L’APPROFONDIMENTO DEL TEMA NATALE: UN UOMO INVASO DAGLI “ALIENI”, non solo un uraniano..
Ora, lette in breve alcune note principali del suo spartito musicale, abbiamo la base su cui comporre, con la fusione del resto del suo tema, la complessa personalità di Malanga, parte uomo e parte alieno. Entriamo, col grafico enucleato dalla esclusiva qualità della graphic designer Sara del Monte per la Redazione del ilNadir, nel merito dei veri agenti significatori dell’anima malanghiana che solo un’analisi astrologica seria e approfondita può evidenziare con buona capacità di comprenderne gli schemi maggiormente orientativi la personalità di fondo di un personaggio certamente non lineare, aldilà delle sue esperienze al limite della realtà e forse oltre. Stiamo entrando nei significati archetipi più espliciti dell’anima malanghiana in modo che si possano tradurre, dal generale precedente al particolare attuale, gli insight psicologici su cui si fonda e si costella l’eventuale baluardo psichico del professore di Pisa: la sua epidermica proiezione, che, come ben sanno i terapeuti, tutti gli esseri umani operano inconsciamente (fintanto che non ne diventano consapevoli) così che anche un profano possa comprendere il reale valore dell’astrologia e delle sue potenti dinamiche valutative e diagnostiche oltre che previsionali.
Mi piace descrivervi questo preciso moto interiore parafrasando il mitico Bob Dylan, lo straordinario cantautore americano che di alieni certamente se ne intende, stando alle molte insinuazioni “liturgiche”, impresse di simbologia extraterrestre seppur velata dalle ormai famose parole inneggianti la nuova rivoluzione sessantottina contro le guerre e le ingiustizie sociali. D’altra parte Dylan è un Gemelli, prima decade, con ascendente in Sagittario congiunto al CG (vedi articolo su Dylan). Superato il fossato che circonda il complesso “maniero psichico” del professore, vi voglio trasmettere questa precisa senzazione emotiva infatti sto bussando al suo portone principale…!! Knockin’ on Heaven’s Door (titolo della stupenda canzone scritta da Bob Dylan per la colonna sonora del film “Pat Garrett & Billy the Kid”), bussando alle porte del Paradiso….
SOLE (Aquario) IN OPPOSIZIONE A PLUTONE (Leone) sull’Asse I^-VII^ o la logica dello specchio, spesso ripetuta (anche ieri sera nella mia conferenza via skype) come esempio da Malanga: face to face.
Il Plutone leonino di Malanga possiede un I.C.P. o incipit cosmogonico planetario a 7°31′ in GRANCHIO in II^ Casa, quindi un fuoco divampante annegato nell’empatia dell’acqua materno-uterina del Granchio, agente sostanzialmente sulla dinamica del possesso sia di beni materiali che delle forze della sessualità (ma anche, come sempre si deve analizzare, del loro corrispettivo scorpionico riferito all’VIII^Casa) che evidentemente risuonano potentemente in questo archetipo plutoniano che, come leggerete, è alla base della personalità, anche sconcertante, del professore di chimica. Che significa, direte, avere un Plutone con l’incipit cosmogonico planetario in Granchio..? Significa in parole povere che un Plutone diciamo “forte” (Leone, Ariete) è vestito, è ammantato da un incipit, diciamo, “debole” (Granchio), quindi non agirà tutta la sua potenzialità correttamente e si troverà in una situazione di conflittualità o meglio di divergenza tra il volere fisicizzante e ostentativo del Plutone leonino e il potere riflessivo, rinunciatario, dubitativo e romanticamente addolcito del suo incipit in Granchio..Per essere ancora più chiari: il Plutone Leone scuoterebbe normalmente l’intelaiatura e i molteplici cavalli di una Formula uno, ma in queste condizioni, non può esprimerne l’intera potenza (in gergo: scaricare a terra l’intera energia delle sue turbine..) perchè è come se fosse alimentata con un propellente insufficiente (mi viene in mente ad esempio una benzina diesel o metano..!!) degli ottani necessari che servirebbero per ottenere i giusti equilibri motoristici, utili ad espremire correttamente la straordinaria forza effervescente sia di quella macchina che di quel Plutone. Spero che si comprenda in questo modo la difficoltà espressiva appunto, compresa esclusivamente dal mio metodo analitico, di quel Plutone che in Leone com’è sparerebbe a terra tutti i suoi cavalli…!! Quindi è facile comprendere già da questa prima sottolineatura che prende spunto da una delle mie scoperte principali di questi anni di studi e di ricerche incessanti, l’I.C.P. o incipit cosmogonico planetrario, come nonostante il Putone Leone (la Formula uno) senta di poter sfruttare appieno il mezzo (quindi spinge di conseguenza..) di cui dispone espandendo di presenze, anche pavoneggianti, i palcoscenici delle conferenze, delle radio, del web di mezza Italia, e dell’intero mondo della rete, rappresentando il desiderio tipico di imporsi e di brillare del Leone, capace di rappresentare al meglio le sue intuizioni speculative sulla natura umano-aliena, verrà mal compensato e supportato dal suo abito-granchio motivazionale, costipato e complicato nelle sue indecisioni, nelle sue ansie, nei suoi fremiti psicologici, incapace pertanto di reggere quell’urto violento alle alte frequenze che quel Plutone, ente primo di processi trasformativi, per di più leonino richiede con estreme sollecitazioni anche psicologiche oltre che fisiche. Se poi, a questa precisa disamina, aggiungiamo che il campo d’azione di questa opposizione Sole-Plutone è l’Asse I^-VII^ (la dinamica Io-Altro) si comprende facilmente la forza d’urto che una simile domificazione possa rappresentare nell’economia del suo ego in relazione sia all’altro dentro di se (l’ombra aliena..) che all’altro fuori di se (l’alienato). Prima o poi, se Malanga cominciasse a “dignificare” (così si dice in termini astrali..) la sintassi astrologica, sarà bene approfondire questo concetto assimilandolo a quello, più specificatamente quantistico, dell’Entropia che tradotto letteralmente, direi etimologicamente, dal greco antico, sta per ἐν (en), “dentro”, e τροπή (tropé), cioè “trasformazione”: dentro la trasformazione, in trasformazione continua. Essa quindi consiste in una grandezza (più in particolare una coordinata generalizzata) che viene interpretata come una misura del Disordine presente in un sistema fisico qualsiasi, incluso, come caso limite, l’Universo…! Ed eccoci in pieno schema astrologico, solo a volersene rendere conto, non solo astrofisico o astronomico, se solo si comprendesse come il moto plutonico (ma anche quello nettuniano..) sia correlato a questo concetto di fisica quantistica. Il concetto di “Entropia” è piuttosto complesso e per comprendere appieno il suo significato è necessaria almeno una conoscenza di base della termodinamica e della meccanica quantistica appunto; esistono infatti almeno due definizioni rigorose dell’Entropia: una definizione macroscopica, fornita dalla termodinamica e una definizione microscopica, fornita dalla meccanica quantistica. È possibile comunque dare una spiegazione semplicistica dell’entropia, anche se in un certo senso fuorviante, interpretandola come il “grado di disordine” di un sistema. Quindi un aumento del “disordine” di un sistema è associato a un aumento di entropia, mentre una diminuzione del “disordine” di un sistema è associata a una diminuzione di entropia e la dinamica del Plutone astrologico (nello specifico quello di Malanga a maggior ragione così fortemente impegnato dalla opposizione solare..) ne è certamente una funzione validante lo schema entropico, data la sua forte concentrazione nucleare sia all’emissione che alla cessione di energia per poterne consentire l’obbligato schema trasformativo..: quello che è di ieri, la logica del passato oggi non sembra più appartenerci.., si trasforma.. Muore per rinascere…:questa è la dianica entropica di Plutone in genere e a maggior ragione del Plutone malanghiano così sollecitato sin dalla nascita.. A ogni “trasformazione” del sistema che provoca un trasferimento di energia (ovviamente senza aggiungere altra energia dall’esterno: opposizione natale o radix Plutone-Sole), l’entropia aumenta, perché l’equilibrio può solo crescere. Come detto, si può considerare un “sistema” anche l’intero Universo per cui è logico concludere che anche nel cosmo l’energia tende a distribuirsi dai corpi più caldi a quelli meno caldi in modo che l’entropia aumenta, tende ad aumentare. L’Entropia pertanto può essere definita proprio come la misura del grado di equilibrio raggiunto da un sistema in un dato momento, stando alla ciclicità del tempo, come base fondante del principio. La luce solare, diciamo positiva, opposta ala luce plutonica, negativa, agiscono la dinamica entropica universale nell’asset psicofisico del professor Malanga generando forme d’ansia, di paura, connesse a continui bisogni di equilibrio da raggiungere: conquista o meno della coscienza-consapevolezza che sarà maggiormente presente al ciclico momento dell’opposizione plutonica al suo Incipit in Granchio: egli rivedrà (o meglio, potrebbe rivedere..) le sue storture animiche, ovvero si renderà conto delle sue descrizioni giovanili considerandole fuori tempo..per il periodo che le rivedesse..Se poi consideriamo che oggi che scrivo quel Plutone transita in Capricorno nella dodicesima Casa del Tema, attraversando in congiunzione prima la Luna e poi Mercurio, si può certamente affermare che il cambiamento in atto è obbligato..e obbligatorio..!! Plutone trasforma e fa morire per trasformare: moto entropico per default..!!
E’ un aspetto. l’opposizione Sole-Plutone, straordinariamente potente che da solo può spiegare l’attuale inversione di tendenza (e i continui ribaltamenti trasformativi..), riferibile a qualsiasi ragionamento si possa fare, nel caso specifico a maggior ragione per un Chimico laureato che ad un certo punto della vita, sfidando se stesso, inizia a collaborare con il CUN o centro Ufologico Nazionale.., organizzazione parascientifica che con una laurea in chimica poco aveva a che fare, anzi ne poteva inficiare la serietà d’intenti professionali del professore. Malanga, entropicamente, è in continua lotta contro se stesso, come se il suo “alter ego” gli si mettesse di fronte e lo sfidasse apertamente: combatte con uno specchio..? L’alieno dentro di se e fuori da se…l’alieno da trovare, da creare e da spiegare..: la coda dell’antico “sauro” rimasta dentro la psiche collettiva degli esseri umani per una felice intuizione del grande Barbault. Non meravigliatevi se tra qualche tempo risentiremo Malanga parlare del suo passato in termini di evoluzione di “coscienza”, di alimentazione di “consapevolezza”: il tempo, chi fa astrologia “scientifica”, sa essere circolare, ciclico in realtà, quindi si ripete..: i transiti e le progressioni sono lì a dimostrarcelo. Esso sembra ripetersi, a noi comuni mortali, nei metodi e nelle modalità, come molti pazienti mi ripetono sbalorditi da anni nei loro resoconti esperienziali: in realtà si tratta solo di similitudini, di avvenimenti simili, perchè dovranno aver subito profonde modifiche (trasformazioni..) grazie all’auspicabile, eventuale aumento di coscienza, e di conseguente consapevolezza, che nel tempo (in realtà..”inesistente”) dovrebbe dimostrarsi ovvero con il decadimento di coscienza nell’ignoranza: questa essendo la peggiore forma di cecità…!! Ognuno, compreso Malanga quindi, va alla ricerca di se stesso.., non più “specchio”, essendo lui stesso il generatore primario della propria realtà.., del proprio universo (l’universo in cui ci crogioliamo è un prodotto virtulae..: sarà bene rendersene conto.!) soprattutto adeguandosi a quei cicli planetari di tempo ripetuti, o presunti tali e, vedrete che, prima o poi (di fatto non casualmente, come potrebbe “ignorantemente” credere, ma seguendo e rispondendo appunto ai cicli planetari a cui è connesso..) se ne accorgerà anche il nostro professore di Pisa, magari con maggior consapevolezza di prima e, nonostante le continue decisioni di smettere…,annunciate sempre più frequentemente, aprirà il suo notevole apporto sapienziale, reso magistralmente in campo ufologico, anche in altri campi ad esso confinanti, non ultimo quello della lezione astrologica.. L’astrologia, ne sono un valido rappresentante (consentitemi questa autocelebrazione..), sa queste cose da sempre e sempre le ha dichiarate…: bisogna solo distinguere, non pregiudizievolmente, le modalità applicative di questa alta scienza da quella informe bestialità casalingo-domenicale che viene malamente venduta inopinatamente dai media, purtroppo definita con lo stesso nome, alla gente comune, rendendola così maggiormente ignorante della profonda verità presente nelle sue pieghe disciplinari..Come si dice: chi vivrà ..vedrà…!! C’è un certo autolesionismo, con l’opposizione di Plutone (che mi piace definire, come si evince in un mio articolo omonimo, “la morte della Morte”..), che può impedirgli di realizzare quello che desidera ovvero di agire la conformità della cultura imperante..: ovvero nascosto dietro un finto umanesimo c’è un uomo frustrato nell’intimo perchè vorrebbe primeggiare a tutti i costi. Non si compiace della comprimarietà che sarebbe accettabile per un aquario, ma non per un aquario raddoppiato che inevitabilmente VEDE LEONE..: Malanga si muove intimamente, e non solo, in realtà da Leone, esaltando peraltro quella opposizione nativa tra il Sole e Plutone: il buono e il cattivo..dualismo imperante nei suoi numerosi convegni e nella sua speculazione scientifica (non ci sono alieni buoni o alieni cattivi..!!). Un Plutone contro è sempre un animale da prendere con le molle se vogliamo comprendere “di che lacrime grondi e di che sangue”, direbbe il poeta.., tutto il concerto sinfonico che corrisponde alla nostra vita..,che spesso, più spesso del solito, ci piega alle forze incontrastanti di Plutone e delle sue immagini oscure..alle quali e dalle quali veniamo coinvolti e attratti al contempo. In Malanga il gioco si fa duro non ci sono dubbi: il suo concerto non riflette un’opera di Chopin, ma certamente quella di un Wagner, di un Beethoven per restare sui famosi..I suoi sillogismi alieni sono regolati ai suoi fantasmi interiori prodotti proprio da questa violenta opposizione..che lo scuote sin da piccolo nelle sue fondamenta principali assatanandosi sull’asse prima-settima..:l’asse della coscienza dell’io-ego e quella dell’altro fuori da se. Stabilire cosa sia giusto o sbagliato; buono o cattivo; sano o malato è cosa improba anche per un Malanga: nel corso degli anni si è cercato di dare definizioni chiare che potessero fungere da bussole orientative per la pratica clinica e per la società, ma tale compito si è rivelato alquanto arduo e complesso in quanto ci si imbatte in dimensioni eterogenee difficili da circoscrivere. Dimensioni quali salute, benessere, normalità, follia e patologia spesso si mescolano in un disordine semantico con il rischio di non raggiungere risultati che godano di chiarezza e validità: dico questo per sottolineare la mia visione aperta su ciò che è “normale” da ciò che è “patologico”; su ciò che è accettabile da ciò che non lo è; follia e razionalità..corrono sullo stesso filo sospeso in cielo su cui spesso siamo artefici, anche involontari, di equilibrismi complessi. Ecco, per comprenderci, quel filo tesissimo nel tema malanghiano è l’asse I^-VII^ su cui viaggiano il Sole (norma, ragione, verità, lealtà, consuetudine) da un lato e Plutone (follia, stravolgimento, sconcerto, frode, istrionismo) dall’altro, scuotendone l’animo senza soluzione di continuità sin dalla nascita.. Il concetto di normalità o meglio “norma” è andato a configurarsi come standard che una società deve seguire, un vestito da indossare e di conseguenza un comportamento che vada ad allontanarsi dalle norme imposte da una società è stato nel tempo considerato anormale. Il termine “anormale” significa letteralmente al di fuori della norma, matematicamente rilevabile, direbbe lo scienziato Malanga (che proprio scienziato non è…!!), al di fuori di un trend statistico. La sua musica, in queste condizioni astrali, non potrà mai essere un notturno romantico di Chopin a meno che col tempo sappia (o abbia saputo coscientemente però..) cavalcare quel Plutone violento…che, a ben vedere, pare abbia imperversato in lungo e in largo sulla dynamis vivendi di Malanga..senza sapere, ne io, ne lui però, quanto egli fosse addentro alla questione determinandola o quanto, stordito, la subisse..
Plutone con la veste acquatica del Granchio (il suo ICP planetario)è, o può rappresentare, opposto al Sole, la logica della follia.. La follia e il folle diventano personaggi importanti nella loro ambiguità plutonica: minaccia e derisione, vertiginosa irragionevolezza del mondo e meschino ridicolo degli uomini. La figura del folle, come delineato da Foucault, ha assunto connotazioni differenti nel corso del tempo; se durante il Medioevo l’essere folle equivaleva ad essere toccati dal demonio successivamente i folli e i “malati” saranno integrati in un’unica categoria affidata al potere-sapere e a cure specialiste. Inoltre, bisogna tenere presente che il concetto di anormalità va a mutare nel tempo e da cultura a cultura, assumendo nuove concezioni: ciò che un tempo era considerato inaccettabile oggi diventa consuetudine, ciò che per una società è caratterizzante e peculiare diventa inadattabile in un’altra società. Usi, costumi e standard di comportamento hanno accezioni diverse in paesi ed epoche differenti. Si tratta di un fenomeno variabile in perenne evoluzione generato dal peso dell’esperienza culturale. Proprio come la moda si modifica nel tempo, così anche il concetto di anormalità si estende.. Nella cultura islamica, ad esempio, se una donna non avesse il capo coperto sarebbe considerata “violatrice” della normalità presente, dunque perseguibile dalla legge. In occidente la cosa è considerata anormale, se non completamente inaccettabile anche socialmente..In alcune religioni induiste, esperienze allucinatorie o di possessione vengono considerate come fattori di maggiore santità, da venerare con riti e divinazioni; al contrario nella società occidentale viene attribuita a tale fenomeni una direzione patologica. Mi sento di poter dire che, proprio gli studi astrologici possono spiegare semmai questo confine in quanto non esiste una linea rigida di separazione tra tratti patologici e funzionamento normale: entrambi rappresentano gli estremi di un continuum sul quale agiscono molteplici elementi tra cui le risorse psichiche dell’individuo, i fattori ambientali, il substrato genetico e le esperienze relazionali precoci e un Plutone opposto al Sole..che nessun psichiatra, non astrologizzato, ne psicologo, ne psicoterapeuta, ne ufologo, tantomeno chimico, può diagnosticare tra le cause dirompenti quella linea di demarcazione..così netta invece, come quella inscritta in un tema natale..
Handicup o vantaggio quel Plutone? Ai posteri l’ardua sentenza..!! Spiegherò qualcosa di quell’archetipo così difficilmente descrivibile..,sia a parole che per iscritto, con l’ausilio di alcuni articoli della collega A. Gattai decisamente efficaci che riporto fedelmente: analisi la sua certamente pertinente alla problematica plutonica di Malanga. Plutone, un dio dell’oscurità interiore che fu scoperto ed elevato nel firmamento da P. Lowell nel 1930 a 18° Granchio. L’ingresso di Plutone nella coscienza dell’umanità, indica che per l’uomo è giunto il momento di esplorare un nuova dimensione della vita, quello che rimanda alla fine della stessa, alla morte e al nuovo inizio, cioè la rinascita. . è il confronto dell’uomo col proprio potenziale distruttivo e con l’opportunità di trasformazione. Nell’antichità si diceva che Plutone (“ricchezze”) fosse un nome eufemistico, sotto cui nascondere quello dei terribili abissi di Ade. Il mito c’insegna che Ade è il signore degli inferi, il Dio del mondo invisibile; è fratello di Zeus e quindi suo pari grado come signore dei cieli. Egli è il gemello oscuro, ma altrettanto potente, dell’onnipotente Padre Celeste in pratica a ben vedere egli ha uno status superiore perché la sua legge è immutabile mentre quella di Zeus può essere contraddetta. Virtualmente ad Ade non s’intitolavano templi ma si riconosceva semplicemente che la morte è ovunque entro la vita stessa ed ogni cosa vivente ha nel proprio corpo mortale, il proprio altare…!! Ade non può essere visto dagli esseri umani, perché porta un elmo che lo rende invisibile. E’ lui il legame segreto, il destino segreto, il mondo interno a ciò che ci è dato..! Noi possiamo percepire Ade ma egli è in ogni luogo e in ogni momento, intrinseco al nascere di ogni pensiero, di ogni sentimento, di ogni atto creativo. Contiene energie disgregatrici come quelle tipiche del processo di putrefazione, di ciò che marcisce, mentre nel marciume lo spirito interno, serrato là dentro, spinge nuovamente fuori la sua virtù e si forgia in un nuovo corpo, uscito dalla corruzione del primo. E’ qualcosa che ci mette in ginocchio e ci denuda della definizione d’identità a cui aderivamo, cosi come la morte risulta una violazione della vita. Gli scenari del grande Oltretomba sono scenari terribili, ma sono i nostri scenari interiori…, rappresentano il luogo verso cui andiamo attraverso i nostri stati d’animo, la nostra discesa negli inferi dell’inconscio. Le ferite che non sapevamo di avere si aprono come bocche di vulcano, gonfie di collera, gelosia, paura, violenza. Siamo morti alle vecchie strutture mentali, fatte di pensieri, ideali, convinzioni, a tutto ciò che potrebbe ostacolare la nascita di un nuovo spirito. La discesa agli inferi con la sua azione inesorabile e disgregatrice, regola l’eterna creatività della terra -Plutone distrugge e porta oscurità- irradia energia dissolvitrice che muterà la struttura fossilizzata e scuoterà violentemente l’inconscio. La tensione può essere estrema quando la crisi giunge al culmine. Tramite Plutone siamo soggetti al potere della morte, morte del desiderio, della personalità e di tutto ciò che ci trattiene fra le coppie di opposti. Il discorso malanghiano è intriso fin nelle viscere da questo rimbombo continuo che ha alimentato i suoi fantasmi esteriorizzandoli in alieni ma vivendoli comunque nell’intimo al punto che penso di poter dire che ci siano delle forti dinamiche genitoriali (Luna in XII^..e sesquiquadratura di Saturno al Sole) nell’adolescenza di Malanga che devono essere integrate alla sua essenza (Nadir in Toro: radicato quindi a tendenze di possesso nonostante un apparente necessità di libertà relazionale da imporre al partner).
Ma Plutone come Morte non distrugge mai la coscienza, essendone fonte!
Infatti con la sua azione riaffiorano i sentimenti di cui eravamo all’oscuro, tenuti repressi e venati di odio, di risentimento. Il lugubre fiume Stige contiene acque fatte di veleno mortale: ci accorgiamo del nostro “odio”e rimaniamo atterriti, ora che la nocività che prima attribuivamo ad altre cause, la incontriamo entro noi stessi. Alla luce quindi di tutti i suoi studi e le sue ricerche condotte sugli “addotti”, Malanga, che si professa rigorosamente ateo (stigma dell’opposizione plutonica..), chiama “Dio” il Grande Sistema Cosciente di cui facciamo parte. le Razze extraterrestri sono all’interno del Grande Sistema Cosciente, dove secondo Malanga interagirebbero da milioni di anni diverse razze di esseri viventi, che abitano diversi pianeti in diversi sistemi stellari. Per quanto diverse all’apparenza, queste razze sembrerebbero però avere tutte una matrice comune rilevabile dalla forma “umanoide”: testa, tronco, braccia e gambe. Il corpo delle diverse razze varierebbe cioè in dimensioni, proporzioni e aspetto esteriore, ma condividerebbe la stessa struttura fisiologica, intesa come collocazione relativa delle varie parti del corpo. Malanga, assalendo il suo Sole-normalità, lo ha trasformato senza alcun dubbio in un mostro alieno-plutonico che, studiandolo e analizzandolo sull’altro, ne ripeteva l’evidente e insaziabile e deteriore proiezione personale..come ogni decente terapeuta sa intendere nelle sue analisi. Marduk-Plutone, re sumero, si è impossessato della sua anima sin dalla nascita..in realtà.. Con le abduzioni dei terrestri ciascuna razza persegue scopi parzialmente diversi, ma nella sostanza tutte si servono degli umani per ricevere energia vitale e perseguire una vita molto più lunga della nostra o addirittura l’immortalità. A questo scopo depositano nel cervello degli abdotti con varie procedure le loro memorie, che potranno poi recuperare, oppure separano temporaneamente l’anima dell’abdotto dal suo corpo e la inseriscono nel corpo dell’alieno assorbendone l’energia vitale, o ancora entrano nella mente degli abdotti con un fenomeno che assomiglia alla possessione. Queste erano le convinzioni di Malanga degli anni feroci della quadratura plutoniana. Secondo Corrado Malanga, non è un caso se demoni e dèi sono alieni: Respinge la tesi di tutte le religioni e metafisiche, secondo le quali la Luce contrasta per sua intrinseca natura le Tenebre: la chiara estensione dell’opposizione Sole-Plutone. l ‘ex ricercatore del CUN, plutonizzato, convalida acriticamente quanto sostenuto dagli addotti: demoni e divinità rendono schiavo l’uomo da sempre. Marduk (più diffusamente conosciuto nella letteratura religiosa babilonese con il nome di Bēl, “Signore”) è, nella religione babilonese, il “re degli dèi” e divinità potente dell’antica città di Babilonia. Perchè richiamo Marduk nell’affollato pantheon alieno? La figura di Marduk era considerata oscura: figlio di Ea (l’Enki in sumero) e Damkina nonché erede di Anu. Qualsiasi tratto caratteristico Marduk potesse possedere, fu offuscato dagli sviluppi politici attraverso cui la valle dell’Eufrate fu sottoposta , infondendo in lui tratti caratteristici che ne definiscono la verità religiosa: in esso convivono in particolare due divinità Ea-Enki e Enlil, i cui poteri e tratti caratteristici passarono a Marduk…Inutile sottolineare la quantità di volte che Malanga ha nominato, negli scritti e nelle sue conferenze (al più tardi l’altra sera..), quasi fossero sue diramazioni genitoriali..(..!!), la storia di queste divinità..ancestrali, diciamo sumere.., certamente in connessione con gli Anunnaki e la loro discendenza aliena. Plutone quindi come Marduk nell’anima ansiosa sin dai tempi dell’adolescenza di Malanga. Al culmine del processo… sperimentiamo direttamente il lato oscuro, sprofondando nell’abisso interiore: Plutone-Marduk, dio della Morte, non solo, ma la morte della morte, distruttore della forma, conduce attraverso la cecità alla coscienza della luce nascosta. E’ un momento clou del processo d’iniziazione…, di qualsiasi iniziazione: l’Antico non si vede più..! Affonda nell’oceano della vita; scende all’inferno ma l’inferno non lo trattiene…Questo è il senso di quella opposizione di nascita per l’inconsapevole Malanga. Lete è il fiume dell’oblio benedetto in cui le anime dei morti s’immergono prima di tornare al mondo: riusciamo a emergere dal mondo degli inferi.. anche a noi, viene ordinato di non guardare indietro e non ricorderemo quel luogo. L’oblio è un dono di Plutone ma per esso paghiamo un alto prezzo…!! L’accettazione di ciò che non può cambiare è ricompensata dalla possibilità di dimenticare il dolore o di ricordare ciò che era stato dimenticato e ricacciato sottoterra, per poter perdonare. E l’uomo nuovo e vivente, lascia in basso ciò che ve lo ha tenuto per lunghe età, e sale dal fondo alle vette, presso il trono del nuovo divino che sente di rappresentarlo. Intera dinamica questa connessa significativamente al processo di trasformazione-cambiamento che è stato orientato dai transiti plutoniani intorno agli anni 90′ -ai 40 anni circa del professore- con Plutone in Scorpione quadrato esatto all’asse I^-VII^ del tema malanghiano comprendente il suo Sole aquariano e il suo Plutone leonino. In verità la piena implicazione di un transito di Plutone sulla vita totale è cosi sottile, e nello stesso tempo cosi profonda, che talvolta può non essere facile assimilarne il significato. Plutone, data la sua lentezza migratoria, transita soltanto in un terzo o al massimo in metà delle case, ma quelle in cui entra, assumono una rilevanza particolare, perché rappresentano quei settori dell’esistenza individuale dove deve avvenire quel cambiamento che permetterà di trasformare il livello personale di coscienza, sacrificando l’apparente stabilità del conosciuto. Infatti in cambio dei suoi “doni” Plutone pretende molto e soprattutto non accetta rifiuti che rimanda immediatamente al mittente con conti spesso molto salati da pagare. La Settima Casa dell’oroscopo in genere è probabilmente tra quelle di maggior interesse per i consultanti, dato che la tradizione le assegna gli ambiti relativi al “matrimonio e associazioni”. Non è infatti raro riscontrare, in presenza di pianeti “difficili” (ad esempio Urano o Plutone, caso Malanga, ma soprattutto Saturno più direttamente efficace..) una serie di difficoltà nella vita matrimoniale, che può risultare triste e non appagante o essere del tutto assente. Bisogna saper innanzitutto distinguere l’ “anelito all’unione” dall’ “innamoramento”. Quest’ultimo infatti viene associato dalla tradizione alla Quinta Casa. La modalità e la frequenza con cui una persona tende ad innamorarsi, nonché le caratteristiche dell’ “oggetto” destinatario di questa spinta emotiva sono ricostruibili grazie all’analisi dei pianeti presenti in Quinta Casa e del suo governatore, sempre però a partire dalle caratteristiche soggettive emergenti dall’analisi dell’intera carta. La Settima Casa, sempre da analizzare in connessione con la prima, riguarda invece unioni stabili e durature, come si presume sia il matrimonio od anche una società di lavoro. Ma un essere umano (prima casa), è bene comprendere, a chi (o a cosa) desidera legarsi così profondamente e stabilmente..(settima casa)? Per rispondere a questo interrogativo possiamo attingere qualche informazione dalla psicologia Junghiana. Le relazioni significative, secondo Jung, altro non sarebbero se non un tentativo di ricongiungersi con quella controparte di sé percepita come complementare. Nelle parole dello psichiatra svizzero: “Nessun uomo è tanto virile da non avere in sé nulla di femminile. La rimozione dei tratti femminili fa si che queste pretese controsessuali si accumulino nell’inconscio. L’imago della donna (l’Anima) diventa il ricettacolo di queste pretese, sicché l’uomo nella sua scelta amorosa soggiace spesso alla tentazione di conquistare quella donna che meglio risponde al particolare carattere della propria femminilità inconscia; una donna, dunque, che possa accogliere senza difficoltà la proiezione della sua anima”. Il medesimo processo ha naturalmente luogo anche nella donna, con la differenza che la controparte maschile viene definita da Jung “Animus”. Un suggerimento come questo, assieme naturalmente ad una serie di altre evidenze, dovrebbe far nascere nei ricercatori spirituali, alla Malanga per intenderci, un serio interrogativo: che cosa cerca realmente l’uomo nell’unione con il partner? Almeno per quanto riguarda gli individui più spiritualmente orientati è abbastanza frequente che loro stessi ammettano di ricercare un unione impregnata di elementi “trascendentali”, in grado cioè di aiutarli a mettersi in contatto con quella parte di sé più sottile e difficile da raggiungere, dove nel tema malanghiana regna incontrastato Mardock-Plutone, non dimentichiamolo e soprattutto non lo dovrebbe mai dimenticare Malanga. Questa premessa infatti non vuole nel modo più assoluto affermare che il raggiungimento dell’unione con la propria anima sia realizzabile solamente grazie ad una appagante unione con un partner. Ciò che si vuole evidenziare è solamente l’elemento di trascendenza a volte presente nelle unioni importanti (ma anche nelle lesioni delle stesse..), al fine di introdurre la prosecuzione del mio ragionamento. Se le unioni con l’altro, importante o meno che sia, possono rappresentare il riflesso della ricerca dell’unione con l’anima, è dunque probabile che per alcuni soggetti la Settima Casa possa dare interessanti informazioni su come il soggetto tenderà ad affrontare questa missione nella sua vita e forse addirittura qualcosa sulle concrete possibilità o meno di avere successo. Gli aspetti che la tradizione tende ad evadere sempre in modo duale come buoni o cattivi non consentono una giusta e corretta analisi valutativa perchè, soprattutto con i lenti come Plutone bisogna comprendere il salto quantico quasi obbligato che essi impongono alla stessa. La mia raccomandazione è comunque quella di non ragionare in termini “classici”, astrologicamente parlando: ciò che limita (ad esempio quadrature e opposizioni), sappiatelo una volta per tutte, non è “malefico”, ma datore di opportunità che devono essere sviluppate e il Plutone opposto al Sole di malanga ne è un esempio estremamente concreto proprio di opportunità da sviluppare che Malanga, a suo modo s’intende, ha provato a sviluppare. Ecco il perchè esce l’anima, anzi Anima, come prodotto finale di quell’iniziale e terribile Mardok, nei suoi scritti e nei suoi pensieri, quasi a sostituire il partner assente, quantunque fosse presente (della cui cosa non ho informazione alcuna). Anima come prodotto della settima casa servoassistita da una profonda lesione solare che tramite questa attivazione, Malanga, ha provato a suturare..con gli studi, con gli scritti, con i continui colpi di coda. Perchè poi, e lo vedremo, questo è il suo vero input originario: fare il “medico” del mondo, se esiste questa categorizzazione, senza esserne capace per se stesso: il classico guaritore ferito..!! Insomma abbiamo compreso, e sarebbe bene che lui stesso comprenda, che parliamo di un uomo “inzuppato” da Plutone-Marduk dalla testa ai piedi e tutto quello che ne consegue..(anche al suo Urano, centro d’energia prima suo primo rappresentante astro-psicologico), così che cominci ad assolvere come positiva l’indagine astrologica (la vera indagine astrologica, aggiungo, che non ha nel predittivo la sua unica istanza..come troppo spesso si vuole credere o si crede molto ignorantemente..!!).
Ha cominciato a studiare, e si è reso conto presto che più che le “macchine”, la componente più importante del fenomeno ufo (come di ogni fenomeno di questo mondo) è l’Uomo e come spesso afferma lui, ha cominciato ad interessarsi all’uomo, come è fatto, il suo ruolo nell’universo, ad esplorarne i suoi meandri, perchè è lì che si trovano le risposte più importanti.. Verissimo, affermo con certezza lapalissiana; ma è altrettanto vero che lo ha fatto con quel Plutone antimaterico di fondo. E lì con sua sorpresa, ma in realtà astrologicamente comprensibile, ha “scoperto” l’Anima, anzi Anima (la logica della Settima Casa..). Emerge quindi la visione di uomo con diversi corpi, “spezzettato”, quasi frantumato, che è comune nelle religione ed in ogni esoterismo. Vi voglio dire proprio tutto, con quell’opposizione silente e potente nello stesso tempo, secondo me Malanga “non ha mai detto tutto, non dice tutto” (anche perchè forse su alcune cose è confuso ed altre magari le ritiene troppo assurde per essere esternate…: preferisco la prima però) e mancano, inevitabilmente con quella frattura nascente, diversi pezzi del puzzle, ma come ogni serio ricercatore della verità, come ogni uomo che riesce a dare una forte impronta al cambiamento e alla realtà circostante si tiene per se le complicanze da dover spiegare a chi probabilmente non le capirebbe..lui compreso..!! Vedrà la sua verità inalienabile, è il caso di dirlo, quando tra qualche anno (ma già è in corso una revisione..dato il transito attuale di Plutone sulla sua dodicesima casa o casa delle prove..ma anche di tanto altro..) Plutone transiterà congiunto esattamente prima sulla sua Luna e poi, passati altri 3/4 anni, sul suo Mercurio, entrambi in XII^Casa. Pertanto sarebbe buon auspicio che approfittasse della tensione creata tra l’istinto e la coscienza morale per ritrovare la forza di affermare la vera personalità che spesso si nasconde tra le pieghe del dolore per non riuscire ad esternare compiutamente i propri significati profondi e veritieri..Tanto dolore, tanto diniego, tanta sofferenza animica, tanta corruzione mentale, tanti compromessi con il proprio ego, tante vicissitudini psichiche e fisiche devono avere un aggancio nel tema e nella mente dell’uomo per spiegare poi come si possa sorreggere, stravolto così potentemente, dalle scosse della vita quotidiana , chiaramente non solo fisica ma anche e soprattutto mentale. Come poteva progredire psichicamente e mentalmente, date le sue elucubrazioni, maleodoranti infezione aliena e virale, senza averne un via d’uscita convalidata? Doveva trovare una cura, doveva essere la cura…!!
NULLA POTEVA FARE DI DIVERSO DA CIO’ CHE HA FATTO…e QUESTA E’ LA MOTIVAZIONE ATTIVANTE TUTTA LA SUA OPERA: KIRONE IL GUARITORE FERITO IMMERSO (NON CASUALMENTE) NEL CENTRO GALATICO
La vera apertura indagativa, la firma divina, che ho lasciato per ultimo volutamente, nell’analisi di questo tema Natale, sta nello studio approfondito dell’asteroide Kirone a fine Sagittario (genericamente definito, anche poco chiaramente, il “guaritore ferito”), congiunto in pieno al Centro Galattico (C.G.) in Sagittario e, udite udite, entrambi (kirone e il CG.) opposti a quell’URANO governatore del tema aquariano (non dominante del tema s’intenda.., governance che ho dato, come già scrito, al suo Sole in Prima connesso, non congiunto, allo Stellium in prima), in quanto rappresentante sia del Sole che dell’Ascendente.
MALANGA, il suo KIRONE e il CENTRO GALATTICO
La mia tesi sulla forza emittente del Centro Galattico (C.G.) come primo vero motore della galassia e non come forza secondaria (alcuni ricercatori americani come P.Hewit lo pensano come secondo Sole), è suffragata dai fatti stando sia agli studi, ormai numerosissimi, sia alle ricerche instancabili di questi ultimi dieci anni, da me effettuate su un centinaio di clienti-pazienti che in qualche modo sentono il risuono delle cosiddette, malanghianamente, “interferenze aliene”: rapimenti, visioni, abductions, sogni e quant’altro abbia a che fare con certi richiami specifici. Alcuni clienti-pazienti che ho analizzato in questi anni, controllando il loro grafici natali, in cui sono presenti precisi aspetti al CG, riferivano allora come riferiscono oggi, di non sentirsi al cento per cento umani, o di non sentire di aver avuto progenitori umani. La loro dinamica interiore è incentrata sulla sensazione di essere giunti su questo pianeta da qualche altro posto. Dicono di ritenersi degli ambasciatori galattici e di sentirsi come se stessero rappresentando energie, conoscenze e civiltà di origine extraterrestre. Un cliente-amico tra l’altro, con un Ascendente a 26° Sagittario in pieno centro galattico cioè, mi riferì di suoi sogni notturni in molti diversi corpi alieni…E’ bene dire che il sospetto di alterazione della realtà, di ingigantimento dei fatti raccontati, di manipolazione della verità, in questi casi può anche essere alto, se non altissimo (si raccontano storie non verità..: sono stata rapito da un alieno spesso può essere un prodotto della fantasia..della mania di grandezza, o di un processo psicotico.), tra l’altro non potendo contare in assoluto, come abbiamo visto, sulla applicabilità del metodo ipnotico, non si potrebbe affermare che i quei casi venga esplicitata una verità o uina menzogna fantastica. Nulla sembra essere il giusto riferimento per la constatazione oggettiva (non soggettiva..) della realtà raccontata: accaduta o meno che sia..Nulla “sembra” ho scritto, come avete potuto leggere, fino a che non ho scoperto, quasi 5 anni fa, che molti dei soggetti studiati (oltre il 70%, percentuale più che rispettabile) era connessa nel suo tema astrologico con il C.G. o Centro Galattico.: era connessa alla radiosorgente Sagittarius “A”, che in questi anni viaggia intorno al 25° del Sagittario (oggi che scrivo sta sul 27°circa). Percentuale altissima per passare inosservata per quanto piccola possa essere la campionatura: non può essere prodotto della casualità infatti che chi parla di alieni, chi li vede nei sogni, nella sua vita, chi li racconta, chi li filma, chi li studia, chi s’informa, chi li pensa, chi ne è soggiogato, chi ne scrive storie e sceneggiature, chi ne subisce il peso animico, chi è spaventato, chi è fortemente diviso psicoticamente e/o schizofrenicamente ecc..ecc…sia connesso quasi sistematicamente al C.G. nel suo tema di nascita. L’elenco è lungo di personaggi famosi, che in questa sede non ripeto ma, posso assicurarvi che ce ne sono tantissimi tra quelli di cui si conosce il lavoro e immaginate quanti siano quelli di cui nono si sa nulla..? Questa connessione, a mio modo di vedere, è certa e indubitabile data l’alta percentuale statistica che ne deriva, ed anche se il campionamento è piccolo, riguardando un centinaio di soggetti, ai quali però se aggiungiamo le numerose storie di vita dei personaggi famosi, il risultato da valori numerici sempre più alti e congrui che escludono la causalità come evento principale della dinamica aliena.
PRENDIAMONE ATTO: CHI “PARLA” DI ALIENI E’ CONNESSO AL CENTRO GALATTICO, secondariamente avrà dei precisi segnali per una vita significativamente importante nell’umanità o per l’umanità, non necessariamente famosa, ma certamente aperta verso la disponibilità ad agire l’altro e ad aiutarlo nelle sue peregrinazioni quotidiane.
Il Centro Galattico, capiamolo, è il vero PRIMO SOLE, il primo motore energetico della nostra Galassia, la Via Lattea, a cui facciamo riferimento e dal quale attingiamo le nostre forze che vengono trasmesse dal C.G. al nostro Sole, il quale a sua volta le invia sulla terra, dove la Luna s’incarica di distribuirle adeguatamente data la velocità dei suoi giri intono a noi..Questa connessione chiaramente apre orizzonti finora insospettati e insospettabili sulla natura delle nostre origini e sulla stessa natura dell’universo..dove l’alieno può realmente essere l’essere umano o comunque il progenitore del nostro mondo e di tantissimi altri mondi. L’ Astrologia e le sue dinamiche, checchè se ne pensi, non è un caso che rappresenti, almeno secondo i miei studi, il linguaggio del Centro Galattico, quindi di quelle civiltà extraterrestri che lo hanno portato a noi: un linguaggio simbolico senza tempo ne spazio, trasmesso nei secoli per tramandare le verità passate e comprendere quelle future..se ci rendiamo conto di certe connessioni assolutamente esistenti. ll Centro della Via Lattea, noto anche come Centro Galattico, è il centro rotazionale della Via Lattea; si trova a 26000 anni luce dalla Terra, in direzione della costellazione del Sagittario, nel punto in cui la Via Lattea appare più luminosa. Questa parte della galassia è rimasta misteriosa per molto tempo e solo recenti osservazioni, rese possibili dai grandi telescopi europei dell’emisfero australe, hanno confermato ciò che gli scienziati ipotizzavano da tempo: che al centro della Via Lattea (e forse di tutte le galassie) ci fosse un buco nero. La dimostrazione di quella che un tempo era solo una teoria ha dato via libera al riconoscimento della radiosorgente Sagiitarius “A” come luogo preciso del buco nero..Quindi la mia astrologia, quando fa riferimento al Centro Galattico, si avvicina per principio, in qualche modo, a coniare una neo astrologia extraterrestre che, come in parte agisce la siderale, mette al centro le Stelle cosiddette Fisse, in particolare Aldebaran, Antares e Spica, e le reali Costellazioni del firmamento. La tradizione vedica dell’India, peraltro, da sempre segue questo modello, come anche, anticamente, quella caldea-babilonese, quella egizia e quella maya. Prendere come riferimento le Stelle Fisse (o reali) significa allinearsi correttamente rispetto al Centro galattico e alla Galassia stessa e quindi riconoscere le forze che da essa, o meglio dalle diverse porzioni della volta celeste, pervadono potentemente la nostra dimensione e il nostro pianeta. Significa riconoscere la nostra Galassia quale simbolo del tutto che ci circonda; entità cosmica alla quale il nostro sistema solare appartiene e a cui, sia come esseri terrestri, sia come extraterrestri tutti appartengono. Significa rivolgere lo sguardo al di là dei confini del sistema solare e prendere coscienza delle forze cosmiche che si stanno manifestando in questo periodo sul nostro pianeta: una rapida evoluzione e una nuova consapevolezza olistica, trans-personale e multidimensionale. Questo Spirito si riflette nella mia costante pratica astrologica che, riportandoci all’integrazione con l’unità della nostra Galassia, ci rivela intuizioni profonde sui nostri modelli di funzionamento. In particolare nella mia visione, l’Astrologia extraterrestre, connessa al C.G. abbraccia una concezione della realtà fondata su un “campo unificato” di energia e, su un piano superiore, di coscienza auto-consapevole: al dunque siamo al discorso malanghiano.. Ma questi sono spunti per una nuova idea di astrologia che avrò modo di approfondire in altra sede.
Come molte persone sono a conoscenza che se c’è qualcuno che ha parlato di Alieni, li ha sondati, li ha analizzati, li ha psicoanalizzati da cima a fondo è certamente il prof. Malanga. Ora, secondo la mia tesi, doveva necessariamente esistere una connessione precisa al C.G. nel suo tema. A prima vista, tale connessione può non essere evidente come in altri casi famosi (Papa Francesco ha il suo Sole di nascita e papa Ratzinger il mediocielo in pieno Centro Galattico, ad esempio..: abbiamo due papi..e nessuno se ne ricorda mai troppo…), ma ad un’analisi più precisa, agendo anche gli asteroidi sul grafico, si erge chiara ed evidente questa connessione proprio nell’allineamento con URANO il governatore principe dell’Aquario. Malanga è un aquariano senza tema di smentita…: Urano ai primi gradi del Granchio è infatti opposto a Kirone a 29° del Sagittario, così congiunto al C.G, domificati entrambi in XI^Casa, ulteriormente cosignificante l’Aquario: un vero e proprio marchio di fabbrica
KIRONE IN SAGITTARIO CONGIUNTO AL CENTRO GALATTICO in XI^Casa: la chiave di volta del tema di Malanga per la traduzione di tutto il suo processo alieno…
Kirone in breve, il guaritore ferito, è un centauro mezzo uomo e mezzo cavallo, nel mito greco era un essere immortale che eccelleva nelle arti, tanto che insegnò ad Esculapio, figlio del dio Apollo, quella della medicina. Fù anche il tutore di Achille, l’eroe di Troia, oltre che di Giasone e di Ercole. Proprio quest’ultimo ne decretò la morte ferendolo per errore con una freccia durante lo scontro con l’Idra. Gravemente ferito, Chirone supplicò Zeus affinchè lo liberasse dalle sofferenze togliendogli il dono dell’immortalità. Il dio accolse le sue richieste portandolo poi eternamente in cielo a ricordo della sua saggezza. In Kirone, non un pianeta ma un asteroide, si rispecchia anche la storia del Sagittario rappresentato nel suo glifo di riconoscimento zodiacale anch’esso da un centauro, mezzo cavallo e mezzo uomo che scaglia una freccia. Pochi sanno che a kirone, potente saggio e studioso qual’era, viene attribuita l’invenzione delle costellazioni per permettere agli Argonauti di utilizzare le stelle come riferimento durante il loro viaggio in mare. kirone, come tutti i centauri, metà uomo e metà animale, oltre che saggio e colto era anche, dice un mito, un eccellente arciere (infatti capita spesso che la costellazione del Sagittario venga chiamata “l’Arciere”.) ed inventò, data la sua alta preparazione culturale, la costellazione del Sagittario a sua memoria..: ecco spiegato nel semplice il felice connubio tra Kirone e il segno del Sagittario, anche se, a dirla proprio tutta, Chirone rappresenta anche l’altro centauro celeste, quello della costellazione del Centauro che non richiama per nulla il Sagittario. Chirone astrologicamente quindi psicanaliticamente è da considerare il nostro Maestro interiore, con la figura archetipa del terapeuta interiore in grado di traghettarci da una situazione psichica all’altra, insegnandoci ad apprendere sia dall’esperienza quotidiana: la realtà concreta, sia dalle nostre pulsioni interiori, dalle sensazioni intime: la realtà astratta. Chirone, l’archetipo quindi del guaritore ferito, non ha un bel mestiere, non brilla di luce propria anzi è decisamente oscurato dalla realtà della vita: rappresenta le nostre ferite, fisiche, emozionali, psicologiche, spirituali; è la ferita e al contempo la nostra guarigione, sia che questa avvenga perché riprendiamo uno stato di salute fisica (il problema agli occhi per Malanga), o perchè rilasciamo dolorose memorie, o perché ci liberiamo dalla negatività, o recuperiamo la fede, qualsiasi fede s’intenda. Nei suoi transiti, tutt’altro che silenziosi, ci verrà probabilmente richiesto di fare dei tagli, recidere legami, purificare, eliminare, cambiare nel percorso e processo di verità che stiamo agendo nella nostra vita, più o meno volontariamente. Liz Greene, nota e stimata astrologa, considera Chirone come essenziale per approfondire e comprendere la consapevolezza solare; poiché, al fine di vivere la vita pienamente, bisogna confrontarci con la parte in noi che sceglierebbe piuttosto la morte e mi trova decisamente d’accordo proprio nella valutazione determinante del kirone malanghiano.. Chirone è la “ferita”, con il significato ampio del termine che si può comprendere come detto e Malanga la vive appieno sin da giovane..: congiunto com’è al Centro Galattico, la sua ferita parla inevitabilmente di alieni..Da lì deve e dovrà passare per riorientare consapevolmente in se stesso quella parte trattenuta che altrimenti sceglierebbe la..”morte” plutonica, la malattia, al meglio l’indecisione, pur di non emergere…!! Ma dovrà emergere non fosse altro perchè Malanga è uno studioso “informato”, quindi preparato a comprendere il di più che ci fosse da comprendere..: non scapperebbe, anche se un Aquario-aquario al dunque, con la scusa del libero disimpegno, spesso si defila di fronte ai problemi dell’anima..troppo scientemente “civilizzato” per non affrontare il suo Ego e “trasformarlo” in Io..individualizzato compiutamente, grazie alla ferita chironica..!! Vedrete non fuggirà davanti alle pressioni della coscienza..e riorienterà le sue idee dei primordi come nuove congetture, nuove verità dell’autocoscienza..: la “ferità” sarà riletta..in quel tempo planetario preciso che è vicino dal ripetersi (un anno circa..: aprile/maggio 2016). Gli alieni, della gioventù malanghana, coprivano qualcosa che lui non voleva vedere..o che non capiva cosa fosse..e, come lui, tantissimi addotti o pseudotali..!! Vedremo col tempo..cosa accadrà…ma i transiti planetari non ingannano mai, per chi li sa interpretare correttamente. Ad analizzare attentamente il mito si comprendono i vari ruoli kironici che si annidano nella mente e nell’anima di ognuno di noi. Ci sono molte fasi infatti, a ben vedere, nel processo che Chirone simboleggia, ad iniziare dal suo essere ferito per finire con la sua trasformazione in un essere mortale e la conseguenza liberazione dalla sofferenza. Queste fasi comprendono la rabbia, la furia, il desiderio di ferire gli altri, l’amara rassegnazione e alla fine il sorgere del desiderio di comprendere gli schemi universali che giacciono dietro ai nostri dolori personali. In ciascuna di queste fasi, se non riusciamo a comprendere cosa ci sta accadendo, possiamo rimanere intrappolati facendo così uscir fuori le caratteristiche di Chirone meno attraenti. Chirone è, dopotutto, ferito nella sua metà animale e gli animali, quando vengono feriti, non solo non hanno attitudini filosofiche ma coloro che hanno sufficiente forza attaccano a loro volta…!! Ricordiamocene. Malanga ha attaccato da ferito..tutta la sua visione parla di questo attacco. Tutti i pianeti, fino a Saturno incluso, servono come sviluppo all’ego individuale, simboleggiato al suo meglio dal Sole. Potremmo infatti anche dire che i pianeti personali “servono” il Sole come centro della propria individualità. Chirone o kirone però si trova nell’interfaccia tra Saturno ed i pianeti esterni e media perciò quelle istanze collettive che violano e feriscono l’individuo. Per sua natura, le implicazioni collettive di Chirone significano qualcosa di collettivamente “non curabile”, perché è proprio la ferita ad essere collettiva e ancestrale…Spero di essermi spiegato. Chirone è spesso sottovalutato e inteso, come spesso avviene solo in chiave positiva, il suo mito invece estremizza il dolore..!! Nel mito Chirone non diventò guaritore a causa del fatto che fu ferito. Questa è un’interpretazione ottimistica che mira a dare un senso al dolore della vita, assegnandogli uno scopo e un significato per sviluppare così quella compassione e quella saggezza e guarire gli altri “a causa del nostro stesso dolore”…Questa interpretazione può essere valida se la utilizziamo per lavorare su noi stessi e sulle nostre ferite: il “vedere”, l’atto del “vedere”, non equivale evidentemente all’atto del “saper vedere”…!!
Ma il dolore di Chirone, nel racconto mitologico, non serve un simile nobile scopo: analizziamo bene le cose, se approfondiamo il mito per quello che è, si capirà bene il ruolo determinante di questo archetipo nel tema di Malanga. Lui, kirone, è già guaritore e maestro prima di essere ferito. Possiamo assumere che sia già ferito in quanto è solo. Nonostante infatti sia un centauro, e quindi di una tribù di creature che simboleggiano i poteri degli istinti naturali, egli è civilizzato e si è separato dalla sua tribù. Chirone in questo contesto rappresenta l’animale saggio, un potere naturale che volontariamente ha scelto di servire l’evoluzione umana e la sua consapevolezza piuttosto che rimanere ciecamente soggetto alle compulsioni istintuali del regno animale: questa è la scelta inconsapevole fatta dal professor Malanga che se avesse inteso il verbo astrologico (o avesse consultato un “vero” astrologo…), data la sua alta genialità, anticonformista tra l’altro, avrebbe potuto meglio integrare la sua scelta rendendola assolutamente consapevole , avendone riconosciuti i parametri per tempo…Tempo che non mancherà di giungere, come progressione astrologica docet, per cui, data l’accertato grado di coscienza e di consapevolezza del nostro professore: presto lo sentiremo riparlare in termini più adeguati ad una mente maggiormente consapevolizzata che cominci ad intendere la sapienza come una cultura del’Uno indiviso e indivisibile e non come una parcellizzazione del duale, già di per se sconcertante…Aspetto volentieri un suo commento…qualsiasi commento s’intende. Chirone volta le spalle alla sua natura selvaggia e istintiva al fine di seguire il percorso di evoluzione che lui considera la direzione di tutto ciò che è vita. Ma Chirone è nel posto sbagliato al momento sbagliato. Si ritrova in mezzo a Ercole l’eroe solare che personifica la forza e l’ego dell’essere umano e il selvaggio, feroce centauro, le cui caratteristiche Chirone si è lasciato alle spalle. Mentre infuria la lotta, Chirone non prende le parti di nessuno perchè ha simpatia per entrambi. Forse a causa del suo ruolo di mediazione, che lo aveva privato della sua naturale aggressività, Chirone è accidentalmente ferito da una freccia avvelenata indirizzata ad un altro centauro e la ferita non si rimargina, indipendentemente dai rimedi che egli può usare… Alla fine si rifugia in una grotta, urlando di dolore e chiedendo di morire. Zeus e Prometeo provano pietà e gli concedono la mortalità affinché possa morire in pace come ogni mortale, malgrado egli fosse un tempo un dio. In pratica è quello che Malanga ha agito nei suoi anni più cruenti, più vivi: ora Chirone forse è divenuto il guaritore..solo ora però…ma bisogna ancora comprendere..!!
Questa terribile storia ci svela lo stato di profonda ingiustizia che è nella vita: non le sembra dottor Malanga? La realtà è dura da affrontare per ogni individuo e forse lo è ancora di più per le persone idealiste, che si dedicano a studi come per esempio l’Ufologia e affini.. (anche l’astrologia può certamente esserlo). Vogliamo credere che la vita sia giusta, che il bene sia ripagato e il male punito almeno, se non in questa, in una vita futura. Abbiamo, nel mito, una creatura buona che soffre senza avere colpa, una vittima dell’inevitabile battaglia tra l’evoluzione e la staticità, consapevolezza e istinto. Chirone è l’immagine di ciò che dentro di noi è stato ferito ingiustamente, ma anche di cosa noi sentiamo come ferito in proiezione (e nel suo tema è congiunto al Centro Galatico: gli alieni e le loro interferenze.. ) e in condizioni inesplicabili e che riflette le sconfitte della psiche collettiva, inesorabilmente maldestra nei suoi sforzi di progredire. Dato che gli esseri umani hanno sia aspetti solari che istinti animali, e dato che gli sforzi per progredire nella nostra evoluzione hanno portato cosi spesso a risultati disastrosi, conserviamo un retaggio di dolore ingiustamente inflittoci, che produce ripercussioni attraverso le varie generazioni. Appartengono al regno di Chirone quei danni psicologici e fisici le cui cause si non riconducono a specifiche sconfitte individuali o parentali, ma all`eredità genetica o a disastri collettivi come l’olocausto o gl’incubi dell’alieno presente nelle nostre menti molto più di quanto si possa credere. Le collisioni con l’inarrestabile flusso dell’inconscio collettivo possono lasciarci pieni di amarezza e cinismo. Potremmo sentire il bisogno di punire gli altri poiché ci sentiamo menomati, feriti e senza possibilità di salvezza. Oppure potremmo punire noi stessi. Ma se riusciamo a progredire oltre questa bile nera di amarezza e se siamo sufficientemente persistenti nel ricercare risposte, possiamo veramente ottenerle, anche se la risposta può essere che non c’è risposta e che dobbiamo accettare i limiti della nostra mortale esistenza. L’accettazione è uno dei doni di Chirone ed è molto differente dalla rassegnazione di chi si autocommisera. La preghiera di mortalità di Chirone può essere compresa come il simbolo dell’accettazione dell’essere mortale e costituisce una trasformazione che, sebbene non possa guarire l’inguaribile o alterare il passato, può radicalmente cambiare la nostra prospettiva della vita.
La casa (l’undicesima) e il segno (Sagittario) in cui si trova Chirone ci raccontano molto su dove e come la vita ci ha ferito: la vera ferita del maestro..Malanga. Questo è il posto in cui alla fine scopriamo che la vera accusa risiede nella divergenza tra ideale e reale e nell’inevitabile fallibilità della natura umana. Potremmo aver bisogno di imprecare contro la vita ma, se non anneghiamo in un’amarezza corrosiva che ci rende distorti e malati, abbiamo allora bisogno di oltrepassare la fase rabbiosa di Chirone per andare in cerca della comprensione che ci porta oltre la nostra identificazione con l’essere vittima o capro espiatorio. Questa comprensione può richiedere la messa in discussione di convinzioni morali o spirituali e ci spinge a trovare una base più ampia sulla quale considerare la vita. Potremmo dover abbandonare l’idea che non sempre i bravi ragazzi cavalcano cavalli bianchi e quelli cattivi cavalli neri (vero perno centrale della filosofia malanghiana..) e che talvolta anche le persone in gamba e buone soffrono ingiustamente mentre persone poco raccomandabili vivono agiatamente, muoiono serene nei loro letti, sono confortate e molto contente di se stesse. Chirone e Walt Disney non vanno proprio a braccetto scrisse molto felicemente la Greene.
In Sagittario, domificazione malanghiana, Chirone ha a che fare con la nostra capacità di vedere il “quadro generale” e la nostra capacità di giudicare. Il lato negativo del segno è che si corre il rischio di non ascoltare nessun altro, perché ci sentiamo di aver già “compreso” tutto: c’è molta prosopopea e supponenza. Chirone in Sagittario indica una ferita che deriva dalla rottura precisa con le tradizioni o con gli insegnamenti spirituali ortodossi che possono causare sofferenza. La vita in questo senso può sembrare una lunga crisi spirituale continua. L’individuo può arrivare a scegliere l’ateismo o il fondamentalismo in riferimento a qualsiasi idea lavori e Malanga ha fatto proprio questo nel tempo, è bene rendersene conto.. Può sentirsi incapace di comprensione profonda e di saggezza puntando sempre in alto dove la freccia sagittariana metaforicamente indica.., ma è solo una pseudo-subalternità, in realtà sa di essere unico e pensa che pochi siano in grado veramente di capirlo..Chirone in Sagittario può non ascoltare i consigli altrui in ambiti diversi, ad esempio investimenti finanziari, o relazioni. Chirone in Sagittario può sentirsi limitato in un’esistenza terrena: deve realizzare che ha nel suo cuore un enorme potenziale di saggezza, e allora comincerà a sanare la sua ferita….In Undicesima le aree problematiche sono le amicizie, le speranze ed i desideri. Da un lato, ci potrebbero essere difficoltà di avere o aggrapparsi agli amici o la paura di folle o gruppi, ma non è questo il caso di Malanga, perchè le folle e i gruppi li ha sempre affrontati serenamente, ma in realtà è lui ..che se ne va..ad un certo punto!! D’altra parte, si possono cercare in modo compulsivo amicizie (o unirsi a gruppi, specialmente i gruppi che vogliono cambiare la società: vedi CUN..), al fine di compensare le paure interiori di solitudine..
L’OPPOSIZIONE URANO-KIRONE-CENTRO GALATTICO. L’individuo Chirone/Urano può realizzare opere geniali, mentre per tutto il tempo non ne comprende il peso, ne la forza: come se non gli appartenesse..In malanga l’energia della ferita chronica si scontra con la capacità di “fare genio”..per produrre uno sia lo shema alieno che quello “alienato”, avulso però dalla realtà quotidiana. Opposizione (ancora questo aspetto dinamico) che si presenta con idee fuori del comune che sono opere di genio, poco comprensibili ai più come le opere di Malanga appunto. Le persone che hanno questo allineamento nel tema Chirone/Urano possono essere completamente “Urano”, sempre avendo in bocca opinioni scioccanti, o possono andare all’estremo opposto e essere contro tutto ciò che è nuovo.. Malanga appartiene al primo anche se poi all’interno del suo intimo non è così aperto al cambiamento come fa comprendere di essere agli altri fuori da se..La tendenza di questo allineamento planetario è quella di amare le persone in astratto, ma non in carne e ossa. Amano l’ideale della fratellanza per tutti gli uomini: proprio quello che esprime Malanga nei suoi interventi pro uomo, pro consapevolezza umana. Ma, statene certi che si spengne quando si tratta di reali, vivi, veri e propri esseri umani. Questo perché gli s’impone di mostrare veramente dei sentimenti, un concetto che trova assolutamente “alieno” (è proprio il caso di dirlo..) e sgradevole. Insomma tutto questo “arnese” planetario si trova nel centro della galassia nel tema di Malanga, quindi la ferita prova a risolversi nella copertura del discorso alieno (primo sposato in pieno ed ora riveduto e corretto) che deriva dalla formazione col Centro Galattico. Come argomentato in più articoli del mio sito gli oroscopi in cui questo punto della Galassia risulta congiunto a pianeti (natali o progressi), segnalano sia individui o istituzioni che detengono il potenziale per causare grandi cambiamenti nella direzione dell’evoluzione umana, sia quelle condizioni particolari legate al processo alieno compreso in tutte le sue molteplici sfaccettature. Comunque segnalano qualcosa di estremamente energetico sia sul piano personale che collettivo. Kirone, l’asteroide così descritto è il suo “gancio”, terminologia psicologica, per la sua visione aliena, così fortemente immerso nel C.G. comerisulta non poteva non trasformarsi in qualcosa di decisivo per la sua vita e per quella di molti altri (l’undicesima casa appunto). Decisivo e tosto tra l’altro perchè il suo ICP è a 3°03′ in ARIETE VIII^Casa. Fuoco del Sagittario e fuoco irriflessivo dell’Ariete nel nascosto della casa VIII^: un kirone indemoniato quindi che cerca la soluzione della ferita a tutti i costi anche sopravanzando la stessa volontà a ferirsi. Un Kirone trascinante quindi, coinvolgente Un guaritore e un ferito al contempo che non danno ne spazio ne tempo per riflettere sul da farsi. Con questa combinazione infuocata Kirone sarà smosso da un influsso vitalizzante alimentando azioni decisamente spontanee, avido di tutto ciò che è vitale quindi in Sagittario com’è domificato acconsente agli studi e alla conoscenza profonda delle cose della vita: propone l’idealismo e la ligica del fare tutto da solo, sia per “guarire” dalla ferita eterna che per crearne una nuova di zecca.. E’ un kirone sperimentalista e ricercatore mai chiuso alle novità che sintetizza per alimentare nuove vie di cura, Certo l’ICP in ariete scalda gli animi per un nonnulla e irrigidisce i mostri dell’anima che in queste condizioni spesso restano aldilà della sponda del lete…noncuranti di cercare soluzioni prodigiose: si esprimono come meglio li agrada..e questo può essere un grave limite per l’approdo sereno alla via della consapevolezza in Malanga. Approdo che dovrà agire nel profondo dei sentimenti personali domificato in 8^ com’è..Li risiedono le muffe per guarure dai peggiori mali: ed lì che Malanga ha certamente messo le mani sin dalla adolescenza dove capire spesso significava dover soffrire..Dove la ricerca della verità passava attraverso una grande sofferenza interiore per una ferita da rimarginare..: l’anima va ripulita, e Malanga ha provato a farlo di continuo. Va ripulita dalle scorie della vita che gli alieni dentro di lui sono riusciti ad inseminare con il loro rigurgito mefistofelico in qualche modo distruggendo (intaccando meglio..) l’uomo, ma non il professore..che serviva a loro “vivo”, come loro servivano a lui “vivi”!!
L’opposizione di Kirone ad Urano è lì a testimonio oculare di questo tema: Urano governa il circuito elettrico del corpo e l’obbiettivo rivoluzionario di Urano, come abbiamo visto, è quello di creare il cambiamento, la vita si apre a nuove opzioni e nuove possibilità. Potremmo stupirci parecchio nel vedere che alcuni sogni nel cassetto si ripresentano e chiedono espressione. L’inconscio si agita mentre ci sente pronunciare verità nude e crude che lasciano attoniti anche gli stessi autori. Questa “opposizione” è potente e forse troppo sottovalutata, soprattutto perchè si aggroviglia su di lui senza essere scoperta fino alla sua attivazione (intorno ai 40/42 anni). Cosa accade in quel tempo: accade come se le nostre antenne fossero amplificate, come potessimo sentire l’odore di un topo-rettiliano o sentire una bugia-di un “grigio” lontano un miglio…Quando entriamo nel vortice del processo oppositivo è tempo per noi di fare consapevolmente nuovi progetti, di dar forma a nuove intenzioni , prepararci insomma ad una nuova vita, che inutile a dirsi, Malanga rispetta in pieno agitandosi nelle sue analisi, staccandosi dal CUN e soprattutto cominciando a vedere l’alieno non più come il mostro esterno da combattere, fagocitante l’anima…che lui sente di non avere più da tempo. L’opposizione di Urano a se stesso e all’opposizione di nascita con Kirone, cioè quando Urano si congiunge a Chirone a fine Sagittario è la prima chiamata verso ciò che gli psicologi junghiani chiamano “individuazione”: diventare ciò che veramente siamo. Che poi è l’URLO DELL’ULTIMO MALANGA.. Cercare di mantenere lo status quo, in questo tempo, è la peggior cosa che possiamo fare…!! L’ICP di URANO in granchio (nel grafico di A. Furmiglieri) è a 22°48′ in Gemelli in I^Casa che parla proprio di scariche elettriche e di comunicazione ai massimi livelli cosa che certamente a Malanga non ha mai difettato. L’investitura gemellina dell’incipit cosmogonico planetario conferiscono alla carica uraniana la logica ferrea dei Gemelli che inotre si esplica in I^Casa cioè nella dimensione dell’io malanghiano che più motivato di così non poteva essere ne agli inizi ne ora della sua carriera di comunicatore scientifico. Così si comprende anche questa sua particolare predilezione..a parlare in publico anche se ogni tanto giungeva notizia di una sua ultima conferenza..: cioè il suo leit motiv di tutta la vita. Interrompe sempre ogni cosa che intraprende: ma poi in realtà non lo fa mai definitivamente pur disponendo di un mercurio cocciuto in Capricorno.
Ed ecco perchè Malanga, il professore, alimenta il processo evolutivo nel cambiamento del suo status ma lo fa in opposizione a kirone: come dire che cambia ma non lo da a vedere chiaramente. Ci gioca su, proprio come ha fatto l’altra sera in conferenza rispondendo sia con vecchi che con nuovi motivi senza dare una vera spiegazione alle domande poste da Mariotti.. Il ritorno di Chirone avviene intorno ai 51 anni, quando le prove “elettriche” di Urano, alla ricerca di verità si uniscono all’archetipo di Chirone: ora si capisce meglio l’unione silente che unisce questi due archetipi così vivi nel tema malanghiano e così veri da realizzarne la sintesi astrologica checchè ne pensi il professore.. I cambiamenti e la guarigione interiore che abbiamo fatto dovrebbero essere ad un buon punto, mentre ci avviciniamo al tempo in cui nel femminile, per comprendere il momento, le mestruazioni si fermano definitivamente, di solito intorno al periodo del “ritorno di Chirone”. Chirone è stato visto come l’immagine mitologica del “guaritore ferito” e ne dovremmo aver compreso il senso ormai. Quando giriamo l’angolo dei 50 abbiamo alle nostre spalle esperienze e saggezza che possono essere di aiuto agli altri: o almeno così dovrebbe essere. Chirone è il dio mitologico che non è stato in grado di curare se stesso, ma che ora può guarire gli altri: ecco l’ansia di cambiamento in Malanga. Sente che la sua dannazione aliena giovanile ora (dal 2002 circa..) non serve più a lui, quindi da bravo uraniano, un bel po opportunista, non serve più a nessuno…: urano-urano, come detto vedono leone cioè vedono brillare l’egoismo leonino…più che l’amore universale aquariano..Nel processo di sperimentazione e di autoguarigione egli ha imparato (crede perlomeno..) a diventare un mentore utile, un guaritore, un insegnante, anche se non fu mai in grado di guarire completamente se stesso e la sua ferita ancestrale che la chiamata galattica ha fatto risuonare in lui per tantissimi anni e con certi transiti ancora risuona..
Chirone in questi anni è entrato nei Pesci, il segno della visione cosmica, dell’infinito, a marzo 2011, dove resterà fino ad aprile 2018, per un percorso di 7 anni dentro la nostra ferita d’abbandono… O meglio, una finestra d’opportunità lungo 7 anni dentro la quale affrontare con il cuore in mano le richieste del Bambino Interiore per guarirlo definitivamente. Ciò significa imparare ad amare la nostra fragilità, senza volerla più nascondere per vergogna o troppo orgoglio. Da un certo punto di vista, ora che Chirone si trova nei Pesci, il segno dell’Amore Incondizionato e della Coscienza Cristica, il processo di accettazione di sé è molto più semplice, per la grande apertura di mente che questo segno concede quando si tratta di superare le barriere del consentito, del pratico..per tuffarsi negli oceani profondi regolati da Nettuno e riuscire a suturare quelle ferite, soprattutto della mente, che ci hanno stravolto negli anni non riuscendo a dominarle correttamente. Questo periodo consente un moto favorevole alla liberazione delle angosce.., delle paure grazie a questo archetipo..della guarigione che in Pesci si positivizza..Se controlliamo gli attuali recenti transiti di kirone in Pesci, notiamo come il suo moto coincide con il rinnovamento psico-filosofico e psico-pedaogico, se i si consente il termine, di Malanga, toccando in congiunzione proprio il potente lo Stellium pescino che è domificato in prima casa, sin dal 2010/2011 come dire che viene toccata l’essenza malanghiana nella sua interezza. In quegli anni Malanga ha iniziato a cambiare i suoi orientamenti. Tra l’altro la potente retrogradazione di kirone di quegli anni pone l’attenzione sull’interiorità, consentendo cosi tutto il lavoro interiore a cui accennavo sopra. Ecco che inizia il perido di riflessione, di revisione, di riparazione… Possiamo diventare consapevoli del problema (non subendo distrazioni esterne), della sua estensione, delle sue radici. Mentre Chirone è retrogrado in Pesci (= colui che cerca), la sua principale mira può essere quella di fare immergere la nostra attenzione nello spirito, chiaramente frammentato, che si fa sentire per esempio quando non abbiamo più voglia di vivere o non vogliamo più vivere una vita con un certo significato ( “non me ne frega più niente di niente”), ormai considerato superato..o addirittura dannoso. Oppure ci farà mettere l’accento su dove abbiamo perso la nostra fede (nella umanità, nelle nostre abilità, nelle relazioni…) o nel nostro credo (Dio, il Divino, il Grande Spirito, il Tao…). E’ bene Ricordare comunque che in questo processo si ha la possibilità di ricollegarci con l’essenza sia di ciò che siamo sia della nostra esistenza o, se già le sentiamo in sintonia, scoprire dove questo legame è debole e quindi rafforzare quegli ambiti. La guarigione, che kirone in Pesci su tutti attua, non è un atto immediato, un ordine o un automatismo: è un processo, nel quale è bene essere gentili e rispettosi di noi stessi nel momento in cui guardiamo in faccia vecchi ricordi, ombre del sé che non riconosciamo, processi di pensiero nocivi o relazioni dannose, ma anche ragioni profondamente radicate per portare avanti abitudini distruttive
CONCLUSIONE
Altra cosa è, come in conferenza ho solo accennato, uscire dai luoghi comuni, anche obsoleti, triti e ritriti sulla disciplina astrologica che troppo spesso è frettolosamente giudicata come inadeguata con il solito pregiudizio, lui si inadeguato a giudicare correttamente le cose in genere figurarsi una cosa complessa come la scienza astrologica..La invito ancora una volta a riflettere sulla grandezza espsitiva e valutativa dell’arte d’Urania, che è chiamata così, perchè gli uraniani, data la loro genialità interpretativa, sono i favoriti nella comprensione e nell’analisi astrale…,magari alla luce di questo sforzo interpretativo non di poco conto..che comunque spero apprezzi. Quindi lei, come spero abbia letto, partirebbe avvantaggiato..da buon aquario qual’è..!! Imparare a conoscere il suono vero dei toni e dei sottotoni che sono a disposizione delle nostre anime è l’obiettivo grande che l’astrologia si propone da sempre, facendoci conoscere i toni planetari di cui disponiamo..evidentemente trasmessi da quella progenia aliena, che lei tanto ha studiato, per mantenerci connessi alla nostra origine primaria. La potente resistenza di questa materia di natura antropologica, nonostante le continue diffamazioni che subisce, nonostante i perseguitanti assalti e le invadenze dei principi informatico-matematici e computeristici di questi ultimi venti anni, dovrebbero far comprendere come le basi astrologiche siano piantate profondamente nel terreno più fertile e più adatto possibile al suo miglior mantenimento e alla sua migliore espansione… Ma il mio invito specifico, se si vuole crescere, è quello d’imparare a disinnescare i nostri microchip..,, una volta che li avessimo compresi nel nostro modus vivendi e pensandi.. caro dottor Malanga, che poi, sono prorpio quei pianeti…con i loro moti incessanti, che io, avendoli studiati senza pregiudizi sciocchi, posso “dominare”, rispettandone il senso e il significato, perchè ne conosco a perfezione il suono, il timbro, la risonanza e, non è un caso (che sappiamo entrambi non esistere..) che la mia lettura, seppur non completa, dei suoi pianeti e del suo tema, aderisce perfettamente al suo modus vivendi..di sempre aldilà della conoscenza, solo esteriore che ho della sua persona..
Vuole vedere veramente la consapevolezza salire il proscenio della vita degli umani? Se lo vuole veramente deve imparare a comprendere il messaggio “divino” che è inscritto nei secoli, rilasciato, a miracol mostrare, da quella progenia aliena, che lei con il suo incessante lavoro di anni tanto ha ricercato..forse ingaggiando maggiormente uno scontro di culture.., più o meno sapienziali, per poter parlare nel tempo e nello spazio un linguaggio sempre comprensibile a qualsiasi latitudine dalle più svariate popolazioni planetarie siano esse terrestri che extraterrestri..Per individuarci, caro Malanga, a dirla come Jung, per consapevolizzarci, dobbiamo provvedere a disinnescare quei microchip planetari (questo è il prodotto della mia conoscenza astrologica..), inseriti sin dalla nascita dalla risonanza universale, che come hanno consentito a me di “conoscere” il suo Se, non consentono a lei di rendersi consapevole veramente del mondo circostante che lo circonda e di se stesso, nonostante la sua convinzione esternata in conferenza (suffragata certamente da tanta sapienza, un po supponente, s’intende), se non riuscirà a liberarsene conoscendone tutte le innumerevoli sfumature: d’altronde, per comporre una vera opera classica innovativa, bisogna saper padroneggiare completamente la tastiera delle note che, evidentemente non possono esaurirsi nelle sole sette primarie ma che, chi suona a certi livelli lo sa, si posono espandere in un numero infinito di combinazioni sonore proprio per le innumerevoli, differenti tonalità, sfumature e sottotonalità che esse possono emettere per creare il capolavoro della vita…
Caro Malanga…voglio usare una sua entusiasmante parafrasi per salutarla e per spronarla ad un nuovo e più autentico cambiamento che riscopra tra l’altro, grazie alla sua certa e indiscussa capacità indagativa, l’enorme, e mai troppo conosciuta, potenzialità del dettato astrologico: ..E, che Pinocchio, da burattino, diventi uomo vero…!!
Roma 13.07.2015 Claudio Crespina ilNadir