Ad onor del vero sono passati i tempi del’uso dell’astrolabio, della sfera armillare o del regolo per poter stilare un grafico natale, le sue direzioni primarie o secondarie e quant’altro ci possa interessare in chiave astrologica: oggi neanche più le effemeridi e le loro tavole sono utilizzate con l’assiduità di tempi andati nel dimenticatoio, SIAMO NELL’ERA DEL COMPUTER e nel bene o nel male, dobbiamo renderci conto che è questa realtà che bisogna intendere o dovremmo rinnovare l’idea del grande giornalista Indro Montanelli che ha finito i suoi giorni lavorando con la sua antica, ma granchianamente affettiva (ascendente granchio si dice…fosse) olivetti 22, (la
Lettera 22 è una celebre
macchina per scrivere meccanica portatile realizzata dalla
Olivetti). Oggi con un buon programma astrologico si ha immediatamente sotto gli ochhi un quadro astrale.
Ora se ci addentriamo nel significato più specificatamente scientifico del dettato astrologico capiremmo che, come spesso capita in realtà ad esempio ad un architetto, davanti ad un’infinità di calcoli e di grafici che se gli consentono una visione aderente della realtà circostane rischiano di confondergli la migliore visuale del problema da risolvere, l’astrologo, a sua volta, deve saper ricostruire fisicamente lo spazio e il tempo che hanno
dato origine ad una “incarnazione” (o ad un qualsiasi evento nuovo di nascita) altrimenti, come dimostro proprio con la mia logica del Nadir astrologico, non saprà vedere ….”l’anima” che vive all’interno di quell’organismo, qualunque cosa esso rappresenti……
Questa premessa doverosa per dire che bisogna assolutamente intendersi di
calcoli del tempo e dello spazio e che ogni volta si parla di punti o di aree o di linee (aspetti, Ascendente, Mediocielo, Zenit, case ecc…) si sappia a cosa ci si riferisca sul piano strettamente astronomico a cui essi si riferiscono analogicamente. Diciamo subito che anche io, pessimo studente di fisica ai licei (appunto feci il classico, amando la filosofia e l’arte figurativa) devo ammettere la difficoltà “digestiva” della trigonomia sferica, pur avendo allenato la mente a percedpire la profondità – NADIR- da anni di studi. E, non avendo ancora gli occhiali speciali per vedere in 3D un oroscopo, come siamo abituati a vedere ormai un film, dobbiamo sforzarci di capirlo e di vederlo come se avessimo quegli occhiali nelle nostre cornee visive e mentali perchè certamente la realtà dell’universo in cui siamo immersi è comunque almeno …tridimensionale. Pertanto, e vengo al nucleo del ragionamento, dobbiamo imparare a “vedere” non solo la longitudine di un pianeta quando lo vediamo proiettato su un piano bidimensionale (o foglio di carta), ma anche e soprattutto la sua LATITUDINE che deve imprimersi nello schema astrologico come caratteristica determinante per capire che tipo di pianeta sia realmente e quali caratteristiche fisico-psichiche possa toccare e colorare coi suoi transiti. Spesso, proprio per questa lacuna tecnico-astronomica determinante, a mio modo di vedere, la valutazione interpretativa soffre di imprecisioni che si riferiscono solo a ERRORI di lettura, ignoranze più o meno profonde, che impediscono di intuire e vedere l’esattezza di una curva nello spazio che può coincidere con l’ansimare di un’anima.
D’altronde, credo di poter affermare con la dovuta sicurezza che, la conoscenza profonda dell’Astrologia preveda una altrettanto profonda conoscenza delle leggi fisiche che regolano il cosmo, e per capirne la veridicità basta leggersi i riferimenti degli antichi astrologi che prima di essere interpreti del moto delle stelle e dei pianeti erano attenti osservatori del cielo e proprio la diffusa pratica attuale di leggere il Tema Natale con l’utilizzo di sistemi automatici computerizzati e tabelle ci separa dalla maggior conoscenza e impegno a capire la realtà astronomica e fisica che ci riguarda. Per questo motivo poi, siamo facili oggetto di derisione del mondo cosiddetto scientifico razionalista, a cui invece potremmo tener testa se fossimo adeguatamente preparati, magari non proprio al loro livello che non avrebbe alcun senso, ma penso però che ad un decoroso e dignitoso livello di conoscenza astronomica mi sembra obbligatorio che si acceda, altrimenti si partecipa al disfacimento di tutto quello che di buono e valido l’antico mondo astrologico aveva costruito sapientemente e pazientemente (vedi conoscenze Egizie della lettura astrologica e loro diffusione astronomica). Bisogna cercare di recuperare quel linguaggio che sapeva unire arte e scienza conferendo all’Astrologia l’appellativo di “regale” a buon diritto, che l’uso indiscriminato e senza preparazione tecnica dei computer ha intaccato in modo volgare.
Lo studio del Cielo, e con ciò indico insieme astronomia e astrologia, passa attraverso una accurata conoscenza dello spazio e del tempo e quindi
del “DOVE” sia posizionato un astro, un pianeta, la terra, l’uomo: questo aspetto del dove si coagula con il concetto di COORDINATA, ricordando che in matematica essa è una grandezza che serve ad individuare
“la posizione di un punto su una retta, su un piano o nello spazio, rispetto ad un dato sistema di riferimento” . Nello studio del cielo le posizioni sono sempre relative allo spazio, il problema nasce dal fatto che per comodità esse vengono proiettate sul piano, complicando peraltro la lettura, che certamente è più evidente agli occhi e alla mente se potesse essere effettuata in tre dimensioni come ho evidenziato nel mio grafico tridimensionale di un tema natale “scannerizzandolo” e immettendolo nella home del sito.
La pratica costante ci fa lavorare su fogli e monitor di forma piana, il che comporta la logica bidimensionale che inevitabilmente riduce la “visibilità” concreta che il Cielo che studiamo riflette: in quel cielo le posizioni sono sempre relative a sfere, cerchi ed ellissi, trattandosi delle geometrie che corrispondono alla forma dei pianeti, compresa la Terra, e alle traiettorie da essi descritte. Quindi abbiamo molti sistemi di coordinate a cui fare riferimento ma i più direttamente significativi per i nostri studi sono 4 e cioè:
1° COORDINATE TERRESTRI: Longitudine e Lattudine. Sono relative alla posizione di un punto rispetto alla Terra. La Longitudine e la Latitudine sono appunto le distanze angolari, msurate in gradi, di un punto della superficie terrestre rispetto al Meridiano fondamentale -Greenwich- (Longitudine), e rispetto all’Equatore (Latitudine).
2° COORDINATE EQUATORIALI: Declinazione e Ascensione retta. Sono relative alla posizione di un punto rispetto alla Sfera Celeste. La Declinazione e l’Ascensione retta, sono le distanze angolari di un astro, rispetto all’Equatore Celeste (Declinazione) e al punto Gamma o vernale (Ascensione retta). Il punto gamma è l’intersezione dell’Eclittica con l’Equatore Celeste e corrisponde all’Equinozio di primavera.
3° COORDINATE ORIZZONTALI: Altezza e Azimuth. Sono relative alla posizione di un punto rispetto al piano dell’Orizzonte terrestre. L’Altezza e l’Azimuth sono le distanze angolari di un astro rispetto al cerchio dell’Orizzonte terrestre (Altezza) e al Meridiano del luogo (Azimuth).
4° COORDINATE ECLITTICHE: Longitudine celeste e Latitudine celeeste. Sono relative alla posizione di un punto posto sull’Eclittica. La Latitudine e la Longitudine Celesti, sono le distanze angolari, misurate in gradi, di un punto rispetto al piano dell’Eclittica (Latitudine) e al punto Gamma (Longitudine).
Ora, anche se mi rendo conto della nevrosi derivante da queste logiche matematiche, aride di sensibilità mentale e immateriale, devo specificare i significati ed entrare dentro le specifiche differenze, pertanto chiedendo scusa ai nostalgici della poesia animista, proseguo nella violenza del discorso matematico tout court e vi parlo della SFERA CELESTE.
Osservando il cilelo, esso ci appare come una grande sfera di raggio infinito, che circonda la terra posta al suo centro (più o meno questo lo sappiamo un po tutti….!!!), Questa è la cosiddetta SFERA CELESTE, sulla quale si possono anche proiettare elementi della Sfera Terrestre, (non dimentichiamo questo particolare che non è trascurabile) anzi possiamo perfettamente dire che la sfera Celeste è una proiezione esatta della Sfera Terrestre: così ogni punto sulla terra si proietta sulla sfera, l’equatore terrestre diviene quello celeste, il polo nord celeste appare come un prolungamento di quello terrestre ecc…Inoltre, per meglio capire, all’Osservatore terrestre che vedesse la Sfera Celeste, gli appare con tutte le stelle sullo stesso piano , muoversi verso ovest per cui gli sembra che il Sole e gli astri sorgono ad est e tramontino ad ovest del meridiano dell’osservatore. L’ECLITTICA è la circonferenza tracciata dal Sole, nel suo percorso apparente intorno alla terra. Ampliando di 8°30′ di latitudine nord e di 8°30′ di latitudine sud l’eclittica si ottiene una fascia circolare all’interno della quale sono poste le dodici costellazioni su cui scorrono su e giù i pianeti tutti relativi al loro sistema solare: questa fascia è LA ZODIACO.
Ora cominciamo a ragionare sul problema della Latitudine più propriamente detto, che è quello che, in questo articolo di tecnica astrologica, voglio analizzare per meglio spiegarne le validità e gli orientamenti astrologici attuali.
Per la stesura di un tema natale si parte sistematicamente infatti proprio dalla posizione, in gradi, minuti e secondi, dei luminari e dei pianeti nei segni.Ma di quella posizione, che nel cielo si misura mediante longitudine e latitudine celeste, viene oggi preso in considerazione maggiormente, che io sappia, solo il valore in longitudine (che è poi quello riportato comunemente dalle Effemeridi). E anche nei libri o nelle riviste di astrologia “moderna”, di latitudine celeste non si parla quasi per niente.
Il quesito che l’astrologo dovrebbe porsi è in buona sostanza il seguente: occorre tenere conto della latitudine celeste, così come facevano gli astrologi antichi?
L’inserimento di questa ulteriore variabile può infatti cambiare alquanto il risultato dei calcoli che occorrono per erigere il tema natale o che fanno da supporto alle varie tecniche previsionali. Come ho finito di descrivere la longitudine (λ) e la latitudine (β) celesti sono coordinate eclittiche e costituiscono, insieme alla declinazione (δ) e all’ascensione retta (α) – che sono invece coordinate equatoriali – l’insieme delle coordinate ortogonali, che permette di determinare univocamente la posizione di un corpo (pianeta, satellite, stella, cometa etc.) sulla sfera celeste. La sfera celeste è una grande sfera al cui centro sta la Terra immobile: tutti i corpi celesti appaiono alla medesima distanza all’osservatore posto sulla Terra e la loro posizione è misurabile col sistema delle coordinate prima descritte. Ma dove e come si misurano longitudine e latitudine celesti?
Si misurano sull’eclittica, che è il percorso apparente del Sole attorno alla Terra e quindi alla sfera celeste, che ne è la proiezione.
L’eclittica è inclinata di 23° e 27’ rispetto all’equatore celeste (proiezione dell’equatore terrestre) e lo incrocia in 2 punti: il punto γ (punto vernale) o equinozio di primavera e il punto diametralmente opposto, l’equinozio d’autunno.
Misurare la longitudine del Sole, che giace sempre sull’eclittica, vuol dire misurare la sua distanza in gradi (da 0 a 360) dal punto γ , in senso anti – orario (per chi guarda l’eclittica dal Polo Nord celeste); per gli altri corpi celesti, che sono situati invece a nord o a sud dell’eclittica stessa, è necessario invece misurare la distanza tra il punto γ e il “piede” dell’astro sull’eclittica e cioè il punto in cui il circolo di latitudine, che passa per il corpo celeste, incrocia l’eclittica.
Si definisce latitudine celeste di un astro la sua distanza sferica dall’eclittica: essa corrisponde all’arco del circolo di latitudine, compreso fra l’astro e il “piede” dell’astro sull’eclittica.
Si misura in gradi (da 0 a 90) verso i poli dell’eclittica e si chiama Latitudine Nord o positiva, se l’astro si trova a nord dell’eclittica, latitudine Sud o negativa, se l’astro si trova invece a sud dell’eclittica.Lungo l’eclittica fu collocato lo Zodiaco, che è la fascia di sfera celeste compresa tra i paralleli di latitudine, che si trovano rispettivamente a 10 gradi Nord e a 10 gradi Sud dell’eclittica (tale ampiezza fu ricavata prendendo come riferimento la latitudine massima di Venere).
Lo Zodiaco venne diviso convenzionalmente in 12 segni dell’ampiezza di 30° ognuno: ogni segno risulta quindi essere 1/12 di questa fascia immateriale.
Perché questa premessa di carattere astronomico? Perché quando parliamo di astrologia non dovremmo mai dimenticare che questa disciplina è strettamente connessa con l’astronomia.
L’astrologia nacque infatti come decifrazione a scopo divinatorio dei fenomeni celesti ed affonda tuttora le sue radici nell’astronomia, con la quale è sciocco e fuorviante immaginarla in contrasto.
L’astrologo, in qualità di osservatore posto sulla Terra deve vedersi, per quanto sopra detto, immerso in uno spazio di carattere tridimensionale e pensare allo Zodiaco, come ad una divisione in 12 spicchi della sfera celeste. Nella stesura di un Tema Natale l’astrologo deve assolutamente ricordare, allorché segna la longitudine della Luna o dei pianeti, che questi stessi non giacciono, come il Sole, sull’eclittica, bensì che nel loro moto se ne discostano.
Purtroppo il grafico bidimensionale sul quale siamo abituati a lavorare, dice con il consiueto acume conoscitivo L. Bellizia, facilita questa “dimenticanza”, portando molte volte ad una SCORRETTA VALUTAZIONE della presenza o meno di un aspetto o ad un’errata collocazione della Luna o dei pianeti nelle case. Precisiamo ora quali sono le latitudini massime cui possono giungere Luna e pianeti (i punti di incrocio con l’eclittica vengono detti “nodi”, quelli di latitudine massima “ventri”):
Ventre Boreale Ventre Australe
Luna 5° 18’ 5° 18’
Mercurio 3° 52’ 4° 44’
Venere 8° 35’ 8° 49’
Marte 4° 38’ 6° 53’
Giove 1° 49’ 1° 49’
Saturno 2° 53’ 2° 53’
Urano 0° 48’ 0° 48’
Nettuno 1° 45’ 1° 50’
Plutone 16° 15’ 16° 30’
Per quanto riguarda il significato astrologico di nodi e ventri, gli antichi si erano così pronunciati: il nodo significa scarsità, perdita di materia, il ventre invece abbondanza, acquisizione al punto da interessare anche la conformazione fisica,corporea dell’individuo.
Più in generale diremo che un pianeta dà il massimo del suo effetto, nel bene e nel male, quando è nel suo ventre, mentre se è al nodo, gli effetti saranno minori, ma più rapidi.
Per la Luna invece, che ha influenza sia sul corpo che sull’animo, la condizione migliore fu detta essere quando sale di latitudine, perché significa sempre qualcosa che si accresce e che cambia, ma non troppo.
Fatte queste premesse di carattere astronomico ed interpretativo, passiamo ad esaminare
“l’EFFETTO LATITUDINE”: 1- ASPETTI IN ZODIACO 2- ASPETTI IN MUNDO
1) Aspetti nello Zodiaco
Gli aspetti nello Zodiaco sono determinati dalla reciproca posizione dei pianeti, posizione che muta continuamente, a causa del moto longitudinale dei pianeti stessi. Più precisamente, poiché i pianeti hanno velocità diverse, un astro più veloce, che precede uno più lento, dopo un po’ lo raggiunge, si applica ad esso per congiunzione (0° applicazione per corpo) e poi lo supera (se ne separa) allontanandosi. L’applicazione può avvenire, oltre che per congiunzione, anche sotto forma di altri aspetti angolari, quali sestile, quadrato, trigono e opposizione: in questo caso si crea un angolo tra il raggio inviato dal pianeta più veloce al centro della Terra e quello inviato dal pianeta più lento, pari rispettivamente a 60°, 90°,120° e 180° (applicazione per raggio o per figura ) Anche nelle applicazioni per raggio la separazione avviene quando il pianeta più veloce, proseguendo nel suo moto longitudinale, scioglie l’aspetto. Il contatto avviene in uno spazio (l’orbita) che può essere un po’ più ampio dell’angolo preciso di ciascun aspetto: l’orbita varia a seconda dei pianeti coinvolti. E’ quindi diverso da pianeta a pianeta lo spazio entro il quale inizia l’applicazione o finisce la separazione. Quali elementi sono da prendere in considerazione per valutare l’orbita dei pianeti coinvolti in un aspetto? La sola longitudine basterebbe se i pianeti giacessero sull’eclittica come il Sole; sappiamo invece che non sempre è così e dobbiamo perciò permettere che in questa rappresentazione tridimensionale dello Zodiaco faccia il suo ingresso l’elemento latitudine. Quindi abbiamo visto che è bene considerare sia la longitudine, come si fa normalmente, che la latitudine, che invece riceve erroneamente meno attenzione pertanto vanno CONSIDERATE ENTRAMBE. La distanza tra due pianeti in longitudine e latitudine si chiama distanza sferica. Il valore della distanza sferica ci permetterà di stabilire se vi è contatto tra i pianeti in questione e, laddove presente, quanto è stretto (contatto mutuo, parziale o “in fieri”) Come? Attraverso il confronto con la vis luminis dei pianeti coinvolti nell’aspetto. Per comprendere cosa sia la vis luminis dobbiamo fare un passo indietro: come dicevamo l’astrologia nacque dall’osservazione del cielo e dei corpi celesti. E ai corpi celesti luminosi, quelli la cui luce è percepibile, visibile (Sole, Luna, pianeti, stelle, comete) venne attribuita la capacità di influire sul mondo sensibile, mentre al contrario i corpi celesti privi di luce (asteroidi o pianeti), la cui luce non è percepibile, vennero considerati privi di influsso. La zona appunto, entro la quale la luce di un pianeta possiede la forza di entrare in relazione con quella degli altri corpi celesti viene definita VIS LUMINIS (o sphaera activitatis): è come un’area circolare che si estende intorno all’astro. Gli astrologi determinarono per teoria e per esperienza l’ampiezza della vis luminis dei pianeti conosciuti (esclusi quindi i transaturniani, che non conoscevano e che avrebbero comunque considerato privi di influsso in quanto la loro luce non è visibile ad occhio nudo).
Le vis luminis accordate ai pianeti sono:
Sole: 15°
Luna 12°
Saturno 9°
Giove 9°
Marte 8°
Venere 7°
Mercurio 7°
Fine 1^parte
Redazione del ilNadir Claudio Crespina
Bibliorafia e sitografia:
http://www.apotelesma.it/upload/Attenti_alla_latitudine.pdf di Lucia Bellizia