Astrologia Psicologia e Sessualità

VISUALIZZAZIONE CREATIVA

UNO STRAORDINARIO AFORISMA ZEN recita nella consueta apparente semplicità: “se ho fame mangio. Non è questo un miracolo..?”…
Tutti a ridere immagino perchè si pensa all’estrema ovvietà dell’assunto senza capirne il senso del miracolo…!! Come al solito ride bene chi ride ultimo.., perchè in realtà a pensarci bene, quante volte mangiamo pur non avendo fame o non mangiamo pur avendone..? Il dilagante problema della bulimia/anoressia non esisterebbe se effettivamente il ciclo dei bisogni fluisse in modo armonico in un’osmosi funzionale tra bisogni dell’organismo e risorse ambientali.. Tale flusso di scambi soddisfacenti con l’ambiente è però troppo spesso interrotto dal situazioni di blocco e di auto-interferenza, da questioni insolute del passato che ci ostruiscono la strada del presente..se solo ce ne rendessimo realmente conto.. 
Il lavoro terapeutico consiste pertanto nell’identificare blocchi, sciogliere nodi, aprire circoli viziosi, canalizzare energie intrappolate, integrare dialetticamente vissuti conflittuali, scoprire le carte di un dialogo tra oggetti interni, trasformare distruttività in aggressività e desiderio, riappropriarci di parte amputate di noi stessi che premono dolorosamente contro barriere e censure che ci siamo imposti; è rinforzare le nostre attitudini più assertive e responsabili; è scoprire nell’istinto di morte il volto di un più vasto istinto per la vita, è imparare l’amore di sè che comprende l’altro…. 

Tutto questo si affronta e si evince nell’analisi ben impostata e ben intuita del tema natale astrologico e si risolve con una precisa azione di visualizzazione creativa che deve essere collimante con le principali linee guida espresse dal nostro tema natale che è la mappa esclusiva del nostro orientamento principale nel’universo in cui siamo immersi.. Esattamente proprio come lo siamo, sin dalla fase prrenatale dove, inzuppati interamente nel liquido aminotico nettuniano, riceviamo le prime “istruzioni” per sopravvivere una volta che saremmo venuti alla luce…della vita del ciclo fenomenico che sembra appartenerci. (cfr. Re Nudo). C’è una sola via attraverso cui possiamo contattare gli strati più profondi della nostra esistenza, ringiovanire il nostro pensiero e raggiungere l’intuizione (l’armonia del pensiero e dell’essere) il silenzio interno. Prima di padroneggiare l’arte del silenzio interno, comunque, bisogna cercare di esercitarsi ad ascoltare i propri pensieri. (F. Perls, L’Io la fame e l’aggressività).. Il lavoro sulla consapevolezza rappresenta probabilmente la caratteristica più peculiare del mio approccio asatrologico perchè è la linea di demarcazione ineludibile che divide l’utile conoscenza della realtà astrologica applicabile al nostro ego-Io, dall’inutile informazione senza costrutto della dislocazione planetaria. Dico da sempre e mi sono peraltro sempre chiesto:”a che cosa serve all’uomo sapere dove sono collocati i suoi pianeti e cosa stanno tramando nei loro transiti se non si ha la bencheminima possibilità d’intervenire sulla loro forza..?”.

Noi siamo noi stessi, tutti noi stessi in ogni gesto, in ogni azione. Non possiamo sfuggire a noi stessi anche nel caso in cui mentiamo a noi stessi e agli altri. L’importante è acquistarne consapevolezza, appropriarci responsabilmente di chi siamo e di cosa facciamo. Solo così, se lo scegliamo, potremo mutare i nostri schemi ripetitivi ed insoddisfacenti. Assagioli, il fondatore della psicosintesi, diceva che se paragonassimo la consapevolezza di un uomo medio ad una casa, questa si  rapporterebbe allo zerbino d’ingresso. L’obiettivo è entrare dentro casa espandendo la coscienza e comprendendo  che spesso siamo preda di paure irreali che non permettono la manifestazione di azioni funzionali al raggiungimento di ciò che desideriamo ottenere. Paure irreali o mostri inconsapevoli (l’ombra Jughiana) che riempiono i nostri cervelli di pseudo creazioni nervose a cui non sappiamo dare spesso la corretta risposta, condizionandoci l’integrità psocofisica del comportamento nella vita di tutti i giorni. Nel nostro Tema, nelle sue pieghe di calcoli e di relazioni planetarie complicate, c’è la giusta risposta, c’è la giusta frequenza energetica da poter e dover applicare per sentirsi più pienamente noi stessi…Alcuni nostri difetti li riconosciamo e quanti di noi si dicono: non devo arrabbiarmi così spesso, non devo subire i colleghi , non devo mangiare troppo, non devo essere bugiardo e via dicendo? Quanti buoni propositi ci diamo e quante volte non riusciamo a mantenerli? E allora ritorniamo a pentirci e a riprendere la nostra decisione per poi fallire nuovamente? Sono circoli viziosi! Facciamo molti sforzi, rinnoviamo le promesse, ma non accade nulla: rimaniamo sempre uguali. Questo genera frustrazione e senso di impotenza, ansia e paura: nevrosi nel migliore dei casi, psicosi nei casi gravi. Sfiducia in noi stessi e soprattutto poco rispetto di noi stessi, che sono l’anticamera dell’annientamento psichico. Allora che fare? Non è una questione di sforzo, lo sforzo serve quando la motivazione è molto forte, ma quando questa cade, il disagio ritorna ad esistere. A volte capita che ritorni ad esistere sotto una manifestazione differente, ma comunque ritorna ad esistere.

La soluzione, la vera ed unica soluzione sta nel CONOSCERE PROFONDAMENTE SE’ STESSI (prestare attenzione a ciò che  accade nel momento presente senza giudizio). Non esistono persone compulsive, timide, aggressive, incapaci, esistono solo persone inconsapevoli che vivono la maggior parte della vita prigioniere di timori e condizionamenti del passato: persone non individualizzate, rimaste ancorate alle esigenze distruttive dell’Ego. La consapevolezza consente di comprendere questi meccanismi e quindi di superare le paure adattando alle esperienze  comportamenti costruttivi…Sfogliando tanto tempo fà uno dei miei libri preferiti: “La Malattia come simbolo” di Thorwald Dethlefsen, Rudiger Dahlke rimasi favorevolmente impressionato dalla precisa convinzione che, secondo gli  autori, la malattia é un sistema usato dall’anima per renderci consapevoli dei conflitti spirituali irrisolti. Quindi se abbiamo la “fortuna” di avere un sintomo sul corpo, abbiamo a nostra disposizione una chiave di conoscenza più unica che rara,  per scoprire quale tema esistenziale la nostra anima si sta dando tanto la pena di farci conoscere. A proposito della Chinetosi o cinetosi o mal d’auto dice che, essa é  dovuta ad una mancanza accettazione del viaggio (spirituale): ci si inganna a questo proposito..Lo lessi approfonditamente perchè mia madre era affetta da questa “paranoia” che, a sua detta, le impediva qualsiasi movimento su qualsiasi mezzo su ruote (della barca o nave neanche a parlarne…) sin dalla sua giovane età. Una malattia psicosomatica di fatto completamente invalidante perchè mia madre non ha potuto avere una vita normale, impedendone sia a mio padre che anche a noi figli il suo normale svolgimento. Ecco la “vita” del mal di mare: gli occhi segnalano calma, l’organo di equilibrio, invece, dei movimenti di rollio, le vertigini mostrano l’imbroglio. In pratica si vedono movimenti normali, ma il cervello li registra come eccessivi. Qui qualcuno non ha accettato il mare, il nuovo mondo, l’elemento. Nausea e vertigini in macchina sono i sintomi del non adattarsi al “viaggio”, del non guardare abbastanza fuori; del sentirsi su un terreno instabile; non sentirsi nel proprio elemento; non essere né qui né lì, ma trovarsi tra i mondi; movimenti troppo rapidi per la propria coscienza; non poter credere ai propri occhi; sentirsi (in questa situazione) profondamente nauseati… Insomma una realtà malata che ne sottende una diversa, ben nascosta nelle pieghe dell’io, che ha tutt’altro peso e tutt’altre circostanze da comprendere e da valutare per poter essere adeguatamente consapevolizzata alla coscienza.. Mia madre, una donna bella, senza difetti esteriori anzi, in buona costituzione fisica (lo sembrava anche psichica..!!) non si muoveva ad oltranza con alcun mezzo di locomozione che fosse macchina, treno, aereo, moto ecc…La sua motricità era data dal camminare fino a che ha potuto, ma la sua vita di persona sociale era irrimediabilmente compromessa. Per la cinetosi o chinetosi che dir si voglia ci sono rimedi più o meno efficaci: per mia madre, come credo per tutti coloro che non sentono i propri “sensi” agire, non interessano i rimedi in quanto si pensa intimamente giusto tenerselo ben stretto questo malessere, che in realtà servirebbe come semaforo rivelatore di una dinamica spezzata. In realtà questo malessere è sintomo preciso di non riuscire a cogliere le potenzialità di quel Viaggio. La domanda che avrebbe dovuto porsi mia madre e tutti quelli che soffrono di questo fenomeno é: cosa stiamo travisando nella nostra vita?

Questo antefatto per far comprendere il significato profondo dell’utilizzo corretto della visualizzazione creativa, non agita genericamente come le varie scuole di natura psicoterapica o di conselling propongono, ma collegata funzionalmente alla logica astrologica e alle sue attente dinamiche. Essa, con i suoi approfondimenti psichicamente rilevanti, è in grado di rivelarci il senso di quella domanda consegnandoci una valida risposta su cui impegnarsi seriamente.. In ognuno di noi esiste un potente computer che però evidentemente funziona a fatica, non sfrutta appieno la sua capacità operativa e quindi non ci fa ottenere ciò che vogliamo. La visualizzazione creativa permette, se usata correttamente con sapienza sia nel metodo che nella pratica, di riprogrammare tale computer e di farlo agire in una realtà multidimensionale per fargli attingere le molteplici possibilità di “successo” che abbondano nell’universo. “Successo” non vuol dire solamente essere ricchi o avere ciò che si desidera, ma vivere una vita piena e significativa nella quale conseguiamo tutto ciò che ci proponiamo sul piano dell’emancipazione individuale, svincolata dalla rappresentitività del sociale e del genitoriale, veri limiti alla nostra libera espressione se non riusciamo a lasciarceli alle spalle dopo averne ricevuto il giusto lancio…La maggior pare degli individui nella nostra cultura è ormai tagliata fuori dalla consapevolezza della loro vera identità. Hanno perso temporaneamente il loro collegamento cosciente con il Sé superiore e quindi anche il senso del loro potere personale e della responsabilità riguardo alla loro vita. In un certo senso interiore, si sentono privi di speranza: hanno la sensazione fondamentale di essere impotenti a cambiare in modo effettivo il loro modo di vivere o il mondo. Questo senso di impotenza interiore provoca in loro una compensazione eccessiva, spingendoli a stringere i denti e a lottare duramente, per
conquistarsi un certo grado di potere o controllo nel loro mondo. La maggior parte della gente finisce quindi per essere molto condizionata dai propri obiettivi; sviluppa un forte “attaccamento emotivo” verso le cose e le persone del mondo esterno che ritiene necessarie per la propria felicità. Sente che le “manca” qualcosa interiormente e diventa tesa, ansiosa, stressata, nel continuo tentativo di colmare questa mancanza, di manipolare il mondo esterno per ottenere ciò che desidera, che la propria realtà può essere “vestita” da un partner mancato, da una condizione economica sfuggente, da una malattia dilagante. Questo è lo stato d’animo in cui la maggior parte della gente prova la necessità di stabilire degli obiettivi e cerca di creare qualcosa nella propria vita e, purtroppo, da questo livello di coscienza, la cosa non funziona affatto…: ci si creano tanti di quegli ostacoli da rendere impossibile qualsiasi successo, oppure si riesce a raggiungere i propri obiettivi solo per scoprire che non danno affatto la felicità interiore. È a questo punto, dopo aver sbattuto contro la forza della realtà per anni, che ci rendiamo conto di questo dilemma: inizia per noi l’apertura verso una via “spirituale” connessa a qualsiasi forma d’impegno psicoterapico in chiave filosofico-psicologica o teologico-religiosa. Comprendiamo che semplicemente “deve esserci qualcosa di più nella vita” e ci mettiamo alla sua ricerca...ma se non cambiamoi la nostra mentalità personale non riusciremo a cavarne un ragno dal buco, nonostante gli sforzi profusi. Nel corso di questa ricerca possiamo attraversare esperienze e processi diversi, ma alla fine riusciremo gradualmente a ritrovare noi stessi se impariamo a metterci in discussione aprendo alle nostre più ampie possibilità psichiche: da dominati a dominanti. Ritorniamo cioè a sperimentare la nostra essenza spirituale, l’energia universale che è in tutti noi, collegati come siamo alla vibrazione del cosmo sopra di noi.. Questa esperienza visualizzante, assolutamente efficace solo a conoscerne la grande plasticità psichica, ci fa finalmente recuperare il nostro potere spirituale e il vuoto dentro di noi viene riempito dall’interno…e non è certamente poco.. La prima lezione per una corretta visualizzazione creativa, se il Tema Natale lo consente, quando si sente di cominciare ad uscire da questa condizione di vuoto, di affanno, di manipolazione degli altri, consiste nell’obbligo d’imparare a “lasciar andare le cose”. Dovete rilassarvi, smettere di lottare, smettere di stringere i denti, smettere di manipolare cose e persone per cercare di ottenere ciò che volete e di cui credete di avere un estremo bisogno; in pratica, dovete smettere di darvi troppo da “fare” secondo i vostri metodi istericamente inutili e sperimentare, almeno per un po’, il fatto di “essere”. Si tratta dell’esperienza fondamentale dell’essere “qui e adesso” e quello cioè che intende sostanzialmente la filosofia buddhista quando parla di “rinuncia all’attaccamento” e il concetto cristiano del “sia fatta la volontà di Dio”. È un’esperienza che si percepisce come altamente liberatoria, basilare in qualsiasi processo di acquisizione della consapevolezza…La visualizzazione da dominati a dominanti per cercare di essere chi si è, e non chi ci hanno fatto credere di essere, noi complici..!! Quando avrete avuto questa esperienza più e più volte, avrete aperto il canale per entrare in contatto con il vostro sé superiore, (quello che io chiamo il divino in noi) e prima o poi comincerà a fluire attraverso di voi una grande quantità di energia creativa naturale: sentirete di essere quello che veramente avrete voluto essere (nel rispetto del vostro tema natale) avendo compreso che si può essere determinanti per se stessi senza che lo siano gli altri per noi. Impariamo ad amarci così come vorremo che faranno gli altri per noi. Comincerete a rendervi conto che siete voi stessi a creare la vostra vita e tutte le cose che vi succedono, e allora comincerete a interessarvi della possibilità di creare esperienze più soddisfacenti per voi stessi e per gli altri, sentendovi in contatto col vostro divino che è interno a voi e non esterno come la religione vorrebbe farci credere. A questo punto, vorrete focalizzare la vostra energia verso obiettivi più elevati e più soddisfacenti, che rappresentano per voi la realtà in quel dato momento. Comprendete che la vita è fondamentalmente buona, generosa e spesso divertente, e che ottenere quello che davvero desiderate, senza lotta né sforzo, fa parte del vostro naturale diritto di nascita, ed è qualcosa di implicito nel semplice fatto di essere vivi.  In questo momento la visualizzazione creativa può diventare uno strumento enormemente importante per conseguire le vostre migliori possibilità legate indissolubilmente alle dinamiche del vostro tema che va interpretato secondo i criteri dell’astrologia scientifica applicata dal sottoscritto. Immaginiamo che la vita sia un fiume. La maggior parte delle persone
resta aggrappata alla riva, nonostante le precarie condizioni in cui il lungo tempo d’inattività la sta riducendo, timorosa di lasciarsi andare per paura di essere trascinata dalla corrente. Bisogna che a un certo momento una persona decida di lasciarsi andare, semplicemente, fiduciosa che il fiume la trasporterà in tutta sicurezza. A questo punto la persona impara a “seguire la corrente” e si sente meravigliosamente bene. Una volta che si sia abituata a farsi portare dalla corrente del fiume, questa persona può cominciare a guardare davanti a sé per decidere il proprio percorso futuro, stabilendo dove le acque appaiono più sicure, muovendosi in modo da evitare scogli e altri ostacoli e scegliendo quale delle tante ramificazioni del fiume preferisce seguire, senza mai smettere di “farsi portare dalla corrente”. Questa analogia ci mostra come sia possibile accettare positivamente la nostra vita, qui e adesso, scorrendo con il flusso delle cose, e allo
stesso tempo dirigendoci coscientemente verso i nostri obiettivi, assumendoci la responsabilità di creare la nostra vita secondo le vere nostre potenzialità che stiamo imparando ad attivare. Una parte importantissima di tutto il processo di visualizzazione creativa consiste nello sviluppare un senso di prosperità, cioè comprendere, o diventare coscienti del fatto che l’universo è ricco e pieno di ABBONDANZA e che la vita sta effettivamente cercando di portarci quello che la nostra anima desidera davvero, spiritualmente mentalmente, emotivamente e fisicamente. Per questo esiste la posibilità di leggere il nostro cielo tramandataci nei secoli dei secoli dai grandisimi uomini di cultura, di scienza, di arte, di religione che hanno segnato con le loro gesta le epoche storiche degli esseri umani. Tutto ciò che davvero volete o di cui avete veramente bisogno è qui, per chi lo chiede; occorre solo che voi “crediate” che le cose stanno effettivamente così, che lo desideriate veramente, che siate disposti ad accettarlo…Non si tratta della legge generica dell’attrazione, ne di quelle operazioni alla “the Secret” che hanno fatto ricchi solo i loro promotori..Non mi stancherò mai di sotolineare l’importanza della carta di nascita aqstrologica che quei tentativi illeciti di crescita non mettono a disposizione, ne consigliano perchè i loro autori non sonoi in realtà in contatto con le dinamiche universali, altrimenti non avrebboro potuto esimersi dal richiamarne il funzionamento e il sostanziale riferimento, assolutamente ineludibile per comprendere il contatto che ci unisce ai principi universali di cui siamo parte integrante essendo formati, noi umani, (ma anche gli animali) della stessa sostanza delle stelle.
Una delle più comuni cause per cui non si ottiene cio che si vuole è la cosiddetta «programmazione alla scarsità». Alludo a un atteggiamento, a un insieme di convinzioni riguardanti la vita, che suonano più o meno così:
– Non ce n’è abbastanza per tutti….
– La vita è sofferenza…
– È immorale o egoista avere tanto quando gli altri non hanno abbastanza…
– La vita è dura, difficile, una valle di lacrime…
– Bisogna lavorare duro e fare sacrifici per ottenere qualsiasi cosa…
– È più nobile e spirituale essere poveri…
Sono tutte idee SBAGLIATE, basate sulla scarsa comprensione del funzionamento dell’universo o sulla falsa interpretazione di alcuni importanti principi spirituali. Inculcati da certa educazione castrante legata alla pedagogia religiosa e di certo stato conservatore solo per il suo specifico tornaconto. Queste convinzioni non fanno del bene né a voi né agli altri, ma
semplicemente limitano tutti quanti noi, impedendoci di realizzare la nostra naturale condizione di prosperità e abbondanza a tutti i livelli utili per sentirsi gli dei del nostro personale Io, e non dell’ego snaturante e snaturato. Attualmente nel nostro mondo esiste per molta gente una realtà di fame e di privazioni, (che certa “crisi” studiata a tavolino ha ingigantito oltre che causato) ma non è necessario che noi continuiamo a creare e perpetuare tale realtà. Il fatto è che al mondo ci sono ricchezze più che sufficienti per tutti gli esseri che abitano la Terra, se siamo disposti ad aprire la nostra mente a questa possibilità e a modificare il nostro modo di usare e distribuire le risorse del mondo. Nell’era moderna l’umanità ha perso il collegamento con questo suo naturale stato di prosperita’. L’azione combinata di tutti gli abitanti ha portato il mondo ad uno stato di grave squilibrio, in cui un numero relativamente piccolo di persone possiede molto più di ciò che e
necessario e consuma le risorse naturali ad una velocità allarmante, mentre la maggioranza della popolazione subisce gravi carenze. Siamo tutti responsabili di aver creato questa realtà e possiamo cambiarla cambiando sia il nostro modo di pensare che il nostro modo di vivere. Dobbiamo riappropriarci della nostra capacità di apprezzare e godere dei piaceri semplici della vita. Molti di noi, che vivono nel mondo industrializzato, hanno bisogno di coltivare uno stile di vita più semplice e naturale. Abbiamo bisogno di comprendere che dopo aver soddisfatto le nostre esigenze basilari, possiamo sperimentare la vera ricchezza esprimendo i nostri talenti creativi in modo soddisfacente, imparando a dare e a ricevere in modo equilibrato, piuttosto che inseguendo un consumismo distruttivo e egoistico. Osservate il vostro sistema di convinzioni e controllate se non state limitando voi stessi con una insufficiente fiducia nella possibilità di ricchezza. Riuscite davvero, realisticamente, a immaginare voi stessi come una persona soddisfatta, realizzata, felice del proprio successo? Siete veramente capaci di aprire gli occhi alla bontà, alla bellezza e all’abbondanza che si trovano tutt’intorno a voi? Riuscite ad immaginare questo mondo trasformato in un ambiente felice e prospero dove tutti possono fiorire? Non è un’utopia irrealizzabile è solo il frutto di una vera capacità di realizzare la vostra vera felkicità che consiste nel saper essere voi stessi ai vostri massimi livelli qualunque essi siano. Non tutti sono dei re o delle regine come non tutti sono dei vigliacchi o dei codardi: ognino ha il suo ruolo vero, non fittizio, come quello che ci viene assegnato altrimenti da altri e non da noi stessi. Se non riuscire a creare un contesto psicologico in cui il mondo appare come un buon posto per viverci, un ambiente che può essere sufficiente al sostentamento di tutti, incontrerete delle difficoltà a creare quello che desiderate nella vostra vita personale. Dobbiamo capire, a livello profondo, che AVERE QUELLO CHE SI VUOLE NELLA VITA CONTRIBUISCE ALLO STATO GENERALE DI BENESSERE…Non sto parlando di egoismo smodato e sconsiderato, ma come ho ampiamente sottolineato, dobbiamo desiderare di essere e di avere nel rispetto del dettato del nostro cielo di nascita dove ciascuno nasce con una sua precisa attitudine che deve essere rispettata e vedrete che non tutti vorranno essere principi o re perchè quegli ambienti non confanno con la loro indole così come al contrario c’è chi nasce umile e lo vuole essere..: dobiamo realizzare i nostri geni tra i quali in primis dobbiamo “accettare il proprio bene” sopra ogni cosa che è rispettare le proprie attitudini mentali e fisiche qualunque esse siano.. Per poter usare la visualizzazione creativa per realizzare quello che desiderate nella vita, dovete essere disposti e capaci di “accettare il meglio che la vita ha da offrirvi”, il vostro “BENE”..!!! Per quanto possa sembrare strano, molte persone hanno difficoltà ad accettare la possibilità di avere quello che desiderano nella vita.
Questa difficoltà nasce da un senso basilare di indegnità che acquisiamo fin dai primi anni della nostra vita. La convinzione fondamentale suona più o meno in questo modo: “In realtà io non sono poi una persona tanto corretta, amabile o degna, e quindi non merito di avere ciò che desidero”. Questa convinzione solitamente mescolata ad altri sentimenti, spesso contraddittori come quello di essere in realtà perfettamente. buoni e meritevoli. Ma se scoprite di avere qualche difficoltà a immaginarvi nelle circostanze più meravigliose possibili, o se vi passano per la mente idee come “Non potrò mai avere una cosa del genere”, oppure “Una cosa del genere non potrebbe mai succedermi”, potrebbe essere opportuno
esaminare meglio l’immagine che avete di voi stessi…che certamente vive lesioni di un Nettuno al vostro Mercurio o alla Luna.
Sta a noi essere chi siamo e l’Ascendente del tema sta a lì a dircelo e a darci le giuste indicazioni per ottenerlo, se solo gli stessi astrologi ne capissero il vero significato, legato non alla personalità certamente collettivizzata ma unicamente all’individualità dell’essere e della sua essenza che si esprime, come sempre ho detto tramite la mia prima scoperta rilevante, al Nadir (non il fondocielo…, per carità, come molti ancora erroneamente confondono) del Tema.. Insomma due precisi punti determinanti del tema, l’Ascendente e il Nadir, che, anche se non riconoscibili materialmente come i pianeti, hanno in se codici genetici specifici in grado di darci informazioni per l’interezza del nostro schema mentale e della sua funzionalità: sono il segno della nostra precisa individualità interna ed esterna..Un motivo specifico per comprendere meglio la vera possibilità di far funzionare la nostra mente, il nostro pensiero, aldilà degli obblighi della cultura a cui siamo affiliati, è dato dall’uso del placebo e del suo cosiddetto effetto. Tramite questo dimìnamismo cerebrale, l’effetto placebo, possiamo comprendere quante cose fa in più il nostro pensiero, senza che noi ne conosciamo la capacità d’attivazione, significa cioè che abbiamo modo di poterlo utilizzare certamente in altre maniere facendolo funzionare come vero e autentico linguaggio dell’anima nella sua interezza: non solo perciò quando sognamo, suo regno incontrastato, ma anche quando lo agiamo volontariamente (visualizzazione creativa) disarcionandolo dai legami in cui vive imprigionato, sin dagli inizi della vita, condizionato da chi decide per noi da sempre. Oggi dirò la società, la famiglia, la chiesa, la cultura e le religioni, ma, come sa chi mi segue, non posso dimenticare come alla base di tutto ci debba essere la nostra certa appartenenza aliena all’origine della nostra esistenza.., come la presenza del Centro Galattico denuncia inequivocabilmente… Effetto Placebo dicevo, come esempio per comprendere le attivazioni silenti e psedomisteriose del nostro cervello, che la scienza continua a studiare giungendo a precise e innovative significanze ancora più efficaci per la necessaria ricerca sul dinamismo cerebrale: è la mente inconscia, e non le aspettative coscienti, a innescare l’effetto placebo...Significativa scoperta stabilita da uno studio condotto presso il Massachusetts General Hospital e il Beth Israel Deaconess Medical Center della Harvard Medical School (pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”). Quindi agiamo inconsciamente anche se non ce ne rendiamo conto..:questo è un fatto incontestabile. In questo studio abbiamo utilizzato un nuovo progetto sperimentale scoprendo che gli effetti placebo e nocebo, ovvero il placebo negativo, si basano su meccanismi cerebrali che non dipendono dalla consapevolezza cognitiva”, spiega il primo autore Karin Jensen. “Una persona può avere una risposta placebo o nocebo anche se non è a conoscenza della possibilità di un miglioramento o di un peggioramento.”…. Fino a qualche tempo fa si pensava che le risposte placebo fossero legate a convinzioni o pensieri coscienti e che l’effetto positivo di una pillola priva di qualunque principio attivo fosse legato all’aspettativa di un miglioramento o, nel caso dell’effetto nocebo, di un peggioramento. 
Gli studi di neuroimaging (visualizzazione creativa..) del cervello umano hanno però indicato che alcune strutture, come lo striato e l’amigdala, possono elaborare stimoli in ingresso – in particolare di ricompensa o di minaccia – prima che questi raggiungano la coscienza, e quindi possono mediare effetti cognitivi e comportamentali di cui non si è consapevoli. In questo studio i ricercatori hanno condotto due esperimenti su 40 volontari sani dopo aver stabilito per ciascuno di essi una scala della sensibilità termica sottoponendoli a stimoli di varia intensità. Nel primo esperimento hanno sottoposto i partecipanti a una lunga serie di test nei quali somministravano uno stimolo termico mentre mostravano su uno schermo dei volti maschili che esprimevano due possibili stati di dolore: di bassa intensità o molto forte. Dopo ogni test, ai volontari è stato chiesto di valutare la loro esperienza di dolore su una scala da 0 (nessun dolore) a 100 (il peggior dolore immaginabile), ma senza dire loro che in realtà gli stimoli termici erano tutti della stessa moderata intensità. Come previsto, le valutazioni del dolore sono apparse correlate ai volti visualizzati, con un punteggio di 19 quando i soggetti avevano visto un volto poco turbato, e di 53 se il volto esprimeva un forte dolore (effetto nocebo). Nel secondo esperimento, condotto sempre con la stessa intensità di calore, i volti sono stati presentati per un tempo così breve che i soggetti non erano in grado di riconoscerli coscientemente. Tuttavia, malgrado la mancanza di indizi riconoscibili consapevolmente, i partecipanti hanno attribuito un punteggio medio del dolore di 25 in risposta alla faccia poco sofferente (effetto placebo) e di 44 in risposta al viso molto sofferente (risposta nocebo). 
A influenzare i risultati, ha osservato Ted Kaptchuk, coautore dello studio, “non è ciò che i pazienti pensano che accadrà ma quello che anticipa la mente inconscia, qualunque siano i pensieri coscienti. Questo meccanismo è automatico, veloce e potente, e non dipende da giudizi o valutazioni deliberate”. La cosa più importante, tuttavia, è che lo studio offre un modello unico per effettuare ulteriori indagini sui meccanismi placebo e nocebo usando metodologie come l’imaging cerebrale che, grazie a questi studi scientificamente rilevanti, ha raggiunto lo status necessario di credibilità scientifica così che il solo processo intuitivo (comunque efficace…) non ne avrebbe potuto garantire, agli occhi dei molti scettici, una corretta realizzazione scientifica..che ora è invece sotto “gli occhi” di tutti..se vogliono finalmente aprirli come è giusto e normale che sia.. Se non visualizziamo chiaramente nel nostro cuore esattamente quello che speriamo secondo le nostre reali possibilità, esso non può diventare una realtà.. ’E’ fondamentale che si cominci ad imparare a come usare le nostre visioni e i nostri sogni.
ASTROLOGIA E ANALOGIA FISOLOGICA CEREBRALE 
In astrologia questi dinamismi della mente appartengono analogicamente a Nettuno, il dio degli oceani.. Adriana Cavadini, nel suo  prezioso libro “Principi  di astrologia medica” scrive molto opportunamente: “Tutte le trasformazioni cerebrali e del sistema nervoso che hanno permesso la rapida evoluzione della specie umana , sono caratterizzate da proprietà nettuniane come la capacità di integrare nuovi processi nervosi, nuove informazioni ed acquisizioni, e di stratificare  sempre nuove strutture ricettive ed associative a livello dell’encefalo; questo deve essere dotato di caratteri plastici, dinamici, fluidi, di capacità mutagene e di metamorfosi”…, tutti valori nettuniani questi che descrivono la grande duttilità plastica della matrice cerebrale, tut’altro che contenibile nell’alveo del solo apporto mnemonico e di archivio..rigido e inaridito alle sole circostanze della specie d’appartenenza. Il nostro cervello è e può di più molto di più.. Nettuno è legato al segno dei Pesci ciò significa che embrione e feto umani presentano caratteristiche via via simili a quelle dei pesci, poi degli anfibi, poi dei rettili e dei mammiferi. Ed anche se questa teoria darwiniana è stata recentemente sconfessata da alcuni importanti ricercatori, non vi è dubbio che le foto del feto alla quarta settimana di vita qualche suggestione  sulla somiglianza con i mondi acquatici ce la lasci, mentre alla 7° settimana sono evidenti mani e piedi palmati. Si può dire che in circa 3 settimane (dalla quinta alla settima), l’embrione ripercorre una storia di più di 3 miliardi di anni. A 5 settimane, in una estremità del tubo neurale, si originano 3 vescicole che formeranno le 3 parti principali del cervello: prosencefalo, mesencefalo e rombencefalo e cominciano ad apparire nervi e gangli nervosi. Successivamente dal prosencefalo avranno origine telencefalo e diencefalo, che alla fine formeranno la corteccia cerebrale (attribuita, correttamente secondo il mio modo di vedere, dalla Cavadini al segno dei Pesci e non dell’Ariete) E, mentre il mesencefalo rimarrà indiviso, dal rombencefalo si formeranno metencefalo e mielencefalo che a loro volta formeranno il cervelletto, il ponte di Varollo ed il midollo allungato. La scienza ci conferma che già alla fine della quarta settimana, a 32 giorni, l’iniziale agglomerato indistinto di cellule, è diventano una miniatura invisibile ma praticamente perfetta. Le cellule iniziano a differenziarsi per creare i diversi organi e i diversi apparati si strutturano.

Anche l’evoluzione del cervello rispetta lo sviluppo filogenetico delle sue varie strutture, infatti lo si può considerare come una stratificazione e seguente inglobazione di 3 cervelli distinti che si sono fusi tra loro durante l’evoluzione dei vertebrati.
Il primo strato è rappresentato dal cervello primitivo o rettiliano ed é legato agli istinti primari, il secondo strato detto cervello limbico o arcaico, sviluppatosi nei mammiferi superiori, arricchisce ed ingloba le funzioni del cervello rettile. Entrambi i cervelli costituiscono una formazione intracerebrale detta rinencefalo, che viene assegnata al segno dell’Ariete. E’ legato al corpo fisico, ai 5 sensi, all’istinto di sopravvivenza, al sistema nervoso autonomo. (Cfr. T. Ghirardini). La neocortecciaa, associata al segno dei Pesci, avvolge questi 2 cervelli, li integra e li coordina per utiilizzarne le funzioni a scopi più elevati. Mi piace ricordare il legame stretto di questa precisa nomenclatura della fisologia cerebrale con le famiglie aliene che hanno nomi che corrispondono a queste suddivisioni fisologiche temporali come i rettiliani… A circa 2 mesi di gravidanza la coscienza è già scesa, l’incarnazione ha preso veramente il via, ora l’essere che sta crescendo non ricorda più niente, possiamo solo “parlare” col feto ed avere notizie sulla sua salute, su come è il liquido amniotico, su cosa deve o non deve mangiare la madre e via di seguito: quel “parlare” crea le prime aperture al dialogo visualizzato che poi abbandoniamo, senza rendercene conto,  una volta nati al ciclo della manfiestazione tutto intriso dei principi del duale che inesorabilmente comincia il suo processo di divisione dell’anima e dall’anima. Ritornando allo sviluppo del feto, il cervello si sviluppa ed ingrandisce di settimana in settimana, ma ancora più impressionante è la velocità di riproduzione delle cellule nervose. Poiché si stima che il cervello umano completamente sviluppato contenga 100 miliardi di neuroni, gli scienziati  hanno calcolato che nel cervello invia di sviluppo le cellule si riproducano ad una velocità superiore alle 250.000 unità al minuto
Le cellule basilari del sistema nervoso sono i neuroni. Essi dispongono di ramificazioni finissime, i dendriti, e di un lungo filamento, l’assone,  attraverso cui la cellula può trasmettere e ricevere gli impulsi nervosi. Ogni neurone entra in comunicazione con gli altri, ricevendo informazioni tramite i dendriti, mentre trasmette informazioni ad altri neuroni generando segnali elettrici che si propagano lungo il suo assone e vengono trasformati in segnali chimici all’altezza delle sinapsi, che sono i punti di contatto tra i neuroni. Quando raggiunge le terminazioni dell’assone, l’impulso elettrico induce la liberazione di sostanze chimiche (neurotrasmettitori) che si legano ai recettori nella membrana della cellula ricevente: questo legame provoca un impulso elettrico, che a sua volte correrà lungo l’assone e ripeterà il processo all’infinito. Tale meccanismo è efficace e molto veloce poiché il passaggio elettrochimico dell’impulso richiede meno di un millesimo di secondo.

Nell’uomo le cellule sono circa 100.000 miliardi, variamente specializzate in tessuti ed organi. Ciò che non è ancora chiaro agli scienziati  è come queste aggregazioni di cellule siano avvenute.  Paul Davies, famoso fisico dell’Università di Adelaide in Australia afferma: “Il punto critico, non è come si siano formati tutti questi componenti, ma come possano essersi aggregate fisicamente fra loro. Siamo ancora lontani dal capire il segreto della vita.”
Nei 3 miliardi di anni di evoluzione le cellule individuali sono state gli unici abitanti del pianeta, poi hanno aumentato la loro coscienza, si sono evolute e raggruppate per creare forme pluricellulari e formare nuovi organismi per rimanere in vita, specializzandosi sempre più, fino a creare gli organi. Ogni cellula è un essere intelligente, capace di sopravvivere per sé stessa, tanto che è oramai possibile per gli scienziati estrapolarne una parte, creare una coltura per formare un determinato organo. Noi siamo un individuo, ma dal punto di vista citologico (delle cellule) siamo una sorta di cittadinanza, costituita da circa 100mila miliardi di cittadini unicellulari che collaborano tra di loro! L’universo in noi..ed eccone la spiegazione della precisa connessione uomo-cosmo. Spingendoci oltre, siccome la quasi totalità delle cellule è costituita da organismi cellulari simili alle amebe che hanno sviluppato strategie di sopravvivenza mutuale, potremmo dire che noi siamo il risultato della coscienza collettiva delle amebe…! 
Ciò che per noi è interessante comprendere in questo momento è che se noi diamo nuove informazioni ad una cellula, essa le assume e trasmette le informazioni alle altre, modificando l’intero organismo…e lo fa in entanglement quantico. Ci siamo capiti?
Infatti nell’ultimo decennio la ricerca ha stabilito che la nostra matrice DNA trasmessa dai genitori alla nascita, non è immutabile. I geni non sono pertanto sinonimo di destino, ma fattori ambientali quali l’alimentazione, lo stress, le emozioni possono modificare i geni di base e tali modifiche possono essere trasmesse alle generazioni future. Il punto è che, mentre all’inizio si pensava che il cervello delle cellule si trovasse nel nucleo, ora sappiamo che il nucleo in cui è contenuto il DNA è la parte riproduttiva, mentre il vero cervello delle cellule è rappresentato dalla membrana che è quella che interagisce con l’ambiente. Ciò significa  che il DNA non controlla il funzionamento delle cellule, i geni non possono programmare in anticipo la vita delle cellule, perché ciò dipende dalla capacità delle cellule di adattarsi all’ambiente. Ripeto, se noi diamo un’informazione ad una cellula, essa le assume e trasmette le informazioni alle altre.
Il Dott. Lipton, famoso ricercatore, scrive:“ La membrana della cellula è un cristallo liquido, è un semiconduttore che contiene porti e canali. La cellula è come un computer:
– il computer e la cellula sono programmabili
il programmatore delle cellule risiede all’esterno della cellula computer. L’uomo con la sua coscienza può programmare le cellule.
Possiamo dire che il nucleo (DNA) è una sorta di disco memoria che contiene le memorie del DNA e codifica proteine a doppia elica, mentre la membrana mette il controllo della nostra vita nelle nostre mani e non in un corpo di dati genetici che riceviamo alla nascita.” … Ciò significa che i nostri pensieri e le nostre emozioni ci permettono di cambiare la carica bioelettrica della cellula. Se sono sempre gli stessi nulla accade, mentre il cambiamento della qualità dei nostri pensieri ed emozioni rappresenta una evoluzione cosciente. Il DNA produce aminoacidi essenziali, se nutriamo sentimenti positivi e creativi esso crea altri aminoacidi (ora ne abbiamo 20, ma potremmo arrivare a 64) ed attiviamo nuovi codoni. Ad esempio, l’emozione della paura produce onde lunghe e lente, mentre l’emozione dell’amore produce un’onda più lunga e rapida. Se sovrapponiamo l’onda della paura sul DNA,  il numero di codoni attivato è molto basso, perché i punti non si intersecano. Le onde dell’amore invece, si sovrappongono molto a quelle del DNA, attivando quasi tutti i codoni. Anche se non specificandone le analogie sistematiche, per non appesantire ulteriormente l’analisi, spero che fino ad ora le connessioni con Nettuno siano state evidenti anche se sottintese, ma per rafforzarle vi sottolineo che le cellule sono piene di acqua salata, uguale a quella che esiste negli oceani da cui è nata la vita, uguale a quella contenuta nel liquido amniotico. Acqua degli oceani, regno di Nettuno. Abbiamo detto che le cellule sono piene di acqua, tanto che l’uomo adulto  è costituito per il 70% di acqua. L’acqua reagisce enormemente alle informazioni che le vengono date. Le ricerche del Dott. MASARU EMOTO evidenziano che l’acqua forma cristalli diversi a seconda delle informazioni che riceve. Reagisce alle parole positive formando cristalli perfetti e stupendi, mentre le parole negative portano a non formare cristalli, ma solo ad aggregazioni disarmoniche. Vi sembrerà incredibile ma è assolutamente vero le parole che nelle sue numerosissime prove hanno dato la migliore informazione possibile sono GRAZIE ed AMORE.
Per decenni il dogma delle neuroscienze è stato che il cervello adulto è immutabile nella sua forma e nelle sue funzioni. Secondo i ricercatori si potevano creare nuove connessioni o modificarne altre, ma la funzione a loro attribuita durante la fase di sviluppo non poteva variare. Da tale assunto derivava poi una scarsa attenzione alla riabilitazione dei pazienti affetti da traumi cerebrali o da malattie psichiatriche. Si dava per scontato che se si erano creati collegamenti sbagliati non vi era nulla da fare: se il cervello era immutabile, lo erano anche il carattere, il benessere psicologico,  e le varie patologie dell’apprendimento. Poi nel giro di pochi anni si è dimostrato che tale teoria era sbagliata, che nel cervello nulla è immutabile e che strutture e funzioni possono cambiare.: panta rei..anche in noi. In particolare si possono  espandere e rafforzare i circuiti molto usati e ridurre ed indebolire quelli poco usati. Ad esempio, ogni volta che impariamo un nuovo movimento ginnico o un passo di danza, questo apprendimento si riflette in un cambiamento fisico del cervello, che crea nuovi collegamenti nervosi, che portano al corpo le istruzioni su come fare quel movimento…
Ma ancora più importante da comprendere, per quello che sto cercando di sottolineare, è che per sviluppare il cervello basta il pensiero attivabile tramite la visualizzazione creativa..:quindi astrologicamente parlando un bel Mercurio in quinta già si potrebbe considerare in pool position…se poi fosse congiunto a Giove o al Sole saremmo dei geni creativi senza sosta.. allenamento alle pratiche di meditazione buddista dei monaci tibetani con oltre 10.000 ore di meditazione sulla compassione. empatia (insula destra) e le sensazioni di gioia e felicità (corteccia prefrontale sinistra), tanto che queste aree erano nettamente più sviluppate nei monaci che nei novizi. Alla luce di tali evidenze la ricerca ha invertito la rotta e la parola chiave delle neuroscienze è divenuta “plasticità neuronale” o neuroplasticità. Plasticità: un termine caro a Nettuno nel bene e nel male..!
evoluzione della specie sono infinite. Ciò che forse non è ancora stato accettato a pieno dalla scienza è l’apporto fondamentale che tutte le tecniche di tipo nettuniano possono dare a tale sviluppoevoluzione.  Ora anche gli scienziati riconoscono però con il termine di campi morfogenetici ciò che gli esoterici e gli orientali definivano “egregore” o forme pensiero.  Tali campi contengono e raggruppano tutti i pensieri, le emozioni, le emanazioni aventi la stessa natura vibratoria. Ciò significa che migliaia di persone che pregano nello stesso momento, o meditano nello stesso momento in occasione di eventi spirituali importanti uniscono le loro potenti emanazioni in un unico grande campo morfogenetico, a cui nello stesso tempo possono attingere tutti coloro che vi si collegano attraverso la preghiera: e purtroppo, io dico, la chiesa di Roma lo sa benissimo fregandosene delle incertezze scientifiche, collegata com’è alle verità profonde conosciute da millenni, seguendo verità altre connesse alla conoscenza trasmessa da altri mondi presenti sulla Terra.  La potenza di questa vibrazione di pace, di amore e di compassione viene quindi moltiplicata e propagata  a grandissima velocità,  le possibilità di evoluzione di ogni singolo individuo e di conseguenza di tutta l’umanità…La stessa cosa si può ottenere, non dimetichiamolo, meditando sulla guerra, sulla paura, sul terrore, che non a caso corrono sistematicamente nel tubo catodico dei nostri televisori e sulle immagini dei giornali e del web con la scusa che sono più “vendibili”: in realtà ci hanno condizionato a sentirle come normali accentuandone lentamente anno dopo anno la violenza e il turpiloquio. Alla luce di questa realtà scientifica ci sarebbe da augurarsi che finalmente abbia termine la inutile e dannosa battaglia tra evoluzionismo e creazionismo, tra scienza e spiritualità che restando su sponde contrastanti creano loro stesse le onde vibrazionali negative incapaci di far crescere i destini dell’umanità ..ma questo è un altro discorso legato all’egoismo, all’ingordigia dei componenti di certi gruppi d’Elite oligarchiche internazionali a cui nulla interessa  che l’umanità possa evolversi adeguatamente…anzi ne ferma, ne condiziona certamente la possibilità di espansione delle coscienze..
In astrologia Nettuno certamente è l’indicatore principe delle nostre visioni e delle nostre visualizzazioni o meglio di un eventuale capacità visualizzante, se mi si consente il termine. Ma anche i Pesci all’Ascendente e al Nadir è un buon sintomo espressivo. Le correlazioni Nettuno-Mercurio; Nettuno-Luna; Nettuno-Mercurio-Luna legate analogicamente alla quinta o alla dodicesima casa certamente ci parlano delle relazioni tra sogno,realtà e sensibilità. Non va esclusa la dinamica scorpionica in questa disamina e la casa ottava perchè la visione in queste latitudini si smaterializza per diventare animica e introspettiva. In ultimo e non ultimo anche la presenza dei quintili (angoli di 72°) nel tema: gli aspetti che segnalano una grande capacità creativa e di trasformazione dell’essere. Ad esempio un quintile Sole-Nettuno è foriero di grande apertura mentale all’azione plastica e slegata tipica del sogno e della visualizzazione: aiuta la mente-Mercurio ad uscire dai parametri dell’obbligo e delle convinzioni in cui siamo affossati quotidianamente.  Il simbolismo di questo aspetto, giova ricordarlo, discende dal numero ciclico 72, dai “misteri della pentade”, dalla stella a cinque punte iscritta nel pentagono e dalle sue proporzioni e dalla genesi del dodecaedro dal pentagono e non è un caso che lo considero un aspetto maggiore secondo una mia suddivisione che vede la realizzazione dei concetti e dell’uomo suddivisibile in tre istanze: tesi nei trigoni, l’antitesi nei quadrati, la sintesi nei quintili. Al numero CINQUE è stata sempre attribuita una straordinaria importanza, anzi tutto per la sua naturale vocazione a conciliare i diversi e gli opposti grazie alla sua strutturale derivazione dalla somma del primo numero pari – il due – col primo numero dispari – il tre. Nella scuola pitagorica, dunque, il cinque è la cifra che esprime l’unità nella molteplicità, la combinazione e la sintesi dei diversi e il flusso e il riflusso costante della realtà fenomenica in evoluzione. In questo processo Apollo rappresenta la forza coesiva dell’insieme mentre Dioniso – che in qualche modo è il suo volto in ombra – presiede alla continua genesi delle forme manifeste che perennemente si creano, si dissolvono e si riformano in un continuum senza fine. Sulle leggi del quinario e “della sua scala” riferisce anche Agrippa il quale, puntualizza che il 5 “… non ha scarsa efficacia”.  E dopo avere esaltato le virtù di questo numero con varie correlazioni analogiche (cinque sensi, cinque potenze dell’anima, cinque dita, cinque pianeti erranti, cinque specie di cose miste, cinque specie di animali ecc.), afferma che:Dio compone tutto con cinque cose : l’essenza, la somiglianza, la diversità, il senso e il movimento” … e aggiunge che”Il quinario ha anche molta efficacia nelle cerimonie perché nei sacrifizi scaccia gli spiriti maligni e nelle cose naturali guarisce e preserva dai veleni. Lo si chiama il numero della felicità e della grazia ed è il sigillo dello Spirito Santo, il legame che tutto unisce e il numero della croce“. Infine Agrippa avverte che:“i filosofi pagani l’hanno consacrato e dedicato a Mercurio, l’araldo degli dei, l’interprete dei superi, (…), l’eloquente, il saggio, il ragionevole, colui che fa guadagnare, l’intermediario tra le potenze celesti e infernali, maschio coi maschi e femmina con le femmine, il fecondissimo per possessione di ambo i sessi.”….. Il quintile è molto attivo nei grandi appuntamenti col destino perché, come il suo astro Mercurio, il “notaio del Sole” che “mette in chiaro ciò che è oscuro”, così l’aspetto funge da propulsore per l’affioramento in superficie di ciò che giace in latenza e in ombra. Ed ancora, poiché il suo numero – il 5 – è il numero delle trasformazioni, l’aspetto è responsabile degli avvenimenti che determinano le grandi svolte esistenziali. Il quintile, data la sua correlazione con la stella a cinque punte pone talora l’individuo in un conflitto tra il bene e il male secondo il diverso significato che tale stella assume se dritta o rovesciata…Il quintile annunzia cambiamenti e svolte del destino, tende a farci evolvere o a trasformarci; e comunque “mette in chiaro” e rivela in modo spesso inatteso e “fatale” tratti del carattere ignorati e traccia nuove strade..Questo aspetto del 5, avendo una forte influenza sul piano mentale, segna il talento di un individuo, stimola i suoi momenti di illuminazione, e non solo nel campo scientifico, ma anche nell’arte, nelle professioni e in tutto ciò che riguarda le attitudini personali atte ad interpretare il proprio io a livello trasformativo. 
Ecco perchè questo aspetto, il quintile e i suoi derivati (36° semisestile, 144° biquintile) nel tema è sintomo preciso di capacità trasformativa e se attivato e rappresentato da Nettuno, siamo ai massimi risultati possibili per ottenere delle valide visualizzazioni creative sopratutto quando dobbiamo cambiare i nostri principi fondamentali radicati a fondo nel nostro essere: passare da convinzioni di vita dominata a quele di vita dominante ad esempio. Applicazione più complicata perchè la vita fantozziana sembra appartenerci come DNA inalienabile in quanto siamo condizionati ad accettare l’autorità in tutte le sue manifestazioni e solo i purosangue si slegano e riescono a fuggire dal recinto in cui sono rinchiusi saltandone lo steccato dopo aver disarcionato il proprio istruttore…Visualizzando noi possiamo essere certamente più purosangue che pecore sempre rispettando le condizioni imprescindibili del nostro tema Natale. Nettuno è il principio di devozione, trascendenza, perfezionamento, redenzione, resa, incantamento, fascino, desiderio struggente, disillusione, caos, inganno e tendenza alla fuga. Nel tema natale, Nettuno descrive come e dove noi desideriamo mescolarci e dissolverci in qualcosa di più grande di noi stessi. Nettuno è dove ci spendiamo senza condizione e dove rifiutiamo di riconoscere limiti. Descrive inoltre dove è probabile che siamo irrealistici, senza una visione chiara ed evasivi, dove inganniamo noi e gli altri, dove potremmo finire per sentirci traditi e disillusi. La spinta di Nettuno è profondamente religiosa e mistica non è un caso che ilk segno dei Pesci annovera molti religiosi (Papi e suore..) e teologi fra le sue file. E’ la nostra capacità per un’incondizionata e gioiosa devozione, compassione ed empatia, la nostra abilità di darci senza chiedere nulla in cambio. E’ dove abbiamo accesso ai magici mondi dell’incantamento perfetto, e dove possiamo diventare canali di espressione di una bellezza travolgente e di ideali divini. Nettuno ci connette al divino e quindi ci da le giuste dinamiche per raggiungerlo che spesso sono aldilà di quello steccato dove siamo rinchiusi.. Sta a noi cercare di comprendere come cambiarne i precisi connotati..che ci attanagliano a precise convinzioni frutto di ordini interiori completamente inaccettabili: ma non sappiamo reagire convinti che abbiamo solo quella performance   a disposizione..e come abbiamo visto non è così neanche scientificamente: ma l’ignoranza, intesa etimologicamente, come mancanza di conoscenza, non concede spesso la giusta motivazione di provare a comprendere… In questo senso l’azione di Mercurio, pianeta del funzionamento cerebrale e delle sinapsi cerebrali, è molto concreta anche quando ragiona astrattamente: governa infatti le case opposte esattamente a Nettuno; la terza e la sesta contro la nona e la dodicesima. Quindi questi assi ci dicono molto delle nostre possibilità di reazione psichica agli insight mentali costituiti.   L’aspetto Nettuno-Mercurio descrive una mente (Mercurio) poetica e immaginativa (Nettuno). Finché Nettuno tiene il controllo della situazione, può trovare difficile concentrarsi (Nettuno) o pensare chiaramente (Mercurio), preferendo vivere in un mondo di fantasia di sua creazione. I suoi processi mentali (Mercurio) possono diventare confusi e caotici (Nettuno), e può diventare evasivo e ingannevole (Nettuno) per evitare di dover fare i conti con la realtà Può anche perfino manipolare deliberatamente gli altri creando illusioni e fantasie (Nettuno) e facendo promesse che non ha nessuna intenzione di mantenere. D’altro canto se ha un forte senso di identità, questo contatto è estremamente immaginativo e poetico ed è per questo che è l’ideale aspetto per poter applicare la visualizzazione (Nettuno) creativa (Mercurio). Se, come abbiamo potuto comprendere, Nettuno è la spinta a superare ogni legame fisico o mentale; a trascendere la vita quotidiana con i suoi obblighi e le sue necessità; egli tende alla dissoluzione della forma (quindi anche quella del corpo perché esso imprigiona l’anima); aspira all’eternità. Fin dalla sua scoperta Nettuno è stato giudicato nebbioso, confuso, evasivo proprio perché la sua energia non è collegata alla sopravvivenza e neanche al normale espletamento della vita umana, ma a qualcosa che è molto al di là dell’individualità…. La Luna, indica il nostro senso di appartenenza, il nostro modo di rispondere istintivamente alla vita; essa è il corpo che si forma nell’utero materno ed è quell’energia che vive in noi fin dall’inizio perché ci viene trasmessa da nostra madre. La Luna rappresenta le nostre radici biologiche e familiari; essendo così legata al nostro “inizio” è fortemente emotiva e irrazionale; corrisponde ai nostri più elementari bisogni di sicurezza e nutrimento; rispecchia la nostra vulnerabilità. Quando la Luna è in aspetto a Nettuno si stabilisce un contatto tra il nostro bisogno primario di legame alla madre e il desiderio di scindere ogni vincolo, suggerito dal pianeta; ne consegue un dolore cosmico, qualcosa che affligge l’anima prima ancora che essa si incarni. E’ il dolore del distacco da Dio o da quel Tutto di cui l’anima faceva parte e a cui vuole ricongiungersi; ecco perché l’aspetto Luna-Nettuno diventa una modalità psichica la cui manifestazione, qualsiasi essa sia: di fuga, di dipendenza, di sacrificio, mistica o creativa – essa comunque riguarderà il difficile tentativo di riconnettersi alla Totalità. Questa sinergia vibrazionale crea le condizioni ottimali per leggere dentro la nostra anima e interpretarla nel modo corretto per evolvere senza intaccarne le modalità istintuali di nascita che altrimenti ne risulterebbe ferita. Sta alla qualità interpretiva e d’intervento legate indissolubilmente alla professionalità dell’astrologo che non può improvvisare le sue capacità inmdagative e psicoterapeutiche senza averne una adeguata preparazione: l’uso corretto della disciplina astrologica, secondo il mio modo di vedere, prevede la vera capacità d’intervento seguendo l’incessante moto planetario che si staglia sullo sfondo delle nostre coscienze. Visualizzare creativamente è obbligatorio se non vogliamo morire d’inedia ed è legge astrologica ineludibile proprio se si riesce ad interpretare correttamente le fondamenta di questa grande scienza umana che è l’astrologia. Il tema natale è in un certo senso la fotografia del cielo, nel preciso momento in cui si è venuti al mondo, ma non è solo un cielo “sopra di noi” è anche e soprattutto un cielo “dentro di noi”, quanto è scritto nella nostra carta del cielo è racchiuso dentro di noi e noi abbiamo il compito di portarlo alla luce per poter mantenere la promessa di diventare ciò che la nostra più intima natura ci chiede di “essere” usando le tecniche che la mente e il pensiero sono in condizione di donarci se solo ne riuscissimo ad attivare le cellule preposte..non muovendosi a tentoni casualmente ma seguendo le indicazioni di quell’unica e irripetibile mappa che abbiamo a nostra disposizione. Avvalersi dell’Astrologia in un percorso di counseling di visualizzazione creativa significa usare come ulteriore strumento la “carta del cielo” così che ci si può orientare correttamente nel ginepraio delle nostre miriadi di sinapsi. Gli astri indicano, ma non determinano, si sa, ma forse non se ne capisce il vero senso: è di fondamentale importanza entrare nella dimensione del viaggio (non del fermo immagine..come molti colleghi ancora credono..) poichè nella carta del cielo non c’è nulla che non possa essere “trasformato”, in essa non è racchiuso un destino inelluttabile bensì una vita in continuo divenire che porta con sé sfide ma anche opportunità e queste sono scandite da particolari “movimenti in cielo” che corrispondono a particolari “movimenti dentro di se”.
Lo strumento della “carta del cielo” in un percorso di counseling, non ha lo scopo precipuo di raccontare al cliente “come è fatto” ma, sopratutto di stimolarlo a vivere più pienamente e consapevolmente, di aiutarlo a ritrovare un senso profondo del suo “essere qui”, e a risvegliare delle domande alle quali solo lui puoi dare la sua personale risposta.
La parola chiave è “crescita”, ed il counselor astrologico che accompagna il cliente in questo viaggio è il primo che deve mettersi in gioco, mettendo in discussione le proprie teorie, convinzioni, pregiudizi e a ritrovare uno sguardo ancora capace di sorprendersi. Un Capricorno, visualizzando adeguatamente, statene certi, può imparare a rilassarsi per vivere meglio i suoi sentimenti, una Vergine può imparare ad essere indulgente ed un Granchio può imparare ad essere più obiettivo. L’idea che un Capricorno possa non rientrare nelle classiche “categorizzazioni” dell’astrologia spicciola può spiazzare la maggior parte degli astrologi, ma il mio è un approccio che valorizza la “persona” e le sua capacità di crescita e di trasformazione.   Questa è la mia personale esperienza..pluriennale che vive e cresce, legata indissolubilmente all’impegno e agli studi di ricerca incessanti che mi consentono di comprendere in action ciò che è più efficace per ottenere i nostri migliori standard magari uscendo finalmente dalle nostre convinzioni che sono i veri legacci che vanno una volta per tutte tagliati. Alla luce di queste affermazioni, in realtà già datate, in quanto scritte già da qualche anno e riproposte in questa sede, il nostro ritratto psicologico nasce dalla lettura dei vari elementi che sono presenti in ogni tema natale, ma che, in ognuno, si combinano diversamente andando a formare una miscela unica e speciale nel modo di associare, distribuire e scambiare le loro energie. Questa miscela unica è la personalità individuale, quella che fa di ognuno di noi un essere unico e diverso da ogni altro. E’ per questo principio che, ad esempio, due Capricorno o due Toro o due Bilance, non saranno mai uguali tra loro, nemmeno se nascono nello stesso momento e nello stesso giorno. L’astrologia da rotocalco punta ad uniformare la lettura dei segni, ma non fà altro che fuorviare la visione che ogni individuo è in realtà, un universo a sè, assolutamente unico nel suo genere. E già che ci sono un’altra cosa da sfatare, alla luce di questo tipo di studio è che il tema natale non và usato come una mappa inamovibile; esso non descrive un destino statico ma un flusso di uno schema di vita pieno di opzioni e di rischi: l’inamovibilità ci condanna alla morte psichica..che è la peggior morte che ci può capitare. Quegli astrologi che per secoli avevano cercato di determinare il nostro comportamento derivandolo dalle nostre Carte natali, stavano puntando nella direzione sbagliata: panta rei… L’Astrologia fornisce il terreno d’indagine. Come lo navighiamo è compito nostro. Chiunque leggerà con interesse, curiosità e,soprattutto, mente aperta questo articolo, potrà imparare a utilizzare il proprio tema natale come un alternativo strumento di autoconoscenza. 
Crescita. Questa è la chiave ed è questo ciò che separa la vera Astrologia dal semplice predire la fortuna. La fortuna non esiste in se siamo noi la nostra fortuna se cominciamo a comprendere intanto il livelllo di conoscenza, quindi d’ignoranza, che ci contraddistingue. Le forze astrologiche ci presentano delle domande, non delle risposte: questo è il sostanziale errore che si fa quando si analizza un tema, leggendolo al contrario praticamente. Nulla possiamo fare di meglio per noi stessi, se non cercare di diventare quello che siamo veramente….e sta a noi rendercene conto o continueremo a soffrire le pene dell’inferno solo perchè crediamo senza alcun costrutto che non si possa cambiare quel comportamento o quell’atteggiamento fortemente lesivo della nostra persona.

Roma  02.10.2013      
                                                 
Dr. Claudio Crespina IlNadir

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Riguardo L'autore

Redazione Il Nadir

Il dr. Claudio Crespina, astrologo, filosofo, counselor psicologico-comportamentale e ricercatore nasce sotto il segno del Capricorno a Roma, una città così significativa e simbolicamente attraente, per i suoi continui richiami storici ed esoterici che credo superfluo e inutilmente ripetitivo spiegarne la grandezza e l’importanza.

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