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MERCURIO e VENERE: L’ANTICA DIALETTICA

RAGIONE E SENTIMENTO, MERCURIO E VENERE: SINERGIA MAI DIVISIBILE 

Da sempre scrivo nelle mie forme oroscopali di valutazione generica mensile Sense and Sensibility per definire al meglio i due termini che si vogliono rappresentare come Ragione e Sentimento: termini famosi peraltro questi per molti motivi, ma soprattutto perchè furono immortalati nello straordinario romanzo omonimo, agli inizi del 1800, da Jane Austen. Sense and Sensibility, Ragione e Sentimento, Emozione e Razionalità, la questione annosa tra questi archetipi dell’uomo, la loro antica spaccatura concettuale, si espande nel corso dei secoli in una continua diatriba traduttiva svilendone i significati straordinari che sottendono invece una loro necessaria fusione polarizzante: nulla è, lo sappiamo bene, senza il suo opposto complementare. Non è un caso che la prima regola da mandare giù nella logica astrologica è la POLARITA’, meccanismo primario nella dinamica astrale senza il quale nulla è traducibile correttamente: ogni Segno, Casa, Costellazione, Pianeta, Punto fittizio o arabo, Grado e Decano vive in quanto sa di essere polarizzato ad un altro corrispondente, motivo per il quale ogni qual volta ci accingiamo a tradurre il simbolo dobbiamo avere presente questa precisa legge della Polarità che invade e pervade ogni cosa nel mondo a noi circostante come gli studi della chimica sulle molecole dimostrano ampiamente.

Le molecole infatti sono aggregati stabili d’atomi legati tra loro con legami co-valenti (termine tecnico). Ci sono molecole formate da due soli atomi o formate da migliaia di atomi, ma in ogni caso esse sono particelle elettricamente neutre, nel senso che all’interno di ciascuno la carica positiva totale è esattamente uguale a quella negativa.

Per questo motivo le molecole in qualsiasi stato di aggregazione hanno scarsissima tendenza a condurre la corrente elettrica. Seppur si deve comunque tenere conto che la varietà delle proprietà fisiche che mostrano le sostanze molecolari è grandissima, non può non saltare agli occhi che alla base della loro costituzione esiste lo schema della POLARITA’ che invade e pervade ogni elemento costitutivo la vita animata e inanimata. Quindi, per tornare a noi, parlare di Ragione e parlare di Sentimento non prevede in automatico una divisione concettuale anzi ne sublima una precisa cementificazione del simbolo in essi contenuto. La grandezza dell’astrologia, appunto per questo scienza inestimabile, aldilà, direi, del concetto stesso di scienza per come ci viene presentato, si esprime proprio in queste diatribe come meglio non si potrebbe comprendere e ci da le risposte assolutamente esaurienti per chi, come me, ne ha sentito un obbligo preciso ad estrapolarne i significati reconditi oltre a quelli ampiamente reperibili in quanto galleggianti in superficie.

Mercurio e Venere, astrologicamente parlando, sono i pianeti del simbolismo in essere tra ragione e sentimento e ne spiegano alla perfezione la dinamica interpretativa mai scissa l’uno dall’altro, come invece la valenza psicologico-sociale e culturale ci vuole imporre dividendone gli scopi e i presupposti: la questione tra emozione e ragione risale ai tempi di Hobbes, Spinoza, Kant e in questo modo, a  lungo andare nei secoli filosofici, si è ben radicata nella nostra cultura. La visione del passato largamente diffusa descriveva il cuore e la mente come forze opposte sottolineando come, quella fredda e lucida (la mente), doveva stare sopra all’altra (il cuore), per poter trovare la soluzione più giusta per orientarsi adeguatamente. Si poteva parlare non a caso del Primato della Ragione (diciamo che ancora oggi, nonostante tante rivoluzioni di tutti i tipi, serpeggia nella cultura basale dei popoli, questa dominanza del razionale). Senza farla troppo lunga per quello che mi riguarda, e l’astrologia lo conferma appieno come vedremo,  se consideriamo la razionalità in termini di processo psicologico, dobbiamo ammettere che l’uomo non è da definirsi così semplicisticamente tout court razionale, giacché le sue decisioni, inutile illudersi del contrario, sono prese in larga misura sulla base di elementi inconsci, intuitivi ed emotivi. Valutiamo il ruolo delle emozioni quando dobbiamo prendere una decisione, anche quella più “razionale” per così dire…: sarà bene prenderne atto, scienziati o meno che siate. La realtà di ogni giorno ci mette di fronte a molte scelte: in questi casi, gli insegnamenti emozionali impartitici dalla vita inviano segnali che restringono il campo della decisione, togliendo alcune scelte e sottolineandone delle altre. Le emozioni allora hanno un ruolo importante ai fini della razionalità. In questo rapporto, la facoltà emozionale guida le nostre decisioni momento per momento, in collaborazione con la ragione o raziocinio, consentendo, in questo modo, il pensiero, qualsiasi pensiero, che da questa collaborazione scaturisce ovvero potrà scaturire… Alla stessa maniera, il cervello razionale ha un ruolo dominante sulle emozioni, escludendo quei momenti in cui le emozioni eludono il controllo e prendono il sopravvento, come spesso accade (principio della Polarità ineludibile). In un certo senso sarebbe buon uso affermare di poter disporre di due diversi tipi di intelligenza: quella razionale e quella emotiva continuamente interconnesse tra loro però, mai divise nei giudizi finali;  senza l’una o l’altra il nostro “genio” non può funzionare al meglio… La miglior chiarezza di questa argomentazione, per restare a coloro che considerano scientificamente valido solo un processo dimostrabile nei fatti, ce la da anche la conoscenza fisiologica delle parti interessate alla questione: il circuito infatti che collega lobi prefrontali e amigdala è il punto d’incontro tra razione ed emozione, una via di accesso all’archivio dove vi sono le preferenze e le avversioni che andiamo accumulando nel corso della nostra esistenza. Se si esclude la memoria emozionale, ci dice il neurologo, qualsiasi cosa venga elaborato a livello neocorticale, non è più in grado di innescare reazioni emotive che in passato erano associate allo stesso evento. Tutto questo ha indotto il neuroscienziato a ritenere che i sentimenti sono indispensabili nei processi decisori della mente razionale. Spero che come spiegazione sia abbastanza intellegibile, comunque comprensibile, del mio obiettivo originale: la fusione indistinta dei due parametri legati alla Ragione e al Sentimento, di cui la dinamica astrologica, come accennato poco sopra, ci consente un ulteriore conferma, per quanto mi riguarda, maggiormente significativa della precedente in quanto correlata al moto universale da cui nasciamo.

Mercurio e Venere, chi sa i primi passi d’astrologia, riconosce essere due pianeti sotto i raggi costanti del Sole, sono sempre prossimi alla sua orbita. Mercurio simbolizza la mente, il pensiero, la ragione, Venere a sua volta anima il sentimento, il cuore (non fisico..), la relazione, l’amore, la passione, l’emozione. I due astri, tra l’altro e non a caso, definiti come interni all’orbita solare, possono formare solamente aspetti di congiunzione e di sestile il che tradotto significa che sono indivisibili nel loro moto universale danzando costantemente tra loro nei pressi della fonte luminosa che li illumina di energia specifica: il Sole. La comunicazione mercuriale si elettrizza della sublimazione estetica e relazionale di Venere, come l’alimentazione di sensibilità affettive si può esprimere tramite la giocosità del moto mercuriale. Mercurio è il corrispondente romano di Hermes, il messaggero degli dei, nonché patrono dei viaggiatori e inventore di uno strumento musicale, la lira (cfr.G.Tantucci). E’ spesso raffigurato con l’aspetto di un meraviglioso atleta, che calza sandali alati e porta l’elmo. Le sue caratteristiche sono quelle tipiche dei Gemelli, uno dei due segni che governa: è intellettuale, intuitivo, razionale, versatile e polemico, ma anche un eccellente tramite per le comunicazioni. Questo pianeta stimola la mente, il che può rendere l’individuo critico e polemico, nervoso e teso. Venere, dice Tantucci, ha ereditato gli attributi della greca Afrodite, diventando così la dea di ogni forma di amore: ideale, familiare e sessuale; nei giardini dei suoi templi infatti c’erano luoghi appartati in cui i fedeli potevano unirsi nell’amplesso. Pianeta governatore del segno del Toro e della Bilancia, oltre all’amore rappresenta i rapporti interpersonali in genere, il lato femminile del carattere, ma anche l’arte e il senso estetico; Venere stimola la gentilezza, il tatto e la socievolezza; se particolarmente provata può rendere indecisi, disattenti, eccessivamente romantici e dipendenti dagli altri.

Proprio perchè tra questi due pianeti c’è una continua visione l’uno dell’altro, non scostandosi mai oltre il sestile (60°), non sussiste nei fatti la possibilità dello scontro (quadratura o opposizione) tra loro: la ragione non potrà mai disturbare il sentimento e viceversa, essi non si possono mettere mai uno di fronte all’altro ad ostentare il duello simbolico perchè le loro “armi”, se di armi sia corretto parlare, sono usate costantemente per uno scopo comune mai diviso ed ogni lettura astrale che si rispetti dovrebbe sempre considerarne le dinamiche in perfetta sinergia elettiva: Ermes-Mercurio e Afrodite-Venere, ci dice il Mito, dovevano essere gemelli dal momento che avevano un giorno di nascita comune: il quarto giorno di ogni mese lunare. I due venivano considerati come fratello e sorella, quali figli, secondo una genealogia, di Urano, il cielo notturno, e di Emera, la luce del giorno. L’Astrologia Qualistica che propongo esige, come scrivo ovunque, un’ottica globale, per l’interpretazione del simbolo a cui è preposta: non globalizzata però..come oggi  fa tanto moda parlarne..!    

 Roma 12. 11. 2017                                                   Claudio Crespina

Riguardo L'autore

Redazione Il Nadir

Il dr. Claudio Crespina, astrologo, filosofo, counselor psicologico-comportamentale e ricercatore nasce sotto il segno del Capricorno a Roma, una città così significativa e simbolicamente attraente, per i suoi continui richiami storici ed esoterici che credo superfluo e inutilmente ripetitivo spiegarne la grandezza e l’importanza.

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