Astrologia e Scienza

Scienza o Astrologia: esiste Dio o Dio non esiste….

 

Partiamo da questa separazione concettuale:L’Astrologia è morta, dice lo scienziato. L’Astrologia non è mai stata così viva, dice l’esecutore di oroscopi. Ci troviamo tra la fede dell’astrologo e lo scetticismo dello scienziato.
 Esiste Dio, dice il folle Schloimo, del vero capolavoro cinematografico “train de vie”, o Dio non esiste…Che importanza ha?, continua blaterando, Vi siete mai chiesti se L’Uomo esiste..?
altLa storia della scienza, come ho già affermato in altra sede, è piena di esempi di grandi scienziati che hanno posto le basi per teorie avanzatissime (rispetto alle concezioni a loro contemporanee), senza essere capaci di fornire tutte le spiegazioni che sarebbe stato lecito aspettarsi.
Le tre LEGGI di KEPLERO sul moto dei corpi celesti sono da considerarsi scientifiche a pieno titolo, anche se Keplero non aveva idea del perché i corpi celesti si muovessero precisamente in quel modo; nello specifico, egli ignorava l’esistenza di una forza di gravità che fungesse da contrappeso alla forza centrifuga e impedisse ai pianeti di sfuggire nello spazio infinito.
NEWTON enunciò la sua teoria della GRAVITAZIONE UNIVERSALE in aperto contrasto con la concezione a lui contemporanea (quella cartesiana), per la quale non era ammissibile l’esistenza di forze capaci di agire a distanza e per giunta nel vuoto (l’unico modo che aveva un corpo per influire su un altro era per contatto diretto): forze sulla cui natura lo stesso Newton non era in grado di pronunciarsi.
Per giungere ad EINSTEIN, la sua teoria della RELATIVITA’ è quanto di meglio oggi disponiamo per spiegare una gran quantità di fenomeni fisici. Eppure anche essa, soprattutto nelle sue conseguenze empiriche, lascia senza risposta molti interrogativi. Sappiamo che la velocità della luce non può essere superata, ma ne ignoriamo il perché; o, se consideriamo come spiegazione il fatto che, a velocità prossime a quelle della luce, una parte sempre crescente dell’energia fornita a un corpo per accelerarlo si traduce in un aumento di massa, non sappiamo rispondere alla domanda sul “perché” questo si verifichi. Non sappiamo nulla nemmeno in merito alla contrazione del tempo, se non che questa è stata
puntualmente verificata in tutti gli esperimenti condotti finora.
Alcuni studiosi continuano a difendere una concezione della scienza per la quale una teoria è valida solo quando riesce a porre due eventi, che appaiono in qualche modo collegati tra loro (es. il lampo e il tuono), in una relazione causale che spieghi perché il secondo è conseguenza del primo. Si tratta, tuttavia, di un’ottica alquanto limitativa, che non rende conto dell’effettivo procedere della scienza contemporanea.
 
Questo vale soprattutto quando ci si addentra nel mondo dei fenomeni subatomici, dove le normali leggi fisiche, che fanno riferimento alla meccanica classica, perdono ogni validità.
Dopo molti tentativi infruttuosi, gli scienziati sono pervenuti a nuove teorie che sembrano far violenza alla nostra esperienza quotidiana, tanto appaiono assurde; ma esse funzionano, cioè riescono a descrivere i fenomeni in maniera molto puntuale. In una sua recente opera, Richard P. FEYNMAN, fisico di spicco nella ricerca internazionale, premio Nobel nel 1965, ci parla dello strano comportamento della luce, guidandoci con grande maestria nel dominio dei FENOMENI QUANTISTICI, mostrandoci come la scienza sia sempre più orientata a descrivere i fenomeni di cui si occupa piuttosto che cercar di spiegare perché essi si svolgono in quel particolare modo.In definitiva, una teoria descrive COME FUNZIONA LA NATURA, ma non è detto che sia in grado di spiegare per quale motivo la NATURA FUNZIONA COSI’.(Cfr. il sociologo E.Calisi)….
.                                                                                               Esiste Dio o Dio non esiste….?
                         
Il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) e gli studiosialt che si riconoscono in esso, come l’imperturbabile P. Angela suo fondatore, sono pronti a puntare il dito sulle predizioni astrologiche che non si avverano, ma poi non si stracciano le vesti quando i maggiori esperti di economia e finanza mondiali non riescono a prevedere, sulla base delle teorie maggiormente accreditate, l’evoluzione di fenomeni macroeconomici a distanza di pochi mesi. Nessuno, per esempio, aveva previsto nelle sue devastanti dimensioni, la recente crisi economica e finanziaria che ha colpito i cosiddetti Paesi emergenti, con pesanti ripercussioni in tutto il mondo occidentale. Come nessuno, oggi, è in grado di fare previsioni attendibili sugli sviluppi futuri della situazione economica negli USA, e/o in Europa in tutta la zona euro. Per inciso, un mio articolo scritto per una rivistina di quartiere a Roma del 2005, ma anche di altri colleghi che stimo (tra cui certamente Paolo Quaglierella), avevamo largamente previsto, ASTROLOGICAMENTE e non FINANZIARIAMENTE il crollo, anzi nel mio caso, aggiungo che, come è scritto nel mio sito, il nadir, l’attuale configurazione astrale, che si rinsalderà nel 2011, non lascia alcuna perplessità e alcun dubbio nel pronosticare un ulteriore crollo, nonostante le continue assicurazioni che arrivano via etere televisivo dai vari governi mondiali. Io, lo affermo e lo scrivo con chiarezza, senza essere un esperto di finanza, come d’altronde lo avevo già scritto nel 2005…e il cicap dove era….?
Sono anni, ormai, che le cassandre – guru mondiali dell’economia – fanno e disfanno previsioni sul possibile crollo o rinascita dell’economia. Né si sa con certezza se accadrà nell’immediato o in un futuro più lontano, oppure se si profili un raffreddamento graduale dell’economia, senza gravi conseguenze per le condizioni di vita della gente. Si prospettano, invece, tanti scenari possibili, all’incirca quanti sono gli studiosi che se ne occupano, alcuni dei quali insigniti addirittura del premio Nobel per l’economia.
Esiste Dio o Dio non esiste….?
 
“L’universo comincia a sembra più simile ad un grande pensiero che non a una grande macchina.”

                                                                    James Jeans, astronomo e fisico

La meccanica quantistica delinea un quadro insolito della realtà fisica a livello microscopico, cioè molecolare, atomico, e subatomico. Eppure, nonostante le sue stranezze, la teoria “funziona” perfettamente ed ha permesso grandi progressi scientifici e tecnologici.
Alle scale microscopiche la natura non si comporta in conformità alle leggi della fisica classica, che descrive i fenomeni che coinvolgono i familiari oggetti della vita quotidiana. Il nome della teoria deriva dal concetto di “quanto”, introdotto da Planck nel 1900 e ripreso da Einstein nel 1905. La teoria della meccanica quantistica fu sostanzialmente completata intorno al 1930, ma le ricerche sui “suoi paradossi”, così vengono definiti i comportamenti non proprio lineari, scientificamente parlando, delle variabili quantistiche, sono effettuate ancora oggi.

                                                                         ENTRIAMO NEL MERITO

altIn fisica classica non vi sono limitazioni di principio alla misurazione delle caratteristiche di un sistema fisico: per esempio ad ogni istante possiamo misurare la posizione di un certo oggetto in movimento, la sua velocità, la sua energia, eccetera. È vero che esistono delle limitazioni “tecniche” o “operative”, dovute alla limitata precisione degli strumenti di misura che impieghiamo, ma nulla ci impedisce di costruire strumenti più precisi e sofisticati.Per esempio, per misurare la velocità di un’automobile su una strada e rivelare eventuali eccessi di velocità, la Polizia Stradale adopera dei dispositivi elettronici. Un dispositivo di questo tipo è capace di misurare con buona precisione la velocità dell’auto nell’istante in cui la macchina transita davanti all’apparecchiatura. Non vi è nulla che ci impedisce di rendere ancora più precisa tale misurazione, impiegando dispositivi migliori.Occorre sottolineare che tale dispositivo effettua anche una misura di posizione (perché ovviamente rivela che in quell’istante l’automobile si trovava in quel punto). Con semplici calcoli, è possibile stimare la posizione dell’automobile pochi istanti prima e pochi istanti dopo il transito davanti al dispositivo (poiché in quei pochissimi secondi, per inerzia, la velocità dell’automobile rimarrà approssimativamente la stessa). Vi sarà una certa “approssimazione” o “errore” in questa stima, poiché la velocità in quei pochi secondi potrà variare leggermente, però si tratterà di un errore piuttosto piccolo.
 
Non è così nella meccanica quantistica: gli oggetti “quantistici” (atomi, elettroni, quanti di luce, ecc.) si trovano in certi “stati” indefiniti, descritti da certe entità matematiche (come la “funzione d’onda” di Schrödinger)..Soltanto all’atto della misurazione fisica si può ottenere un valore reale; ma finché la misura non viene effettuata, l’oggetto quantistico rimane in uno stato che è “oggettivamente indefinito”, sebbene sia matematicamente definito: esso descrive solo una “potenzialità” dell’oggetto o del sistema fisico in esame, ovvero contiene l’informazione relativa ad una “rosa” di valori possibili, ciascuno con la sua probabilità di divenire reale ed oggettivo all’atto della misura.
E’ in funzione esattamente lo schema della sincronicità junghiana applicata alla dinamica astrologica, ce ne rendiamo conto o no….? il Quanto descrive solo una potenzialità dell’oggetto o del sistema fisico in esame, sottolineo, SOLO UNA POTENZIALITA’, ovvero contiene l’informazione relativa ad una rosa di valori possibili (l’ampiezza dei simboli astrologici, dei possibili accadimenti relativi ad un dato aspetto planetario), ciascuno con la sua PROBABILITA’ di divenire reale ed oggettivo all’atto della misura….Devo spiegare…o è comprensibile la connessione assolutamente diretta che intercorre tra la fisica quantistica e la logica astrologica…..?

Per meglio capire, continuiamo a seguire il paragone  dell’automobile di prima: quando essa viene rivelata dal nostro dispositivo possiamo dire che l’auto si trova veramente in quel punto (misura di posizione). Ma in meccanica quantistica vi sarebbero delle forti limitazioni alle misure che possiamo effettuare: per esempio non potremmo conoscere precisamente la velocità dell’oggetto in quell’istante (per il principio di indeterminazione di Heisenberg). Inoltre, non potremmo prevedere la posizione dell’auto dopo due secondi: potremmo solo dare una stima molto approssimativa, ovvero potremmo solo prevedere l’evoluzione della sua “funzione d’onda”. La funzione d’onda però ci darà solo una vasta “rosa” di posizioni possibili per l’automobile, e per sapere con certezza dove l’automobile si troverà realmente, dovremo effettuare una nuova misura.
La “rosa” di possibilità, come nell’analisi di un Tema Natale astrologico, talvolta può dare risultati sorprendenti o incredibili: un ulteriore esempio può essere d’aiuto a capire .Proviamo a considerare una piscina vuota, con una palla in movimento al suo interno. La palla si sposta da una parte all’altra della piscina rimbalzando contro le pareti e sul fondo, senza però avere l’energia necessaria per uscire. Ad esempio, la piscina è profonda due metri ed i rimbalzi disordinati della palla arrivano al massimo ad un metro di altezza. Ammettiamo pure che non vi sia perdita di energia per attrito, cioè la palla sia perfettamente elastica e la resistenza dell’aria sia del tutto trascurabile (in realtà la dissipazione di energia per attrito tende a ridurre la velocità della palla, che dopo pochissimi minuti si fermerà del tutto). Anche in tale caso ideale la palla non potrà uscire dalla piscina, poiché non potrà comunque superare il metro di altezza: si dice che le pareti della piscina rappresentano una “barriera di energia potenziale”.Ebbene, in ambito quantistico, una particella in una situazione analoga avrebbe comunque una certa probabilità (seppure minima) di trovarsi al di fuori delle barriere di energia potenziale, cioè di uscire dalla piscina…!
 In fisica classica le onde hanno bisogno di un “supporto materiale” per esistere e propagarsi: per esempio le onde del mare si propagano nell’acqua, le onde sonore (i suoni) si propagano nell’aria (o anche in altri materiali) e le onde che danno origine al suono di una chitarra nascono nelle onde che percorrono le corde della chitarra stessa. La funzione d’onda invece non ha un supporto materiale, poiché essa stessa rappresenta e costituisce la cosiddetta materia, ed è una sorta di vibrazione nella struttura dello spazio-tempoalt, da cui noi possiamo ottenere delle previsioni in termini probabilistici. Rileggiamo attentamente……
 
Riagganciamoci, come se fossimo trainati, ad un esempio simile a quello dell’automobile visto in precedenza. Si consideri la posizione di un elettrone nello spazio (cosa che in fisica classica è ovvia e perfettamente definita). In meccanica quantistica l’elettrone non avrà una posizione definita, come l’automobile, ma avrà una “rosa” di posizioni possibili, descritta collettivamente da una “funzione d’onda”.All’atto della misura, l’elettrone verrà rivelato solo in un punto tra quelli possibili, ovvero la “funzione d’onda” collasserà in quel singolo punto. La fisica non è in grado di prevedere quale punto verrà scelto, cioè è incapace di spiegare perché un punto venga preferito ad un altro, e quindi sembra essere presente un elemento casuale, la famosa, appunto, indeterminazione.Vi è quindi una “indeterminazione” sui valori della misura. In realtà ciò non altera l’utilità delle applicazioni della meccanica quantistica, che in certi campi, come in spettroscopia, ottiene delle precisioni sbalorditive. In altre parole, la statistica permette risultati estremamente precisi sul comportamento collettivo del sistema, ma assolutamente indeterminati sulle singole particelle. In definitiva, gli oggetti quantistici si trovano in certi stati che non sono sempre dotati di valore definito delle condizioni osservabili prima della misura: infatti è l’osservatore che costringe la natura a rivelarsi in uno dei possibili valori, e questo è determinato dall’osservazione stessa:le caratteristiche reali ed oggettive del sistema fisico sono definite solo quando vengono misurate, e quindi sono “create” in parte dall’atto dell’osservazione. QUESTA E’ LA CAUSA SCATENANTE LA NUOVA VISIONE: L’OSSERVATORE CONDIZIONA (crea….astrologicamente!!) l’OSSERVATO. La meccanica quantistica quindi introduce due elementi nuovi ed inaspettati rispetto alla fisica classica: una è appunto l’influenza dell’osservatore, che costringe lo stato a diventare indipendente; l’altra è la casualità nella scelta di uno tra le diverse possibili indipendenze (ognuna con una propria probabilità).
Entrambi gli elementi sono estranei alla mentalità della fisica classica, cioè rispetto a quella concezione ideale (galileiana, newtoniana e perfino einsteiniana) che pretende che l’universo sia perfettamente oggettivo ed intelligibile.
  
Ho fatto un lungo giro, forse inutile, sicuramente complicato, (di cose complicate alla mente umana, d’altronde, stiamo parlando…) per riuscire a far capire che non è più utile cercare di capire se l’astrologia è una scienza o meno, quando quello che la scienza ritiene essere tale è clamorosamente messo in discussione dallo stesso scienziato. Inutile richiamare una lettura ormai classica di un testo di F. Capra, fisico e astronomo di fama mondiale, intitolato “il Tao della fisica”, che apre una chiara luce sui dettati dei Veda di millenni fa come antesignani delle attuali risposte della scienza: come dire, siamo allo stesso punto con due metodiche diverse e in apparenza (ma l’osservatore condiziona….abbiamo detto ) contrastanti.La dinamica astrologica sta lì da sempre, proprio in sincronia con la legge dell’osservatore che condizionerebbe l’osservato e, diciamolo una volta per tutte, lo condiziona eccome…….che ci vuole a rendersene conto che siamo noi col pensiero prima e coi fatti successivamente, ad accadere agli eventi e non il contrario come tutti erroneamente, crediamo.
Di che lacrime grondi e di che sangue, direbbe il poeta…….!!!!!!

Esiste Dio o Dio non esiste ? Non è questo il problema da risolvere.
Cerchiamo di capirlo….osservandolo o meno, lo faremo o meno… esistere. Come fece Gesù,Joshua ben Joseph, illuminato tra gli illuminati, Esseno di cultura e conoscenza profonda, intraprendendo il suo viaggio interiore, aprì ai suoi occhi fisici il mondo animico e sottile dell’ultraterreno e dell’universale, incontrando il dio interiore del tempo e dello spazio, la sua croce terrena, passaggio obbligato per comprendere il sublime ed eterno io spirituale che assurge ai valori indistinti dell’uomo al di fuori dei concetti dell’oggettivazione: Cristo s’immolò come uomo perchè aveva assemblato in se quei valori mistici di disoggettivazione impliciti nella logica quantistica, se mi è consentito il paragone. So che scatenerò un vespaio, ma tanto vi dovevo….
 
            alt  Con la meccanica quantistica la scienza sembra essere arrivata a rivelare quella misteriosa frontiera tra soggetto ed oggetto che in precedenza era stata del tutto ignorata a causa del principio (nascosto e sottinteso) dell’oggettivazione: fino agli anni ‘20 la realtà poteva essere considerata del tutto “oggettiva” ed indipendente dall’osservazione di eventuali esseri coscienti. Ma con la formulazione della meccanica quantistica sembrò che si dovesse tener conto necessariamente della figura dell’osservatore cosciente!!! E’ per questo che molti fisici preferiscono parlare espressamente di “non-oggettività”.Vi furono subito delle reazioni a tale concezione, poiché in fisica era sottinteso da sempre che l’universo esiste oggettivamente, indipendentemente dal fatto che noi lo osserviamo o meno. In effetti, la scienza ebbe il suo grandioso sviluppo fin dal 1600 proprio grazie all’ipotesi dell’oggettivazione. La critica di Einstein e di altri fisici fu molto più radicale: essi sostennero che la meccanica quantistica era una teoria incompleta e provvisoria, che avrebbe dovuto essere perfezionata col tempo per eliminare alcuni aspetti indesiderati, sebbene funzionasse perfettamente sul piano sperimentale.
Le obiezioni di Einstein appaiono molto “logiche” e “realistiche”, ma erano errate. Col senno di poi, possiamo dire che questa fu una delle poche intuizioni errate di Einstein: la sua “fedeltà” alla concezione puramente oggettiva dell’universo fu così forte da indurlo a dubitare di una teoria – la meccanica quantistica – che lui stesso aveva contribuito a fondare!Anzitutto Einstein non accettava che esistesse un’indeterminazione sulle misure quantistiche, ovvero che i risultati non fossero pienamente determinabili in anticipo: ciò, secondo Einstein, introduceva nella fisica l’influenza del “caso cieco”, per lui assolutamente inaccettabile. A questo proposito è rimasta celebre la sua frase: “Dio non gioca a dadi con il mondo”. Meno famosa è la risposta di Bohr: “Non è compito degli scienziati dire a Dio come funziona il mondo, ma solo scoprirlo”. Inoltre, e forse più cocciutamente, Einstein non credeva alla possibilità di caratteristiche fisiche “non-oggettive”, ma riteneva che i valori delle condizioni osservabili esistessero oggettivamente anche prima della misura, indipendentemente dal fatto che venissero misurati o meno. Insomma, secondo Einstein (come probabilmente secondo qualsiasi persona che non abbia ancora accettato il nuovo messaggio implicito nella meccanica quantistica e sono molti.ivi compresi scienziati ed insegnanti…!!!) l’universo deve esistere oggettivamente, sia che noi l’osserviamo o meno! Per questo egli considerava la meccanica quantistica “incompatibile con ogni concezione ragionevole e realistica dell’universo”e per questo, ancora oggi, si CONTINUANO AD ALIMENTARE FALSI PROBLEMI E FALSE SOLUZIONI…
Secondo il “realismo” di Einstein esisterebbero quindi delle “variabili nascoste” che descrivono la realtà oggettiva dei sistemi quantistici, ma non sono ancora riconosciute dall’attuale teoria, che lui cercò di spiegare più o meno così: immaginiamo che in una partita di carte il vostro avversario abbia in mano una certa carta. Noi deduciamo che tale carta può essere l’asso di denari o il re di cuori, ma siccome non possiamo vederla, non sappiamo quale delle due sia realmente. Questa, secondo Einstein è la “conoscenza incompleta” che ci può dare la meccanica quantistica. Comunque, dice Einstein, la carta in questione è di fatto una delle due carte, ad esempio l’asso di denari (variabile nascosta), anche se noi non sappiamo ancora per certo se sia l’una o l’altra (indeterminazione). All’atto della misura noi possiamo finalmente constatare di quale carta si tratta, ma secondo Einstein la carta era quella già prima della misura.
altSecondo la meccanica quantistica invece non è così! La carta in precedenza era in uno stato indefinito: “50% asso di denari e 50% re di cuori”, e solo all’atto della misura la carta è “diventata” (per esempio) l’asso di denari. Se si ritorna a quello stesso identico stato fisico e si rieffettua la misura, stavolta la carta potrebbe diventare un re di cuori!
Secondo Einstein questi “giochi di prestigio” quantistici erano del tutto inaccettabili, e per dimostrare questo negli anni ’30 egli iniziò a formulare vari paradossi concettuali, che però Bohr risolveva ogni volta, salvando così la validità della meccanica quantistica.
 
Data la stranezza della questione, alcuni fisici, nonostante il risultato degli esperimenti citati, sono rimasti convinti della validità del realismo e della località di Einstein. Per comprendere quanto sia grande l’influenza di certi pregiudizi, anche tra gli scienziati, si può considerare un sondaggio effettuato nel 1985 (quindi ben tre anni dopo l’esperienza di Aspect che aveva dimostrato pienamente la realtà quantistica nel 1982) tra un campione di fisici (riportato da A.Masani: La fisica e la realtà, L’Astronomia n.73, 1988).
La “località di Einstein” veniva accettata ancora dal 57% degli intervistati; solo il 30% non l’accettava più; il 13% era indeciso. Negli anni seguenti furono condotto molti altri esperimenti sui fondamenti della realtà quantistica. Diversi esperimenti condotti negli anni ’90 risultano ancora più sconcertanti e ormai riducono a zero la possibilità che la località ed il realismo di Einstein siano validi (quindi oggi lo stesso sondaggio dovrebbe ottenere risultati ben diversi da quelli del 1985).Il fisico PAGELS avverte (Nel suo “Il codice cosmico”, cap.9 pag.134/137): “La vecchia idea che il mondo esista effettivamente in uno stato definito non è più sostenibile. La teoria quantistica svela un messaggio interamente nuovo: la realtà è in parte creata dall’osservatore”. Ed inoltre: “La situazione si presenta paradossale al nostro intuito, perché stiamo cercando di applicare al mondo reale un’idea dell’oggettività che sta solo nelle nostre teste, una fantasia”…….DETTO DA UN FISICO RISULTA SCONCERTANTE no, che ne pensate….?      
          Questo spiega concretamente le reali resistenze al cambiamento che ha l’essere umano, che la professione astrologica  e/o l’analisi del profondo, mettono in chiara evidenza quando qualcuno si debba confrontare con il suo limite “oggettivo”, che poi è l’Ombra, rappresentata a volte da Saturno, a volte da Plutone, che ne evidenziano la non-oggettività, (che non siamo in grado di accettare) e non accetta nessun tipo di cambiamento anche se si prospettasse, cosa rara a dire il vero, …un futuro migliore. Resta il fatto che questi incredibili esperimenti restano sconosciuti ai profani, ed anche alla maggior parte degli scienziati (cioè i non fisici), che continuano ingenuamente a credere all’oggettività della fisica.
 Io mi domando da sempre il perchè di questa..ignoranza. Mi domando perchè chi vuole la realtà e la consistenza dei fatti, come unica spiegazione della realtà, poi di fronte appunto, ai fatti conclamati, non accetta la sua stessa regola. ECCO LA MATRIX in cui siamo immersi, inbevuti fno al midollo, che gli interessi di pochi sopraffanno quelli altrettanto legittimi dei più. Io la chiamo:” L’omertà della conoscenza”.
                                                                                                   C U I    P R O D E S T…… ??????
Questa è la vera domanda da porsi…………….!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
   Per farvi capire meglio quello che sostengo, cioè la domanda del perchè siamo ancora legati a vecchi schemi di logiche irrisolte quando tutto è stato ampiamente affrontato e spiegato da espermenti inconfutabili, vi propongo un ulteriore esempio carico di significati:
oggi conosciamo alcuni oggetti astronomici lontanissimi, chiamati quasar. Per giungere fino a noi, la luce di un quasar impiega miliardi di anni. Se nel percorso incontra una galassia di grande massa, che in base alla relatività generale di Einstein può funzionare da “lente gravitazionale”, il fascio di luce si divide in due fasci che aggirano la galassia da due parti opposte (infatti noi dalla Terra otteniamo delle immagini sdoppiate di alcuni quasar).
Immaginiamo che il quasar si trovi a dieci miliardi di anni luce di distanza e la galassia-lente a otto miliardi. Se noi sulla Terra vogliamo osservare il quasar, possiamo scegliere di far produrre interferenza ai due fasci, oppure di rivelare i singoli fotoni di ciascun fascio.
altProviamo a chiederci se otto miliardi di anni fa il singolo fotone è passato da entrambi i lati rispetto alla lontana galassia (come un’onda) oppure da un lato solo (come una particella). Ebbene, se continuiamo a mantenere una concezione oggettiva dell’universo (libero arbitiro..altro ostacolo alla comprensione), la risposta dipende da come decidiamo di osservarlo noi oggi!
Se oggi noi scegliamo di rivelare la figura di interferenza, allora otto miliardi di anni fa il fotone ha deciso di percorrere entrambi i cammini. Viceversa, se noi scegliamo di vedere il singolo fotone su un singolo cammino, allora otto miliardi di anni fa il fotone ha scelto di comportarsi come una particella!
Nel momento in cui noi cambiamo idea e lo osserviamo in un modo invece che nell’altro, il fotone che sta arrivando è già preparato alla nostra scelta!
In pratica, come dice l’articolo di J.Horgan (in Le Scienze n.289), “i fotoni devono aver avuto una sorta di premonizione, per sapere come comportarsi in modo da soddisfare una scelta che sarebbe stata fatta da esseri non ancora nati su un pianeta ancora inesistente”!
Ciò che risolve il paradosso è che l’universo non si trova in uno stato pienamente oggettivo, ma le sue caratteristiche fisiche sono in parte determinate dall’osservatore cosciente. In fisica è chiaramente emersa l’anima (il nadir….astrologico), è stata scoperta…..I fotoni avevano avuto una sorta di premonizione…? Rendiamoci conto che queste sono rivelazioni dimostrate, magari paradossali, ancora per poco dico io.
All’inizio degli anni ’90, il prof. Mandel, docente,  dell’Università di Rochester ed i suoi collaboratori hanno compiuto un esperimento straordinario. Mandel ed altri fisici di ottica quantistica hanno dimostrato che è sufficiente qualcosa di molto più evanescente di una misurazione per far cambiare lo stato fisico di un sistema: è sufficiente la conoscenza potenziale che possiamo avere di tale sistema! Magia? No, fisica contemporanea. J.Horgan, nel suo articolo su Le Scienze n.289, riporta il commento scherzoso dei fisici Jaynes e Scully, che hanno parlato addirittura di “negromanzia medievale” a proposito di questi esperimenti. Lo stesso Horgan parla di “fotoni psichici” e si ricollega alla filosofia del celebre vescovo Berkeley (secolo XVIII), che può essere definita un “empirismo idealistico”. Berkeley affermò:” Esse est percipi”, ovvero “esistere è essere percepito”. Berkeley intendeva dire che l’esistenza di una qualsiasi entità in natura può essere solo testimoniata da una percezione cosciente, per cui tutta la realtà può essere ridotta ad atti di consapevolezza, ovvero a idee, senza che sia necessario che la materia esista oggettivamente…CI SIAMO CAPITI? 
                     L’azione planetaria è risonante nell’universo da secoli, richiamata constantemente da tutti i popoli della terra tramite le concezioni politico-fideiste e religiose (i pianeti e i re come “dei.”..). Per cui se tutta la realtà può essere ridotta ad atti di consapevolezza e non si ha bisogno che la materia sia esistita oggettivamente, qualsiasi pianeta consapevolmente può rappresentare uno stato d’animo se viene inscritto nell’universo. (esattamente quello che ho fatto io con la scoperta del mio “Nadir” nel 2001, a 50 anni esatti,concentrandomi sul significato consapevolmente astronomico ne ho estrapolato quello astrologico che sto cercando, nel mio piccolo, di far conoscere e riconoscere). Gesù, il Cristo, ha inscritto nell’universo il suo icthus, pesce trascendente, al punto che dopo 2000 anni ne parliamo compiutamente e ne glorifichiamo le lodi, senza tema di oblio: la sua trascendenza (il concetto di fede) è diventata reale ai nostri occhi anche senza che se ne abbiano le prove materiali.
Non c’è possibilità di spiegazione “tradizionale” in un mondo oggettivo nel senso classico del termine. Sembra che si debba ammettere che il nostro mondo “oggettivo” tridimensionale sia una sorta di “proiezione” di una realtà più profonda, o uno spazio psico-fisico astratto composta da stati quantistici che tengono conto della conoscenza dell’osservatore cosciente!!!  Infine, grazie alle caratteristiche paradossali della realtà quantistica, sono stati condotti perfino esperimenti di “teletrasporto”, cioè di trasporto a distanza!!  Il sogno fantascientifico di trasmettere gli oggetti a distanza (si pensi al film Star Trek) è in linea di principio realizzabile, almeno per le particelle quantistiche, ed i primi esperimenti sono già stati effettuati con successo (si veda l’articolo di Zeilinger su Le Scienze n.382, Giugno 2000).
 
           I paradossi quantistici che ho provato a descrivere irriverentemente, sembrano evidenziare che la “consapevolezza” dell’osservatore gioca un ruolo decisivo ai livelli fondamentali della realtà. In effetti sembra che la meccanica quantistica dia un messaggio nuovo sulla struttura della realtà, e che sancisca la fine del “realismo” oggettivo e materialistico a favore di una concezione “idealistica”, in cui gli oggetti esistono in uno stato “astratto” e “ideale” che rimane teorico finché la percezione di un soggetto conoscente non lo rende reale. Altrimenti,senza farla tanto grossa, possiamo limitarci a notare che il classico modello materialistico è inadeguato a descrivere la realtà quantistica ed occorre rivolgersi a modelli che concepiscono l’universo in termini di “informazione” piuttosto che di “materia”.
          Voglio terminare con una ulteriore provocazione semmai non fosse bastato:Il filosofo POPPER, terreno più idoneo alle mie speculazioni scientifiche, quello filosofico, preferisce parlare di falsificabilità invece di verificabilità, perché ogni teoria scientifica deve permettere almeno un esperimento che sia in grado di evidenziare l’eventuale erroneità della teoria……
 Esiste Dio o dio non esiste….dice il folle schloimo….come il “matto” dei tarocchi!!!!                                                                                                                            

 Dr. Claudio Crespina IlNadir

                                                                                                                                     © tutti i diritti riservati

Riguardo L'autore

Redazione Il Nadir

Il dr. Claudio Crespina, astrologo, filosofo, counselor psicologico-comportamentale e ricercatore nasce sotto il segno del Capricorno a Roma, una città così significativa e simbolicamente attraente, per i suoi continui richiami storici ed esoterici che credo superfluo e inutilmente ripetitivo spiegarne la grandezza e l’importanza.

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