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Taricone e Gassman: due Nadir in Azione

Pietro Taricone e Vittorio Gassman: due Nadir per la….. spoliazione 

 

Quando la morte si presenta con la sua vera faccia, scarna e truculenta, non la si considera senza timore. Ma quando, per burlarsi degli uomini che si vantano di burlarsi di lei, avanza camuffata… allora siamo presi da un terrore senza fondo.

Soren Kierkegaard, “Il concetto d’angoscia”.

altComplicato parlare, cercare, un parallelismo astrologico su due persone assolutamente diverse, quali altpossono essere, o meglio sembrare, ad una analisi sbrigativa, Pietro Taricone (che muore il 29/6/2010 nel giorno della festa di S.Pietro e Paolo) e Vittorio Gassman (che muore lo stesso giorno sempre il 29/6 però di dieci anni fa nel 2000). Leggendo su Facebook la notizia, che si è passati, nel giro di 24 ore, da un coma praticamente irreversibile, ad una morte durissima, per un ragazzo di 35 anni, “caduto dal… paracadute”, sembra un gioco di parole, (ma si può cadere da un paracadute…? Evidentemente si… ) per un volo liberatorio, -come solo chi si lancia nel vento può capire, per cercare quella libertà- che invece diventa una condanna…e il connubio, tristemente malinconico, della ricorrenza della morte del grande attore, ha smosso in me sentimenti antichi, come orme impresse nella sabbia e rimaste lì da tempo quasi a voler lasciar traccia riconoscibile del…passaggio.
La logica astrologica nega, nelle sue basi strutturali, la possibilità di “leggere” la morte ed io per anni ho provato a capirne, con tutto il rispetto disponibile, la dinamica astrale di questa affermazione, che va assolutamente accettata per l’esperienza e la cultura degli astrologi che hanno affrontato questo tema spinoso e controverso. In tutta la mia vita, da quando sono immerso nei meandri di questa arte ineguagliabile, e sono ormai quasi 40 anni, mi sono dovuto confrontare con il concetto di morte (ho Plutone in 8^casa), perchè della foto di gruppo della mia numerosissima famiglia che appunto, “immortalava” il giorno della mia laurea in filosofia, nel luglio del 73′ (avevo 22 anni..ed ero andato veloce: “volavo” per poter… “volare” finalmente nei meandri oscuri della mente.!!), si evidenziava, senza alcun dubbio alcuno, il gran numero di parenti che erano presenti alla festa organizzata in mio onore, dato anche il risultato brillante ottenuto col massimo riconoscimento universitario. Nonni paterni e materni, zii e zie, cugini, mio fratello e qualche amico. Mio padre, Capricorno, disinteressato alla mia scelta umanista e mia madre, vergine, invece motivatissima ad avere il figlio laureato, primo ed unico ad oggi, credo, di tutta la numerosa famiglia che in quella foto contava non meno di quaranta persone che partecipavano la mia soddisfazione. Questa lunga e probabilmente noiosa dissertazione per dire che di quelle persone (un po come nel film di David Fincher, “Il curioso caso di Benjamin Button“, interpretato da un improbabile Brad Pitt, che racconta la storia di un uomo che nascendo vecchio e muorendo giovane,  vede morire tutti i suoi cari inevitabilmente, vivendo appunto anacronisticamente “al contrario”) ne sono rimaste a mala pena quattro, vive (il 10%: io, mio fratello e mia cugina astrofisica del cnr, con cui “discuto”.. da secoli, sulle sue visioni bloccate e preconcette sull’Astrologia -..e come ti sbagli…?- e la mia ragazza dell’epoca), però, la differenza, tutt’altro che trascurabile, dal Benjamin cinematografico, consiste nel fatto che io ho vissuto normalmente la parabola della vita e della morte, essendo nato giovane ed oggi mi sto avvicinando ai miei 60 anni (in compenso, la mia luna gemelli, mi fa più giovane dell’età che ho…così mi dicono i miei buoni e cortesi amici).
Dicevo, lunghissima premessa, d’altronde si parla di vita e di morte, con i fari accesi sulla morte, per dire che inevitabilmente, proprio questi eventi funebri, (mio padre muore neanche un mese dopo la mia laurea, e subito dopo i miei nonni…) mi hanno trascinato nel tunnel del concetto di morte, dei significati dei momenti premorte, e di tutto quello che poteva “significare” …la morte, vista dal punto di vista della vita. So che sto parlando di un tabù, soprattutto per noi occidentali, che viviamo nascosti alla morte come se non ci riguardasse: la morte è nell’attimo della vita e respira con essa, giocando con lei continuamente quella ineguaglibile partita a scacchi, altdel più bel film di Ingmar Bergman “il settimo sigillo”. La partita a scacchi tra la morte e il crociato, stanco, disilluso e alla fine del suo tempo terreno è una sfida persa in partenza, rappresentante l’enigma di Dio e del suo esser fuggevole – nella fede e nell’idea – irrisolto e incomprensibile. “Perché non è possibile cogliere Dio coi propri sensi?… Perché Dio si nasconde dietro incomprensibili miracoli?… Perché non posso uccidere Dio in me stesso? Voglio che Dio mi tenda la mano e mi parli…”si chiede – ed invoca il crociato (un Max von Sydow ancora sconosciuto… ).
Ma a rispondere sarà la morte: “Il Suo silenzio non ti parla….?”.

Il significato della morte è indagato filosoficamente e sono evidenti echi kierkegaardiani nel modo d’approccio di Bergman al difficile tema. Del resto, la morte – insieme alla nascita – è l’unica cosa realmente certa della nostra vita terrena. Sembra che Bergman, al tempo del film (1957), altleggesse nel futuro prossimo: questo è un mondo che ha paura e rifugge l’idea e il pensiero della morte. Il mancato confronto con l’idea ciclica dell’esistenza (vita, morte e ritorno) rende l’uomo moderno schiavo del suo breve tragitto terreno: tutto è lecito, e sperequazioni e opulenze materiali stanno a dimostrare che si accumula per paura, una paura che non porta a nessun approdo che guardi oltre il mero soddisfacimento contingente:…..indotto a credere di parlare con un prete, chi ne ascolta i più intimi segreti dell’anima è invece la Morte, che riesce così a farsi dire quale sarà la sua strategia di gioco. I pezzi degli scacchi rappresentano l’immagine di una società tradizionale, o più estensivamente l’immagine di un mondo, dove luce e tenebra, il bianco e il nero della scacchiera, corrispondono alla duplice condizione dell’Essere nello stato di manifestazione di non manifestazione: Arjuna e Krishna, l’io e il Sé, il mortale e l’immortale

Io, non ho mai avuto paura della morte, (l’ho già vista troppe volte in faccia) perlomeno intesa come concetto filosofico, non come dolore fisico o malattia invalidante o altro aspetto doloroso perchè credo non piaccia a nessuno soffrire, tanto per soffrire, quindi l’ho studiata e affrontata, perchè catapultato dagli eventi, più che drammatici, certamente prematuri, ad orientarmici, con la mia sensibilità già certamente sviluppata anche da giovane (sempre quel Plutone in ottava..!!!) e a capirne i limiti, i confini e le …mosse, di quella partita a scacchi (gioco, d’altronde, che mi affascina e che pratico saltuariamente, con buoni risultati). Ed ecco il mio MAGO DI OZ : Il regno di Oz, la meta agognata da tutti nella vita. Il sogno che si realizza e poi ci sfugge via, il sogno che vive d’incanti e poi si scontra con la realtà che dona le crude, ma inevitabili scoperte della vita.  Il parto di una creatura, indefinita fino a quel momento: il NADIR, punto immateriale del tema, che vive sotto -nell’ade dell’anima spirituale- i piedi terreni dell’osservatore, appollaiato sulla superficie, non proprio sferica, della terra. Del Nadir, e dei suoi significati legati alla “profondità… di tutti gli eventi”,che, come ho spiegato nel sito, non è il fondocielo del tema natale bidimensionale, ne parlerò con dovizia di particolari, ampiamente in altra sede, ora vi invito a vederne, come già ho fatto altre volte, l’efficacia di decodifica del simbolo….in certi casi proprio della… “morte” intesa sia come fisico abbandono del corpo materico, sia come fine di un periodo mentalmente rilevante di stravolgimento e di abbandono spirituale: siamo ai livelli di non ritorno….sia del fisico che della mente: dal materiale, al trascendete…fino allo Spirito.
SIAMO NEL TUNNEL….”quantico”!!! Il rapporto tridimensionale inquadrato dal Nadir in cui l’essere vive, non più “solo di profilo”come disegno rupestre, ma assaggia il sapore dolce-amaro della profondità, che apre speranze di vite nuove, ma chiude certamente l’inutile cerchio ripetitivo, se non “sente” salire l’uomo a migliori strati concentrici.  Quel tunnel che Prima Gassman, il mattatore, 10 anni fa, ed oggi un suo “allievo irriverente”, Taricone, il guerriero, hanno intrapreso per imparare a…. “vedere” che cosa ci sia aldilà con i diversi occhi disponibili: “usati” il primo, inberbi il secondo.                                                                                     

TEMI  NATALI  A CONFRONTO

Il giovane Pietro, sfidava la vita con la morte sedendosi di fronte la scacchiera più volte: non per l’attività in se del paracadutista anche esperto, altcome dicono le cronache (comunque non professionista…Il volo libero, è di per se un divertimento a cui, senza una particolare preparazione fisica, può accedere con l’istruttore, una buona parte della popolazione, per arrivare agli exploits irriverenti dell’ultraottantenne P.Leroy.), ma perchè il suo tema natale parla chiaro in questo senso:la grande croce cardinale, attivata planetariamente sugli angoli dell’Uomo, come meglio non si potrebbe, controlla, dal suo potente volano, i due stellium, dominati ciascuno da un luminare, al di sotto dell’orizzonte, come dire che viene battezzata la natura umana di Pietro. L’uno in terza casa:Luna, Nodo e Nettuno, l’altro  in quinta:Sole, Mercurio, Lilith e Venere. Il primo in Sagittario, il secondo in Aquario. Segni questi indissolubilmente legati ai moti dell’anima “svincolati” dalla terra: il volo della mente e il volo fisico. Ma si può dire ancora qualcosa e cioè che la luna congiunta al Nodo parla di destino assoluto, Il Sole combusto da Mercurio, congiunti a Lilith riconferma il significato destinico di vita e di morte. Quindi due punti immateriali “governano” e, come dire, sfidano i Pianeti: Il Nodo nord e Lilith (destino e vita dentro la morte…). Addentriamoci e capiamo il vero istinto di questa scienza, là dove solo il mondo sottile spiega la ..vita: Taricone, gioca a scacchi con la morte dicevo, proprio perchè Plutone-Morte, vive appollaiato sull’ascendente in 12^, (ma non avendo controllato la declinazione di Plutone – la sua Latitudine-, che agisce solitamente con moti disinvolti, non sono sicuro se è in 1^ o in 12^, comunque è un plutone che…”gioca” con la vita -trigono al Sole aquariano/aria -!!!) in Bilancia/Aria, in attesa di quella sfida…che vale la chiave di quel tunnel… buio. Un Plutone lesissimo, si direbbe tradizionalmente, quadrato a Saturno in Granchio e a Marte in Capricorno, opposti tra loro, e a sua volta opposto a Kirone, il guaritore ferito, che intervenuto altre volte a “guarire”, stavolta non ce la fa, appesantito nel transito congiunto a quella lilith feroce vampira… di vita, sulla Lilith natale, congiunta a Venere, governatrice dell’ascendente bilancino. Senza scendere in ulteriori particolari, (vedi Saturno esiliato in Granchio, e anch’esso lesissimo per gli stessi motivi e così Marte…)  la morte in questo caso è descrivibile senza tema di smentita. Ora, per riprendere il motivo bergmaniano, ispirato dalle inquietudini di kierkegaard, sui significati indigesti del processo vita morte si può dimostrarne il processo di spoliazione o fine della vita terrena o, ci si deve “accontentare” di capirne un processo inteso come disgregazione dell’io e delle sue connessioni neuronali, ma non definitiva spoliazione in questa…dimensione. Ecco il Nadir, e il suo eterno significato di profondità assoluta a cui siamo indossolubilmente vincolati dalla nascita terrena e che ci portiamo dietro in qualunque posto andiamo fosse anche in ….”paracadute”. Il Nadir di Pietro è inserito perfettamente nella Croce cardinale, essendo a 10°Capricorno, perfettamente congiunto a Marte-incidente e incidentale (anch’esso a 10° Capricorno…), sfidante perfetto di quel Plutone subdolo e dominante la “serenità” solo ipotetica dell’ascendente bilancino, ma inquieto nell’incostanza delle sue domande di equilibrio mai veramente raggiungibile, nella realtà duale. Il Nadir capricorniano, rispondendo dei significati di spoliazione eterna, così crocifisso darà al nostro quell’equilibrio necessario per continuare….a vivere per vincere finalmente …quella partita. Un ulteriore lettura, oltremodo tecnica, spiega, ancorchè ci fossero dubbi, la dinamica astrologica nella sua essenza divinatoria: nel tema, troviamo l’opposizione Marte-Saturno sul meridiano, con Saturno al culmine superiore e Marte a quello inferiore. In molti testi,  la posizione di  Saturno al MC – se in condizione negativa – viene fatto coincidere con l’idea della caduta da luoghi elevati, che in alcuni casi si esprime in maniera quasi simbolica, con la perdita del proprio status, in altri si realizza su un piano puramente fisico-materiale, rimanendo vittime di crolli o di cadute, con esiti diversi a seconda del tema. Nel tema radicale i due cosiddetti “malefici” si trovano sull’asse solstiziale, con Marte in Capricorno e Saturno nel segno estivo del Cancro. I luminari, l’Ascendente e la Parte di Fortuna rappresentano altrettanti luoghi “afetici”-che danno o regolano la vita; l’afetico è in relazione all’estremità iniziale dell’arco di cerchio celeste alla cui lunghezza era commisurata la lunghezza della vita- : colpisce vedere come la direzione tra i pianeti opposti nel radix e il Sole in Acquario fosse molto stretta al momento dell’incidente: Saturno di direzione è stato raggiunto dal 15° grado del Leone, entrando in chiara opposizione al Sole e portando sul luminare diurno gli effetti della combinazione natale.

Anche Gassman, il grande Gassman, a cui dedicherò meno spazio indagativo, si chiede – ed invoca: “Perché non è possibile cogliere Dio coi propri sensi?… Perché Dio si nasconde dietro incomprensibili miracoli?… Perché non posso uccidere Dio in me stesso? Voglio che Dio mi tenda la mano e mi parli…” giocando quella partita, con più anni sulle spalle (rispetto al giovane Pietro, altmorto nel giorno del suo stesso onomastico), e con maggior professione che lui stesso una volta disse: “mi disturba la morte, è vero. Credo che sia un errore del padreterno. Non mi ritengo per niente indispensabile, ma immaginare il mondo senza di me… che farete da soli….?” E aggiunse:” è una fortuna essere… “ciechi” perché i ciechi non vedono le cose come sono ma come immaginano che siano”… (Fausto, Profumo di donna, 1974).

Allievo dell’Accademia d’arte drammatica, si impone come uno dei più dotati attori della propria generazione, in grado di affrontare sia i ruoli del repertorio classico (Amleto, Otello, Adelchi, Oreste) sia quelli del teatro moderno.
Natura istrionica ma anche fortemente sensibile, l’attore confessò più volte di aver sofferto in vita malgrado gli straordinari successi (Sole Vergine in 8^, in trigono alla Luna), di abissali depressioni (Luna-popolarità e donna in una 1^casa egoica in Capricorno opposta a Plutone in 7^ i rapporti e le problematiche depressive anche con le donne), una delle quali particolarmente grave e da cui si riebbe per un caso, dopo aver ingerito l’ennesima pastiglia medicinale (che in quel caso però fece effetto). Di tale entità fu il problema che intorno a questa sua esperienza scrisse anche un libro “Memorie dal sottoscala” (Nadir opposto a  Mercurio vergineo). Negli ultimi anni di vita, si era riavvicinato assai all’esperienza religiosa, pur con il suo tipico approccio tormentato e dubbioso (Transito di Nettuno in aquario opposto al Nettuno leonino natale, che è il promotore del sogno di attore e di mattatore, per il suo trigono volitivo all’ascendente sagittario, impreziosito da una forte congiunzione di Marte, che contatta in pieno sestile un Giove bilancino, governatore dell’ascendente, congiuntissimo al Mediocielo e a Venere:……..successo…..). Il suo Nadir a 24°dei Pesci è perfettamente opposto al Nodo Nord in Vergine, seduto in mezzo al Mercurio vergineo e al Saturno esaltato in bilancia, che rende Vittorio, altestremamente consapevole del suo potere e delle sue qualità, ed è anche e soprattutto, pianeta centrale, dominante uno stellium di primordine (7 “contatti” allo Zenit tra Vergine-serietà e Bilancia-fascino) ma la vicinanza al culmine del tema “aspetta”, questo forte Saturno, anche alla quadratura crescente con la luna in capricorno, e alla quadratura separante col Plutone cancerino attivando un quadrato a t potentissimo sempre sulla croce cardinale che si chiude incredibilmente con Kirone sfumato, il guaritore ferito, in Ariete, come fotocopia della dinamica di….Pietro Taricone. Muore, chiedendo anche lui un perchè, diverso dal volo libero di Pietro, a quel Nettuno, (reso pezioso dal dominio pescino del Nadir natale, perchè “sa di più” di un pianeta lento…) che viaggiando in Aquario opposto (fine di un sogno) al Nettuno leonino (sogno realizzato), piangendo, ferisce il….cuore (leone) dell’attore e del mattatore. E’ un Nettuno subdolo, come solo quel pianeta sa essere, perchè in silenzio e neanche tanto, forma un PUNTO DI TALETE che “scarica” l’opposizione tra Plutone e la Luna, configurazione ripetuta similmente a quella della nascita di Gassman. Il Nadir a 20°del Sagittario, nel giorno del trapasso, si ferma nel suo lungo viaggio, congiunto all’Ascendente-salute e al Marte-ferita sagittariano di Vitttorio, insieme ad un compagno particolarmente interessato alle vicende trasfiguranti: quel Plutone (su cui si scarica l’impeto di talete) che, quasi a divertirsi e ad inpreziosirsi, si pone in configurazione stretta con la Luna, ripetendone appunto, il rito della nascita come una nenia funebre cantilenata di continuo. Il Nadir sagittariano resta attonito, opposto al punto medio dei gemelli (Zenit) separante anch’esso 2 stellium, come quelli più in vista, di Taricone: uno di vita con la Luna d’attore gemellina e uno di morte col Sole invecchiato nei ricordi in granchio, a vedere come quel Plutone sottobraccio, configurato come da neonato, va a rispondere a quella domanda assillante, del vecchio ormai, mattatore, scaricandone l’antica tensione, trasfigurata dal punto di Talete in insonnie parossistiche di paure depressive mai veramente risolte, e nel compiere l’opera di passaggio attraverso il tunnel quantico, dove ci dovrebbe essere quella risposta alla morte…lasciata in sospeso da quella domanda ansiosa… resa maggiormente evidente, come se ce ne fosse ancora bisogno, dall’opposizione dell’Ascendente vergineo al Nadir in pesci del grande Gassman……….Scacco  matto !!!!!!!!!!

 

dr.Claudio Crespina

 

Riguardo L'autore

Redazione Il Nadir

Il dr. Claudio Crespina, astrologo, filosofo, counselor psicologico-comportamentale e ricercatore nasce sotto il segno del Capricorno a Roma, una città così significativa e simbolicamente attraente, per i suoi continui richiami storici ed esoterici che credo superfluo e inutilmente ripetitivo spiegarne la grandezza e l’importanza.

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