Tecnica Astrologica

LE COORDINATE DELL’ANIMA: L’ASCENDENTE e L’INCIPIT COSMOLOGICO 1^parte

LA BREVE, MA INTENSA, CARRELLATA  DEI SEGNI ZODIACALI 2017 E’ TERMINATA, COME MOLTISSIMI DI VOI HANNO TESTIMONIATO CON IL LORO PARTECIPE INTERESSE, NEL CORSO DI QUESTI PRIMI GIORNI DI GENNAIO, DANDO SODDISFAZIONE ALLA MIA INNOVATIVA TECNICA DELL’iNCIPIT COSMOLOGICO PLANETARIO (I.C.P.), UTILE A FAR CHIAREZZA PER UNA CERTA FORMA PREVISIONALE DI OROSCOPIA GENERALIZZATA CHE RIMANE CERTAMENTE SECONDARIA A QUALSIASI ALTRA FORMA D’INDAGINE ASTROLOGICA PERSONALE, SENZA ALCUN DUBBIO.

SIAMO GIUNTI QUINDI AL MOMENTO DI SCOPRIRE, OVVERO CHIARIRE, LA DINAMICA DI RIFERIMENTO CHE DOVRA’ ESSERE APPLICATA ALL’INCIPIT COSMOLOGICO CALCOLATO SEGNO PER SEGNO PER QUESTO ANNO NUOVO e SOPRATTUTTO IMPARARE AD USARNE LE REGOLE ADEGUATE ALLA SPECIFICA TIPOLOGIA PREVISIONALE IN ATTO IN QUESTA PARTICOLARE ANALISI ASTROLOGICA, CHE IN UN BATTER D’OCCHIO CANCELLA QUELL’OROSCOPIA APPROSSIMATIVA E DEFORMANTE  DEL SEGNO-SOLARE..! UNIFORMANDOSI FINALMENTE A SCHEMI REALI DI TECNICA  ASTROLOGICA, L’USO CORRETTO DELL’I.C. e DELL’I.C.P. CONSEGNA QUESTA INNOVAZIONE DI CERTO AD UN LIVELLO DI DIMENSIONE PREVISIONALE DECISAMENTE PIU’ SIGNIFICATIVO, NONOSTANTE LA GENERICITA’ DELL’OGGETTO STUDIATO, CHE CONSISTE NELL’INTEREZZA DELL’ANNO CIVILE DAL 1 GENNAIO AL 31 DICEBRE.

COME OGNI FORMA DI APPROCCIO ASTROLOGICO, CHE SI INTENDA SERIAMENTE TALE, C’E’ IL BISOGNO IMPRESCINDIBILE DI DOVER FARE RIFERIMENTO AL SISTEMA ANALOGICO, ALL’ANALOGIA. RIFERIMENTO CHE DEVE ESTERNARSI CON CHIAREZZA ANCHE IN QUESTO CASO, PROPRIO PER DARE, SIN DALL’INIZIO, UNA GIUSTA E RIGOROSA VALUTAZIONE SUGLI ESITI PREVISIONALI A CUI SI RIFERISCE L’USO DI QUESTA MIA OROSCOPIA INDAGATIVA, NON PIU’ ADERENTE, NONOSTANTE LA GENERICITA’ DELL’OGGETTO VALUTATO, A QUELLA INSANA FORMA DI OROSCOPETTI INFONDATI DEL SEGNOSOLARE. L’INCIPIT COSMOLOGICO, COME OGNI ESAME IN CAMPO ASTROLOGICO, DEVE SOTTOLINEARE IL PRINCIPIO, IL SEME DAL QUALE INDEROGABILMENTE OGNI COSA, OGNI EVENTO, OGNI STORIA, OGNI ANALISI,  IN ASTROLOGIA ACQUISTA IL SUO SIGNIFICATO PRECISO, QUELLO CIOE’ SU CHI HO FONDATO TUTTA LA MIA RICERCA E TUTTI I MEI STUDI, INIZIATI NEL SILENZIO TOTALE DELL’ANONIMATO, TANTI ANNI FA: STO PARLANDO CIOE’ DEL “SEME DELL’INIZIO”, LA VERA SCINTILLA DELLA SINTASSI ASTROLOGICA, NON A CASO DEFINITA SCIENTIFICAMENTE, COME LA “SCIENZA DEGLI INIZI”, MEGLIO ANCORA, DI TUTTI GLI INIZI POSSIBILI (e perchè no, anche di quelli considerabili alle attuali conoscenze dell’umanità, impossibili). 

Definizione di Astrologia questa, come “SCIENZA DEGLI INIZI”, che ne rende l’autorevole merito d’indagine aldilà del tempo e dello spazio, e, in automatico, rende il motivo per il quale questa gloriosa e antichissima disciplina, resista imperterrita, e al contempo si autorinvigorisca, a dispetto dei tanti detrattori, sparsi ovunque nei labirinti lobbistici della cosiddetta scienza “ufficiale”, sia alla corruzione endemica dello scorrere del tempo, sia agli attacchi, appunto, inferociti  e indemoniati (loro certamente si…!!), subiti in ogni epoca dai pregiudizi, ciechi e interessati, dei poteri, cosiddetti ufficiali, in realtà pseudo-scientifici e pseudo-religiosi, ma anche di quelli più specificatamente politico-culturali, che evidentemente spaventati dallo strapotere mediatico, dalla resistenza endemica delle leve culturali di siffatta scienza, della loro forza persuasiva, pensarono bene di doverla escludere, al dunque, non riuscendo altrimenti a limitarne la forza espansiva, dal novero delle scienze ufficiali dove invece dovrebbe risiedere per sempre, non fosse altro perchè, fu ed è, la prima ed unica scienza dell’Uomo che la storia ricordi: rappresentando in se, nelle sue logiche fondanti, l’elegante connessione dei primi uomini con l’osservazione del cielo che li sovrastava come spiegazione della loro realtà della vita..: l’espressione scritta del linguaggio cosmico originale. La conoscenza umana, tutta la conoscenza, così ci è stato fatto conoscere e sapere, è derivata da quei primi storici momenti, da quelle prime traguardazioni, “ingenue” se vogliamo, dei cieli..e dalle successive e spontanee forme di impressioni trasmesse, matematiche o meno che fossero, che hanno forgiato lo spirito umano a tutte le latitudini dell’orbe terracqueo e del suo sistema solare di appartenenza e forse, come molto probabile, anche di quelle dell’intero Universo Cosmologico a cui apparteniamo come pianeta, seppur piccolo e decentrato, figlio insignificante, data la massa, di una delle milioni di galassie in esso contenute: la Via Lattea. Tutto il resto, il cosmo, la conoscenza, l’arte, la sapienza, le religioni, le filosofie, le matematiche, i numeri, la logica, la medicina, il tempo, lo spazio, l’atomo, le particelle, venne dopo, partorito inesauribilmente dalle poderose membra dell’albero astrologico: il primo albero, in realtà, a cui l’uomo attinse, e continua ad attingere, per poter comprendere cosa rappresentasse, cosa significasse veramente la sua essenza primordiale: l’autentico Graal, l’autentico Eden, dal quale ed al quale, l’Uomo, qualsiasi uomo, terrestre o meno che sia, deve e dovrà continuamente rivolgersi per dare significato eterno ai suoi passi, che nessun morso di mela, secono il mio parere non proprio religioso, potrà espropriarne l’autenticità secolare del valore intrinseco del significato dell’essenza umana, ad esso correlata indissolubilmente… Non è un caso che legge cosmica di base ripeta estenuamente da secoli questa forma invincibile di continua coscienza simbiotica: “COME SOPRA, COSI’ SOTTO”…alla quale legge sia l’Uomo che il Cosmo partecipano indissolubilmente l’uno avendo bisogno dell’altro in una incessante e armonica danza celeste ritmata senza agire mai neanche un istante di sosta..Conoscenza sena fine, direi, quella espressa attraverso la consapevolezza dei confini dell’Universo che in realtà difficilmente saranno colmati, data la precisa tendenza, quantisticamente  “entangled”, ad espandersi dell’elemento universale, in perfetta correlazione con l’essere umano presente nei suoi schemi. L’acquisizione di nuove e costanti aperture scientifiche fa dell’uomo una forma toroidale vibrazionale che attiva la sua spirale energetica tramite le logiche della mente e del pensiero: attivazione energetica di base che amplifica costantemente i limiti delle Colonne d’Ercole conosciute spostandoli sempre più in alto e sempre più in avanti: l’uomo pensa, quindi conosce e conseguentemente l’universo si espande. NULLA RIMANE COM’E’..ovvero NULLA E’ COME SEMBRA…!!   

In questo senso la mia scoperta dell’I.C. e dell’I.C.P., dopo quella del punto del Nadir (parto primario tra le mie ricerche, dal quale nacque il nome del sito: www.ilnadir.com) sono frutto d’inestimabile valore in relazione proprio a quest’ultimo concetto di energia universale in continua espansione, accordando nei loro schemi, una precisa forma diagnostica anche al Pianeta, all’evento cosmico, ad una Eclissi o al moto di una Stella o di una cometa..

L’I.C. o L’I.C.P. PERO’ NON EQUIVALGONO IL CONCETTO DELL’ASCENDENTE: LA CORRETTA VALUTAZIONE DELL’ASCENDENTE. ANIMA E NUMERO AL CONTEMPO.

L’ascendente è il segno zodiacale che sorge al momento della nascita sull’orizzonte orientale. Simbolicamente parlando, l’Ascendente “sorge” all’orizzonte nell’istante del nostro primo respiro, dando inizio al ciclo più strettamente personale che ci riguarda: quello dell’intera nostra vita, da qui la sua fondamentale importanza valutativa ed interpretativa. Nel corso dell’articolo avrò modo di approfondire accuratamente il significato astrologico e psicologico di questa simbologia, ma posso anticipare fin da subito che si tratta di qualcosa che, se impariamo ad ascoltare attentamente il nostro intimo, percepiamo come profondamente nostro (comunque molto di più della cosiddetta posizione del Sole, che poi è la Terra, certamente decisivo per la vita di tutti gli elementi esistenti in natura), ciò che più ci rappresenta e che maggiormente “sente”, fin dal primo sguardo, a chi ci osserva (quindi non ciò che facciamo vedere agli altri). L’Ascendente, in altri termini, descrive la nostra essenza più intima e profonda (non personalità..), e come questa si esplica verso la relazione con l’altro (il Discendente). Ci viene insegnato che l’individuazione del Segno dell’Ascendente è determinata dall’ora e dalla latidune e longitudine del luogo di nascita. L’Ascendente esercita, proprio come il Segno Solare e il Segno Lunare, grandissima importanza sull’individuo, ai quiali la mia scuola aggiunge la valutazione del proprio “Nadir” di nascita. L’Ascendente, ci viene spiegato non proprio correttamente in un pot-pourri decisamente confusionario di meriti, di genie, di valori, rappresenterebbe non solo il modo in cui l’individuo vede se stesso, ma anche il modo in cui si muove nel suo ambiente, il tipo di energia che utilizza per distinguersi dagli altri e anche l’aspetto fisico.. Sul significato dell’Ascendente se ne sentono e leggono di tutti i colori: pareri discrepanti che sono sostanzialmente fuorvianti la vera significanza del punto in questione che di fatto rappresenta un grado specifico di eclittica che sta sorgendo ad Oriente, appunto, al momento della nascita di un essere umano (ma anche connesso ad una valutazione di un evento sociale qualsiasi..: matrimonio, società, figli, acquisto beni mobili ed immobili..ecc..ecc..). Un unico grado e solo quello che in realtà è vero principio d’Individuazione dell’essere e non, come psesso si legge, il grado riferito al Sole (che poi Sole non è.., ma Terra) che ne da invece una colorazione profondamente generica: è chiaro a tutti infatti che dire di essere nato in quel giorno relativo ad un segno, ci fa collimare a chissà quante migliaia, milioni di persone nate lo stesso giorno, quindi nello stesso segno solare: dire di essere di un segno particolare, capiamolo bene, non individualiza la persona, non l’unicizza.., infatti basta pensare quanti siano i rappresentanti di un segno zodiacale per comprendere che dire di essere, che so, del toro, non da alcuna valorizzazione specifica del proprio essere che invece si esalta col grado ascendente. L’Ascendente, viene detto erroneamente, che può essere paragonato alla maschera che noi indossiamo in pubblico (la Maschera, termine abusato astrologicamente, tradotto sta per “persona”., in quanto personaggio però, persona teatralizzante.., non la Persona in chiave filosofico-psicologica che invece sussiste, ovvero potrebbe sussistere, nell’ambito del signiifcato ascendente allorquando ci si muove nella crescita dall’Ego all’Io..), ed è la prima impressione che diamo quando incontriamo nuove persone (personaggi..). Affermazioni del tipo:”la sua importanza è pari quasi a quella del Sole e della Luna visto che influenza il nostro modo di essere, oppure l’aspetto fisico e/o il nostro modo di proporci agli altri” sono fuorvianti del valore intrinseco che insiste su quel grado..Si dice inoltre, ancor peggio, che esso rappresenta la parte di noi che tendiamo a mostrare alle persone che non conosciamo bene (come se ci fosse una vera preparazione negli individui a prepararsi nel presentarsi, diversi da come sono realmente, agli altri..!!); l’Ascendente può o non può rappresentare quello che noi realmente siamo, poiché la nostra vera identità è data dal segno solare: c’è da rimanere basiti..!! Di cose confuse sulla questione se ne sono lette e viste tante come il fatto che l’Ascendente è legato all’istinto di sopravvivenza e spesso protegge la nostra vera identità, che la maggiore o minore rilevanza dell’Ascendente è legata anche alla posizione del Sole nel tema natale: come dire che se il Sole nel tema natale è afflitto, l’Ascendente, udite udite, ne prende il posto come importanza e potrebbe essere predominante rispetto al segno solare, mentre se non lo fosse, ognuno a posto suo…!! Mi vien che ridere diceva un noto comico…!! Come se non bastassero queste inesattezze ci sono “astrologi”, meglio astromanti, e con questi i loro affezionati seguaci, che hanno teorizzato che l’influenza dell’Ascendente vada a scemare dopo i 30 anni, quando ciòè diventiamo più sicuri di noi stessi, e cominciamo a diventare più consapevoli di chi siamo (come se ci fosse un preciso traguardo scritto da raggiungere per essere considerati consapevoli…!!): in realtà, è bene sapere che, dopo 30 anni, il valore numerico del grado di qualsiasi ascendente ha cambiato segno..per progressione, quindi c’è di fatto un cambiamento, mi viene da dire epidermico, ma non centra nulla la nostra consapevolezza che spesso non si raggiunge neanche a 90 anni..!! L’Ascendente, secondo questa distorta concezione, rappresenterebbe quindi il primo tratto della personalità che noi mostriamo, soprattutto quando siamo più giovani.. Il segno solare gradualmente diventerebbe sempre più manifesto man mano che si cresce..: un saliscendi incrociato, la classica montagna russa, tra i due big dell’impalcatura astrale intorno all’Uomo. Insomma una serie consistente d’imprecisioni oltremodo insignificanti oltre che fuorvianti il vero significato del determinante punto orientale dei Temi astrologici. Queste informazioni sono del tutto deformanti.., proprio perchè non si è ben definito il concetto dell’Ascendente astrologico, in cosa consiste veramente: già che ci siamo, prima di approfondire il senso dell’I.C. o Incipit Cosmologico, sarà bene avere chiaro cosa s’intende con il termine ASCENDENTE. 

L’ASCENDENTE NELLA SUA VALUTAZIONE MAGGIORMENTE ASTRONOMICA

Sappiamo come l’Astrologia attualmente si serve di regola nel disegnare il grafico oroscopico di due cerchi diversi, uno esterno dei Segni e l’altro interno delle Case, che tutti, astrologi professionisti, dilettanti e semplici appassionati, dovrebbero conoscere nella sua veste grafica presente in ogni realizzazione oroscopica: cerchiamo quindi di comprenderne il reale significato per avere finalmente chiaro quello che si vede nel disegno, spesso senza capirne il funzionamento. L’uno, il Cerchio Esterno, si riferisce, per dirla semplicemente, al “Cerchio dell’anno”, determinato dal movimento della Terra intorno al Sole e consistente nella formazione dei 12 segni zodiacali: il Sole lo percorre per intero una sola volta nel corso di un anno. L’altro, il Cerchio Interno, è da considerarsi come il “Cerchio del giorno”, determinato dal movimento di rotazione della Terra intorno a se stessa, e consiste nella formazione delle 12 Case: questo secondo cerchio interno quindi viene indicato nell’oroscopo dall’Ascendente, dal Medio Cielo e da tutte le altre 10 cuspidi delle Case. Tutti i pianeti, sappiatelo, percorrono questo cerchio una volta al giorno. Il che sta a sigificare che l’Ascendente è un prodotto specifico della rotazione terrestre su se stessa. Da qui si parte astronomicamente. Leggiamo un po’ ovunque sui libri dei vari maestri, antichi e moderni, delle altrettanto varie scuole astrologiche che, dal punto di vista interpretativo, esse sentenziano che l’Ascendente riguarderebbe il mondo esteriore del nativo, ossia il modo come si rapporta agli altri, a differenza del Segno Solare che rappresenterebbe la sua natura profonda, sostanzialmente dividendo i due parametri tra loro. L’insieme invece Segno Solare/Ascendente è certamente qualcosa di più e di diverso rispetto ai singoli segni zodiacali e sintetizza in quella stretta valutazione, o davvero dovrebbe, il Tema Natale nel suo insieme. Per capire in realtà il significato profondo dell’Ascendente dobbiamo comprenderne, ed è cosa decisiva, da cosa è determinato l’Ascendente stesso, sia astronomicamente che psicologicamente fondendone le descrizioni basilari in chiave scientifica riferendoci sistematicamente alla lezione analogica fondante, se ne vogliamo realisticamente assimilare la reale sostanza. 
Mi sento chiedere spesso se è più importante il segno solare o l’Ascendente? La mia risposta è sistematicamente quella per cui la domanda non ha senso:  come proprio non ha alcun senso chiedersi se è più importante la latitudine o la longitudine. Infatti, sappiamolo: non c’è Segno Solare senza Ascendente proprio come non c’è latitudine senza longitudine. Una fusione simbiotica dei valori simbolici imprescindibile ne divisibile..!
L’ascendente, capiamolo, dipende dall’ora di nascita e quindi dalla posizione del Sole rispetto all’orizzonte. Se si nasce all’alba, Segno Solare e Segno Acendente coincidono, anche se il grado occupato dal Sole nel segno zodiacale è in genere diverso dal grado dell’Ascendente. E se si nasce al tramonto del Sole? Chiaramente il Segno solare sarà opposto al Segno ascendente, il che significa che se, ad esempio, il Sole è nel segno dell’Ariete (21 marzo-19 aprile) l’Ascendente sarà nel segno della Bilancia. La regola imprescindibile farà sempre costantemente riferimento a questo preciso concetto: l’Ascendente è sempre il punto orientale del luogo. In parole povere questa simbiosi Sole-Ascendente, mai scindibile astronomicamente, è ben rappresentata nella reale condizione dello schema astrologico, riferito analogicamente alla realtà astronomica, essendo, questi due valori, come si potrebbe ben dire, le facce della stessa medaglia: l’Ascendente infatti corrisponde all’alba, il momento cioè in cui sorge il Sole. Mentre il Segno Zodiacale, o più esattamente il Segno Solare , è contrassegnato dalla presenza del Sole in quel dato segno, l’Ascendente, o più esattamente il Segno ascendente è quel Segno Zodiacale che al momento della nascita sta intercettando l’orizzonte orientale. Quindi da queste poche righe si dovrebbe comprendere come Sole e Ascendente partecipino dello stesso linguaggio, pur essendo due principi di cosmologia astrologica assolutamente distinti, spesso in confusione descrittiva nel dirimere, coi loro rispettivi gradi eclittici, il valore della persona da parte di coloro che non ne comprendono il giusto significato: personalità e temperamento (o anche carattere) divergendo nella dinamica psicologica che, scienza anch’essa, dovrà essere assunta, appunto, come preciso riferimento scientifico, ne più e ne meno, della conoscenza astronomica e astrofisica di questi valori in ordine cosmico, se si vuole parlare di astrologia seriamente scientifica, come vuole sottolineare proprio la mia personale visione di questa scienza che ho definito: ASTROLOGIA QUALISTICA. La personalità, sarà bene intenderne la precisa significanza, è l’insieme di caratteristiche o tratti stabili che definiscono il modo in cui l’individuo interagisce e percepisce il mondo. Si strutturano in schemi di pensiero, percezione e comportamento relativamente stabili nel tempo e in diverse situazioni. A differenza del temperamento, o carattere, che assume in se le caratteristiche che si possiedono alla nascita e che contribuiscono a definire una prima forma, se così si può dire, di individualità nel bambino che dovrà crescere con la coscienza della consapevolezza individuale. La Persona, al dunque, consiste in quel prodotto che si struttura nel tempo e, proprio per questo, può modificarsi lentamente nel tentativo, spesso complesso e improbo, di trovare un adattamento tra le esigenze esterne (modelli e caratteristiche personali..) e le spinte innate (anima temperamentale e caratteriale ). Questa distinzione è una precisa definizione psicologica che molti colleghi, tra gli astrologi, professionisti o meno della dinamica astrale, non assumono nei loro modelli interpretativi confondendo, bene che vada, il significato col significante: persona e personalità divergendo indiscutibilmente tra loro e con la logica del temperamento o carattere. Sorge dunque spontanea una domanda credo, ovvero è bene averne un corretto chiarimento: perchè, sic stantibus rebus, nell’Astrologia Tradizionale, sostanzialmente, si dà tanta importanza al Segno Solare, se l’Ascendente al dunque sembra indicare aspetti così importanti e prioritari..? La risposta può essere abbastanza semplice e scontata: il Segno Solare indica il potenziale già acquisito dall’individuo, quella che si chiama energeticamente la sua “linea di minor resistenza”. Descrive cioè le qualità su cui si può fare affidamento per conseguire uno scopo specifico, ma non la natura di questo scopo. Lo scopo da perseguire nella propria esistenza, custodito nel profondo dell’anima, è invece rivelato dall’Ascendente come vedremo meglio più avanti, se di scopo si possa parlare..compiutamente. Ora vi chiedo, secondo la vostra conoscenza dei fatti, quante potranno essere però oggi le persone oggettivamente in grado di ascoltare la tenue voce della loro anima nel bel mezzo del frastuono della vita quotidiana..? Quanti sono coloro che, pur essendo perfettamente integrati nei normali ambiti sociali e lavorativi, possano realmente condurre una vita di servizio spirituale dedita ad una visione universale dell’umanità nella piena consapevolezza di essere guidati da profonda conoscenza o coscienza consapevole, da intuito illuminato e autentico amore disinteressato? Ne capiremo meglio i motivi quando approfondiremo l’ultima parte di questo articolo: la Sintesi tra logica astronomica e logica psicologica.

L’Astrologia, la mia astrologia (la QUALISTICA..), definita e definibile come Scienza degli Inizi, inevitabilmente, e non potrebbe essere altrimenti, ostenta nei suoi paradigmi, unica tra le cosiddette scienze, come la millenaria storia che la riguarda e i personaggi illustri che l’hanno scritta e descritta, la pregevole sintesi di questi valori, erroneamente incorporati come divisi tra loro, conosciuti genericamente e rappresentati come “scienze umane” e “scienze esatte” che la mirabile decriptazione astrologica, con il linguaggio che ne deriva, riunisce in un solo ed unico significato scientifico leggibile, consentendone una inequivocabile traduzione simbiotica del simbolo, come unica voce informante della realtà che ci circonda, chiaramente rappresentata dall’altrettanto antichissima Scuola Vedica: nessuno divida l’indivisibile.
Simbiosi Sole-Ascendente dunque che, come si sa, si ripete costantemente e sottolinea un evento che può chiaramente capitare in un Segno Zodiacale qualsiasi. Inoltre, dato che nello Zodiaco Tropico o Stagionale di cui noi ci occupiamo, ognuno dei dodici segni misura 30°, l’Ascendente può capitare, a sua volta, in uno dei 30 gradi del segno e contrassegna quell’unico punto, detto, appunto, non a caso Ascendente, che è la cuspide o linea che separa la casa XII^ dalla prima: mentre il Segno, o più esattamente il Segno Solare , è contrassegnato dalla presenza del Sole in quel dato segno, l’Ascendente, o più esattamente il Segno Ascendente è il Segno Zodiacale che al momento della nascita sta intercettando l’orizzonte orientale. Già che ci sono vorrei aggiungere una mia precisa idea sul calendario di cui disponiamo: mi piace sostenere che in realtà i segni zodiacali dovrebbero corrispondere aderentemente ai mesi dell’anno. Mi spiego: il fatto che il loro inizio non coincida con quello dei mesi è assolutamente occasionale e forse anche anacronistico, potrebbe essere un vero e proprio errore di costruzione del calendario. Errore che, come sappiamo, fu originato dalla soppressione di 10 giorni dal calendario giuliano (risalente all’anno 46 a.C.) a seguito dell’introduzione nel 1582 del calendario gregoriano tuttora in uso. A mio modo di vedere se si ripristinassero quei 10 giorni la dinamica mese-segno sarebbe infatti molto più logica e coerente: come dire cioè che il primo giorno dell’anno (l’1 Gennaio) coincidesse con l’inizio del segno del Capricorno e conseguentemente con il solstizio d’inverno. Ma apriti cielo solo a proporla una simile idea scatenerebbe chissà quale rivoluzione, anche se, proprio a dirla tutta, l’aggiustamento precedente, voluto da quel Papa, di fatto ha originato non poche confusioni e state pur certi che non sono state organizzate casualmente..ovvero per allineamento astronomico come ci viene fatto credere..: non credo affatto a questo sistema “primitivo”, peraltro fin troppo semplicistico, in considerazioni dei tantissimi moti universali da dover prendere in considerazione. La versione ufficiale conosciuta, sostanzialmente recita così: l’anno giuliano risultava 11 minuti e 14 secondi più lungo dell’anno solare. Questa differenza, accumulatasi nei secoli, fece sì che nel 1582 l’equinozio di primavera fosse in anticipo di dieci giorni, e, udite udite, questo è l’arcana motivazione, questa differenza causò, malauguratamente, lo spostamento delle feste religiose che non cadevano più nella stagione appropriata: che guio Magda direvve Verdone..!! Ci credete voi che questo fu il vero motivo..? Io no..!! Comunque per correggere questo “errore” e riportare l’equinozio di primavera al 21 marzo, come fissato nel 325 d.c. dal Primo Concilio di Nicea (un Concilio quello tutto da leggere nel mio stravolgente articolo astrologico pubblicato nel magazine “Alchimie” del mio sito www.ilnadir.com), il papa Gregorio XIII tolse per decreto dieci giorni dal calendario. Non contento, su consiglio di qualche matematico avveduto inoltre, per evitare futuri sfasamenti, egli istituì un calendario, noto appunto, come Calendario Gregoriano, in cui fu stabilito che fossero bisestili gli anni divisibili per quattro ad eccezione di quelli centenari non multipli di 400. Così il 1600 fu un anno bisestile, ma il 1700 e il 1800 furono anni comuni. Questa ulteriore specifica mi ha dato costantemente l’idea di un’ulteriore presa in giro: perdonerete la mia ignoranza..!! Ma invito tutti, come sempre, a riflettere su certe decisioni di certa Chiesa e di certi Papi che a prima vista possono sembrare adeguate e pertinenti ma a ben vedere poi nascondono ben altri accorgimenti che, avendo tempo, cercherò di proporvi in altra sede. 

La rappresentazione del grafico bidimensionale, quindi non coerente con la nostra realtà come minimo tridimensionale (a livelo rappresentativo..), ci far vedere il cerchio su cui si muovono i pianeti, ossia l’eclittica, proiettato nello spazio intorno all’individuo (alla Persona) di cui si è tracciato il grafico. L’eclittica interseca il piano terrestre su cui è situato l’individuo/persona, in corrispondenza di 4 punti: all’Ascendente (est) e al Discendente (ovest), ossia all’orizzonte orientale e occidentale del luogo dove egli si trova, ed in corrispondenza del MedioCielo (sud) e del FondoCielo (Nord), ossia in corrispondenza del punto superiore ed inferiore del meridiano passante per il luogo: VOGLIO SOTTOLINEARE CHE AL MEDIOCIELO C’E’ IL SUD E NON IL NORD..!!! QUEL’ASS E DEL MERIDIANO, VOGLIO INOLTRE RICORDARVI, NON CORRISPONDERE MINIMAMENTE, COME MOLTI CREDONO, ALL’ASSE ZENIT-NADIR CHE E’ DEFINITA DA ALTRA COORDINATA. Bisogna a tal ragione considerare con chiarezza che il modo in cui la Tradizione astrologica interpreta e definisce questi 4 punti o angoli NON CORRISPONDE alla reale struttura dello spazio di cui la persona è il centro: dobbiamo comprendere come l’Orizzonte dei conosciuti grafici Natali passi dal Centro della Terra, mentre l’Uomo, dovremmo capirlo, vive sempre in un punto della sua superficie: differenza sostanziale e non indifferente che è stata la valvola principale che ha consentito alle mie iniziali ricerche astrologiche di approfondire il significato decisivo dell’asse Zenit-Nadir, conferendo a quest’ultimo punto, il Nadir, la fase dominante della base dell’Uomo che, non per inutile vanto ma per una efficace informazione, unco astrologo in Italia, forse del mondo, ho descritto analiticamente nei temi, calcolandone con approssimazione logaritmico-matematica la posizione. Agli astrologi non interessa la Terra, nei temi natali essi studiano, vanno alla ricerca dell’Uomo-Persona che, dovrebbe essere chiaro, risulta indefinibile da quei grafici bidimensionali che vengono a tutt’oggi, analizzati, vorrei dire, incoerentemente (me compreso…, non potendo disporre di software adeguati che ne descrivano la reale configurazione tridimensionale..!!). In quell’Asse Zenit-Nadir, così decisiva, c’è l’Essere Umano che noi studiosi, appassionati di astri, tanto ricerchiamo perchè, come vedremo più avanti, l’Uomo può cambiare qualsiasi orizzonte ma l’asse che porta sempre con se è quella che lo infilza dalla testa-Zenit ai piedi-Nadir: motivo per il quale l’ho denominata skever, spiedino. Il Mediocielo non è lo Zenith reale, ma solo un punto dello Zodiaco. Pertanto se una Stella si trova sul grado del Mediocielo, in realtà la Stella non è in alto allo Zenit, così come avviene per il Fondocielo, che, come ho ampiamente scritto più volte in molti articoli del mio sito, non corrisponde al Nadir. Questa sfasatura è siatematica perchè, come ha ampiamento descritto, il grandissimo Rudhyar, l’astrologia tradizionale è centrata sulla Terra e non sulla persona: in ogni caso studiato si considera cioè la relazione Terra-Sole non uomo-Sole. Come si può comprendere non è la stessa cosa. Un’astrologia formata sulla persona, quella che analizzo nei miei studi cioè, si occupa della relazione incessante che sussiste tra l’Essere umano e l’Universo che lo circonda: si può parlare del suo preciso ambiente cosmico. Quando parlaimo chiaramente di relazione, in relazione alla mia astrologia qualistica adeguata sistematicamente sull’Uomo, ci riferiamo distintamente almeno a due fattori di riferimento: l’organismo umano individuale e l’ambiente cosmico attorno a lui. E’ allo studio cioè quell’attimo, l’Ascendente, in cui l’essere umano col suo Primo Respiro (sottolineo Primo: astrologia scienza degli Inizi) entra in relazione continua, in modo assolutamente autonomo, diretto ed organico, con l’Universo e, conseguentemente, con i corpi celesti roteanti attorno ad esso con orbite cicliche. Al contrario, essendo primario il concetto che regna la legge della reciprocità: nulla, sappiamo, nell’Universo è fisso; tutto si muove. tale moto sarebbe senza significato se non fosse osservabile, osservato e interpretato cioè, in relazione ad un individuo cosciente. L’astrologia che ne deriva possiede, come ogni scienza che si rispetti (vedi le costanti universali..), una sua struttura coerente di riferimento “relativamente stabile”: lo Zodiaco. Dice Rudhyar, ed è inutile, se non pleonastico, dire che confermo, che “questo Zodiaco, detto Siderale, può essere concepito in termini di Costellazioni -modelli cioè di Stelle Fisse che sembrano tali perchè in rapporto a noi esse sono percepibili come lentissime- o in termini di 12 divisioni dell’orbita terrestre, un’orbita la cui grandezza cambia, non di molto, attraverso lunghissimi periodi di tempo: lo Zodiaco Tropico. Entrambi questi hanno bisogno di avere una stabile struttura di riferimento: quella cioè centrata sulla persona”…Per capire cosa volesse dire Rudhyar per “struttura di riferimento”centrata sulla persona, dobbiamo comprendere come si pone astronomicamente l’Uomo al cospetto dell’universo. Bisogna una volta per tutte comprendere la disposizione dei termini che conosciamo come Orizzonte e come Meridiano presenti nel grafico dei nostri temi natali: cosa siano e cosa soprattutto rappresentano realmente, rappresentando in quell’incrocio la conseguenza diretta del momento ascendente. l’Orizzonte astrologico e astronomico è un cerchio che passa dal centro della Terra, come già detto, non sulla sua superficie, pertanto non si riferisce all’Orizzonte Reale quello visibile davanti ai nostri occhi, fosse di fronte al mare, come dentro una vallata o immersi in una città. Allo stesso modo il Meridiano del grafico natale è la poriezione “bidimensionale” di un grande cerchio perpendicolare all’Orizzzonte astronomico, passante per i punti Nord (Fondocielo) e Sud (Mediocielo). Ora a fronte di questa suddivisione, mi viene da dire provvisoria, in quanto bidimensionalizzata, le direzioni principali individuate sono solamante 4 essendo erroneamente associate Sud e Zenit da un verso e Nord e Nadir dall’altro che non sono assimilibili a quegli orientamenti. Le cose stanno messe in questo orientamento bidimensionalmente distorto perchè, e va compreso, ciò che i nostri Temi Natali considerano come principio fondamentale è il moto giornaliero apparente del Sole: lo Zodiaco si muove giornalmente insieme al Sole in quanto esso è la creazione del movimento del Sole, che significa poi in termini astronomici, l’orbita terrestre. Ma questa struttura bidimensionalizzata non corrisponde, come abbiamo compreso, alla realtà dell’essere umano, alla sua struttura di riferimento reale che invece è, come minimo, TRIDIMENSIONALE: infatti ai due Grandi Cerchi, descritti sopra, l’Orizzonte e il Meridiano, ne va aggiunto un terzo obbligatoriamente, il cosiddetto Primo Verticale. Cerchio questo che passa, ancora in dimensione appunto verticale come quella del Meridiano, perpendicolare all’Orizzonte attraversando il punto Est, tramite lo Zenit, e il punto Ovest, tramite il Nadir. Quindi i Cerchi di riferimento della struttura umana non sono due ma sono tre: l’Orizzonte, il Meridiano e il Primo Verticale dai quali non si scappa e non si capisce invece perchè l’astrologia tradizionale se ne dimentichi.., alimentando una profonda incongruenza tra la realtà astronomica e la pseudo-forma generelazzita sol moto del Sole, quasi a voler confondere gli orientamenti reali, utili alla chiarificazione previsionale ed interpretativa astrologica, dove l’Ascendente, punto centrale di questa corretta struttura, diviene il perno del moto astrologico bypassando il moto solare. Dobbiamo comprendere infatti che questi 3 Grandi Cerchi sono perpendicolari ad ogni altro punto nello spazio tridimensionale e le loro intersezioni determinano, non più i 4 punti fondamentali, ma bensì SEI: soono sei infatti i punti fondamentali della struttura: a livello del’Orizzonte si ottengono così l’Est, l’Ovest, il Nord e il Sud e al livello, diciamo verticale, lo Zenit e il Nadir. Queste sono in sintesi le SEI DIREZIONI DELLO SPAZIO TRIDIMENSIONALE: l’Est, l’Ovest, il Nord, il Sud, il Sopra e il Sotto che intersecandosi tra loro definiscono la profondità, mancante nella piattezza visiva della bidimensionalità. Questi Grandi Cerchi definiscono quindi, è bene saperlo, la reale struttura fondamentale dello spazio individuale. Questa è la base su cui bisognerebbe lavorare e non quella, sostanzialmente inefficace, su cui ci si muove da anni: sarebbe bene che,  data innanzitutto l’incompletezza dei software a disposizione, strumenti questi ormai indispensabili per gestire adeguatamente i complicati calcoli astronomici che si dovrebbero fare, se si creassero nuovi sistemi computeristici più aderenti alla realtà astronomico-astrologica di riferimento. Pertanto una Astrologia evoluta, se vuole rientrare, come è suo diritto, nelle Università passando per la porta principale, dovrebbe usare come sua struttura precisa d riferimento questa struttura geometrica tridimensionale, in quanto la nostra disciplina ormai è decisamente centrata, come diceva Rudhyar, sulla persona: la struttura tridimensionale cioè prodotta dalle intersezioni delle SEI DIREZIONI DELLO SPAZIO AL CENTRO DEL QUALE STA L’INDIVIDUO. Invece di un tema Natale si dovrebbe parlare di una Sfera Natale o di Nascita. Dovunque questo Uomo vada rimane sempre il centro di questo spazio. Ogni cosa peraltro che si muove nel cielo (Stelle, Sole, Pianeti, Comete ecc.ecc.) ha il suo posto dentro questa struttura spaziale: la posizione infatti di qualsiasi corpo celeste potrebbe essere tracciata e misurata con riferimento ad essa. Dobbiamo comprendere che quando un essere umano viaggia, si sposta, non so ad esempio, dall’Italia in America o da New York a San Francisco, ciò che egli vede, passando gradualmente all’orizzonte, cambia continuamente: ma il fatto che egli è al centro dell’Orizzonte rimane immutato. Colui che viaggia si porta dietro sempre il suo Orizzonte, scriveva opportunamente Rudhyar,e lo Zenit si trova sempre sopra la sua testa così come il nadir sotto i suoi piedi. Le Stelle, per capire meglio la dinamica celeste, vanno e vengono su quel punto dello Zenit; nessun corpo celeste infatti è “fisso”, ma lo Zenit è sempre alto nella stessa direzione. Se questo o quel Segno zodiacale sorga alle 21, scrive Rudhyar, e un altra si affaccia alle 2,00, non cambia il fatto che l’individuo in entrambe le ore fissa il suo sguardo al medesimo Orizzonte orientale, astrologicamente parlando, all’Ascendente. Ovviamente la persona, che per definizione è situata sempre al centro del luogo, a causa della luce del sole, di giorno non può vedere i pianeti che si trovano sulla sua testa, ma in questo caso, se fosse notte, potrebbe vedere la Luna, Venere, e, se dotato di buona vista, anche Giove e Saturno. Ovviamente di fronte all’Ascendente c’è il Discendente che è il momento (e il punto) in cui il Sole tramonta. Il Discendente separa la VI^ Casa dalla VII^Casa. E diciamo pure che se l’Ascendente corrisponde al punto orientale o est, il Discendente corrisponde al punto occidentale o ovest del luogo per il quale l’oroscopo viene calcolato.

Bisogna comprendere, pertanto, un bel “pochino”..di meccanica celeste e sapere che il Sole si muove in senso orario, apparentemente, e nelle 24 ore attraversa le 12 Case o Settori, impiegando due ore per ogni casa: ripeto il tutto avviene apparentemente..!! In realtà, il Sole,considerabile, a fronte del suo lentissimo e reale moto, pertinentemente alla stregua di una Stella Fissa, è sempre nello stesso segno e nello stesso grado in un dato giorno (aldilà del lentissimo moto precessionario..), ma è la Terra che invece si muove in senso antiorario: uno dei motivi sostanziali del primato della Terra, oscurata dalla potenza illuminante del Sole, all’interno del discorso astrologico, per quale è giusto che si prenda la corretta posizione nel grafico, proprio al posto del Sole. La Terra non solo è anch’essa un pianeta del sistema solare, ma è anche il luogo di nascita corrispondente ai due emisferi del tema natale, e perciò sarà bene considerarla coerentemente presente anch’essa nella successione planetaria, come dimostra la cosmologia astronomica. Infatti, è bene comprendere che poi al dunque, il grafico del tema natale rappresenta proprio il luogo di nascita. 

IL LUOGO DI NASCITA E LE SUE COORDINATE

L’asse MC-FC (Mediocielo-Fondocielo) corrisponde al Meridiano del luogo e perciò nel tema natale rappresenta la longitudine del luogo di nascita, mentre, ed è fondamentale comprenderne il senso, l’asse AS-DS (Ascendente-Discendente) corrisponde all’orizzonte del luogo e coincide con la sua latitudine. Quindi, ora sapete che le coordinate geografiche del luogo di nascita non scompaiono nel nulla ma coincidono, in quanto perfettamente rappresentati proprio dai due assi principali del tema natale! Nell’analisi oroscopica, nella sua valenza indagativa, non è rappresentata perciò soltanto la persona, come si crede, ma anche il luogo di nascita per quell’ora e quel giorno: questa particolare vibrazione è l’influsso, unico e privilegiato, subito da quel particolare luogo a quella data ora del giorno che si scarica sul nativo: per essere precisi questa vibrazione si scarica sull’emisfero destro del suo cervello: quindi dovrà risultare chiara la connessione imprescindibile tra il Luogo e l’Essere umano o meno che sia, animato o inanimato, perfettamente descritta dalla CROCE inscritta nel grafico tramite la struttura delle coordinate dell’Orizzonte e del Meridiano sempre presenti come punti inequivocabili di riferimento sia fisico che psichico (voglio di nuovo sottolineare..: stati questi mai scissi tra loro!) in ogni computo analitico. Dovremmo sapere, e la cosa non è proprio così accertata, che il grafico del nostro Tema Natale rappresenta, come detto più volte, realisticamente il nostro luogo di nascita: l’azione dei pianeti sui nativi si esercita indirettamente attraverso il luogo natale rappresentato dai due emisferi del tema natale, per tracciare il quale occorre la latitudine e la longitudine del luogo di nascita. C’è da scrivere, eccome, ancora di più sulla meccanica celeste ma in questo modo finsico per scrivere un libro, non un articolo, sulle problematiche dei calcoli e delle coordinate celesti, uscendo fuori tema, come spesso mi accade. Capiamo che in quei calcoli c’è una presenza: aleggia un senso profondo di verità ultradimensionale che non è circoscrivibile appunto in quei dati i quali, seppur definiscono un mondo, in realtà ne aprono un altro a voler comprendere bene le cose da tutte le prospettive e non solo da quella astronomico-cosmologica. C’è, come vedremo a breve, una componente altrettanto determinante, quella psicologico-spirituale che dovrà essere tradotta altrettanto per poter dare tutte le sembianze a questo punto, l’Ascendente, così misteriosamente indescrivibile del cielo di nascita. All’Ascendente, all’alba solare, all’Est astronomico c’è l’individualità incarnata di quell’Essere-Persona che vive al centro di quella struttura tridimensionale formata da sei (non quattro …) direzioni. Questa struttura partorisce astronomicamente una precisa dinamica ascendenziale che si esprime sull’essere umano tramite il preciso momento del primo respiro: questo è l’atto, assimilato astrologicamente al momento del Grado Ascendente, che definisce il primo attimo di un’esistenza individualizzata ovvero da individualizzare.. Nell’attimo del primo respiro una valvola del cuore si schiude, il sangue scorre nei polmoni, incrociando all’istante questi due ritmi vitali dell’organismo umano: il ritmo del sangue e il ritmo del respiro.L’Ascendente, simbolo del sorgere del Sole, in questo senso assume in se questa prima nascita come principio dell’Inizio: l’Inizio di tutti gli Inizi. La prima Casa di un tema Natale “inizia” con l’Ascendente: ogni esperienza, letta in questo senso, può essere e davvero è, un nuovo Inizio.L’Ascedente, sezione orientale dell’Orizzonte, quindi come vedremo, rappresenta la consapevolezza inuitiva e implicita di Se e della propria indivdualità: l’essere umano in questo punto trova la sua identità, vorrei dire, spirituale: questo è il punto dove, al contrario di ciò che si pensa normalmente, si sperimenta la presa di coscienza della propria diversità dagli altri: mai rappresentabile dalla finzione scenica della “maschera”..!! 

L’ASCENDENTE NELLA SUA VALUTAZIONE MAGGIORMENTE PSICOLOGICA 

Riprendiamo la logica dell’Ascendente tutt’altro che sempolice da descrivere e da far comprendere. Per capire a fondo, ed esaurientemente, quindi, cosa ci sia e cosa descriva di fisico e di psichico il punto Ascendente dobbiamo uscire dall’imbarazzante convinzione, se si vuole anche ingenua, che in quel punto, come ho provato a spiegare, ci sia il nostro carattere naturale: noi, erroneamente, ma al contempo quasi inevitabilmente, crediamo che quello che viene considerato “carattere” o temperamento corrisponda al nostro vero IO. Non ci rendiamo minimamente conto che con “carattere” si apre al collettivo e non all’individuale: in esso si addensano tutti i residui della società, del collettivo, appunto, della cultura, della genitorialità educativa ereditata, a cui, sia chiaro, senza dubbio apparteniamo, al punto che convintamente sosteniamo di essere fatti in un modo particolare (cosa ci posso fare se sono fatto in questo modo..? E’ la frase tipica di questa convinzione). Appartenenza caratteriale che non sottolinea l’individualità dell’essere ma la sua aderenza alla colettivizzazione: quindi indescrivibile dal segno ascendente che legge, come visto, la nostra individualità. Per meglio esprimermi la nostra capacità d’individualità.. Noi,capiamolo per bene, c’identifichiamo, in qualche modo erroneamente, con la nostra fissazione caratterologica fino al punto di essere convinti, chiaramente in buona fede, che quella forma strutturale corrisponda alla nostra identità e, errore ancor più grosso, se fosse possibile, che questa identità sia unica: se così fosse, cari amici, non esisterebbe la possibilità di descrivere, a priori, le linee fondamentali del nostro modo di agire, del nostro comportamento, del nostro mentalismo specifico, tutto ciò che si riferisce in noi al mondo esterno, collettivo in quanto l’identità, l’individualità non sono rappresentabili cumulativamente, essendo, per default, sostanza primaria di unicità inapplicabile per questo ai principi del collettivo..come lo è ivece il nostro carattere o temperaento. Grazie alla precisa formazione della sintassi astrologica si è perfettamente in grado di descrivere, come peraltro nessuna teoria della personalità (fosse freudiana, junghiana ecc.ecc.) sia minimamente in grado, neppur lontanamente, di analizzare (lo sappiano bene una volta per tutte gli psicologi, i psicoterapeuti ed anche i neo psico-astrologi, spesso improvvisati sia all’una che all’altra disciplina..), quel preciso significato dell’essenza individuale presente nel nostro punto Ascendente che, appunto per questo, non si può esaurire con quelle “deformi” definizioni, tutte di origine collettivizzante, che sottolineandone una natura impropria, ne deformano, appunto, il senso e il significato che invece aderisce, o davvero dovrebbe, al “divino”, alla firma divina correlata al principio del Verbo, il Logos-Essenza, che in quel punto, ne carattere, ne temperamento, ne maschera.., si “anima”..   

L’Astrologia, proprio attraverso l’Ascendente (eccone il senso principale e la via per comprenderne il significato profondo), può aiutarci, e davvero ci aiuta, a distinguere questa erronea e fuorviante visione dei fatti. La sostanziale differenza che esiste in psicologia tra EGO ed IO. Nell’Ego si descrive tutto ciò che rappresenta l’IDENTIFICAZIONE, che è, appunto, assolutamente interpretabile. Nell’IO, invece, si descrive tutto ciò che si afferma nel concetto d’INDIVIDUALITA’, per default, NON INTERPRETABILE..(sottolineo non interpretabile) perchè Unico e irripetibile: pertanto possiamo definire l’Ascendente come il principio di non-identificazione che mantiene la modalità Pensiero, il fare Pensiero (l’atto cioè del pensare) attiva e consapevole, tramite l’utilizzo della funzione intuitiva, unica forma-pensiero priva della pensata sensoriale attivata dall’economia del nostro ego, espresso, come sappiamo, agli antipodi della fecondità intuitiva. L’errore macroscopico di certa astrologia (non a caso definita astro-manzia), peraltro ancora persistente, consiste nell’aver cercato d’interpretare, per ignoranza o per incomprensione, l’individualità, l’unicità, omologandole, così banalmente ed erroneamente, alla dimensione della personalità: individualità e personalità divergendo (cfr. A. Sandrelli) chiaramente sia nel senso che nel significato in ogni dogma filosofico, psicologico ed astrologico, di cui consiglio una migliore conoscenza, anche tecnica se si vuole, sull’uso di certa terminologia che ha precisi leggi da rispettare: proprio come quando si parla di funzioni algebrico-logaritmiche o di robe simili a cui si da una specie di rispetto ..”anticipato” solo perchè sono connesse, appunto, agli aridi principi matemateci che acquistano valore scientifico, secondo il mio modo di vedere, aldilà del valore stesso, direi intrinseco, del loro meccanismo: vivono di una considerazione d’ufficialità aprioristica, aldilà della constatazione nella realtà dei fatti applicati. L’uso appropriato di certi termini e dei loro precisi significati in chiave psicoanalitica, quindi anche in quella astrologica susseguente, sono da comparare a certe dimensioni matematico-scientifiche, nel senso che hanno i propri significati e non quelli addotti, più o meno consapevolmente, dagli usi impropri del linguaggio interpretativo in chiave astrologica, approntato all’uopo, come si legge ormai un po’ ovunque, senza alcuna seria preparazione dell’argomento psicologico e psicoanalitico che, come qualsiasi forma matematica, sono da considerare scientifici altrettanto. In questo senso l’Astrologia, accomunata con troppa faciloneria alla psicologia, difetta di chiarezza scientifica collimando termini come nevrosi o psicosi come se fossero le stesse cose: non è così minimamente e chi sa la differenza sostanziale l’ha potuta comprendere analogicamente anche nel linguaggio astrologico differenziando quei termini sulla dinamica differente di alcuni pianeti assolutamente adeguati alle due funzioni psichiche suddette. Certa astrologia, difetta di chiarezza scientifica, accorpando temini di valutazione psicologica completamente differenti tra loro, come forme della stessa mania: uniformando nevrosi e psicosi, per evidenziare uno di tanti esempi possibili, sotto lo stesso tetto, quando lo psicologo professionista ne conosce la perfetta differenza che in astrologia si palesa, con chiarezza analogica, connettendo adeguatamente la nevrosi all’azione uraniana e la psicosi a quella nettuniana.

Quindi ecco il motivo per il quale, per certa astrologia astromante, si dovrà parlare  come al dunque è giusto che sia, prima o poi, di pressappochismo culturale, per rimanere eleganti..!! Inutile chiamare Jung, costantemente a testimone di eccellenza culturale in chiave astrologica se non se ne capisce lo schema (peggio se non lo si conosce…!!), direi non proprio così lineare allo sviluppo di certo discorso astrologico: parliamo sempre di certa forma d’astrologia chiaramente. L’astrologia, scriveva Jung nel 1928 al dr.Oswald, non è semplicemente una superstizione ma contiene certi dati di fatto psicologici (come anche la teosofia) che non sono di poca importanza. L’astrologia in verità non ha niente a che fare con gli astri, ma è la psicologia millenaria (5000 anni) dell’antichità e del medioevo. Scriveva, quindi, che l’Astrologia non avrebbe avuto nulla a che fare con gli astri: per cui sarà bene ricordarsi di questa piccola digressione, e soprattutto del suo significato, quando citiamo Jung come sostenitore tout court del discorso astrologico. Jung sosteneva in realtà che bisognasse approfondire le tematiche dei campi definiti ..”strani”..!! Così si esprimeva: “in tutti quei campi strani c’è qualcosa che vale la pena di conoscere e che oggigiorno il razionalismo velocemente ha messo da parte. Questo “qualcosa” è la psicologia proiettata…! Secondo il Maestro svizzero, l’astrologia nasce quindi nella psiche umana e viene oggettivata sulla volta celeste mediante il meccanismo della proiezione: questo è il senso, perlomeno ufficiale che ne ha dato..non aderendo pertanto all’idea tutta astrologica del determinismo astrale ma ribaltandone la proprietà. Nel corso del famoso seminario “Visioni” (protrattosi dal 1930 al 1934) Jung, evidentemente sentendosi libero di manifestare in modo informale il proprio pensiero, si rivolge ai suoi allievi come segue: ..”È come se l’anima umana fosse costituita di qualità provenienti dalle stelle; sembra che le stelle abbiano delle qualità che s’inseriscono bene nella nostra psicologia. Ciò accade in ragione del fatto che, originariamente, l’astrologia era una proiezione sulle stelle della psicologia umana inconscia. In ciò vi è una conoscenza stupefacente, che consciamente non possediamo, del funzionamento inconscio che appare in primo luogo nelle stelle più remote, le stelle delle costellazioni zodiacali”…Ecco l’autentico modo di pensare astrologia di Jung che, almeno agli inizi, non conferma la forma della dinamica astrologica, intesa come azione simbiotica uomo-cielo e cielo-uomo, ma, da bravo psicoanalista dell’inconscio qual’è, ne usa i parametri a suo piacimento, coagulando le materie in essere, assemblandole in un bel minestrone psicologico, dove il termine astrologia si contempla solo con la parola “stelle”. Andando avanti con gli anni concede qualcosa in più al significato dell’astrologia in quanto tale, non subordinandola più alla sua psicoanalisi, ma presentandolo, come dire, alla pari con essa, nonostante il peso culturale e politico di certe ulteriori affermazioni. …”Probabilmente, affermò Jung, allargando i lacci della visione scientifica, dunque, esiste qualche collegamento, nell’inconscio dell’uomo, con –si potrebbe dire– l’universo. Notare quel …“si potrebbe dire” non a caso virgolettato..! Ci deve essere qualcosa nell’uomo che è universale; in caso contrario egli non avrebbe potuto fare una proiezione simile, non potrebbe leggere sé stesso nelle costellazioni più remote. Non si può proiettare qualcosa che non si possiede; qualsiasi cosa si proietti in qualcun altro è dentro di sé, si trattasse pure del diavolo stesso. Il fatto che proiettiamo qualcosa sulle stelle significa quindi che possediamo qualcosa che appartiene anche alle stelle. Facciamo veramente parte dell’universo…Giacché si fa parte del cosmo, qualsiasi cosa si faccia dovrebbe essere in armonia con le leggi del cosmo stesso. Tutto scritto al condizionale s’intende.., ma sempre di apertura all’astrologia, come l’astrologia si debba realmente intendere, si tratta. C’è un’apertura, vorrei dire, una forma di neo psicoastrologia, maturata ad uso e consumo del primato delle sue idee: ricordate bene che Jung pensa ai fatti propri da bravo leone qual’è..! A tal proposito, dato che ci siamo, e molto ancora potrei dirvi, ma come al solito rischio il “fuori tema”, tale concetto del chiaro primato della psicologia si trovava in un Saggio (1931) in cui, en passant, Jung affermava testualmente che “Così si spiegano le influenze stellari sostenute dagli astrologi; esse non sono altro che percezioni introspettive incoscienti dell’attività dell’inconscio collettivo.” (La struttura della psiche). ..”Esse non sono altro che.”..: questi erano i termini di chi aveva in realtà compreso la possanza dell’anima astrale ma doveva tenerla in subordine alle dinamiche psicologiche. Per cui va bene Jung ma cerchiamo di capirne al meglio l’intenzione..quando lo chiamiamo a testimone puro della sintassi astrologica: Jung e la sua psicologia, capiamolo, chiama l’Uomo a primato del suo cielo; l’Astrologia chiama il Cielo a primato dell’Uomo e, non è poca questio, questa sostanziale differenziazione che dovrà, prima o poi, essere compresa adeguatamente, come anche tutto lo schema dell’Archetipo e del suo reale significato, ancora troppo oscurato, quindi incompreso, nelle scritture assordanti di certa astrologia massificata, usata solo per aggredire gli schemi di cui non si posseggono i significati. Accettare un primato dell’Astrologia, ieri come oggi, è cosa impensabile nonostante l’eloquenza della nostra disciplina, nata prima di tutte: del resto, come diceva Barillà, ed è facile confermarne il pensiero, si sa bene, con quanto penoso imbarazzo gli astronomi a tutt’oggi spiegano la passione per l’astrologia da parte di Copernico, Keplero e Galileo, motivandola, quasi fosse una scusante accettabile, con loro presunte pressanti necessità economiche. Quindi, se non si è compresa questa sottile ma precisa sottolineatura della teoria junghiana, non proprio tesa alla dimostrazione scientifica dell’Astrologia, tenuta sempre attentamente in posizione subordinata alla materia psicologica, a maggior ragione si può capire come si sia alimentata una chiara confusione nella complessa significanza dell’Ascendente, dove, come la confusa terminologia psicologica tra nevrosi e psicosi, si è creato un analogo problema identificartivo nella confusione che sussiste tra il significato dell’IDENTIFICAZIONE e quello dell’INDIVIDUALITA’: sono stati considerati infatti, erroneamente come concetti simili tra loro, quindi fonte di un falso presupposto per essere compresi entrambi dal significato dell’Ascendente, (non capendo, ed è la cosa peggiore, che si tratta di due principi opposti tra loro, agenti schemi psicologici diversi, come abbiamo visto: uno traducibile; l’altro intraducibile), che in realtà ne significa in quel punto solo uno dei due: l’Individualità..!! Questa confusione, se si vuole è il vero peccato originale dell’orientamento astrologico di base, in qualche maniera anche comprensibile se ci riferiamo agli albori dell’oroscopia, quando cioè gli esseri umani possedevano di certo una coscienza più collettiva: ma di fatto inaccettabile al giorno d’oggi, dove il collettivismo in chiave astrologica è stato superato da un pezzo. Una cultura fondata su nozioni, su forme di erudizione preconfezionate, non è una cultura preparata da idee individuali, ma da orientamenti collettiveggianti. Maturare una vera e autentica individualità ed indipendenza di pensiero è concepibile soltanto nell’ambito di quelle esperienze fatte in prima persona: il resto è opinione, opinione che potrebbe anche essere giusta s’intende, ma solo dopo un preciso riscontro oggettivo..! Noi, cari amici, in prevalenza adoperiamo schemi, codici, paradigmi, strutture ai quali aderiamo più per “fede” che non per autentica conoscenza diretta..!! Come dire che quello che sappiamo, è frutto di conoscenza collettiva non individuale.Tramite l’Ascendente e la sua singolarità sintattica noi possiamo accedere a certe dimensioni altrimenti inaccessibili. Quindi forse ora si può cominciare a comprendere finalmente di che lacriime grondi e di che sangue.., il senso profondo e il significato di questo elemento astrologico di fondamentale importanza, se lo svincoliamo, come è giusto, da tutte quelle sovrastrutture che ne hanno condizionato da sempre la spiegazione legittima. L’Ascendente è la vera sterzata, il punto di svolta, il perno decisivo da considerare nella pratica oroscopica professionale: capiamolo bene una volta per tutte. Nulla a che vedere con il Sole (Terra..), anche se si volessero praticare quei deformi paragoni di ordine calcistico come quelli che dicono chi è il più forte o il più importante tra questo o quell’altro Segno Zodiacale, tra un Pianeta personale o quello extraperosonale..!! Affiorato nella coscienza umana, così si può comprenderne la reale potenzialità astrologica, in un periodo che corrisponde all’Alfa e all’Omega, inizio e fine del tempo -il compimento del grande ciclo precessionale dell’asse terrestre di circa 26.000 anni- a giusto titolo l’Ascendente può essere considerato il simbolo umano per eccellenza. In esso esiste, senza soluzione di continuità, ed è bene comprenderne il senso profondo, la sintomatologica capacità di accedere alla dimensione dell’Identità ovvero la piena liberazione da ogni credenza identificatoria immessa da certa oroscopia ignorante e invalidante: Identità e Identificazione divergendo..! Termini questi che non possono essere separati in se, senza comprenderne la dinamica in quanto, pur aderendo allo stesso concetto non sono la stessa cosa: la differenza tra le due è la stessa che corre tra il “CHE” oggettivo, fisico, fiscale direi. di un individuo e il CHI di una persona, la sua realtà più profonda. Per comprendere la precisa e sostanziale differenza dei termini in questione la cosa migliore è l’esempio del doganiere. Quando all’aeroporto ci viene chiesto di mostrare la nostra carta d’identità, potremmo molto chiaramente dissentire, per un tipico gioco di parole, in quanto tutt’al più noi potremmo mostrare la nostra carta d’identificazione, in quanto l’identità, nessuna identità  può essere attestata da nessuna “carta”. Non so se l’ufficiale dell’aeroporto abbia capito la differenza e, per dirla tutta,  non posso garantirvi che l’evento sia veramente successo, ma l’esempio si rivela efficace e spiega in poche parole la precisa distinzione tra i due significati: identificazione e identità. La prima o Identificazioone de-finisce, la seconda o Identità schiude all’in-finito. Partendo da questo esempio risulta chiaro anche nel semplice che i dati anagrafici non svelano tutto il mistero di una persona, ma d’altra parte si possono considerare come passaggi inevitabili per iniziare a conoscerla o no? Identificazione non è Identità sia chiaro. L’identificazione, posta al Meridiano, consiste nel situare “l’essere-altro” all’interno di un sistema di coordinate specifiche di riferimento che ne definiscano la realizzazione o meno della propria capacità strutturale in relazione ai paradigmi proposti dalla propria cultura: la persona che dovremmo diventare nel sociale. Quello per cui erroneamente ci definiamo essere il lavoro che facciamo: c’identifichiamo in quel lavoro che non è la nostra identità, espressa chiaramente appunto dal grado specifico dell’asse dell’Orizzone, Ascendente-Discendente, così da evitare confusione con qualsiasi altro ipotetico significato: ogni Essere è così univocamente definito e definibile, senza la coercizione però identificativa, ma solo con il principio d’Identità vera e unica nosta Imago Animae. Tale identificazione non lascia alcun dubbio, davvero dovrebbe, su cosa e su chi stiamo parlando: come purtroppo, molto ingenuamente, molti studiosi, nei vari campi dell’essere, sono convinti di credere, confondendo inequivocabilmente il significato dei termini..o non capendone la radice. Ma, se ci si riflettesse bene, anche riferendomi alle persone comuni, potremmo realmente e concretamente, essere convinti di essere riusciti a raggiungere l’identità di quell’individuo..nel solo processo identificativo.? Siamo giunti a conoscerlo realmente, siamo penetrati nella sua intimità personale, la sua autocoscienza, in ciò che egli veramente pensa di se stesso, in ciò che realmente è..? Se, invece di accontentarvi di “guardare” applicaste quel meccanismo eccelso di cui tutti noi disponiamo, il VEDERE, si capirebbe al volo la sostanza in gioco in quel tipo di giudizio..!! Per avvicinarci all’Identità, dobbiamo ricorrere ad un altro tipo di approccio che va al di sopra e al di là di quello identificativo: occorre cioè una conoscenza impregnata di amore istintuale, un’energia realmente intuitiva, altrimenti tocchiamo solo il “Che cosa” e non il “Chi” della persona. Proprio la condizione di vera informazione che sussiste sul concetto dell’Ascendente, dove, capiamolo bene, non si manifesta il Che cosa, come invece certa astrologia sembra credere, ma “albeggia” il Chi, è proprio il caso di dire, rappresentando l’orizzonte orientale di nascita, di qualsiasi nascita; essenza prima della capacità intuitiva presente unicamente nell’Identità-Ascendente. Può venire in aiuto, data l’importanza, non solo lessicale, dell’argomento sia in campo psicologico che in quello astrologico, la lettura teologica sulla figura di Gesù il Cristo. La distinzione tra identità e identificazione infatti assume particolare rilevanza nella conoscenza teologico-religiosa quando si parla del problema determinante nella visione Cristologica al rigurado specifico della relazione tra Cristo e Gesù: l’Identità di Cristo non ne è l’identificazione..! Comprendo la difficoltà ma tant’è. Il Verbo-Logos nasce all’Ascendente pertanto la correlazione alla natura trascendente ed umana al contempo del Cristo è molto aderente come spiegazione, anche se può risultare simbolicamente complessa per tradurne l’altissimo significato. Nell’esegesi cristologico-teologica Gesù è Cristo, ma Cristo non può essere identificato completamente con Gesù. Ciò ha a che vedere con il profondo concetto cristico applicato alla conoscenza simbolica: “Gesù è il simbolo di Cristo”. Per comprendere questo complesso, a prima vista, gioco di parole, dire che Gesù è il simbolo di Cristo non contraddice l’affermazione dogmatica che Gesù “è il Cristo”, mentre non si può affermare il contrario, “il Cristo è Gesù”, in quanto Cristo non può essere ristretto alla figura storica di Gesù di Nazareth, anche se si manifesta in essa. Appunto, come sopra specificato: “l’Identità di Cristo non ne è l’Identificazione”. Per questa sostanziale differenza si potrebbe spiegare, a ben rifletterci e davvero lo farebbe, la reticenza di Gesù al momento di rivelare la sua identità. Chiunque abbia esperienza dell’insondabile abisso dell’”io”, proverà il bisogno di mantenere velata la propria identità, di rivelarla solo alle persone amate: il concetto dell’esoterismo più puro compreso all’Ascendente, dove nasce appunto quell’insondabile abisso dell’Io e non quella forma  d’analfabetismo astromantico, riferito alla limitata persona-maschera che certa astromanzia continua a rappresentare in quel grado nascente: identificazione e identità divergendo..!! Gesù, lo sappiamo, non risponderà né a Erode né a Pilato..! Ecco quindi che “per conoscere l’identità di Gesù di Nazareth è necessario …”incontrarlo di persona”.., così come per conoscere l’identità di un individuo, la si deve sondare all’Ascendente: il posto dove si uniscono il finito e l’infinito dell’Alfa e l’Omega, autentica casa del logos, principio di razionalità universale, legge di armonia e insieme principio dinamico del divenire, che si palesa appunto all’Ascendente. Motivo per il quale il vero lavoro da compiere nell’analisi della carta celeste sarà quello orientativamente rivolto alla precisa DIS-IDENTIFCAZIONE dai principi collettivi ai quali, senza alcun dubbio, ogni essere umano è regolamente sottoposto: ecco cosa intendo, ecco il senso di quando parlo della nostra necessaria crescita consapevole..! Crescita che va collegata inesorabilmente al necessario momento disidentificatorio, al disinnesco cioè dei “microchip planetari” (la nostra configurazione planetaria..) a cui siamo soggiacenti sin dalla nascita, una volta che ne fossimo venuti a perfetta conoscenza dello schema in essi rappresentato. Sappiamo infatti come un pianeta congiunto all’Ascendente, qualsiasi pianeta, saprà condizionarci, financo ossessionarci fintanto che lo vivremo come nostra verità e non come un contingente, supposto talento. Essere Unici, interpretando l’Ascendente, significa realmente svuotarsi completamente di ogni eterogeneità, non aderire ne servire più nessun talemto particolare che, come si sa, finisce per legarci, come di fatto avviene, sentimentalisticamente e utilitaristicamente alla chiusa tridimensionalità dello spazio-tempo: vera prigione dell’Io. Non a caso, in relazione a questo preciso compito del superamento della coscienza tridimensionale, abbiamo a nostra disposizione i cosiddetti pianeti transpersonali (Urano, Nettuno e Plutone) in quanto, parlando proprio di psicologia astrologica, stavolta propriamente però, essi rappresentano l’evolversi della coscienza umana che dovrà passare dal livello tridimensionale, sensoriale dell’Ego, a quello, diciamo quadridimensionale o, meglio ancora, n-dimensionale, connesso al pensiero intuitivo (meglio controintuitivo..). Identificazione e Identità, dicevo, esprimono due qualità di forme-pensiero: la prima egoica; la seconda individuale. I due pianeti che ne segnano i confini interpretativi, rappresentandone il simbolismo perfetto sono Saturno nella prima e Urano nella seconda. L’Ascendente, che fino ad oggi è stato unicamente pensato come cuspide della prima casa, comprende in se una rivoluzione concettuale determinante: infatti come espressione dell’incarnazione nel divenire esso risulta acriticamente circoscritto nella coscienza saturnia-sensoriale egoica, scissa per default in un dualismo irrisolvibile; mentre rappresenta il punto stesso del divenire nel quale è possibile una vera reintegrazione, unica trasformazione possibile, in quanto realmente cosciente del Se, del logos solare con l’Io. Il punto unico dove si spiega come Gesù possa essere il Cristo, ma non il contrario..! Nel primo caso funziona, come tradizione vuole, il pianeta maestro dell’Ascendente; nel secondo caso crolla il determinismo in cui siamo immersi, perchè l’Io, espresso in quel punto e solo in quel punto ascendente, diviene il vero Signore del karma inteso come il frutto delle azioni compiute da ogni essere vivente.

INDIVISIBILITA’ DELLO SCHEMA: FUSIONE SINTETICA DEGLI ELEMENTI ASTRONOMICI E PSICOLOGICI

La chiave dell’indivisibilità degli schemi, altrimenti scissi, sta nell’uso corretto del simbolismo correlato alla costante realtà manifestativa della Vita che si esprime sistematicamente in operazioni formate da una triplice sostanza: Tesi, Antitesi e Sintesi ovvero Azione, Reazione e il risultato di entrambe. Simbolo così generato, che, grazie alla concreta capacità di agire la forza dell’ANALOGIA, vero elemento fondante della disciplina astrologica, consente una completa ed unica visione panoramica della nostra realtà, mai scindibile tra le parti, ma sempre frutto di una coinvolgente simbiosi: vera anima delle scienze tutte mai isolabili tra loro. L’Astrologia Qualistica afferma e conferma questa capacità unica di Sintesi scientifica del dialogo astrologico dove, unica tra le cosidette scienze, le due anime mai si possono separare, non consentendo altrimenti il celeste “miracolo” dell’indivisibilità del corpo dalla mente, dell’Ego dall’IO, del bianco dal nero, della materia dalla trascendenza, essendo in essere nelle sue proprietà originarie questa precisa simbiosi dei simboli, di tutti i simboli connaturabili in quei semi-momento, in quelle molteplici ed inesauribili Forme-Prime, gli INIZI appunto, che ne rappresentano i mattoni costituenti l’interezza della struttura ideologico-filosofica espressa nel dinamismo dei punti sorgenti del grafico natale. Nella carta del cielo quindi, dice Renè Alleau, e ne convengo, l’Ascendente, capiamolo, è il SIMBOLO PER ECCELLENZA, testimone, appunto, primario dell’alleanza tra il Cielo e l’Uomo, orizzonte geografico ed esistenziale tra il finito e l’infinito: tra l’EGO e l’IO. Tra Scienza e Coscienza. Penetrare nel mondo dei simboli e nei loro simbolismi, in questo aggiungo così anche l’IC e l’ICP o Incipit Cosmologici, del cui significato vedremo nella seconda parte di questo articolo, sta a significare quel precso tentativo simbiotico, unificante la visione astronomica e quella psicologica, di provare a percepire delle vibrazioni armoniche e, in un certo senso, individuare una “musica dell’Universo”: non serve solo la forza espressiva della capacità intuitiva (oggi, con le sovrastrutture che ci stanno imponendo, sarebbe bene parlare di “applicazione controintuitiva”, essendo il semplice intuito ormai infarcito di comportamenti devianti la vera naturalità della risposta mentale, direi, vergine…: ternmine questo da intendersi chiaramente non in chiave astrologica..) ma bisogna utilizzare, se se ne dispone, anche quel senso innato riferentesi alla struttura analogica: ricordate che esiste anche un “orecchio simbolico” a nostra disposizione, proprio come esiste, e lo conosciamo meglio, un orecchio musicale, parzialmente se non totalmente, indipendente dal grado di evoluzione culturale degli individui che lo esprimono tout court, anche senza particolari metodi di studio o di allenamento: insomma è legittimo parlare di vera e propria dote innata. In effetti, se fate attenzione, la cosa che contraddistingue una coscienza collettiva, da quella individuale è proprio la capacità di lettura e di orientamento nella dimensione simbolica..: non è un caso che l’analisi del profondo, la psicoanalisi, tramite la lettura del congegno onirico, dell’associazione d’idee, di immagini nascoste, consiste sostanzialmente in un addestramento alla creatività simbolica che si applica, e davvero lo richiede a maggior ragione, tramite una costante pressione vibrazionale, in perfetta risonanza con le viscere più profonde del dinamismo planetario, del campo astrologico: come l’individuale inizia dove termina il collettivo, si può dire che, così la cosiddetta psicologia-astrologica o astro-psicologia inizia dove finiscono l’astrologia e la psicologia collettive.., trasmesse pateticamente in quelle istruzioni per gli acquisti, direbbe un famoso anchorman televisivo, a tutt’oggi imperanti, vendute come pacchetti d’onda” al popolo, con programmi devianti, connessi inderogabilmente ai capitolati d’uso, uguali per tutti, dove la nostra individualità di cura e di guarigione, a qualsiasi livello di applicazione medica si parli, annega nel pressapochismo scientifico delle forzature politiche operate dalle lobby della salute, dalle case farmaceutiche, che con false capacità di soluzione (non a caso i vademecum dei medicinali si chiamano popolarmente “bugiardini”…!!), semmai utili solo al breve appannamento del sintomo, propongono cure miracolose, mai individuali, ma sempre e solo collettivizzanti dove la persona, il singolo, muore disperso tra le iniezioni, le pillole, le trasfusioni, gli eco-doppler, le Tac e le tecniche terapeutiche tutte applicabili a tutti indistintamente..!! L’Identità scompare, comunque si smorza nel pieno caos della prolificante soluzione curativa di massa. Collettivo, non sta a significare dispregiativamente parlando un termine negativo a prioristicamente: esso esiste in ogni sapere che venga derivato da un autore esterno, da un insegnamento, da un codice, da un paradigma. Questo assunto non vuol dire, badate bene, che siano aprioristicamente, intrinsecamante consigli o messaggi sbagliati in quanto tali, ma diventano deleteri perchè sono messaggi solo-ricevuti, usati come pensiero pensato, ricordato, quantificato da altri: la cosiddetta tradizione culturale o la fatidica versione ufficiale di qualsiasi cosa..sappia di scienza, è, o davvero lo diventa, un preciso limite alla condizione del libero pensiero, della libertà intrinseca dell’analisi e degli studi, proprio perchè ne teme l’originalità, valutandola, bene che vada, come eccentricità, sovversione pericolosa per l’ordine costituito: lo statu quo. In questo senso, l’attuale astrologia oroscopica confacente al dogma della tradizione, manca quella capacità d’intuire l’organizzazione gerarchica del Logos: questo è l’impulso più efficace da perseguire se si vuole aderire alla sprovincializzazione dell’idea collettiva nell’immaginifico regno dell’individualità indipendente, dove solo attraverso il sistema analogico, il pensiero riacquista quella capacità di visone intuitiva a cui era certamente preposto, ormai oscurata dalla percezione sensoriale che, come normalemnte avviene, s’irrigidisce nella razionalità più ferrea, decadendo nel dualismo nel quale siamo immersi. L’Analogia e il suo uso ci mettono, unico tramite, in contatto diretto con la centralità del Logos, della sua creatività, appunto, ana-logica: intuiamo cioè, senza ulteriori mezzi, il ritmo occulto delle forme, che sono contenitori di idee originali e non traslate dal tempo..Da troppo tempo, infatti, la nostra lettura soggettiva del mondo viene concepita come oggettiva: una lettura basata sulla soggettività è una lettura basata sul sentimento, sul preciso bisogno soggettivo che le cose siano come a noi, naturalmente, piace, che noi crediamo essere vere, oggetive cioè…! Un po’ quello che si crede di essere, e non si è, rappresentando erroneamente l’Ascendente come una possibile maschera che assolutamente non è: l’Ascendente, capiamolo una volta per tutte, non copre la nostra personalità, con nessuna maschera, semmai ne definisce appiena l’identità.., dis-identificandosi: motivo principe della fusione degli schemi, astrofisici (ipotesi oggettiva) e psicologici (ipotesi soggettiva), letti e analizzati troppo spesso come divisi, come separati. Questa tipica costruzione della realtà, su base espressamente “soggettivizzante”, come quella che siamo soliti attivare, prevede quei rapporti di dipendenza umana connessi al “branco”, a quelli conosciuti come “anima di gruppo”. Nella dinamica dell”Ascendente insiste la scelta di passare da quell’ “anima di gruppo” all’anima cosciente individuale: scelta, e si può ben comprendere, che risulta, e davero lo è, anche un rischio per dirla come, il mai troppo stimato psicoterapeuta, A. Sandrelli, almeno per quello che mi riguarda. Il rischio cioè, dice Sandrelli, e ne confermo in pieno il significato, di perdere la propria sicurezza con tutto ciò che ci è abituale, l’abito appunto, la maschera (in questo senso..e non nel significato espresso dalla tradizione Classica): l’espressione della polarità Luna-Saturno che reprime e spaventa la linearità individuale-oggettiva del volto uraniano posto nel dinamismo ascendenziale. L’analisi di un tema deve agire questa indipendenza, questa libertà psico-astrale dalla connatazione irretente, anche sentimentalmente, della lettura soggettivistica , quindi egoica: tutta la scienza dell’Uomo collettivo non può che essere contro la Natura per il suo espresso bisogno di dominio, ingenuo e distruttivo, effettuato dentro la Natura. La carta del cielo è una macchina simbolica che va trasformata in pensiero vivente: il tema è vivo, come scrivo da sempre nelle mie analisi astrologiche, e lo è ancora di più se consente questa primaria trasformazione dalla pressione collettivizzante all’indipendenza dell’individualità dell’Io, espressa nel simbolo del grado, minuto, secondo del momento-periodo Ascendente. Infatti risulta chiaro che anche nell’analisi “tecnica” del grado Ascendente in senso astronomico c’è, come abbiamo certamente compreso, la precisa corrispondenza al grado dell’eclittica che sorge all’orizzonte orientale: definizione astrale che dovrebbe, e davvero lo comprende (certamente perlomeno agli occhi dei buoni detectitive), di per sé, bastare a darci un’idea del suo superiore significato, a livello simbolico, nella lettura della carta natale. Procedendo per Analogia (logica traduttiva del simbolo, lo voglio ancora sottolineare, imprescindibile se si vuole parlare coerentemente di astrologia e di uso della tecnica astrologica, proprio per dimostrare l’alto grado di fusione, di compenetrazione significativa tra le parti in oggetto, solo esteriormente differenti: la lettura analogica consente il miracolo di riunire ciò che è diviso!!), il grado di cielo, infatti, che sorge ad est in un determinato momento (nel nostro caso il momento della nascita) a livello simbolico (o “sincronico” in senso Junghiano) rappresenta ciò che “emerge dall’oscurità” in quel preciso istante, ciò che era al di sotto del livello della nostra coscienza e che adesso viene portato alla luce.

Ecco la modalità espressiva di come avviene la Sintesi, la risposta terza, alle due energie, solo erroneamente separate: il Numero e la Psiche mai essendo divisi nel loro moto incessante. Questa qualità, al momento della nascita, è però ancora embrionale e deve essere sviluppata, come si può comprendere. E’ questa la precisa versatilità intuitiva, di quello che chiamo “Processo Ascendente”, in evidenza solo negli individui spiritualmente orientati, esso costituirà il proposito dell’Essenza a rendersi coscientemente consapevolizzata, in tutti gli altri, e sono, come si può facilmente immaginare, i più, invece tende ad indicare ciò che di sé il soggetto mostra, non tanto al mondo (la maschera..), come ci viene erroneamente sottolineato, ma proprio a se stesso, alla sue sensazioni, agganciato com’è alla propria visione egoica. L’Essenza nasce e si esprime nell’identità ascendenziale, raramente però si sviluppa nel mondo, a meno che non abbia una particolare forza alla nascita che il grafico astrale saprebbe riconoscere dal modello planetario in essere appunto. Per lo più, si può dire che per mezzo delle influenze, gli esempi esterni, i parenti, i genitori, la scuola, la religione, il sistema socio-economico-culturale, quel seme di nascita realizza una forma-persona che tenderà a rimanere imprigionata, per tutta la durata del suo soggiorno su questa terra, nelle questioni di tutti i giorni, schiacciata in una ossessiva quotidianità che la porterà a “scegliere” la morte fisica (vedi processo biologico-sensato) come soluzione finale di tutte le sue pene. E’ una “scelta”, appunto, inconscia, non gestita consapevolmente: si avvelena giorno dopo giorno, rendendo il proprio corpo, quel “tempio” di cui si parla nelle sacre scritture, un luogo insano dove vivere, attraverso il saliscendi delle emozioni positive o negative in continua alternanza tra loro: poco importa, si direbbe, dato che indugiare nel “bene” di oggi lo trasforma nel “male” di domani. Bene o male, capiamolo, sono parametri fittizi di una realtà tutta mentale, intellettuale se si vuole, che viene sostenuta dalla percezione stessa delle sensazioni fisiche di ritorno dal corpo (Il Sole e la nostra configurazione planetaria). L’esperienza delle “emozioni” nella giusta accezione accessibile e cioè come risposte fisiche del corpo al come si pensa, alimentano a loro volta il dialogo che le ha generate: la risposta solare all’ascendente. Come confondiamo Identità, da Identificazione tendiamo, inevitabilmente, a confondere il sentimento con le emozioni, ma, sarà bene rendersi conto che sono due cose ben distinte tra loro nei significati che li generano: il sentimento (logica Solare-saturnina) genera le emozioni (logica lunare-venerea), esse sono risposte e dipendono dal giudizio, dalla interpretazione, dal come valutiamo le circostanze e le persone. Bene e male, sono dualismi, sono le estremità di un pendolo irreale non compensato e viziato dalla visione soggettiva che interpreta tutto ciò che ci accade alla luce di un sistema di credenze e della personalissima idea di sé collettivizzata. La sofferenza è causata dall’ignoranza: l’incapacità di slacciarsi dall’ipnosi solare per aderire a quella ascendenziale, unico cammino percorribile per la salvezza della nostra Essenza individuale. La conoscenza porta armonia e libertà, illumina l’essenza e la rende cosciente, ecco perché Gesù, il Cristo, diceva “la verità vi renderà liberi” trasformandosi in Verbo: proprio quello che accade, se accade, all’Ascendente. La “Coscienza”, di cui troppo spesso si parla insensatamente, non è descrivibile ed il suo parto è la consapevolezza, il Verbo o punto Ascendente, compie, davvero lo fa, questo immaginifico “miracolo”. L’Ascendente è un principio, un principio eterno, una forza viva, i maestri che lo hanno saputo incarnare, pochi peraltro, sono considerabili alla stessa stregua dei Buddha viventi, se mi si consente l’accostamento Il Verbo-Ascendente è una Forza che rende l’Essenza cosciente di Sé: è impersonale, non è un individuo in realtà, ma qualcosa che emerge quando maturi, quando è arrivato il tuo momento, il tuo tempo, inteso come kairos, “cairologico”, il momento giusto, l’unico momento che diverrà il seme di quell’esenza ancora imatura.. Forza dell’Essenza che può essere evocata, cercata e questo è parte della nostra capacità di maturazione, non può essere assunta per desiderio, come il significato insulso e inerme di “persona” prevederebbe, ma emerge spontanea in uomini e donne, qualcuno direbbe, di buona volontà. Il Cristo-Verbo, transustanziato al punto Ascendente, atteso, proprio come il messia, per molti secoli dalla lettura astrologica inizialmente solo collettiva riferentesi ai Re, ai Faraoni, alle Regine, ai Regnanti, come rappresentanti dell’intero popolo a loro sottomesso, al quale mi sto riferendo non ha eguale nella possibile definizione mondana: è una nascita, ma non lo è, è un individuo, ma non è un individuo, vive nel paradosso di colui che attende e smette di aspettare. Questa Essenza imprintata all’Ascendente non è facilmente definibile, come avrete compreso, con le parole di cui disponiamo..! Essa è una forza Cosciente che vibra e che può pulsare in ognuno di noi: non è l’Uomo però, è un Ombra pensante che più di ogni pianeta, più del nostro Sole ha incarnato questa esibizione di Forza. Ecco perché, come il Verbo-Logos-Cristo, ovvero l’Unto, religiosamente parlando, in quel punto, e solo in quel punto, c’è il rintocco della luce illuminante, della forza della “coscienza”. Incarnare, quindi, l’Ascendente, il nostro Ascendente, impresa improba come potete facilmente comprendere, incarnare il Verbo, per mantenere intatta la correlazione cristica (unica capace, stando alle esegesi teologico-filosofiche, a rendere il significato della simbiosi ascendenziale..), significa diventare qualcos’altro che ancora non conosciamo, ma che portiamo con noi da quando siamo nati: la magnificenza dell’Unicità, la nostra unicità. Un “Essenza” si fa cosciente, può rendersi cosciente quindi, ed è grazie alla “coscienza”, al contatto cosciente, che può esprimere e che può espandere la sua consapevolezza, la consapevolezza di ciò che è: siamo sbarcati, inutile negarlo, nella più piena filosofia astrale che io sia mai riuscito a dipingere con le mie parole..!! Ciò che siamo, proprio per questa intuizione di Essenza, è illimitato. Pur comprendendo la difficoltà di rendere esplicitamente fruibili questi significati, sostanzialmente allegorici: infatti ciò che ci rende limitati sono i limiti stessi che ci poniamo, non per una maleducazione viscerale, ma quasi per una necessità di sopravvivenza che invece ci uccide..in attesa di maturare le migliori condizioni: se riusciamo ad incarnarci in quel Verbo appollaiato su quel grado del segno orientale che sta sorgendo insieme al nostro universo. Dunque dovrebbe essere implicito in tutto ciò il fatto della realtà ambivalente dell’Uomo: nel caso infatti dell’uomo di modesto sviluppo, è decisamente più frequente riscontrare nella sua analisi astrale una relazione bidirezionale e ripetibile tra determinate configurazioni astrologiche e determinati eventi, tutti leggibili sui piani egoici dell’intera gamma degli avvenimenti, quasi per intero ascrivibili alle logiche astronomiche, confinati nelle coordinate spaziotemporali. Nell’uomo evoluto, le forze (astrologicamente riscontrabili) che determinano la “precipitazione” di un evento sul piano fisico devono fare i conti con la sua crescente capacità, perlomeno pensabile, di governare i propri corpi sottili, la propria volontà e dunque il suo destino. Si raccomanda dunque, come sempre, di avere consapevolezza delle qualità psicologiche e spirituali del soggetto che abbiamo di fronte, al fine di non procedere ad analisi magari corrette da un punto di vista della tecnica astrologica, ma inapplicabili all’individuo a cui stiamo dedicando la nostra attenzione.

Già che ci siamo ormai, togliendomi il classico sassolino dalle scarpe, un fastidioso e pesante sassolino..direi, chiediamoci allora che cos’è la “coscienza”? La risposta, sensibilmente semplice e spontanea, dice che essa “è” proprio quando ci rendiamo conto. La presa di “coscienza”, cari amici, però non è proprio altrettanto semplice della risposta, infatti è sempre in misura del grado di libertà interiore che si è conquistato: sottolineo libertà interiore (cfr. R. Bruno). La Libertà, nonostante l’inesauribile energia aquariana, si costruisce, dato che ci è stata tolta, ovvero, dato che non sappiamo come esprimerla. Il libero arbitrio, per come lo conosciamo, è uno dei tanti falsi storici, a mio modo di vedere: peraltro vi avevo detto che mi sarei tolto quel sassolino..! Per gli uomini, per tutti gli uomini, non esiste, aldilà di come la pensa Sant’Agostino. Si limita, come mi piace raccontare, alla scelta di una pietanza, piuttosto che un’altra, di un vestito, di un’automobile o di una casa, o un impiego. Il libero arbitrio in realtà è l’espressione di un grado di libertà dai sistemi del mondo, è un grado di indipendenza dai bisogni primari, dal bisogno di soddisfacimento dell’animale-egoico: cioè è la forma espressiva presente dalla funzione ascendente, qualora la s’incarni..In una sintesi cosciente del significato ascendente, se mai qualcuno abbia potuto intravedere nel suo emblema un’indicazione di un “aspetto problematico”, qualcosa cioè di noi stessi che non riusciamo a comprendere pienamente, ma verso cui siamo perennemente tesi; od anche il senso del proprio “destino particolare”; o ancora l’indicazione del “Dharma” dell’individuo, inteso come potenzialità centrale che la persona dovrebbe cercare di realizzare al fine di predisporre una lente attraverso cui il divino, in noi, può agire; dovrà, quel qualcuno, poter ricorrere a definizioni più leggibili pertinentemente, che inquadrino in quel grado l’unicità dell’individuo e la sua identità spirituale, che è anche, e davvero lo dovrebbe, la parola chiave del suo destino. Salendo sempre più gli scalini dalla nascita-egoica per giungere alla visione corretta e consapevole del proprio Cielo, bisognerà orientarsi su una definizione che comprenda nelle sue rime un preciso punto di consapevolezza individuale, inteso come percezione da parte della persona della propria vita e del proprio destino (dove, mi sembra chiaro, l’idea della “maschera” cade completamente), come modo in cui esprimiamo la nostra individualità e in cui noi ci sentiamo unicamente noi stessi: una sintesi, se si vuole, di quanto di meglio e di più utile vi sarebbe nell’individuo una volta si fosse individualizzato in quel cammino di “Santiago” che si distende nella forma-Ombra dello schema ascendente: punto unico dove, attraversando faticosamente ma incessantemente quel “Cammino Divino” emergono e si alimentano ineludibilmente quelle precise modalità, nel bene e nel male, secondo le quali il soggetto emergerebbe dalla massa come individuo unico: appunto il Segno che Sorge.., un moto a procedere mai scindibile dal seme antico e sempre aggrappato all’evento futuro, direi indissolubilmente.

fine Prima Parte 

       Roma 14.02.2017                                                     Claudio Crespina 

 

 

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

 -k.G. Jung. La struttura della Psiche

 -k.G. Jung. Visioni

-D. Rudhyar. Le Case Astrologiche

-A. Ssandrelli Impulsi per una psicologia astrologica

-R. Alllieau. La scienza dei simboli

-R. Steiner. La mia vita

-J. Book. La pienezza dell’uomo. Una Cristofania


Riguardo L'autore

Redazione Il Nadir

Il dr. Claudio Crespina, astrologo, filosofo, counselor psicologico-comportamentale e ricercatore nasce sotto il segno del Capricorno a Roma, una città così significativa e simbolicamente attraente, per i suoi continui richiami storici ed esoterici che credo superfluo e inutilmente ripetitivo spiegarne la grandezza e l’importanza.

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