LA CROCE UN SIMBOLO ..o IL SIMBOLO…?
Che cos’è la Croce? Che cosa rappresenta fondamentalmente il suo simbolismo..? Direi che è soprattutto un simbolo eterno, è una domanda dell’uomo che non tace mai…che sempre infiamma una pur instabile risposta. Basta ascoltare il pianto di un bambino piccolo per poter scoprire in esso questa domanda…!! È una domanda legata inevitabilmente alla sofferenza. L’uomo che soffre, l’uomo che viene provato dalla sofferenza, che la sperimenta, sempre si chiede: perché..? È una domanda legata, impressa alla e nella Croce: la domanda della Croce, una domanda molto diffusa. Tutti, quasi fin dai primi istanti della vita, la sentiamo come la nostra domanda… sotterranea, nascosta, mascherata ma assolutamente presente, direi “rumorosamente” presente.. E per questo andiamo in “pellegrinaggio” verso la Croce, perché essa è una questione fondamentale della nostra vita terrena…:intima ed esteriore. A volte questa domanda procede di pari passo con la risposta.. A volte, quando vediamo la sofferenza umana, pensiamo che sia una conseguenza di qualche causa, che sia un castigo per qualche colpa. Possiamo, come dire, sempre sostenere questa connessione; possiamo consolarci così..? Solitamente, la domanda legata alla sofferenza umana – la domanda che riguarda la Croce – rimane senza una chiara risposta. A volte le domande sulla Croce si accumulano nella vita di una particolare persona, si accumulano nella vita delle società, nella vita dell’umanità. Eppure nella Croce, nel suo simbolismo, apparentemente ermetico, è insita la risposta per le tantissime persone che “soffrono”.
La Croce è una risposta, è l’unica risposta, direbbe certamente un cattolico cristiano. .ma non solo.. Perché molto spesso mancano risposte umane, spiegazioni umane. Perché soffre un bambino, una persona, un prigioniero, una nazione? La Croce è l’unica risposta…Risposta simbolica filosoficamente parlando, ma risposta effettiva dal punto di vista astrologico, quello che a me interessa maggiormente, in quanto questo simbolo, la Croce, è nell’iconografia della rappresentazione astrologica sin dagli inizi, inscritta com’è nel cerchio, in due precise e distinte configurazioni. La prima, direi archetipa, risulta facilmente visibile in ogni grafico collegata al preciso “incrocio” dei due assi principali del tema: l’Orizzonte o linea ascendente-discendente e il Meridiano o linea fondocielo-mediocielo; la seconda è la relativa configurazione a Croce che si esprime nei transiti planetari. Una archetipica o radix, l’altra “direzionale” o progressa leggibile nelle effemeridi che invito ad approfondire maggiormente come libro da studiare in quanto emette precise sensazioni rivelanti lo schema sotteso, se siamo attenti a leggerne appunto il significato, attraverso la stretta simbologia numerico-astrologica. Una quindi generica l’altra particolare: una spunto dell’altra essendo entrambe collegate ai segni cardinali in zodiaco e alle loro proiezioni in mundo. L’astrologia e la sua sintassi quindi si servono inevitabilmente del simbolo sostanziale della Croce da cui ogni evento viene descritto e circoscritto..
Uno spunto significativo quindi della valenza del simbolismo della Croce si accomuna alla scuola religiosa: la Croce è sia una domanda che una risposta, ho specificato, e questo religioso per quanto determinante è soltanto uno dei significati simbolici, se si può così definire, di questa riflessione sulla Croce. Molto spesso dalla risposta, che è la Croce, nasce un’ulteriore domanda: perché il Figlio di Dio, il Cristo, ha dovuto soffrire e morire sulla croce..? A tale domanda c’è una risposta esaurientemente e sostanzialmente religiosa appunto, nella Rivelazione: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16). Rispose in questo modo una personalità ecclesiale di particolare rilevanza: Karol Wojtyla. In quella astrologica c’è quindi un’inevitabile analogia di sofferenza e di redenzione nello stesso tempo, legate indissolubilmente ai motivi degli aspetti dinamici in azione costante tra loro esprimenti energie di contrasto potenti sia in chiave distruttiva che in quella di rinascita e, come si dovrebbe comprendere, per attuare entrambi le movenze psico-fisiche c’è estremo bisogno di energia vibrazionale che nel corpo-mente si espleta tramite la libido e nella spiritualità tramite le forze del flusso animico, sciamanico direi, unico capace di agire la realtà e travalicarla contemporaneamente.
Nella Croce c’è inoltre la misura suprema delle questioni umane, una misura così grande che supera di gran lunga la misura dell’uomo. È la conseguenza della nostra grandezza originaria. È la conseguenza del fatto che siamo creati a immagine e somiglianza del dio (Elohim…dii, non dei, ricordo essere termine plurale, tradotto “stranamente” con significato singolare), del divino che è in noi e che la nostra vita, i nostri atti vengono misurati secondo una misura non solo umana, ma appunto anche divina…,(e la cosa sfugge alle leggi delle culture umane…), da “leggere” assolutamente in simultanea non dividendo le due nature come invece avviene: errore questo che gli esseri umani non colgono perché non educati a pensarsi in maniera evolutivamente individualizzata in senso divino.. Il profondo e nascosto significato della Croce in chiave strettamente astrologica parla assolutamente di questo aspetto fondamentale, che ne è la possibile chiave, legato com’è alle potenti dinamiche aspettuali che la rappresentano e di cui parlerò tra poco, soprattutto in riferimento della qualità Cardinale espressa dai relativi Segni Zodiacali dell’Ariete, del Granchio, della Bilancia e del Capricorno: le cosiddette quattro porte esoteriche. Il mistero della Croce passa nel profondo delle nostre anime. Sentiamo pulsare dentro di noi queste dimensioni di stampo divino: le sentiamo in modo più intenso quando cadiamo nel peccato (le quadrature e le opposizioni, gli aspetti disarmonici, si attivano nel tema) allora è necessaria la coscienza umana, per purificarci, per farci rialzare riorientati universalmente come vuole la signatura astrale che ci contraddistingue . Ma, come abbiamo visto, la necessità della coscienza umana è nello stesso tempo umana e divina. Il Crocifisso, il Cristo, aiuta sempre ciascuno di noi a ritrovare questa misura superiore, non solo in chiave meramente teologico-religiosa, se finalmente ne riuscissimo a cogliere il senso di universalità e di collettività filosofica che questo concetto, se vogliamo semplice, esprime realmente nel profondo del suo significato e che inevitabilmente l’astrologia ha fatto suo, proprio nelle dinamiche avvolgenti dell’espressione dei grafici astrali riguardanti l’inscrizione nel cerchio fenomenico delle coordinate spazio-temporali: i due assi principali dell’orizzonte e del meridiano appunto “ incrociati” tra loro indissolubilmente. Ci insegna come è grande la responsabilità dell’uomo per l’uomo, per l’umanità, per la dignità umana. E quando l’uomo sente di non riuscire ad assumere questa responsabilità superiore, legata all’altro fuori da se, che la potenza distruttiva degli elementi della Croce si applica senza soluzione di continuità per disintegrarlo: in questo senso i suoi aspetti costituenti si possono considerare altamente conflittuali ed esplosivi.. L’uomo, anche se molto incosciamente, desidera fortemente recuperare la sua originaria misura divina, il suo paradiso perduto, il suo santo Graal con la quale si deve e si dovrà misurare di continuo, aldilà delle sottomissioni psichiche che tendono ad asservirla all’unica realtà concepibile: la realtà eminentemente pratica e concreta, la vita vissuta senza divinità.. e quindi senza vera visione della realtà.
Può anche indicare abilità a integrare tutte le dimensioni della propria esperienza e a concretizzare ideali e valori. Tra le caratteristiche negative troviamo: inerzia, ristagno o dispersione di energie, tremenda tensione interiore, rassegnazione, sindrome di Atlante (colui che porta il peso del mondo) e un comportamento autolesionista. I soggetti collegati con una Grande Croce spesso si sentono spinti verso quattro direzioni e sovraccaricati dalle richieste sia proprie sia degli altri, che non riescono a controllare sufficientemente, anzi che spesso gli sfuggono di mano e dal controllo della loro volontà. Vivono come intrappolati in una stanza con quattro porte bloccate che cercano di forzare, colpendole a turno sino all’esaurimento delle forze. (cfr. Lisistrata: Astrologia Umanistica Evolutiva). Eppure nelle procedure delle mie analisi, invito questi soggetti a pensare positivo: la loro situazione non è senza speranza perché se si riescono a porsi al centro della stanza, se riescono perlomeno a vederlo il centro, scopriranno una scala centrale che conduce al tetto e all’aria aperta….alla soluzione delle dinamiche costrittive che prima sentivano imprigionarli.. Questi soggetti alle volte si sentono bloccati, paralizzati da problemi che sembrano irrisolvibili, finché non si rivolgono verso l’interno e scoprono il proprio centro interiore, il vero fulcro magmatico in cui sono immersi..: quello di cui parlano sono solo proiezioni di quel magma vulcanico inespresso.. Solo allora sono in grado di raggiungere uno stato di coscienza spirituale o creativo che gli permette di sollevarsi sopra i conflitti mondani e guardare alla loro vita con chiarezza o obiettività. Essi avvertono la necessità di esaminare le polarità della loro vita integrando e sintetizzando gli aspetti apparentemente contraddittori della loro esperienza (indicati da pianeti, segni e case opposti tra loro) intorno a un obiettivo che prenda in considerazione ogni parte della loro personalità… Siamo all’unione appunto dell’umano col divino il vero scopo della Croce…
A lungo si è creduto che la Croce fosse un simbolo eminentemente cristiano affermatosi sull’emblema del “pesce” soltanto intorno al IV secolo, ma recenti interpretazioni esoteriche del cosiddetto Quadrato Magico “SATOR” in cui il movimento delle lettere ispirano la configurazione della Croce, fanno pensare che fosse già utilizzato, almeno in modo criptico, dai paleocristiani fin dal I secolo, essendo certa la datazione storica dell’eruzione del Vesuvio (79 d.C.) che immortalò l’iscrizione del famoso SATOR pompeiano (la cui storia e il relativo approfondimento prevederebbe un altro articolo). In origine è assai probabile che due linee o bracci incrociati perpendicolarmente fossero il simbolo dell’incontro delle energie contrapposte del dualismo cosmico. In analogia con altri simboli più complessi, la linea orizzontale rappresentava il principio femminile, mentre quella verticale era l’emblema del principio maschile.. Dall’incontro delle due linee e dei due princìpi, da intendersi più complementari che non contrapposti, scaturiva la vita in senso cosmogonico e si fissava in qualche modo il centro del mondo: un ombelico primordiale da cui si poteva spaziare in ogni direzione e da cui avevano origine tutti gli esseri (I Maya ne prefigurarono il significato definendo “Hunab Ku”, il centro galattico o centro della croce cosmogonica..). Il significato della Croce come primordiale strumento di organizzazione dello spazio cosmico precedentemente caotico e informe, che si sviluppava anche graficamente nel senso di una forte ristrutturazione dell’esistente in crisi è la stessa rappresentazione grafica inscritta nel Tema di nascita, come detto, che si esplica, appunto graficamente, sulle nozioni spazio-temporali relative ai dati individuali di nascita, con la proiezione bidimensionale dell’asse Ascendente-Discendente detto Orizzonte e dell’asse Mediocielo-Fondocielo detto Meridiano che uniti formano la Croce dell’esistenza… o della manifestazione fenomenica. Con la quadripartizione dello spazio si dà all’umanità la possibilità di orientarsi sulla Terra, e di fissare, con l’aiuto dei corpi celesti e del loro apparente spostamento sull’altrettanto apparente volta celeste, i quattro punti cardinali. Una primitiva Croce tracciata sul suolo dell’allora sacra Terra consentiva di stabilire il “centro” e di convenire che il Sud era indicato dal braccio che puntava verso il Sole quando raggiungeva il punto più alto sull’orizzonte. Conseguentemente il Nord era indicato dal braccio opposto della croce, che faceva alzare lo sguardo alla stella fissa del Settentrione lungo l’asse del mondo. A sinistra c’era Est, da cui sorgeva la luce circadiana; e a destra Ovest, dove il Sole e le altre luci scomparivano ogni giorno e ogni notte. (cfr.G. Pelosini). Con evidente analogia, nella mistica cristiana, la croce diventa bussola per l’umanità dispersa e confusa: lo strumento per conoscere la strada giusta in un mondo dominato dal caos e destinato inevitabilmente alle tenebre. La direzione indicata dalla croce è quella dell’origine della luce: l’Oriente. Il principio archetipo cosmologico-universale che si fonde in quello antropologico-terrestre per creare un’unica condizione possibile: l’umano e il divino s’incontrano nella Croce e nel suo simbolismo.
Lo scopo vero della Grande Croce è l’essere Cardine dei principi che rappresenta.., per questo la Grande Croce Cardinale è e dà l’incipit alle cose manifeste e da manifestare.. Lo scopo principe quindi sta nel sublimare l’umano nel divino, a qualsiasi evento si riferisca, per realizzare la sintesi alchemica dei processi umani che hanno in se il seme dell’antico processo di monade, la firma divina di unicità: nascita-superamento, come scrisse molto esaurientemente un grandissimo astrologo come Dane Rudhyar. Rudyar parla dell’essere come monade. Egli dice che l’uomo e la configurazione del cielo al momento della sua nascita sono entrambi espressione, a livelli diversi, di un unico atto, momento creativo: la monade appunto (l’unità di coscienza e vita, di umano e divino, a cui si riferiva Jung) che entrando nel mondo, e cioè entrando in una dimensione spazio-temporale, diventa dualità… La monade, per Rudyar quindi, è come un seme che con il suo progetto evolutivo cade nel terreno dell’incarnazione: dal divino all’umano, presenti entrambi nel codice originario. …“Nel suo significato di progetto di potenzialità, rimane cristallizzato nella configurazione del cielo, come totalità distinta e in sé completa. Nel suo aspetto dinamico diviene energia che sottende tutti i nostri atti, è la forza d’integrazione, individualizzante”…, che molti psicologi di tradizione umanistica hanno trovato essere alla base della capacità di guarigione dei loro pazienti.
La Croce, abbiamo detto, è un simbolo che, in forme diverse, si trova quasi ovunque, nelle varie tradizioni iniziatiche, fin dai tempi più antichi: uno fra i primordiali simboli dell’umanità, che scoprendo e portando alla luce potenzialità inattese o non ancora emerse e cogliendo in se gran parte “della pluralità dei significati inclusi in ogni simbolo” si apre, non a caso, alla multidirezionalità dell’uomo e dell’anima…uniti, e mai separati, come certa realtà ecclesiale vorrebbe farci credere (il bene e il male; il Diavolo e il Cristo; il sacro e l’umano…) comprimendone il vero significato esistenziale. La semplicità delle due linee che si uniscono a creare un centro, può sembrare di forte contrasto con la profondità simbolica, appena sottolineata, della rappresentazione. Nei quattro bracci della Croce ci sono le quattro direzioni spaziali, i quattro elementi, lo stesso numero quattro, vi si può individuare la congiunzione di due opposti che possono essere equiparati all’alto e al basso, alla terra e al cielo, alla materia e allo spirito. La Grande Croce è armonia di opposti e ha la potenza archetipica del “centro“. Munita di forza centrifuga e centripeta, con i suoi bracci aperti verso l’esterno e il suo nucleo interno di intersezione, la croce emana e diffonde mentre raccoglie e trattiene. Non è solo quindi un simbolo del cristianesimo in particolare e della religione in generale, come si sarebbe tentati di credere, o meglio, come le culture imperanti hanno tentato di far credere: fra le figure simboliche è certamente quella più completa e totalizzante perché riassume il senso dinamico della creazione. Essa stabilisce relazioni con gli altri simboli: l’intersezione delle rette coincide con il Centro; si inscrive nel Cerchio, divide in quattro segmenti; genera il Quadrato e il Triangolo quando le sue estremità sono collegate tra loro da rette. C’è un preciso dinamismo nella Croce che si discosta dal conservatorismo dell’ideale terreno: il significato della Croce rispetto alla Terra è quello di rappresentare gli aspetti dinamici, contrapponendosi al significato del Quadrato che rappresenta la Terra nei suoi aspetti statici. Tra le figure geometriche, la Croce ha una funzione di sintesi, di misura, di mediazione, di comunicazione.
L’ILLUMINAZIONE DELLA CROCE NON CORRISPONDE AL CROCIFISSO..: OVVERO IL CROCIFISSO E’ UN SIMBOLO PLUTONICAMENTE CORROTTO..!!
Inutile sottolineare ancora il significato previsto e prevedibile, per quanto decisamente comprensibile, legato al simbolo cristiano per antonomasia che tutta l’umanità, almeno quella occidentale, considera essere rappresentato dal crocifisso che seppur richiamando la motivazione ecclesiale della Croce, ne differisce, a mio modo di vedere, non di poco, stravolgendone la simbologia cristiano-clericale che dovrebbe sottendere.., ovvero quella specifica copertura lessicale che la Chiesa si è ampiamente preoccupata nei secoli di far entrare nell’immaginario collettivo di tutti i cristiani.., confondendone, direi volutamente, il significato simbolico! In essa, la Croce, tramite la simbologia clericale si congiungono indissolubilmente Cielo e Terra, Tempo e Spazio: quadrato e cerchio abbracciati l’uno nell’altro, come sostenevano i pitagorici. Essa, la Croce, come scritto, ha una potenza sia centripeta che centrifuga poiché rappresenta sia la diffusione, l’emanazione, che il raccoglimento, la ricapitolazione: in questo senso, date queste prerogative essenziali, si erge un altro importante significato della Croce che diviene simbolo del processo ascensionale, legata com’è sia alla traduzione simbolica del Ponte e sia al significato della Scala. Pertanto tramite la esegesi della Croce si può andare dal finito all’Infinito, dalla temporaneità all’eternità, dal passivo all’attivo, dalla penitenza alla salvezza, dalla Materia alla Coscienza, dal manifestato al trascendente, dalla Terra al Cielo. Fu così che, solo apparentemente, sia chiaro, la crocifissione, la più oltraggiosa e crudele condanna capitale agita duemila anni fa, si trasformò in simbolo sublime di riscatto e di benedizione, di redenzione, di trionfo sulla morte, di integrazione, pur ottenuta con sofferto sacrificio, degli antagonismi propri dell’esistenza umana.: per questo motivo è Plutone, giammai Venere o la Luna (archetipi primari dell’espressione del bene), il pianeta più ampiamente rappresentativo di questo preciso simbolismo. Simbolismo che, come potremo vedere successivamente nell’applicazione concreta degli eventi di questi ultimi anni, ma anche, a ben vedere, di quelli dei secoli scorsi.., tutti ampiamente collegati al moto plutoniano, unico principio della morte della Morte, della morte per risorgere, si esalta nei moti espliciti della Croce e della sua energia propulsiva estrema, capace di distruggere quello che poi dovrà ricostruire, fosse uomo, essere umano o fosse cosa: l’illuminazione della Croce, in realtà, non aderisce minimamente al significato del Crocefisso cristiano. La vera natura del Crocefisso, la sua immagine rimasta sempre la stessa nell’iconografia sia in chiave religiosa che in quella più strettamente astrologica (vedi Grande Croce inscritta nel grafico celeste: asse orizzonte incrociata all’asse meridiana) descrivendo il sacrificio del Cristo in modo decisamente terrifico, esaltato proprio nel momento della sua terribile morte terrena, ne consegna l’intera simbologia alla causa plutonica, quella che ho definito anni orsono, la morte della Morte: non a caso, appunto, una immagine questa legata al moto plutonico che vive in se la morte e la resurrezione proprio come la figura del Cristo ha voluto rappresentare per l’umanità intera.. Un’immagine comunque terrifica, questa del Crocefisso, nonostante si riferisse al passaggio obbligato, di per se vivificante, per una nuova risurrezione.., che spesso ne sono rimasto sconcertato, forse non capendone al meglio l’intera fonte simbolica. Mi sono sempre chiesto, infatti, se mai qualcuno volesse mantenere un ricordo di un proprio conoscente, di un proprio parente stretto, di un proprio amore, venuto meno in condizioni gravi, ne agisse il perenne ricordo sulla visione terrifica di una foto che ne ricordasse l’orrore del momento della sua morte…!! Beh la mia risposta era chiara: nessuno al mondo, voglio credere, possa mantenere viva la sua emozione sentimentale, la sua armonia psichica, tramite un ricordo terrifico di un suo caro deceduto in condizioni terribili. Per quale motivo, mi sono chiesto, la Chiesa, e le sue istituzioni religiose, invece, sembrerebbero aver deciso il contrario..? Per quale motivo, contro ogni raffigurazione sensibile, la Chiesa ha deciso di imprimere negli occhi dei suoi fedeli una immagine di Gesù crocifisso, il figlio di Dio, fissata proprio nel momento terrifico della morte..?? L’Uomo-Dio stravolto dal dolore causato della corona di spine conficcata sulla testa, dalla lancia che ne squarta il costato trafiggendone il cuore, con le mani e i piedi incrociati al legno della croce da chiodi che ne perforavano le carni…lasciato appeso a dissanguarsi lentamente, completamente nudo, appoggiato leggermente su una piccola escrescenza della croce, sulle sue parti intime, quelle sole rigorosamente coperte, per prolungarne la sofferenza che nessun essere umano potrebbe sopportare: insomma un’immagine di una vera tragedia disumana che la Chiesa, tramite quel simbolo ha scelto di tramandare ai suoi fedeli..!!
Mi sono sempre chiesto il motivo di questa allucinante visione simbolica. Una visione che dovrebbe rappresentare il bene assoluto.., seppur morente, identificando il bene in questo modo, direi luciferino, alla tragedia umana..! Perchè ci viene data questa orribile visione del Cristo redentore? Perchè ci viene data solo questa visione della sofferenza del Cristo per rappresentarne la bontà del suo bene…? La Chiesa ha giustificato, si è detto, questo supplizio per differenziare l’anima superiore del Cristo, figlio di Dio, dalla nostra anima, quella cioè di semplici esseri umani traviati dal peccato che proprio con la sua morte, e che morte, il Cristo ha potuto e saputo riscattare, così donandogli sin dalla nascita quella insana forma destabilizzante del peccato originale: “regalo” fatto agli uomini con quel terribile sacrificio, seppur neanche nati…alla vita. Esseri umani nati peccatori..quindi..!! Come si vede la presenza di Plutone aleggia nell’aria quand’anche si parla del Cristo, ovvero aleggia, come ho descritto, drammaticamente nel significato che la Chiesa ci ha trasmesso: e la significanza Plutonica accostata all’immagine del sacrificio di Cristo, resa simbolicamente imperitura dal simbolo del Crocefisso e dalla Crocifissione, la rende validante demoniacamente…, non certo cristianamente, come ci è stato fatto credere..: il crocefisso, mi perdonino i convinti fedeli, così come ci è stato reso al nostro battito immaginifico, non rappresenta il divino ma il demone, non descrive il Cristo ma semmai l’anticristo, non anima il trascendente, ma la perdizione…che solo una morte terrificante sa ripetere continuamente nella coscienza indifesa degli uomini tutti..che obnubilati nel significato del pregare il santo, idolatrano inconsapevolmente il demone..!! L’orgasmo spasmodico Plutoniano, quindi, è il referente planetario, vero testimone del significato della Croce..,date certe definizioni terrifiche, agite perfino a sfondo cristiano-cattolico: di certo non è Venere che, tra gli archetipi planetari, intuitivamente ne sarebbe il normale referente planetario, il portabandiera significante dell’amore fraterno in quanto Venere è amore, bellezza, affettività, sensibilità, edonismo, eleganza, buone maniere, dolcezza, piacere, poesia, letteratura, arte, salute di un corpo armonioso, pace e fratellanza tra gli uomini: l’archetipo del bene supremo cui l’esegesi ecclesiale “dice” di riferirsi…, ma lo fa, a mio modo di vedere, solo con la perfidia dell’apparenza, come gran parte della sua dottrina cattolica dimostra.., dando maggior spazio a forme di buonismo piuttosto che di vera bontà.., dato che nell’atto più coinvolgente per una corretta visione cristiana, quale la simbologia della Crocifissione, si lascia emergere una energia assolutamente contraria che premia la perversa potenzialità dell’archetipo plutonico. Plutone è l’occulto, il segreto, la perversione, le pulsioni umane e inumane che si celano al mondo. La significanza simbolica degli esiti plutonici si esprime come energia primaria, come atomo, come esplosione, come inconscio, come inferno, come demone, come ombra. Plutone definisce le profondità sotterranee, inaccessibili e invisibili ai più, segnala l’ambizione, l’astuzia, l’intrigo e l’inganno. Come se non bastasse, non a caso governatore dello Scorpione, Plutone è il pianeta del carisma politico, dell’esibizionismo, della resilienza, del contorcimento di un corpo mai pago, del deforme..
Non se la prenda il culture dell’esegesi cristiana nel leggere queste mie deduzioni, che restano mie, probabilmente errate, ma il concetto di base che le smuove è certamente e onestamente corretto: a mio modo di vedere quell’immagine simbolica è terrifica e non racconta il seme di nessun amore, di nessuna pietà, di nessuna fratellanza e tantomeno di pace…!! La morte in Croce del Cristo è una morte violentemente drammatica, concepita da menti chiaramente correlate al male e non certo al bene.., che, se fossero state veramente benevoli, avrebbe avuto di certo il modo di descriverla in ben altra maniera..: il Cristo della Croce in realtà è l’anticristo…!! Se poi a questa mia precisa sensazione, vissuta sin dai giorni dell’infanzia, proprio nello chock psicologico agito nel vedere quelle tremende immagini trasmesse, direi non a caso, ad ogni piè sospinto, nei cosiddetti film natalizi…Immagini terrifiche dello strazio del Cristo che entravano nelle famiglie, ripetutamente negli anni, nel periodo cosiddetto “festivo”, un periodo che doveva esaltare la pace e la fratellanza dei popoli, che riproponevano quello strazio indecente, governato solo da un Plutone demoniaco e non certo da una Venere armonizzante o da una luna illuminante…, pianeti questi certamente più adeguati a descriverne il principio cristico evangelizzante..!!
Se poi, da bravo esoterista, da interessato di formule alchemiche, da buon traduttore simbolico, così come buon conoscitore della valenza energetica dei chakra dell’Uomo, approfondissi al meglio della mia conoscenza astrale, l’intera descrizione di questo simbolismo terrifico legato al significato del Crocifisso, applicandola alla traduzione di quelle antichissime valenze, probabilmente, chi di voi fosse ancora scettico sul mio pensiero, cambierebbe opinione.., magari comprendendo come la logica del mio ragionamento, che molti, senza troppo pensare, hanno ritenuto pesantemente eretico a prima vista, fosse dedotta da un valido sospetto.., per non parlare di certezza che sembrerebbe, agli occhi di certi critici, una mancanza di rispetto, un principio di orgogliosa predizione..: ma così non è..!! I Chakra, come gli studiosi degli antichi codici dei Veda ci hanno tramandato, sono dei centri energetici situati nel nostro corpo, deputati a raccogliere, metabolizzare e infine rilasciare verso l’esterno l’energia vitale che ci circonda. Chakra è una parola che viene dal sanscrito, antica lingua parlata dalle popolazioni indiane dell’Asia e utilizzata anche per redigere i testi più datati della loro letteratura: i cosiddetti Veda. Chakra in sanscrito significa ruota, circolo e disco solare, ed è un attributo del dio hindu Vishnu. La funzione principale dei chakra è assorbire l’energia universale (Prana nello yoga e Qi nella medicina cinese), metabolizzarla e così alimentare i differenti aspetti dell’essere umano per irradiare energia verso l’esterno. Più semplicemente, possiamo dire che i chakra sono centri energetici da cui dipendono diverse funzioni, non solo del corpo ma anche della psiche. Dei sette Chakra primari 4 sono alla base della essenza umana:
Il Primo Chakra anche conosciuto come chakra della Testa e del terzo occhio (nome sanscrito: Ajna) si trova al centro della fronte e governa le tempie, il plesso carotideo e ovviamente la fronte
Il Secondo Chakra anche conosciuto come chakra del cuore (nome sanscrito: Anahata) si trova al centro del tuo petto e controlla il cuore, il sistema circolatorio, i polmoni, il plesso cardiaco e tutta la zona del petto.
Il Terzo Chakra, anche conosciuto come chakra splenico o chakra sacrale (nome sanscrito: Svadhisthana), si trova nel centro dell’addome, circa due dita sotto l’ombelico, ed è collegato agli organi sessuali, il sistema riproduttore.
Il Quarto Chakra anche conosciuto come chakra della radice (nome sanscrito: Muladhara), si trova alla base della colonna vertebrale, e controlla diverse parti del corpo come gli arti superiori (mani), il sistema linfatico, il sistema osseo, le estremità inferiori (gambe e piedi).
Tutto questo per dirvi come la base umana si riferisce originariamente a questi quattro centri energetici di base che si riferiscono alla Testa, al Cuore, agli organi della riproduzione, agli arti superiori ed inferiori (mani e piedi)..che se ben si osserva sono proprio i punti cardinali della crocefissione del Cristo trafitto nella fronte dalla corona di spine, squarciato nel cuore dalla lancia del soldato, coperto e vilipeso nelle parti riproduttive, e inchiodato alla croce dalla traforazione dei chiodi conficcati nelle mani e nei piedi…Una simbologia precisa che ne chiude la possibilità evolutiva dell’Uomo in quanto direttamente correlata a questi 4 centri di forza ben espresse dalla retorica delle antiche tradizioni iniziatiche: il mentale, la psiche (la testa e la fronte), l’emotivo, l’amore (il cuore, il costato), il sessuale, la relazione (la riproduzione e la creazione) e l’interezza del fisico (mani e piedi). Una immagine, quella del Cristo crocifisso, che nei fatti non parla della sua elevazione spirituale come ci viene fatto credere ma che in realtà, con quei pesanti blocchi limitanti ogni energia, ne blocca ab aeternum la possibilità evolutiva dell’Uomo, ne blocca l’essenza spirituale per giungere al divino e alla trascendenza come invece sarebbe opportuno, trattandosi dell’istintuale obiettivo da raggiungere per qualsiasi essere umano.. Ora è inimmaginabile che la scuola evangelica dei dottori della Chiesa, originata dagli accordi scelerati del Concilio di Nicea, come ho potuto analizzare astrologicamente anni orsono, non abbia pensato a questa logica della crocifissione per ottenere i suoi veri scopi che certamente cozzano contro le verità teologico-religiose che vorrebbero trasmettere: la crocifissione del Cristo, a mio modo di vedere, è un chiaro esempio del dominio del demone imposto sulle falsificazioni religiose ecclesiastiche: in pratica i fedeli sono spinti inconsciamente ad adorare in quell’immagine cristica, un demone (Plutone) seppur travestito da Cristo…!! Quel Cristo, descritto dalla Croce, è un essere disumanizzato, reso immanente, giammai trascendente, mortificato dal blocco del divino… nelle sue parti maggiormente energetiche..: pregando quel simbolo perverso, l’essere umano non fa che inneggiare al demone…non certo alla divinità di Gesù, come la chiesa, sconsacrata da sempre, vorrebbe farci credere…!! la vera Croce dell’Uomo è quella derivante dalla traduzione del Sator che porta inequivocabilmente alla logica scientifica di Leonardo da Vinci con il suo straordinario Uomo-Vitruviano: il quadrato e il cerchio appunto, la Terra e il Cielo, il finito e l’infinito…rappresentato nella piena illuminazione della coscienza umana nella sua esaltazione divina, ben presente nella sua essenza nonostante la Chiesa ce ne ha voluto nascondere di certo la vera origine..
Simbolismo, questo del crocefisso, quindi, che è inequivocabilmente d’intima natura scorpionica: è il motore, perciò, principe della nostra realtà inadeguata, posto com’è alle colonne d’Ercole di un mondo di cui non conosciamo il confine.. pur credendo di vederlo nel disorientamento organizzato dalla perversa fonte ecclesiale per confondere la forza umana della dea ragione. Simbolismo plutonico, come espediente religioso in primis ma anche simbolo che si esprime inesorabilmente nella configurazione più importante nell’ambito astrologico, la Grande Croce Cardinale che, come vedremo, inoltre, descrive, in questa simbologia aspettuale astrologica, la sua migliore forma astrale per una croce in rappresentazione allegorica che, nel momento in cui sto scrivendo, si sta per realizzare nuovamente sotto l’impulso planetario, obbediente all’impulso del comando di quel demone plutonico che transitando in Capricorno ne delimita il confine di quello che ho definito come “CLIMAX CAPRICORNO” (legato inesorabilmente all’esegesi cristico-religiosa che i nati nel segno sentono battere dentro le loro viscere..come ho potuto dimostrare..!).La Grande Croce Cardinale, una simbologia primaria del significato astrologico della Croce, che è presente in nei cieli sistematicamente da quattro anni consecutivamente: anni questi imperiosamente destrutturanti lo satus quo politico, istituzionale, religioso, civile, economico ma anche individuale e famigliare delle popolazioni del mondo senza tema di smentita alcuna, come ogni essere umano potrà constatare nei prossimi anni segnati dal percorso stravolgente di Plutone che distruggerà ogni residuo del vecchio mondo considerato ormai inutilizzabile per lo sviluppo delle nuove specie.. Entrando nel merito dei transiti mi riferisco principalmente alle personalità maggiormente collegate per Segno, Ascendente, Nadir, Luna o Stellium vari ai segni Cardinali dell’Ariete, del Granchio, della Bilancia e del Capricorno, che, come sto segnalando in più parti, vedranno ridursi le loro potenzialità psicofisiche su cui pensavano di potersi ancora appoggiare: il risveglio alla realtà sarà duramente inaccettabile senza la possibilità di potersi opporre concretamente al cambiamento inarrestabile che il prepotente moto planetario sta proponendo per non dire imponendo…!! Sarà bene prendere atto se vorremo salvarci dai prossimi anni tsunamici che l’uomo su tutta la Terra dovrà sopportare considerando sin da ora di avere gravi perdite a tutti i livelli siano essi personali che collettivi. Jung, e non è un caso, sottolineava il fatto che quando ci sono dei grandi cambiamenti a livello sociale, la sola sicurezza possibile risiede nella nostra capacità personale di contare su noi stessi, sul nostro IO essenziale: ogni persona non individualizzata, sosteneva convintamente Jung, sarà inevitabilmente una vittima delle correnti collettive che non tengono conto dei suoi desideri e dei suoi bisogni personali…!!
Dr. Claudio Crespina IlNadir
BIBLIOGRAFIA
S’informa che alcuni autori e i Siti web di alcuni brani o concetti da me utilizzati sono citati all’interno dell’articolo.