”: Anna Furmiglieri e Claudio Crespina scrivono di nuovo a “quattro mani” questo nuovo articolo dove si appalesa con chiarezza la forza innovativa della Scuola del ilNadir, mai domo sulle significanze dei numerosi processi astrologici che da anni sta cercando di analizzare nel profondo, scandagliandone le strutture fondanti per darne una nuova visione più efficace, utile ad una comprensione più attenta delle logiche del passato e allo stesso tempo aperta ai prossimi principi del futuro, ormai alle porte, della complessa disciplina astrologica.
Il 18 Agosto alle 10:26 ora Grennwich, corrispondente alle 11:26 ore italiana, si forma la Luna Piena nel segno dell’Aquario.
La luna Piena in astrologia segna il momento della maturazione di tutte le cose che abbiano avuto un inizio sotto gli effetti del Novilunio, cioè la fase in cui la Luna si trovava in congiunzione col Sole, l’unione della sensibilità lunare con l’energia solare, caratterizzati dalla simbologia del segno Solare in cui si trovava in congiunzione. La Luna piena (ne vedremo a breve il senso compiuto nel prossimo articolo del ilNadir: la Luna terza parte) si forma nel momento in cui si trova in perfetta opposizione al Sole, che segna il completamento della sua crescita, e, in astrologia il completamento della crescita di tutte
le cose che abbiano iniziano il loro sviluppo sotto gli influssi dell’energia del Novilunio, che con il Plenilunio raggiungono la maturità del loro sviluppo, ricordando che questo ciclo solilunare è il ciclo archetipo per antonomasia nella nostra disciplina. La Luna Piena in Aquario, è caratterizzata dalla simbologia del segno in cui si trova, connesso al suo governatore Urano, i suoi influssi sprigionano un’energia tale che dirige il completamento di ciò che si è intrapreso verso il rinnovamento e l’innovazione, in relazione ai settori in cui l’energia viene percepita. In attinenza quindi al segno Zodiacale dell’Aquario spinge a voler rompere gli schemi, a volerli mutare in forme che possono apparire rivoluzionarie, fuori dalle regole abitudinarie, e si rivela con la tendenza a voler raggiungere ciò che si intuisce potenzialmente realizzabile, attraverso una trasformazione innovativa, mirata alle circostanze. In Aquario si risalta il senso della libertà e i valori del senso dell’amicizia tendenti al concetto della libertà individuale. Anche in amore sarà il senso dell’amicizia a prevalere, i rapporti sentimentali fondati su questi valori sapranno scindere i momenti dell’amore fisico, dal rapporto d’amicizia col partner, basato sulla fiducia reciproca, in cui si vedrà nell’amato, l’amante e nel contempo il migliore amico, come l’unico di cui fidarsi di ogni cosa e con cui poter confidare qualsiasi cosa.
Questa Luna Piena in Aquario, scrive A. Furmiglieri, si forma con una configurazione particolare, in aspetto di sestile con Urano in transito in Ariete e apporta ulteriori energie al senso di innovamento e cambiamento di situazioni statiche: la connessione con Urano che si lega a questa Luna, come detto, nelle caratteristiche del pianeta quale governatore del segno dell’Aquario, oltre a influire una spiccata propensione all’iniziativa nelle circostanze che si presenteranno, tenderà ad influire beneficamente su coloro che saranno pronti coi fatti (non solo a parole…: Urano premia l’azione non la chiacchiera…mentale o fisica che sia..!!) alle dinamiche di cambiamento imposte da questa significativa sinergia planetaria. Ma il disegno celeste che più emerge da questa configurazione lunare introduce riflessioni più impegnative di queste appena descritte. Mi sto riferendo infatti allo YOD o Dito di Dio formato dai classici due quinconce: uno lunare ed uno uraniano, fondenti in se i significati principali dell’aquario, entrambi allineati con la congiunzione tra Mercurio e Giove (una delle coppie polari individuate dal dr.Crespina ), in transito nel segno Vergine, come pianeti focali della configurazione.
©Anna Furmiglieri
Redazione ilNadir
YOD o Dito di Dio: dalla tradizione classica alla spiegazione futura
di Claudio Crespina
Lo Yod o dito di Dio è una figura che propone come interezza visiva un triangolo isoscele, composto dalla base formata da due o più pianeti in sestile tra loro che si congiungono, ognuno con un quinconce, ad uno o più pianeti che funge/fungono da vertice alto, detto punto focale. Un po’ come fosse un parafulmine dove si scarica tutta l’energia circolante, “rinchiusa” all’interno del triangolo isoscele…, espulsa, ovvero, resa disponibile dall’interezza del moto universale “creatore”. Così descrivevo lo Yod a fine agosto 2015 nel mio articolo “Uno Yod Uraniano” (http://www.ilnadir.com/esplorazione-zodiacale/465-uno-yod-uraniano.html) che v’invito a rileggere con più attenzione in considerazione dei nuovi accostamenti che leggerete in questa mia nuova fatica. In quel precedente articolo, nell’evidenziare le origini del termine, feci l’accostamento con le sue precise radici ebraiche: infatti la decima lettera dell’alfabeto ebraico è la YOD, appena più grande di un puntino. Una lettera che non si può dividere in componenti. Essa allude al Nome, che è Uno ed Indivisibile. La (al femminile come lettera..) YOD rappresenta il metafisico: l’essenza delle cose sta nel piccolo, che è privo di zavorre quali spazio, tempo o materia. Questo implica che la grandezza si raggiunge con l’umiltà. (Maharal). ll valore numerico della Yod è 10 nella lettura ghemiatrica. YOD è la prima lettera nel Tetragramma h-w-h-y. Il popolo ebraico ha quattro nomi, che iniziano tutti con YOD: YAAKOV , ISRAEL, YEHUDA’ e YESHURUN. Ciò indica che, sebbene questa nazione sia perseguitata e dispersa nel mondo, essa non smette mai la propria missione, che è quella di santificare il Nome di Dio sulla terra. Ora, in considerazione della realtà dello Yod (Dito di Dio…!), mi viene spontaneamente da aggiungere, stando ai miei approfondimenti, che bisognerebbe comprendere al dunque chi sia veramente quel Dio..cioè cosa realmente rappresenta: visione spirituale trascendente o visione “Cargo” immanente, proveniente cioè dalle regioni galattiche degli Anunnahi o, come sostengo da tempo immemore, la nostra PROGENIA ALIENA. Nello Yod non c’è l’Adamo israelitico, ma l’Adamo galattico.
LA CONFIGURAZIONE CELESTE
In questa configurazione 2016, Mercurio e Giove, congiunti in Vergine, sono quel parafulmine: danno vita alla loro costante polarità udito-comunicazione alta-parola, in quanto pianeti focali, domificati in Dodicesima, della configurazione planetaria dello YOD. La congiunzione Mercurio e Giove in Vergine (governata da Mercurio e dall’esaltazione di Urano), punto focale e “parafulmine” dello Yod, collegata da un lato al quinconce con Urano in Ariete e dall’altro in quinconce alla Luna piena in Aquario si esprime con la dinamica della Dodicesima Casa, quella tradotta un po’ troppo semplicisticamente da certa tradizione come la Casa delle Prove…: la Dodicesima in realtà apre le porte all’infinito e alla sovradimensionalità della realtà fenomenica. Sente la necessità dello Spirito richiesta dalle persone evolute. Si esplica come prova seria e complessa solo e qualora l’uomo si “abbassa” ad accettare le conseguenze della sua fisicità rimanendo cieco all’esigenze obbligate di crescita evolutiva di cui è preciso depositario. Quindi abbiamo a che fare senza alcun dubbio con un bel vortice energetico, attivato da un balletto di “umorosi” sensi tra Mercurio in Vergine, in transito nel suo domicilio, congiunto al suo opposto polare Giove, danzante, apertamente sciolto, disinibito con l’Urano, esaltato nel segno vergineo, in Ariete e sentimentalmente avvinghiato, attorcigliato empaticamente con la Luna Piena in Aquario, connessa per aspetto di sestile a Urano, governatore dell’Aquario. Un bell’intreccio planetario non c’è che dire in questo plenilunio d’agosto 2016.
La Scuola astrologica ci dice che il Punto focale mette in luce le energie da rigenerare; il Segno svela il modo in cui le energie devono essere corrette e sperimentate di nuovo; la Casa segnala il settore della vita in cui avverrà la trasformazione. Pertanto ognuno di fronte al proprio tema natale dovrà vedere in quali settori sinastrici si configura questo Yod così da comprendere le giuste movenze da compiere. Resta inteso che il Segno-Archetipo sotto maggior pressione energetica, nel bene e nel male connesso ai pianeti focali, è certamente la Vergine, nello specifico quella di terza decade. Con essa s’intendono, come ormai dovreste sapere, anche gli Ascendenti Vergine; le Lune Vergine; i Nadir Vergine; il Medio Cielo Vergine, gli Stellium in Vergine, tutto ciò cioè che si spiega con l’archetipo vergineo. Quindi, voglio ancora una volta ripetere, è bene rendersi conto che, come precisa innovazione della scuola del ilNadir, non sono interessati solo i nati nel segno in questione (certamente più immersi..s’intende), ma ognuno di noi, in quanto in possesso, ciascuno per se, nel proprio tema, di quel preciso trentesimo zodiacale vergineo: ognuno vivrà la dinamica di questo Yod, nella precisa misura della domificazione verginea che gli appartiene nel proprio tema.
A questa primaria fonte energetica, chiaramente il vortice si estenderà, qualora si riuscisse ad integrare correttamente l’impasse vibrazionale dello Yod, come consiglia un po’ freddamente la tradizione, innanzitutto ai segni-archetipi-valori, in trigono dei restanti valori di Terra: Toro e Capricorno. Diciamo che esprimeranno un’energia vibrata come linea di minor resistenza, agita quasi istintualmente, senza troppo rimuginare sulle eventuali conseguenze e/o risultanze. Mentre la compressione energetica si affaccerebbe con insistenza sui segni considerati tradizionalmente disarmonici (Quadratura e Opposizione rappresentate rispettivamente dall’asse Gemelli-Sagittario, e dall’opposizione pescina), sempre in riferimento specifico alle terze decadi. Stando alle norme della tradizione saremmo, diciamo, sufficientemente esatti nel comprendere questi segni come prioritari del vortice in atto. Nello stesso moto vorticoso ci sono inoltre da considerare altri valori in atto nello Yod: l’Aquario e l’Ariete, relativi ai due quinconce convergenti entrambi, anch’essi, sulle terze decadi. Ma, come avete ormai imparato a conoscermi, l’analisi corretta non si risolve in questi termini, diciamo normalmente deducibili dalla consuetudine astrologica.
Approfondiamo meglio il significato e la forma dello Yod. Come detto, è formato da due quinconce (angolo di 150°) e da un sestile su cui poggia (60°), in esso si applica una fortissima carica energetica, anche perchè energia circolante interamente su se stessa e quindi premonitrice di tensioni interne che non si sa, o meglio non si saprebbe, come possono manifestarsi: la comprensione e risoluzione dello Yod e la liberazione delle energie intrappolate possono segnare, come spesso accade, un nuovo corso di vita. Questa configurazione geometrica (60°;150°;150°: un sestile e due quinconce) è la configurazione archetipa, quella originaria, legata alla dinamica del 3 (logica dei trigoni) di questa precisa modalità espressiva, ma sto studiando altri decisivi valori deducibili dalla conoscenza dei multipli e sottomultipli della stessa, legati alla dinamica del 5 (quintili-72° e biquintili-144°) di cui mi riservo un ulteriore approfondimento in un prossimo articolo, in considerazione della complessità valutativa di questo antichissimo diagramma astrologico. Lo Yod, va detto, aldilà della complessità della configurazione astrale prefigurata, come per la quasi totalità delle configurazioni esistenti e per l’ulteriore molteplicità delle formazioni astrologiche, è un segno che può trasformarsi come estremo successo nella vita: “un segno di dio”, appunto. Un dio inteso non in chiave religiosa, ben inteso, nonostante la spiritualità pervasa nella configurazione astrale, ma in chiave umana: sta a noi tradurlo infatti in significati energetici capaci di rivalutarci agli occhi di…dio, del nostro divino in noi cioè.., interpretandone il valore intrinseco più appropriato alla nostra capacità di crescita evolutiva, fosse animica, fosse concretamente legata al lavoro, ai soldi agli affetti, alla salute ecc..ecc…foss’anche religiosa…
Il punto focale o di azione (Mercurio-udito, Giove-parola; Mercurio adolescenza, Giove maturità; Mercurio spirito critico, Giove bonarietà; cinismo e ottimismo…) della configurazione è chiamato, anche e non a caso, “dito di Dio”, ed è un punto molto attivo su cui si scarica una forte tensione. Questa congiunzione polare può esprimere, di per se, la tendenza, ci dice accortamente M.Michelini, a sovrapporre la parola all’ascolto: “e, se chi la possiede può non accorgersene, può capitare invece a chi gli è vicino di sentirsi a volte poco ascoltato”…!! Una congiunzione tendente a vedere sempre il lato positivo delle situazioni, forse perché consente di pensare che ci sia sempre modo di rimediare alla negatività, a volte però, è bene avvisarlo, illusoriamente… Aspetto questo che sottolinea precisamente proprio quel quinconce uraniano che consiglia, quasi obbligatoriamente, all’azione concreta, pena l’insuccesso e lo sconforto nell’evoluzione, consentita eventualmente da questo YOD.
Ovviamente il quinconce uraniano, indicando lavoro, qualsiasi forma di lavoro, ne sottolinea questa necessità di realizzazione concreta, tramite un fastidio, un blocco di queste energie: quindi alimenta da par suo un conflitto che si esprime tra queste due parti in contatto energetico, non armonizzandole tout court, quasi per miracolo, bensì tendente ad accrescerne il limite e il blocco, se non ci si attiva concretamente per scioglierne le difficoltà psicofisiche emergenti. Il Quinconce lunare, a sua volta, alimenta le formazioni affettive e sensibili come principi da risolvere: l’emozioni, le empatie, ma soprattutto la nostra capacità di risposta alla vita, non solo intuitiva ma anche razionale, come viene ben spiegato dai recenti articoli sulla Luna del ilNadir. Risposte spesso rinchiuse nelle loro insicurezze legate ai principi d’anaffettività di un Io mai risolto (autoinganno…), invischiato nei meccanismi di difesa della propria coscienza indebolita da un ego, spesso, se non sempre, accecante lo schema della realtà incombente la nostra esistenza quotidiana. Questo sistema di interpretazione, diciamo negativizzante, è valido sempre se non ci si muove secondo il senso indicato da questo Yod che i pianeti focali suggeriscono come precisa via d’uscita dal blocco di coscienza percepito alla base (o piede) dello Yod. Proprio come avviene per ogni cosa in astrologia dove è necessaria la capacità d’intendere e di volere utile per interpretare correttamente le nostre dinamiche vitali secondo schemi non animati dalle nostre illusorie finzioni ma da azioni concretamente efficaci a risolvere i nostri numerosi impasse. Lo Yod, abbiamo letto, contiene una fortissima carica energetica, che però è chiusa in se stessa, quindi inopinatamente portatrice di ignote tensioni interne: la comprensione e risoluzione dello Yod e la liberazione delle energie intrappolate, possono veramente, come già segnalato, segnare un nuovo corso di vita, similmente a come può essere fortemente frustrante rimanere nelle strettezze di uno Yod che non ha avuto uno scioglimento. Direi che la forma ad imbuto, la Y grafica, già di per se fa comprendere come la via di fuga sia decisamente ristretta. Lo Yod non è mai semplice da interpretare, essendo costituito da aspetti che hanno qualcosa di ambivalente nella loro energia, che non permette di classificarli in maniera chiara e definitiva, rimanendo ancorati alla tradizione classicheggiante. Il sestile stesso, pur rappresentando un aspetto tradizionalmente positivo, se non viene usato consapevolmente e con un impegno preciso tende a rimanere ‘lettera morta’, o comunque una qualità non impegnata nella vita. Il quinconce nel tempo, ci dicono C.Tozzi e R. Lentini, inoltre tende a dare una forte sensazione di frustrazione, causata dal non riuscire ad indirizzare le energie coinvolte, pur ‘sapendo’ che se esse fossero padroneggiate, permetterebbero una grande soddisfazione personale e la realizzazione di potenziali di cui si è avvertita nitidamente l’esistenza.
In sintesi, riepilogando la configurazione planetaria, il pianeta interessato da entrambi i quinconce è considerato il punto focale, di rilascio e/o attivazione (nel nostro caso, la congiunzione Mercurio/Giove in Vergine) per gli altri due pianeti, che sono in sestile tra loro, alla base dello Yod (detta anche piede): Urano e Luna (tra l’altro “Piena”, con i significati che questa precisa fase porta con se). Le energie sinergiche dei pianeti in sestile aiutano, e nondimeno aiuterebbero, a manifestare le abilità e i talenti dell’altro pianeta sulla punta dello Yod (la congiunzione polare). Spesso, la realtà insegna, l’individuo, prima di riuscire ad utilizzare concretamente i propri talenti, deve superare esperienze e ostacoli anche difficili che sono affrontabili inizialmente grazie alle limitate dinamiche del sestile presente al piede dello Yod. In genere questa configurazione caratterizza individui dalla personalità spirituale o altamente sviluppata: che detto così significa tutto e niente allo stesso tempo..!! Un bivio, lo Yod rappresenta un vero e proprio “bivio”: si potrebbe spiegare con questa semplice e chiara parola. l’intricato significato dello Yod. I pianeti all’apice o focali si trovano stimolati a dover agire, a dover scegliere quale strada prendere: a sinistra o a destra…!! Cosa conviene agire nella configurazione..? Propendere più per un pianeta o più per l’altro della coppia che si trova a centocinquanta gradi zodiacali di distanza…? Non c’è una “migliore” strada nel senso che entrambe sono equivalenti a patto che la persona sappia quello che fa (e questo fa sempre parte della propria capacità di coscienza). La dinamica dello YOD può e deve essere sfruttata a nostro favore agendone appieno il significato, interpretandone correttamente il raggio d’azione che investe inequivocabilmente uno dei settori del tema radicale dove cadono i segni della Vergine, dell’ Aquario e dell’ Ariete nell’ordine d’importanza.
LO YOD GALATTICO e LA PINEALE
Bisogna però cercare di comprendere quale sia, aldilà delle parolone altisonanti, il vero significato dello Yod. Molti autori, sappiamo, lo indicano come “il dito di Dio”, indicandolo come una configurazione importante con chiari accenti spirituali visibili nella progressione del proprio tema natale. L’idea di accostamento così elevato, viene dal fatto che il senso dell’aggettivazione “Dito di Dio” voleva essere significatore, indicatore sia di speciali talenti, sia di una missione particolare da compiere: in questo senso c’è questo richiamo al dio come l’eroe da emulare e da raggiungere. Lo Yod in realtà, per come mi viene più naturale interpretarlo, dopo attente disamine, pur considerandone la matrice divina della denominazione, rappresenta o vorrebbe nondimeno rappresentare, una porta aperta verso un più alto servizio e verso una superiore conoscenza spirituale. Porta accessibile solo quando il “mistero” racchiuso in se sarà svelato (cfr.Joan Kellog ). Esso, per chi lo possiede alla nascita o per chi ne viene in contatto per progressione o per transito (a seconda del punto o angolo interessato), al dunque contiene il messaggio profondo e la direzione della missione della vita, spesso però solo intuita ma raramente compresa dall’individuo: c’è un forte e preciso bisogno di superare la linea di minor resistenza, se questa non sia perfettamente accostata alla nostra capacità di “entusiasmarci” per quello che stiamo facendo..senza tradirci nella forma (Vedi 1°articolo: la LUNA prima parte). Lo Yod, per come lo interpreto, rappresenta uno specifico mistero, contenente nella sua geometria planetaria, una chiave per una lezione spirituale (alcuni suggeriscono karmica…, di cui, come si sa, non ho in realtà una concreta accettabilità sufficiente) che deve essere imparata, direi digerita, prima che il suo potere venga attivato. Si potrebbe ben dire che la lezione immanente, terrena è rappresentata dal piede, dalla base dello schema planetario, mentre la missione esoterico-spirituale si può configurare col punto focale o punto di attivazione: si potrebbe comparare con l’asse nodale dove al Sud riscontriamo le nostre conoscenze terrene, da dove proveniamo e al Nord si manifestano, se si potranno manifestare, le genie risolutive della nostra eventuale realizzazione nel sociale ma anche nell’evoluzione delle capacità spirituali. Non è un caso che nelle mie iniziative analitiche cerco di far comprendere che la nostra forza viene dal “basso” (dai piedi..!!), non dall’ “alto”, (testa…) come erroneamente siamo abituati a pensare: ogni costruzione che rispetti comincia dalle fondamenta (dal basso..) e potrà svettare nei cieli solo se avrà fondamenta perfettamente ancorate alla terra. Incredibilmente noi, quasi tutti noi, cominciamo dall’alto: esponiamo le nostre esteriorità, le fattezze esteriori e quelle interiori, senza alcun reale appoggio emotivo sostanziale su cui potersi reggere…!! Il bello è che al dunque sistematicamente ci lamentiamo che le cose non vanno bene, una volta superato il solito felice impasse iniziale, non capendo che non potevano assolutamente andare bene così come siamo abituati ad impostarle. Vi domando: secondo voi si possono costruire anticipatamente i piani alti di un edificio, senza aver costruito quelli inferiori…? Chiaramente no: su cosa poggerebbero..? Noi pensiamo di farcela..: approcciamo all’altro col nostro bel visetto (alto..), con le nostre pseudo sicurezze solo esteriori (alto..) assolutamente da sprovveduti, perchè non abbiamo proposto il “basso” di noi (i piedi..) dove il rischio di cadere, se proprio ci fosse, è certamente minimo, se non impossibile. Cadere dall’alto invece è dirompente, ha solitamente un alto, appunto, costo da pagare alla società e soprattutto a noi stessi, che disabituati a comprendere la nostra vera indole (abituati, come siamo, a proporre continuamente solo l’aspetto esteriorizzante) non siamo pronti minimamente a proporre una nostra reale capacità di AZIONE: proponiamo solo RE-AZIONI, che, come tali, non danno alcun risultato benefico, essendo frutto di orientamenti altrui non di ragionamenti personali attivanti finalmente il nostri Io. Discorso lungo e complesso questo mio che affonda le sue radici sulla pesante conoscenza della natura astrale dell’essere umano: ne propongo sistematicamente continue innovazioni nelle linee comportamentali che alimento tramite la lettura e l’analisi del Tema Natale. La riflessologia e la “lettura” del piede c’insegna che in esso, che io propongo, non a caso, come punto primario insostituibile di riferimento comportamentale (agito con tutte le filosofie e le analogie ad esso correlate), esiste una fotografia fedele dell’intero corpo umano, impressa su una piccola superficie: tutti gli organi e visceri del corpo quindi si proiettano sulla pelle delle piante dei piedi..!! Pertanto cominciamo a comprendere l’importanza basilare, anche se trascurata, della visione dal basso, dai piedi, tra l’altro governati in astrologia dai Pesci che con il terreno, con il limite del concreto in realtà hanno poco da spartire: quindi il basso sarà bene intenderlo come propellente unico per salire aldilà delle colonne d’Ercole del recinto umano. La nostra comune tendenza terrena, lo sappiamo bene, è quella solitamente di scegliere la linea di minor resistenza (da non confondere con l’intenzione superiore di realizzare correttamente se stessi nel proprio reale entusiasmo: partire dal basso invece che dall’alto..), quella linea cioè che ai nostri occhi sembra la più facile e/o la meno difficile da seguire (azione esteriorizzante..), a cui ci riferiamo costantemente, privi come siamo della necessaria visione d’insieme: le forze, comunque possenti, di questa primitiva tendenza, come sto cercando di farvi comprendere, sono rappresentate, anche in questa configurazione astrologica come in tutto il suo meccanismo universale, dalla base (o piede, o basso) dello Yod, rappresentato nella fattispecie dal sestile Luna-Urano. Ciò rende il piede dello Yod, di qualsiasi Yod, molto potente, chiaramente come base, in chiave unicamente terrena, direi corporea per farvi meglio comprendere la forza in essere. Ma l’Uomo in genere e, a maggior ragione, colui che è informato sin dalla nascita da una configurazione astrale come lo Yod, non può ne deve fermarsi qui…, alla base cioè del suo sistema: come detto è solo l’inizio, il giusto inizio però (non a caso rappresentato da un sestile), a cui, molti di noi accedono invece, al contrario solo alla fine dopo essere crollati…!! Come si capirà inequivocabilmente ad un certo punto della vita, l’uomo evoluto, individualizzato, che vuole evolversi ulteriormente, in senso spirituale avrà compreso che non è la strada facile, o linea di minor resistenza, quella che sviluppa il carattere e la forza per il dinamismo di aiuto dell’altro, del servizio altrui. Forze fondamentali però che saranno attivanti solo dopo aver creato, appunto. il nostro Io..: un Io consapevole del proprio Se, non in mancanza del proprio Se…!! Un “io” impoverito quello che spesso presentano molti “consulenti” dell’aiuto, psicologi, psichiatri, terapisti, analisti, psicoanalisti, astrologi, assistenti sociali, pedagogisti, quantunque professionalmente preparati, non hanno presenziato alla costruzione fondamentale del loro Io, agendone la proiezione proprio nell’atto della cura analitica dei loro pazienti: quindi inabili realmente a guarirne le condizioni di difficoltà psichica e fisica. La vera crescita si propone solo sulla strada della responsabilità e della disciplina, certamente non fine a se stesse, ma aperte alla comprensione di mondi più impegnativi da dover esplorare: unica fonte questa dell’impegno serio e consapevole che sa preparare l’essere umano per la sua crescita spirituale che il punto focale dello Yod individua planetariamente.. Dobbiamo ricordare, ad onor del vero, che molti di noi, sebbene aspirino ad essere spiritualmente “sintonizzati” (oggi si dice “canalizzati”..nei nuovi eccessi della new age imperante..!), sono ancora troppo connessi ai propri egoismi, alle proprie forme di personalità, alla propria parte terrena, alla sensorialità dei propri richiami egoici ed è per questo motivo che non riescono a VEDERE, la dove tutt’al più riescono solo a GUARDARE…,annientando il potere della propria ghiandola Pineale, agganciato, come vedremo, indissolubilmente alla sintonia dello Yod, che, in analogia alla collocazione della ghiandola presente al centro dei due emisferi, esso nel suo punto focale, rappresenta allo stesso modo in quel centro vibrante della convergenza energetica planetaria la soluzione alla spiritualità dell’Uomo: due precise “emozioni” in risonanza cosmologica ricetrasmittente. Quando l’asse della consapevolezza comincia ad attivarsi e la vibrazione comincia a scorrere correttamente, dal basso verso l’alto (mai il contrario..), dal piede-sestile al punto di attivazione o pianeta focale, l’intera energia dello Yod, divisa nelle parti, per quanto concentrata e rinchiusa dalla geometria cosmologica in cui risiede, comincia a sintetizzarsi lentamente ma incessantemente, creando una perfetta fusione armoniosa, espressa finalmente dall’interezza dell’unica e insostituibile energia in essere: l’energia “spirituale”, unica in grado di consentire il “miracolo” della magia estatica dell’essere presente nell’essenza al contempo. Per questo si può parlare correttamente di “missione” da adempiere quando si parla di Yod. Questa precisa connessione alla Pineale credo essere la vera chiave di lettura dello Yod: chiamato (eccone la spiegazione più aderente) opportunamente proprio per questa correlazione alla spiritualità della Pineale, “Dito di dio”. Infatti è bene rendersi conto che il potere dello Yod, il punto di attivazione o pianeta focale, giace silente, dormiente, finché, quel suo specifico potere, non sarà opportunamente stimolato, grazie alla crescita della nostra capacità di coscienza consapevole, sondabile, non tramite la nostra ridotta fisica visione sensoriale, ma unicamente tramite la traguardazione dell’ispirazione Pineale, agita secondo le frequenze dei mondi sottili a cui fa preciso riferimento: come se fossimo sintonizzati a quei mondi dall’attivazione di un preciso timing interno, animico presente nell’individuo. Qualunque sia l’input originario che causa questo stimolo iniziale dell’asse della consapevolezza, non a caso rappresentata astrologicamente dalla linea ideale intercorsa tra la VI^Casa e la XII^Casa, a qualsiasi fattore, evento, condizione o, per certi versi, ciclo karmico, si riferisca, si tratta sempre di qualcosa che sia cambiata o è avvenuta, proprio per indicare che qualcosa è finito o qualcos’altro sta per iniziare. Quando la vibrazione dei pianeti in aspetto tra loro, tutti collegati allo yod e ai suoi pianeti o angoli di riferimento, si “accende”, allora quel timing animico, in frequenza con la nostra ghiandola Pineale, conferisce all’asse della consapevolezza il giusto sintomo, cosicchè sia il piede che il punto di attivazione vengono stimolati adeguatamente affinchè creino un preciso effetto di polarità, una sorta di via all’iniziazione…Sta nascendo in questo modo una nuova via per la conoscenza consapevole alta (partendo, non dimentichiamolo mai, dal basso, dai piedi..). Quest’energia straordinaria, che di solito viene “intuita” anticipatamente, molto prima cioè che il momento, acceso dal timing, arrivi a destinazione, è la stessa energia illuminante la fonte della loro coscienza dei numerosi personaggi della storia che hanno consentito all’umanità quei salti evolutivi dai quali tutti gli esseri umani hanno potuto attingere per il loro potenziale di crescita, qualunque livello esso rappresentasse. Inutile ripetere in questa sede i nomi altisonanti che si sono imposti anche e spesso a dispetto della Storia stessa che sono di dominio pubblico. E’ come se l’individuo avesse una consapevolezza di un programma interno che può essere sviluppato solo in un certo momento o con certe condizioni. I pianeti nel nostro Tema Natale sono percepiti per vibrare sino alla frequenza della nostra personalità e dello sviluppo della nostra anima secondo il livello a cui sono riferiti, ma i pianeti dello yod, che “sanno” di poter agire le frequenze più alte, quelle esoterico-spirituali sono svincolati da questo riferimento primario: essi agiscono una loro precisa sintonizzazione, correlata appunto alla capacità della ghiandola Pineale a cui si stanno riferendo, che contatta, se correttamente attivata, come sappiamo, la nostra capacità di coscienza spirituale (non necessariamente religiosa..). Sintonizzazione che potrà essere agita solo se quei pianeti dello Yod saranno opportunamente veicolati sulla lunghezza d’onda della nostra coscienza. Altrimenti, come gli altri pianeti, non essendo di fatto differenti da essi, vibreranno alle loro normali frequenze, usualmente più basse, se non saranno attivati nello sviluppo della crescita individuale consapevole..: fuori dall’egemonia imperante dei principi della collettivizzazione.
Che cos’è di fatto la Ghiandola Pineale..? Ve lo state chiedendo probabilmente. Soprattutto state cercando di comprenderne il nesso che ho correlato con la configurazione astrologica dello Yod. Provo a spiegarlo sinteticamente, anche se l’argomento dovrà essere ripreso e approfondito ulteriormente. Essa è la più popolare tra le ghiandole endocrine: l’Epifisi, meglio conosciuta come ghiandola Pineale. Le culture del passato, dice con chiarezza cristallina il mio amico R.Tristano Tuis, associavano quella che noi oggi chiamiamo Epifisi ad un organo preposto alla maggior chiarezza mentale ed alla visione interiore. Per Cartesio la ghiandola Pineale è il punto privilegiato dove mente (res cogitans) e corpo (res extensa) interagiscono. Dopo decenni di profonda ignoranza in merito, le neuroscienze hanno smesso di trattare la ghiandola Pineale alla stregua di un’inutile appendice del cervello: il “vaso di Pandora” di questa incredibile ghiandola endocrina, che riceve il più abbondante flusso sanguigno di qualsiasi altra ghiandola nel corpo, è stato finalmente aperto. Negli ultimi decenni si è scoperto che l’Epifisi è responsabile del nostro ciclo di veglia/sonno, del nostro invecchiamento, di stati a più alta coerenza neurale (maggior chiarezza mentale). Inoltre la Pineale è una ghiandola fotosensibile, essendo munita, nella parte interiore, di bastoncelli simili a quelli della retina dell’occhio. Il soprannome mistico di terzo occhio è dunque alquanto azzeccato per la Pineale e ci si chiede come, in epoche in cui non esisteva neanche l’idea (almeno così ci è stato insegnato…!!) di un microscopio elettronico che potesse analizzare il suo tessuto cellulare, si sia arrivati a darle questo nome, ma tant’è. Il suo simbolo, una pigna che fuoriesce dalla sommità del cranio, è rappresentato in tutte le culture del mondo sia occidentale che orientale e rappresenta la chiarezza mentale e il collegamento con il mondo spirituale. Potrà sembrarvi strano ma, credetemi, non troppo, se anche nei cortili Vaticani c’è la più grande scultura della Pigna: lo spazio interno è simile ad un altare o a un portico chiuso costruito dall’uomo, quello esterno è aperto, come a rappresentare la sua funzione. Alla base sono ben visibili due pavoni, simboli egizi, e ai piedi un sarcofago aperto, che richiama il passaggio verso la vita spirituale. Questo elemento è presente nella Camera del Re nella grande Piramide di Giza. Lo scettro del Vaticano è uguale a quello di Osiride, costituito da una pigna, la ghiandola pineale, e da due serpenti intrecciati, il DNA (Ida e Pingala, nella cultura vedica indiana), che raggiungono la ghiandola passando dal rachide dorsale. Nello scettro del Papa è posto il simbolo della ghiandola pineale sotto il crocifisso. Osiride (così anche Shiva e Buddha) è rappresentato con una protuberanza sul cranio in corrispondenza della ghiandola pineale. Shiva ha anche serpenti attorno alla protuberanza. Più di un ricercatore quindi si è chiesto perché, nell’iconografia e nel simbolismo iniziatico, così differenti culture rappresentino i loro Dei con l’immagine del cono di pigna: come dire che si riuniscono sotto il tetto di un unico simbolo deificante..!! La risposta è stata appunto che il cono di pigna rappresenta la ghiandola Pineale, il suo peculiare rilascio endocrino ed è il segno di distinzione di un’élite spirituale. I sumeri furono tra i primi a immortalarla come cono di pigna in mano ai loro Dei. I sumeri, popolo con attitudini simili a quelle egiziane, criptavano le informazioni nelle immagini scolpite e nei sigilli. Anche gli assiro-babilonesi hanno spesso raffigurato il loro dio Tamus con in mano una pigna. L’onnipresente bastone con il cono di pigna è stato usato, come visto, anche dai pontefici della chiesa cristiana ed è certamente un retaggio gnostico collegato al simbolo del caduceo, usato anche dall’odierna medicina. Il simbolismo del caduceo è stato spesso interpretato sia come la rappresentazione della doppia elica del DNA, sia della kundalini che sale fino a raggiungere la Pineale. A vaso di Pandora scoperchiato negli ultimi decenni si è scoperto che nell’epifisi si producono molti cambiamenti, connessi con l’unità corpo-mente-emozioni (anima). Grande come un cece, a forma di pigna, molto innervata, situata alla base dell’encefalo, rappresentata nella sua proiezione anteriore dal terzo occhio, contiene i recettori della vista, i coni e i bastoncelli, e pur così piccola consuma molta energia. E’ un occhio interno, presiede al ciclo circadiano, della luce e del buio. Produce molecole fondamentali per il corretto mantenimento della vita. Senza l’epifisi non è possibile vivere. Anche secondo la psico-neuro-endocrino-immunologia (PNEI), che studia il rapporto tra mente, emozioni, sistema endocrino, sistema immunitario e stati di coscienza e le loro mediazioni chimiche al fine di dimostrare la loro interdipendenza, è a questo livello che si producono i cambiamenti che riguardano il sistema nella sua totalità. La correlazione con lo Yod ormai vi dovrebbe essere evidente in quanto entrambi sono elementi “terzi”, nel senso di non percepibili naturalmente, ma fruibili solo in particolari condizioni di elevata sensibilità psichica: la Pineale infatti costituisce una ricetrasmittente con l’energia che proviene dall’alto (epi), con i mondi Superiori, cui corrispondono i relativi processi fisiologici che i pianeti, configurati nello Yod, sovraintendono distinguendone inoltre i diversi livelli applicativi. A livello chimico ci sono le molecole, le sostanze chimiche in genere di diversa origine, cibo, farmaci. A livello elettromagnetico (da questo livello si produce un cambiamento nel livello chimico) si esprime con i neurormoni e i trasmettitori con ricaduta su tutto il corpo. A livello simbolico, quello che più ci attrae astrologicamente si evidenzia attraverso i simboli, l’esposizione ai simboli. Cambiano di fatto i parametri elettrici e chimici e l’effetto a cascata può cambiare i comportamenti: e sappiamo come sia connesso con il sistema emozionale. Ecco perché simboli ed emozioni hanno impatto sulla nostra sopravvivenza, possono favorirla o indebolirla: ricordiamo, per chi non lo sapesse, che il subconscio comprende le affermazioni e non le negazioni (come molti erroneamente considerano..) e che la corteccia accetta paradossi (sì, no, forse). Le percezioni simboliche oltrepassano la mente razionale, agiscono senza il suo consenso (le forme simboliche sono informazioni). I simboli, sappiatelo, possono liberare ed elevare, ma anche condizionare e deprimere: per questo lo Yod, come qualsiasi altro schema astrologico, va saputo agire correttamente come rappresentante simbolico del processo evolutivo. L’informazione di qualsiasi forma corrisponde a un processo di istruzioni (proprio come dall’argilla lo scultore dà forma a un oggetto materiale condensato). Nella forma c’è l’informazione, ciò che da forma è un processo informativo: c’è sia la causa ma anche l’effetto. Nel cervello umano l’informazione sta nei due livelli, mente subconscia e mente conscia razionale: la prima è “innata”, profonda, semplice, portante, sostantiva, usa il linguaggio binario e ternario, è l’intelligenza di rete, che ci fa decidere non solo per noi stessi; la seconda è aggettiva, complessa, acquisita, usa il linguaggio analogico, è l’intelligenza locale, che si trova nella corteccia, e individuale. Il corpo in toto, è bene ricordare, ci permette di sopravvivere, non la mente razionale, la quale presiede all’attività di calcolo, mette in relazione le informazioni esterne con il sistema interno. Lo schema della corteccia ha bisogno di nominare, dare un nome, e se non trova corrispondenza viene adattato analogicamente, e così molto spesso noi diciamo ‘assomiglia a’ , ha cioè bisogno di un sistema esterno che permetta l’analogia. Il sistema interno vive, la corteccia ne prende coscienza. I sistemi esterni di apprendimento e credenza si attestano in questo livello, creano l’ambiente interno il quale ritiene reale l’informazione ricevuta (cfr. Ubaldo Carloni). L’altro sistema permetterà il vero apprendimento. In generale si può dire che tutto il sistema risponde alle sollecitazioni, regolando ovvero sregolando il funzionamento: la Pineale presiede all’interezza di questo complesso sistema psicofisico che è alla base della capacità cosciente di esprimere la propria spiritualità, intesa non religiosamente, ripeto fino alla noia, per questo motivo ha un’importanza notevole per la fisiologia sottile e lo sviluppo della consapevolezza. Oggi si può dire quasi con certezza che essa regola l’attività ormonale (secrezione di melatonina ed ormone DMT) ed i ritmi biologici dell’organismo in connessione con la dinamica delle visioni “astratte” tipiche della mente inconscia, quella cioè, seppur esistente, che non percepiamo direttamente. Non è un caso che le antiche tradizioni spirituali indiane sostengono che la ghiandola pineale può essere “attivata” grazie alla meditazione. Famosa all’occorrenza è la cosiddetta “Meditazione Trascendentale” (o MT) diffusa da Maharishi Mahesh Yogi, che ha comunque saputo sempre interagire con la scienza ed i suoi strumenti, cercando dei riscontri nella biochimica e nella neurofisiologia. A tal proposito è bene sottolineare come diversi studi hanno verificato come nei praticanti di “MT” il processo involutivo della ghiandola sia decisamente più lento, e si riscontri un probabile aumento della secrezione di melatonina, anche se, per una corretta visione d’insieme, bisogna sempre approfondirne le tecniche di valutazione. E’ risaputo come molti nomi illustri di Hollywood come David Lynch, Clint Eastwood e tantissimi altri la praticano quotidianamente con costi non proprio accessibili ai noi comuni mortali.
LA CORRELAZIONE SIMBOLICA: APRE ALLA TRADUZIONE DELLA GALASSIA
Lo Yod sintonizzato, riflette le influenze dal basso per proiettarle in alto: spesso succede, se transitato adeguatamente, che uno o più, dei pianeti o angoli dello Yod, può iniziare a vibrare ad una frequenza più alta degli altri pianeti, soprattutto se il passaggio corrisponde al pianeta focale: la forma a Y, come detto non a caso, simbolizza un diapason esoterico-spirituale vibrante. VIBRAZIONE straordinaria, specifica delle energie cosmiche, che riceve la nostra Pineale, qualora sia adeguatamente sollecitata a quelle specifiche frequenze, che a sua volta ri-trasmette ai nostri chakra (non 7 ma 12…: in connessione diretta con gli archetipi zodiacali rappresentati perfettamente nell’interezza del corpo umano), creando in alcuni individui, ad essa adeguatamente sintonizzati, una particolare condizione d’instabilità, di disequilibrio nei casi difficili; di mutevolezza, di altalenanza, di visioni ipnotiche, di telepatie, in quelli più tranquilli: stati “alterati” dell’essere non semplici da gestire. Personalità che sembrano essere in uno stato di eterna transizione, di discontinuità, di provvisorietà, di agitazione continua, del loro moto mentale (instabilità psichica..che la psichiatria spesso traduce superficialmente e inconsapevolmente con la dinamica schizofrenica..o con il disturbo bipolare..!!). Transizione, instabilità che causano loro sporadici inconvenienti, ma anche sconvolgimenti importanti della loro vita. In molti casi clinici, di cui ho potuto analizzare negli anni i loro temi di nascita (lavoro applicato anche nella mia più recente ricerca del CG o Centro Galattico), c’è una presenza sintomatica, statisticamente rilevante, di questa straordinaria configurazione astrale, quindi non riferibile necessariamente a personaggi di chiara fama, ma anche a persone comuni che hanno doti, diciamo nascoste, che, come avete testè letto, ho correlato alla nostra Pineale. Ho potuto infatti facilmente riscontrare una evidente instabilità, variabilità, sia caratteriale che comportamentale, in molti individui che presentavano, nel loro tema radix, uno Yod soprattutto se è coinvolto al loro CG in primis, e successivamente ad uno degli angoli decisivi del Tema. Ma posso ulteriormente affermare, con chiara evidenza inoltre, che questa costante analitica dello Yod, testè rivelata, si esalta a maggior ragione quando esso stesso forma aspetti con il Centro Galattico: esattamente, guarda il caso, come quelli che questo specifico Yod vergineo crea al suo formarsi sul cielo di Greenwich. Infatti nella configurazione attuale si configura perfettamente una qudratura esatta del punto focale (congiunzione in Vergine di Mercurio e Giove), un sestile esatto della Luna e un trigono esatto di Urano al CG (o Centro Galattico). Quindi posso tranquillamente affermare che vi sto analizzando uno “Yod Galattico” essendo completamente in aspetto al CG in Sagittario, con l’interezza della sua configurazione planetaria: non mi meraviglierei se in questo mese uscissero rivelazioni decisive sulla vita extraterrestre a qualsiasi livello interessate. Lo studio su questa correlazione al Centro Galattico è iniziato da qualche mese e ve ne sto dando una prima prova tangibile su cui certamente amplierò il discorso che dovrà inevitabilmente aprire altre vie alla conoscenza scientifica in generale e astrologica in particolare. La fattezza comunque dello Yod, che in qualche modo ricorda le navicelle da guerra dei Veda (i Navarma), ma anche, traslandone la figura, ad una cometa, di fatto apre alla visione aliena richiamata dal collegamento al centro galattico, come ho potuto dimostrare, unico ricercatore indipendente, in questi ultimi anni, coi tanti esempi di persone attratte dalla visione extraterrestre e dalle sue molteplici sfaccettature che al contempo avevano i loro pianeti personali, ascendente o altri valori, in perfetto allineamento col CG nei loro temi radix.Tutto torna si potrebbe dire, soprattutto se cominciamo a renderci conto che la verità che ci hanno raccontato non ha nulla a che vedere con la realtà dei fatti che ci hanno con ogni probabilità nascosto. Quindi ipotizzando una forma di risonanza universale si può dire che l’emittente sorgente A*, denominata Sagittarius A*, vero motore principale del nostro universo galattico di riferimento, la via Lattea, emette le sue potentissime stimolazioni che interferiscono, tramite l’allineamento planetario della configurazione dello YOD e il suo punto focale, con le connessioni della Pineale che, da organo ricetrasmittente qual’è, rielabora adeguatamente, trasmettendone all’uomo una parte in termini di discorso endocrino-fisiologico e un’altra consentendo l’ampiezza infinita delle visioni spirituali, qualora se ne renda partecipe. Non meravigliamoci signori se a breve saremo informati del principio della vita nell’universo ormai sondato in lungo e in largo da navette, sonde, razzi, tram e autobus di tutte le razze e tipologie che a breve non ci stupiremmo di trovarci anche qualche semaforo lassù tanta è la “roba” indiscreta che circola: nebulose, meteoritti, la vita viaggia anche nelle comete, che, come detto, con fervida intuizione, in qualche modo assomigliano alla forma di uno Yod e, aldilà delle farneticanti intenzioni evolutive darwiniane, ormai fortunatamente in disuso, un loro semplice guizzo nel cosmo profondo può trasportare la vita (come ha dichiarato mesi fa entusiasticamente il presidente Battiston dell’ESA: “Alcune molecole organiche molto basilari potrebbero essere piovute sulla Terra a bordo di meteoriti” sulle tracce di glicina e fosforo scoperte sulla coda della cometa 67P dalla sonda “Rosetta”). Trasportano Vita come e meglio di quella storia millenaria che ci hanno voluto raccontare i finti “ideatori” della Bibbia. Lo Yod galattico da me evidenziato indica, nel collegamento dei sui punti nevralgici al Centro Galattico, l’apertura di un nuovo mondo: la vita extraterrestre e le sue forme originarie. Vedrete, magari tra questa luna piena d’agosto e quella prossima settembrina, che avremo notizie stravolgenti sulla nostra stessa cognizione della vita per come l’abbiamo concepita sino ad oggi: che la chiesa fosse peraltro in declino lo avevo già scritto più e più volte. La verità comincerà ad emergere grazie al moto plutonico in Capricorno e se ne saprà qualcosa in più tra qualche mese al massimo: l’universo, sappiatelo, è un libro parlante a saperlo leggere…!
A tutta questa definizione cosmologico-zodiacale, legata alla dinamica astrologica dello Yod in Vergine, va aggiunta, come se non bastasse, una precisa modalità d’azione legata all’archetipo bilancino..Voi direte: ma da dove si estrae questo archetipo bilancino?
Beh per chi conosce la scuola del ilNadir, questa domanda comincia ad essere obsoleta, meglio pleonastica, in quanto dovrebbe ormai sapere che ogni azione planetaria o cosmologica, sia essa un transito, una progressione, una direzione, una configurazione astrale, un’entrata planetaria, una retrogradazione, una levata eliaca, una nascita galattica, insomma ogni emissione d’energia universale e cosmologica è segnata, è vestita da un preciso Incipit: l’I.C.P. o Incipit Cosmogonico Planetario che ne informa per intero la dinamica zodiacale.
Questo Yod vergineo ha l’ICP a 13°16′ in Bilancia, domificato, come detto, in XII^Casa che sottolinea la dimensione del suo governatore, Venere, anch’esso in Vergine quasi a formare uno Stellium planetario in questo segno: uno Yod quindi, che sarà agito con la metodologia bilancina. La metodologia bilancina, sappiamo, ricerca costantemente l’equilibrio sopra ogni cosa: sa agire, come nessuno saprebbe fare meglio, nei rapporti sociali, non perdendo mai di vista, tra l’altro, lo scopo e l’obiettivo da raggiungere (in questo senso certamente adatto alla dinamica uraniana dello Yod). Quindi persegue la concretezza e la praticità della realtà nonostante la ben nota esigenza formale, il metodo bilancia è disinvolto e senza pregiudizi, oltre a possedere molto charme. Nella sua precisa metodica c’è grande strategia (mai come lo Scorpione però..) e rivela una forte impersonalità: non a caso pertanto risultano ottimi mediatori in grado di affrontare delicate trattative. C’è anche grande capacità analitica (che ama mettere a disposizione degli altri dando suggerimenti o consigli). Non tutto è oro quel che luccica, dovremmo saperlo, quindi c’è un rovescio della medaglia inevitabilmente in questa fascinosa metodologia zodiacale: la pigrizia.., la svogliatezza.., la raffinatezza, prodotti tipici del piacere venereo questi, a cui l’amore per i complimenti, per il lusso e le comodità del segno ne danno una visione estremamente formale, congelata direi dalla necessità della forma a tutti i costi. Quindi se ottiene qualcosa di concreto lo fa solo attraverso la capacità estetica, la bellezza dei modi e delle maniere..Formalità esasperata dunque che abilita una morale decisamente elastica, viziata..! La volontà è relativa, spesso ama prendersi dei periodi di svago e riposo con o senza meriti. Cede troppo facilmente alla pigrizia: così impedendo spesso il raggiungimento di un obiettivo, fosse quello di creare un’attività, un lavoro o di prendere iniziative di qualsivoglia genere.
Quindi l’energia di questo Yod vergineo si colora di queste doti specifiche, che chiaramente i nati con valori Bilancia posseggono spontaneamente, direi “istituzionalmente” e potranno, meglio degli altri, agirne la corretta vibrazione energetica così da interpretarne efficacemente la significanza profonda. La Luna e Urano producono, coi loro sobbalzi istrionici dell’una e improvvisi dell’altro: ci possono lasciare letteralmente senza fiato, impegnandoci empaticamente sulla linea d minor o maggior resistenza o possono creare, con l’incalzare continuo di eventi, dei cambiamenti improvvisi di rotta. Noi siamo alla loro mercè se non sappiamo agire la dimensione di questo Yod secondo le nostre carte natali: possono o meno indurci a ricercare dentro di noi il punto di quiete dove la nostra mente, ma anche la nostra anima, possano cercare una forma di ricarica psicofisica, di purificazione che il punto focale reca in se qualora ce ne rendessimo pienamente consapevoli. Dobbiamo imparare la lezione che questo Yod ci chiama ad osservare proprio agendo la XII^Casa: dobbiamo saperci immergere nel profondo oceano della conoscenza, non più solo concreta, ma anche e soprattutto quella considerata, forse non proprio adeguatamente, astratta: unica utile a perseguire i motivi di una nuova e illuminante spiritualità che consenta alle nostre menti obsolete, visioni più ampie e aperte alla conoscenza di mondi ritenuti inesistenti o, peggio ancora, nemici. E’ nelle profondità della nostra parte pescina (cosignificante la dodicesima) che possiamo e dobbiamo immergerci per rendere chiare le nostre emotività, le nostre dinamiche inconsce, le intuizioni animiche, spesso tralasciate e con esse, la realtà più efficacemente circostante che acquista un valore diverso da quello che si riteneva fino a poco tempo prima. Solo così ci affrancaremo dalle nostre paure consolidate, dalle nostre ansie di prestazioni inefficaci e dagli attacchi di panico latenti, aprendo la via alla libertà di coscienza consapevole per la nostra evoluzione dell’Io, finalmente individualizzato o sulla via di una prossima individuazione. Su questo spazio astrale bisogna imparare ad “accelerare”, anche, e direi soprattuo, chi tra voi vive in se la paura di …correre..! Chi nella propria vita, tra coloro che sono maggiormente segnati da questa configurazione, non sa osare, non sa aprirsi al nuovo, non sa accettare i cambiamenti, che questo Yod chiederà, dovrà inevitabilmente fare i conti con un vortice violento che immetterà, senza soluzione di continuità, dentro un surplus di azione energetica, incontrollabile con la sola razionalità, una forza incontrollata tale da creare “esplosioni” psicologiche e fisiche non indifferenti, quelle che non augureremmo neanche al nostro peggior nemico..!!
Roma 18.08. 2016 ©Claudio Crespina
ilNadir
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
-Joan Kellog “Significato esoterico dello Yod”
-C. Crespina “Uno Yod uraniano”
-scienzaeconoscenza.it