Astrologia e Filosofia

2012 La profezia Maya

 2012 – La Profezia dei Maya 

 La fine del Mondo secondo l’ultima pagina del Codice di Dresda.

 

Devo obbligatoriamente fare una doverosa premessa in riferimento a questo argomento così attraente e contemporaneamente controverso in relazione allo scopo principe della rivista e cioè l’approfondimento e la comprensione dell’Astrologia. Il nesso inscindibile è il TEMPO che, come ampiamente detto e scritto nei vari articoli, è la matrice fondamentale che serve per capire cosa sia l’astrologia e a cosa serva…
L’Astrologia è la scienza del tempo e come tale ogni forma di cultura, che inevitabilmente ad esso si deve riferire, trova logico fondamento nei significati intrinsechi della astrologia che riassume in se tutti i valori culturali dei popoli, che ad ogni latitudine sono esposti alle influenze planetarie, senza soluzione di continuità: così sopra…..così sotto !!!! (tavola smeragdina) .
IlNadir 
C’è una cosa che bisogna comprendere sul perchè la profezia dei Maya sulla data del 2012 sia così clamorosamente esplosa, in questo periodo, nel mondo intero.
  1^PARTE:      LA   CULTURA  MAYA 
 I Maya avevano una vera ossessione per il tempo. L’intero territorio dei Maya, con le sue centinaia di città di pietra può essere classificato come un enorme monumento in stretta relazione con il tempo.   Sulle mura che cingevano i campi per il gioco della palla, sui templi, sugli architravi, sui pannelli scolpiti e addirittura sulle conchiglie, sulla giada – usata in grande abbondanza – i Maya per un periodo che abbraccia circa 1000 anni, incisero le relative date non appena arrivavano alla conclusione dell’opera, o la incisero per celebrare qualche avvenimento del passato.Un erudito ha perfino trovato  un’iscrizione Maya che risale per novanta milioni di anni nel passato.  Ma perchè i Maya avevano questa ossessiva preoccupazione per il tempo ?  Perchè – è questa la risposta più semplice – i Maya erano convinti che il tempo fosse ciclico.  E che la stessa influenza e le stesse conseguenze si ripetessero in ogni determinato periodo nella storia. Fu proprio Diego de Landa – il primo e più esauriente occidentale a venire a contatto e a studiare approfonditamente la cultura maya – a scrivere nei suoi diari: ” Riuscivano (i Maya) a calcolare meravigliosamente le loro epoche, e così era facile per un vecchio con il quale mi capitò di parlare, di ricordare tradizioni  che risalivano a trecento anni prima.  Chiunque abbia messo ordine al loro calcolo dei katun, fosse stato anche il diavolo, lo ha fatto con una esattezza mai nel passato eguagliata”.
Una specie di compendio di questa incredibile interpretazione del Tempo – i Maya erano convinti che il mondo avesse sofferto apocalittiche distruzioni per quattro volte, e che quando il velo si alzò sulla storia dei Maya, essi stavano vivendo nell’epoca seguente la quinta creazione del mondo (gli indiani raccontarono a Diego de Landa che gli dei che reggevano la terra fuggirono “quando il mondo fu distrutto dal diluvio”) – si trova in quello che è universalmente conosciuto come Codice di Dresda (foto in testa).
Il Codice di Dresda è uno dei tre codici Maya sopravvissuti – per puro miracolo – alla furia della conquista spagnola, che come sappiamo fece purtroppo terra bruciata dell’intera cultura Maya. Il codice di Dresda (detto codex Dresdensis) è il più bello e il più complesso dei tre (cm.350X20X9) risale probabilmente all’XI o XII secolo e ricopia quasi sicuramente un originale del periodo classico; parla delle eclissi, della rivoluzione sinodica di Venere, di riti religiosi e di pratiche divinatorie, per ben 70 pagine. Fu scoperto a Vienna nel 1739, e in seguito venne acquistato dalla biblioteca di Sassonia, a Dresda. E’ stato proprio partendo da quel codice della biblioteca di Dresda, che Ernst Forstermann, impiegato di quella biblioteca, riuscì a decifrare una parte del calendario Maya, e a compiere il lungo conto che permette di stabilire una data in rapporto al punto di partenza cronologico Maya, grazie a una serie di glifi. Forstermann, in realtà, si era messo in testa di trovare il contenuto di quello strano libro di magia, e fu il primo, nel 1887, a capire che si trattava di tavole del pianeta Venere.Ed è proprio il Codice di Dresda a fornire lumi su come il lungo computo del tempo scandito dal calendario Maya si arrestasse consapevolmente il 21 dicembre del 2012. Sappiamo poco su come essi immaginassero la fine del mondo. L’unica immagine possiamo averla osservando l’ultima pagina del codice di Dresda. In essa si vede l’acqua che distrugge il mondo, essa fuoriesce dai vulcani, dal Sole e dalla Luna generando oscurità che prevale sulla luce.
Cosa è questa acqua ? E’ facile pensare perchè questa profezia – o meglio, questo computo temporale – dei Maya abbia così suggestionato gli uomini di oggi. Se si prova ad immaginare quella profezia, attualizzandola, la prima cosa che viene in mente è il global warming: innalzamento degli oceani, aumento della temperatura media con il conseguente scioglimento dei ghiacciai “eterni…” ecc. Ma tante altre ipotesi vengono alla mente: caduta di un meteorite, eruzioni spaventose, terremoti frequenti e tsunami giganti. E c’è chi immagina anche che l’acqua che invaderà il mondo, possa essere quel nuovo quinto elemento sprigionato dagli esperimenti del Large Hadron Collider (“nuovo”…acceleratore di particelle) che – guarda caso – stanno per riniziare a Ginevra, dopo uno stop per un  “piccolo”…guasto, causato, incredibile a dirsi e forse proprio a credersi, da “mollicole di pane”…e che saranno pienamente effettivi proprio intorno al 2012…
Ma penso che tutto questo dovrebbe semplicemente portarci a una conclusione: quella di studiare meglio la grande cultura maya, quella di un popolo terribile e misterioso, intorno al quale le nostre conoscenze sono ancora molto scarse..e prive della necessaria coscienza olistica unica in grado di analizzare in pieno la realtà circostante senza sovrastrutture mediatiche e disinformative.  fonti: Victor W.Von Hagen – Il Mondo Maya Newton,1977.
  2^Parte                                                                        
SCOPERTO IN GUATEMALA IL PIU’ ANTICO FREGIO MAYA

GLI DEI DELLO SPAZIO  Il reperto scoperto nella città di El Mirador è in perfetto stato di conservazione. In esso sono rappresentati Ixbalanque e Hunapu, i due gemelli semidivini del libro sacro Popol Vuh, che si bagnano nelle acque alla presenza di “divinità e mostri celesti”.

E’ di alcuni mesi fa, la scoperta di un antico fregio Maya risalente al 300 a.C. Una scoperta importante che dimostra che la civiltà maya raggiunse il suo apogeo molto prima di quanto non avessero finora supposto gli specialisti.
Il fregio misura 4 metri di lunghezza e tre di altezza ed è realizzato in pietra calcaria e stucco. Il luogo della scoperta è il centro archeologico di El Mirador (la Gerusalemme dei Maya), nel cuore della foresta di Peten, a 650 km dalla capitale.
Il reperto è in perfetto stato di conservazione. In esso sono rappresentati Ixbalanque e Hunapu, i due gemelli semidivini del libro sacro Popol Vuh, che si bagnano nelle acque alla presenza di “mostri celesti”.
La qualità artistica del fregio dimostra che i maya di questa epoca non erano affatto dei selvaggi, ma avevano sviluppato una civiltà assai avanzata, più di quanto non si possa immaginare.
Tra le principali scoperte sui maya a El Mirador c’è anche la famosa piramide denominata “La Danta” (datata 200-150 a.C.), considerata come una delle strutture più grandi del mondo antico con i suoi 172 metri di altezza (la piramide di Cheope ne misura 137). Dall’Agenzia giornalistica “Reuters”
L’agenzia giornalistica Reuters ha riferito che gli archeologi che lavorano nel profondo nella giungla del Guatemala settentrionale hanno messo in luce incredibile pannelli intagliati che si ritiene di rappresentare scene dei miti Maya, che vedono la presenza di strani esseri alieni, di mostri, serpenti e divinità. I pannelli sono stati scoperti sul sito di El Mirador, la più grande città maya conosciuta nel mondo, che viene continuamente scavato rivelando sempre più sorprese. La città stessa è notevole, in quanto nel complesso sono contenute strade, canali e strutture che ci si aspetterebbe di una moderna metropoli. Il responsabile del sito archeologico, il capo ricercatore Richard Hansen ha datato i pannelli ad un periodo che va all’incirca al 300 aC.
Ufologi hanno concentrato le loro ricerche in particolare sulla civiltà Maya e la loro mitologia per decenni, forse più di qualsiasi altra civiltà antica. I Maya erano un popolo che aveva conoscenze astronomiche notevoli e nei suoi miti ci raccontava del Ritorno dei Maestri stellari, esseri provenienti dalle stelle, o i famosi Dei dello Spazio che ritornavano alla fine di ogni Era o Ciclo sulla Terra per dare all’uomo conoscenze tecnologiche e spirituali. Forse questi Dei dello Spazio sono i famosi “Guardiani” (Neteru) di cui si parla negli antichi testi dei Sumeri?
Molti hanno già notato che il pannello visualizzato sul sito dell’agenzia Reuters, raffigura chiaramente un UFO, circondato da due esseri da aspetto e fattezze umanoidi coperti in una qualche forma di apparecchiatura tecnologica.

L’eredità Maya ci offre un’alternativa a questa folle corsa tecnologica all’ l’oblio, che ci tiene avvinti in un incantesimo . L’equilibrio della Storia richiede che si consolidi un Nuovo Ordine Mondiale per poter salvare le specie e la biosfera dalla crisi portata dal Vecchio Ordine Mondiale . Laddove il Vecchio Ordine Mondiale Babilonese ha creato l’incubo tecnologico della civiltà moderna, c’è da aspettarsi che il Nuovo Ordine Mondiale Maya possa creare una via al di là della tecnologia . Ecco l’eredità ed il messaggio dei Maya : “Prima che sia troppo tardi, oh umani di quella che pensate sia la Nave Spaziale Terra, (sappiate che) c’è una Via al di là della Tecnologia . Ma per apprendere questo cammino dovete uscire fuori dal tempo in cui siete e tornare al tempo della natura . L’eredità che vi lasciamo è il dono di quell’altro tempo che avete ignorato . Questa conoscenza è codificata nel nostro calendario, chè è più di un mero conto dei giorni . Il nostro splendore deriva da una matematica superiore basata sul 20 e non sul 10, un sistema vigesimale e non decimale . Vedete, l’essenza del tempo non è nella durata, computata in ore, minuti e secondi meccanici, che vi trascina nel vostro ‘futuro’ . Piuttosto, l’essenza del tempo è la sincronizzazione che voi conoscete vagamente come sincronicità, il cui strumento supremo è il vostro stesso biocomputer umano, con le sue venti dita fra mani e piedi, e tredici articolazioni principali . Siete voi, oh umani, la via al di là della tecnologia – ma solo con la conoscenza giusta ! Ascoltate la nostra saggezza finchè potete : il tempo non è denaro, il tempo è arte ! Sì, la nostra eredità per voi è la scienza del tempo, la formidabile conoscenza che il tempo è la quarta dimensione! *
*Queste parole sono riferite all’intervista fatta al prof. Josè Arguelles, dall’inviato A. Giacchetti di Scienza e conoscenza,
C’è un tempo per il mondo occidentale industrializzato e uno per gli antichi Maya, la popolazione che scomparve inspiegabilmente intorno all’830 d.C. Un tempo lineare disegnato dal calendario Gregoriano, di 365 giorni, e uno ciclico, tracciato dal calendario Tzolkin, che conta 13 lune di 28 giorni (364 giorni). A decifrare il codice Tzolkin (letteralmente “computo sacro”), trovato nel 1952 a Palenque, in Messico, è stato l’antropologo Josè Arguelles, autore di Il fattore Maya (Edizioni scientifiche Wip). La matrice del tempo studiata e messa a punto dai Maya è composta da 13 toni, o cicli, e da 20 archetipi, o sigilli solari, ovvero l’energia solare che si muove in un ciclo. “La proporzione 13:20”, spiega Arguelles, “rimette l’uomo in pace con l’universo, lo allinea al tempo lunare, solare, planetario e galattico”. Il calendario introdotto da papa Gregorio XIII nel tardo ‘500, invece, avrebbe imposto alla vita un rapporto artificiale, in dissonanza con la pulsazione naturale dell’universo. “La misurazione gregoriana del tempo”, sostiene Arguelles, “è imprecisa e, regolando la vita sociale e biologica dell’uomo, lo pone in disarmonia con il piano cosmico cui appartiene”. Il tempo “rotondo” dei Maya gira intorno a glifi, onde, toni e sigilli, ognuno con un proprio significato. Dalla lettura dei simboli e dall’analisi incrociata di questi elementi sarebbe possibile ricavare il profilo della propria personalità, scoprire da dove veniamo e cosa ci aspetta in un dato giorno dell’anno. Ma ci sarebbero addirittura legami fra la matrice Tzolkin e lo stato fisico. “La frequenza naturale, 13:20, è codificata anche nel nostro computer biologico, cioè il corpo umano”, dice Carmen Rettore, studiosa della legge del tempo Maya. “Tredici sono le principali articolazioni, 20 le dita di mani e piedi, 20 gli amminoacidi che compongono il Dna, ognuno dei quali corrisponde a un archetipo. si è potuto sperimentare che una ferita al dito della mano sinistra è sintomo di incapacità a prendere decisioni, mentre l’unghia incarnita nell’alluce destro è molto spesso spia di disturbi della sfera sessuale”. Nello Tzolkin, dunque, la chiave della felicità?

Domandiamoci il perchè si sta verificando un’attività così intensa e anomala in questo momento? Il picco massimo di attività della nostra stella -nel suo ciclo principale di 11 anni – si è verificato nel 2000. Nel 2004 i fisici solari osservarono un’assenza totale di macchie, un fatto che preannuncia sempre l’avvicinarsi di un picco minimo di attività.

Questo picco minimo doveva avvenire tra il 2005 e 2006, circa 4 anni prima del nuovo massimo, previsto per l’anno 2010 o 2011, precisamente alla vigilia della data che gli antichi maya hanno identificato come la fine dell’era che corrisponde al “Quinto Sole” e l’inizio di un altro ciclo cosmico chiamato “Sesto Sole”.
I Maya sapevano qualcosa che la nostra scienza attuale ignora? I loro testi sacri potrebbero aiutare gli scienziati, sconcertati dallo strano e inquietante comportamento dell’astro re?

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Dr. Claudio Crespina IlNadir                                     

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Riguardo L'autore

Redazione Il Nadir

Il dr. Claudio Crespina, astrologo, filosofo, counselor psicologico-comportamentale e ricercatore nasce sotto il segno del Capricorno a Roma, una città così significativa e simbolicamente attraente, per i suoi continui richiami storici ed esoterici che credo superfluo e inutilmente ripetitivo spiegarne la grandezza e l’importanza.

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