CRITICA e ANALISI DEL FILM.
Il film drammatico analizza gli ultimi tumultuosi mesi in carica del sedicesimo presidente degli Stati Uniti. In una nazione divisa dalla guerra e spazzata dai venti del cambiamento, Lincoln osserva una linea di condotta che mira a porre fine alla guerra, unire il paese e abolire la schiavitù. Avendo il coraggio morale ed essendo fieramente determinato ad avere successo, le scelte che compirà in questo momento critico cambieranno il destino delle generazioni future… Lincoln è lo Steven Spielberg che non ti aspetti . Siamo lontani dal suo cinema epico ed eroico, avvincente ed emozionante; categorie che contraddistinguono il suo marchio di fabbrica (anche fin troppo variegate secondo il mio parere..) e che in nessun caso potranno mancare in un suo prodotto, ma mai così marginali e sfumate…come in questo ultimo sforzo cinetografico.
Il 1865: La guerra civile annovera una serie interminabile di morti e a giorni si voterà alla Camera sul tredicesimo emendamento costituzionale volto ad abolire la schiavitù dei neri, carburante imprescindibile per l’economia degli Stati ribelli del Sud.La guerra con i confederali dura da quattro anni. Il 22 luglio 1862 Lincoln ha emancipato gli schiavi, essenziali al latifondo degli Stati del Sud.
Ora, contro i deputati democratici e senza l’entusiasmo della maggioranza conservatrice dei suoi repubblicani, intende far votare dalla Camera un emendamento alla Costituzione, il tredicesimo, che abolisca la schiavitù . Intanto, cerca di indurre i ribelli alla resa. D’altra parte, nel suo partito molti premono non per una resa, ma per un accordo, che sarebbe vanificato dall’approvazione dell’emendamento. Quanto a lui, è convinto che l’abolizione della schiavitù dimostrerebbe invece ai confederali l’inutilità della loro lotta, e li spingerebbe proprio alla resa. Sarebbe superfluo riferire l’ormai nota circostanza storico-politica della guerra civile degli Stati Uniti d’America, e del suo principale protagonista Abraham Lincoln, pioniere nell’abolizione della schiavitù. Probabilmente riflettendo su tutto questo Spielberg ha evitato la strada più facile e prevedibile, presentandoci una vicenda sotterranea e contraddittoria, un duello a distanza logorroico e cerebrale, una dialettica ragionata e stringente: una storia puramente politica…!!! Ecco il vero senso del film….Il disegno politico del presidente repubblicano Lincoln consiste nell’ approvazione dell’emendamento come compromesso per la pacificazione, anteriore ad un eventuale termine delle battaglie; consapevole che se i fuochi cessassero prima della votazione anche una frangia dei repubblicani rifiuterebbe un decreto così liberale. A complicare la situazione è la constatazione che sono necessari almeno venti voti del partito democratico, ed è qui che il film si avvia con tutti gli spudorati meccanismi politici di ieri, di oggi, di sempre.
Cosicché se da un lato, preclusi ai nostri occhi, infuriano le sanguinose ed esasperanti battaglie, l’occhio della cinepresa si insinua nelle mura dei centri istituzionali del potere, costruiti con tutta la cura maniacale e ossessiva per i particolari più minuziosi di Steven Spielberg. I nuovi agoni dello scontro sono i tavolini della Casa Bianca e i seggi della Camera (che inevitabilmente ci proiettano alle nostre faticose giornate politiche di questi ultimmi anni…); dimenticate proiettili e archibugi, immaginate inchiostro e fogli volanti. Lo spettatore viene chiamato a seguire attentamente tutte le concitate missioni diplomatiche, gli intricati cavilli giuridico-amministrativi, gli innumerevoli compromessi fatti di simulazioni e dissimulazioni che portano al più attuale trasformismo politico. Il tredicesimo emendamento non è solo il principio e il cardine della società egualitaria e universalmente democratica degli Stati Uniti d’America, ma prima una conquista strumentale tesa a comporre e imporre la propria (fortunatamente giusta) ideologia nazionale agli inflessibili Stati del Sud. Non racconta chiaramente la biografia del presidente, ma solo i suoi ultimi mesi di vita, e non ne fa un’agiografia. Al contrario, senza pomposità e con dialoghi felicemente alti, lo mostra alle prese con le tortuosità della politica. Insomma, lo mostra al lavoro. E spesso si tratta di un lavoro sporco. Per raggiungere i suoi scopi, Lincoln agisce anche contro la legge: non esita a mentire. Lo fa a danno dei democratici e dei suoi. Lo stesso si adatta a fare, con più dolore, il capo della minoranza radicale dei repubblicani, Thaddeus Stevens (Tommy Lee Jones). Assertore ben più di Lincoln dell’eguaglianza naturale degli uomini, Stevens mente di fronte ai deputati, sostenendo di non credere che a quella legale. E così ottiene l’appoggio della maggioranza del partito.
Attorno a questo nodo politico, e anzi filosofico-politico, si sviluppa la parte più profonda del film: in vista di un risultato ritenuto giusto, può un capo tenere comportamenti ingiusti? La risposta di Lincoln è netta: sì, ma senza immaginarsi “giustificato” da un principio superiore di cui sarebbe interprete e strumento. Alla fine, la moralità di un capo sta nel coraggio con cui si assume la responsabilità intera delle sue scelte, per poi caricarsene sulle spalle il peso. Atlante dell’intero film è il Lincoln del magistrale Daniel Day-Lewis: screziato e camaleontico, mutevole e pieghevole in rapporto ai vari personaggi, dalla moglie vacillante al primogenito caparbio; complessivamente una figura caratterizzata da una solenne pacatezza e un’aura di riverenza, a tratti mistico ad altri machiavellico, umanamente affascinato e intrattenente, presente e sfuggente. Al termine del film la considerazione che resta è quella di una nazione orfana, ma ormai matura per la ricostruzione. Nonostante la pluripremiata bravura dell’autore, ho sentito dire durante la proiezione, critiche sulla fredezza espressiva del film che non si sentiva, come al solito nei film di Spielberg, trascinante ne capace di trasportare lo spettatore nella sua storia.. A meno che non si fosse veramente disposto all’eloquenza politica e alla conoscenza storica del periodo e della storia reale (chi cerca azione e divertimento vada a vedere qualcos’altro, esistono 45 versioni di Arma letale ed addirittura 72 di Mission Impossible..!!!). Ma, fatto sta che invece resta un efficace film che racconta, all’esterno del filmato, il processo decisivo del cambiamento della considerazione verso i neri, che influirà poi su tutta la società a posteriori, americana in particolare, e mondiale in generale e all’interno, affonda le radici nell’antichissimo processo della Scienza della VERITA’ intesa sempre come principio rivoluzionario oppure come compendio di un’ inutile e inefficace esposizione della realtà.dei fatti ..raccontati solitamente dai vincitori della storia: ma, si sa, o si dovrebbe sapere che, l’ossrevatore condiziona sempre l’osservato….!!!. Non per caso “dobbiamo prendere le nostre decisioni, e poi sopportarne il peso”:così dice Abraham Lincoln (il magistrale Daniel Day Lewis) alla moglie Mary (Sally Field) nel film. Il sedicesimo presidente degli Stati Uniti si riferisce alla loro vita privata. Ma lo stesso vale per la sua vita pubblica, e per le scelte che segnano l’inizio del suo secondo mandato, ma vale anche e sopratutto per ciscuno di noi, di qualsiasi livello siamo sia d’istruzione che d’intelligenza…
In Lincoln, vediamo pochi momenti di una spaventosa carneficina nel fango e una distesa di cadaveri mentre il presidente ci cavalca in mezzo. Lincoln è un bellissimo film “tecnico” e, secondo il mio modo di vedere, abituato come fui, sin dai miei primi vagiti studenteschi, legati indissolubilmente alla cultura studentesco-universitaria, decisamente politicizzata, nonostante la giovanissima età, degli anni ruggenti del 68′ italiano, uno dei più importanti film politici, (appunto tecnico), degli ultimi anni che, in due ore e mezzo, racchiude gli ultimi quattro mesi di vita del presidente più amato dopo Washington. Certamente è un film da seguire con attenzione; molti dialoghi durante le trattative politiche, sono veloci, le astuzie/arguzie appena accennate, i ragionamenti, le giustificazioni, gli alibi spesso si apprezzano solo in un secondo momento. Del resto l’arte della diplomazia e della politica è sottile e sottende arguzia, cinismo, perseveranza cultura e soprattutto intelligenza e perspicacia; quando trascende in urla e baruffe non è più politica ma solo inutile teatro e pantomima da strapazzo a cui noi italiani siamo purtroppo abituati da lunghissimo tempo….!!! Per tutte queste ragioni ritengo che il film in questione, come la politica del resto, non sia uno “sport” per tutti!!!... Perché per la prima volta nella carriera del regista hollywoodiano il visivo cede il passo al parlato e il film riconosce alla forza del dialogo una priorità che sarebbe difficile trovare negli altri suoi film come già sottolineato. E perché non si tratta di una “parola” fine a se stessa, magari compiaciuta della propria eloquenza o della propria musicalità: è una «parola» che ci aiuta a misurare direttamente il potere, che diventa a sua volta potere, serve per conquistarlo esercitarlo e mantenerlo (anche se riverbera “stonatamente” in menzogne…come peraltro spesso si consolida nella realtà della storia !!!). E infine perché a ben vedere il film di Spielberg non è «su» Lincoln ma su «come» Lincoln sapeva esercitare il potere.. . La parola insomma come grimaldello ma anche come spia: per conquistare il potere e insieme per raccontarcelo…e siccome pare che si siano perse le tracce di governanti di gigantesca lungimiranza, capacità e autentica passione per il loro paese, in ogni angolo del mondo, (ma certamente nel nostro paese, se mai ci siano stati…- non a caso astrologicamente l’Italia è Gemelli ascendente Scorpione: come dire il regno di Plutone -… !!!) ecco che Spielberg riesce a dare una grande lezione a chi oggi immiserisce la politica a proprio vantaggio, soprattutto senza saperla fare…neanche agendo sottomisura…!!! Ogni riferimento a fatti e persone è puramente “casuale”….!!!
Vado a vedere questo film su Abraham Lincoln, sedicesimo presidente degli Stati Uniti d’America, sulla spinta della recente lettura (evento raro per le mie abitudini letterarie riferite solo a scritti di natura meramente astrologica) del magistrale libro di A. Gopnik “il sogno di una vita. Lincoln e Darwin”, che nel sottolineare l’enorme potenzialità dell’impatto sociale e culturale di questi due grandissimi uomini, nei loro rispettivi campi d’applicazione, rendeva visibile istantaneamente (meglio dire sincronicisticamente…) ai miei occhi di ricercatore astrologico, una serie di coincidenze relative alle dinamiche della loro vita: una su tutte e non trascurabile certamente, dal punto di vista astrologico, fu quella relativa al loro giorno di nascita… Sono nati infatti entrambi nello stesso identico giorno, dello stesso anno: il 12 febbraio 1809, sono cioè due Aquari …. con tutto quello che significa archetipicamente questo segno zodiacale.. Ma questa è solo la prima delle tante, troppe coincidenze, che non si possono riferire unicamente alla dinamica del caso, perchè chi vedesse un siffatto primato della logica casuale, non sarebbe certamente corretto scientificamente. Ma andiamo per ordine in modo che io possa spiegare più adeguataente possibile una elaborazione della logica astrologica che possa sostenere il mio concetto di base: l’astrologia è l’unnica vera scienza , unica in grado ad assimilare in se sia la tecnica matematico-logaritmica dei processi eminentemente scientifici che la logica filosofico-esistenziale dei sistemi sincronicistici e psicologici del mondo onirico-immateriale. Disciplina unica che unisce, senza soluzione di continuità, i due diversi emisferi cerebrali, usandoli in sincronia con le sue leggi matematico-materiali e filosofico-quantistiche, assemblando il finito con l’infinito, spiegandoli tramite la sintassi dei suoi presupposti planetari che si avalgono tanto di conoscenze astronomiche quanto di approfondimenti astrali di ordine “esoterico”, se mi si consente il termine, per questo particolare concetto.
Questo film di ampio respiro storico-politico, ha risvegliato in me la vecchia scorsa del ricercatore, in realtà mai sopita, anzi in continua ebollizione: scopro infatti costantemente la necessità di entrare nelle viscere del sapere più recondito dove questa mia istintualità archetipa si esalta, (non si consuma mai…), bruciando di continuo furore sacro, prometeico direi, sull’altare della mia coscienza, sin da quando sono nato (Marte e Venere in Aquario…e lo stesso mio Sole in Capricorno è cuspide Aquario…), e neanche con l’aumento degli anni che, inesorabilmente comunque avanzano senza pietà..alcuna, questo ardore tende ad affievolirsi..!!! Entreremo, come in un videogioco labirintico di natura scientifico-politico-astrologica senza uguali, in un’analisi profonda del parallelismo sia umano (correlazione delle vite tra loro) che concettuale (correlazione delle vite alle istanze planetarie in atto) per poterne svolgere l’intiricata matassa… E, l’occasione di approfondire alcune “coincidenze” planetarie e simultaneamente politico-sociali, costantemente riferite ai tempi storici in cui sono accadute, è troppo ghiotta perchè me la lasci sfuggire senza una adeguata esplorazione astrologica che come sapete è alla base di ogni mia indagine culturale e psicologica come unico strumento atto per sondare spesso l’insondabile…: quella che io chiamo la mia “trivellatrice” naturale…
Adam Gopnik, nel suo lavoro letterario “Il sogno di una vita. Lincoln e Darwin” spiega, non tanto che cosa avvenne di preciso e nemmeno come esattamente capitò, ma quali furono le parole chiare e forti con le quali si espresse il loro improvviso e decisivo cambio di paradigma culturale….
Darwin e Lincoln, opposti come uomini, fisiologicamente, biologicamente e socialmente, oserei dire, in contrasto evidente anche per discendenza: ricco l’uno quanto fosse povero l’atro, furono però entrambi grandi scrittori (oltre che grande scienziato il primo e grande politico il secondo). La lingua in cui raccontarono l’uno le origini della specie e l’altro l’indissolubile unità della specie (e dell’Unione) furono così convincenti da sbaragliare semplicemente ogni opposizione….Nato a Shrewsbury, una località inglese non lontana dalla frontiera con il Galles, Darwin è famoso per aver elaborato la teoria (raccolta nel libro “L’origine delle specie”, pubblicato nel 1859) secondo la quale le specie animali e vegetali si sarebbero evolute in seguito a mutazioni casuali, congenite, ereditarie, e tutti i primati (uomo compreso) discenderebbero da un antenato comune. Durante il lungo viaggio in Sudamerica, compiuto a bordo del brigantino “HMS Beagle”, egli ebbe modo di osservare, analizzare e raccogliere campioni di specie animali, notando delle forti somiglianze tra i fossili e le specie viventi. Nonostante l’avversione dell’ala più tradizionalista della gerarchia ecclesiastica, che ancora si rifiuta di riconoscere la validità della teoria darwiniana, essa è stata scientificamente provata ed è ormai accettata dalla maggior parte degli studiosi e, sia pur con qualche riserva, dal mondo della chiesa. Se nel Novecento le varie branche della scienza si sono sviluppate fino a raggiungere risultati eccezionali in tutti i settori, una parte del merito è sicuramente di Charles Darwin che, difendendo e dimostrando la veridicità delle proprie idee, ha contribuito ad abbattere barriere e pregiudizi considerati prima di allora insormontabili.
Abraham Lincoln, invece, è passato alla storia come uno dei migliori presidenti della storia degli Stati Uniti. Nato a Hodgenville, Lincoln governò nel drammatico periodo della Guerra di Secessione e fu uno degli uomini politici più popolari ed apprezzati dalla sua gente, soprattutto dalle fasce sociali più deboli e indifese al fianco delle quali si batté per tutta la vita. Noto per aver posto fine alla schiavitù, prima con la “Proclamazione dell’Emancipazione” (1863) che liberò gli schiavi negli Stati dell’Unione e poi con la ratifica del Tredicesimo Emendamento della Costituzione con il quale, nel 1865, la schiavitù venne abolita in tutti gli Stati Uniti, il 14 aprile dello stesso anno fu colpito da John Wilkes Booth, un attore della Virginia simpatizzante sudista che gli sparò un colpo di pistola calibro 44 alla testa, e morì l’indomani dopo alcune ore di coma (questa è la solita versione ufficiale che viene data per ogni morte eccellente…, come quella di Kennedy, altro presidente degli States, morto per lo stesso motivo di Lincoln, che in realtà non si trattò ne per liberare gli schiavi, ne per mano di un visionario, come racconta la storia, ma per la quesstione unica che sempre funziona per spiegare i veri motivi di certi avvenimenti: i soldi e il potere….la logica ferrea del signoraggio bancario.., ma questo è un altro problema, che affronterò in altra sede, anticipando che quando c’è di mezzo Plutone in qualsiasi evento c’è una realtà …deviata e alterata.nei fatti..!!!). Nonostante questa tragica fine, le scelte e le dichiarazioni del neo-presidente Obama evidenziano quanto l’esempio e gli insegnamenti di Lincoln siano ancora oggi attuali, considerando l’impegno e la passione con cui portò avanti battaglie che furono riprese un secolo dopo da Martin Luther King, Malcom X e il Movimento per i Diritti Civili; battaglie portate a termine oggi, a distanza di centoquarantaquattro anni, con l’elezione del primo presidente afro-americano alla guida della Nazione. Oltre alla data di nascita, ad accomunare Darwin e Lincoln è la fermezza con la quale entrambi lottarono per i propri princìpi, non fermandosi di fronte a nessun ostacolo e cercando di lasciare un mondo migliore e un’umanità più giusta e più libera….anche se la cosa in se è certamente complicata…da realizzare..
Il legame sottile che li lega e che io ho subito riconosciuto nella lettura del libro di Gopnik è l’indiscutibile “consanguineità” astrologica che si esplica innanzitutto nella similitudine della data di nascita che, oltre che farli entrambi aquariani, (cioè figli del dio-Urano, governatore dell’Aquario, o principio archetipico prometeico della ribellione all’autorità, della libertà e dell’uguaglianza, intese letteralmente e come paradigmi del loro sginificato più ampio, quello cioè riferito alle dinamiche della mente, eternamente inquieta e bisognosa di ricerca scientifico-culturale e di uguaglianza tra i popoli, visti solo superficialmente come dualismi dialettici ma in realtà in chiara sinergia astrologico-archetipica) li riferisce e quindi li proietta, nel più ampio moto planetario di loro appartenenza: l’allineamento Urano-Plutone che è alla base di ogni rivoluzione socio-culturale dell’umanità e con ogni probabilità dell’Universo… Se si guardassero, infatti, con attenzione le epoche storicamente consolidate nei secoli, si evidenzierebbe inesorabilmente e incontestabilmente (confrontando le Effemeridi..) la presenza degli aspetti maggiori di allineamento (congiunzione, opposizione e quadrature…) fra questi due Pianeti, tramite il dinamismo sinergico ed esplosivo in ogni movimento storico-politico-religioso del loro principio archetipo capace di provocare la fine di un ciclo per aprirne uno nuovo…: essi sono risultati fondamentali per tutti i cambiamenti epocali.. che si sono ripetuti senza soluzione di continuità nei secoli per millenni…della storia dell’uomo e dell’universo. La logica astrologica su cui fondo la mia particolare convinzione di scientificità è legata ai moti planetari astronomici che inesorabilmente si susseguono tra loro attraverso dinamiche consolidate dai fenomeni delle leggi kepleriane di riferimento al punto che ogni pianeta ha una sua velocità di percorrenza che ne contraddistingue la forza e la potenza nel suo passaggio e, una legge fondamentale dei dettati astrologici è quella che dice che un pianeta più è lento e più risulta essee incisivo, determinante nei suoi transiti, proprio perchè rimane molto tempo sui gradi in cui transita: per cui i tre Pianeti più lenti del nostro attuale sistema solare conosciuto, o meglio riconosciuto, sono, in ordine di potenza, Plutone, Nettuno e Urano che molto felicemente, Howard Sasportas, in un suo libro capolavoro, definisce gli DEI DEL CAMBIAMENTO…
L’allineamento Urano-Plutone, significatore principale dell’epoca di appartenenza dei due personaggi, Darwin e Lincoln, che sto analizzando in questo articolo, prendendo come spunto il mirabile film di Spielberg, rappresenta uno scambio energetico che sente in se la fusione del senso dell’archetipo Uraniano, come il principio prometeico per eccellenza, con l’anima dionisiaca di Plutone, dio della trasfigurazione e della morte del consolidato, per una resurrezione nuova e rigenerante… URANO è empiricamente associato con il principio di cambiamento, ribellione, libertà, liberzione, riforma, e rivoluzione e con l’inatteso crollo di strutture, con sorprese improvvise, rivelazioni e risvegli, intuizioni fulminanti, accelerazioni di pensieri ed eventi, con ogni sorta di nascite e nuovi inizi, con genialità intellettule, innovazione culturale, invenzione tecnologica, esperimento, creatività e originalità. Oltre che al verificarsi di svolte improvvise ed eventi liberatori: i transiti di Urano sono collegati ai cambiamenti imprevedibili e disgregativi. Urano, collegato inoltre all’interesse per il celestiale e il cosmico, l’astronomia e l’Astrologia, la scienza e la conoscenza esoterica, ai viaggi e all’aviazione spaziale, è il principio archetipo della libertà, impevedibilità, subitaneità, velocità, fulmineità, eccitazione, stimolazione, irequietezza, sperimentazione, genialità, originalità. Sull’individuo riflette il caratere del ribelle, del rinnovatore, del risvegliatore, dell’individualista, del dissidente, del’eccentrico, dell’irequieto e dell’ostinato.Tutte queste qualità archetipiche si associano inequivocabilmente, adattandosi con straordinaria precisione alla figura mitologica greca del Prometeo: il Titano che si ribellò agli dei, aiutò Zeus a rovesciare il dispotico Kronos, per poi ingannarlo rubandogli il “fuoco” dai cieli per liberare l’umanità dal potere degli dei….(mi ricorda “qualcosa”….che riguarda fin troppo i nostri tempi attuali…!!!)..
PLUTONE, dio dell’oltretomba, si conferma nella figura mitologica del greco Adès ma anche di Dioniso, spesso infatti erano identificati nella stessa divinità come hanno scritto sia Eraclito che Euripide. Molto affine al concetto freudiano dell’id primordiale, il cosiddetto “ribollente calderone degli istinti”, e all’intuizione darwiniana di una natura in continua evoluzione.e della lotta biologica per l’esistenza. L’archetipo associato con Plutone è legato al principio dionisiaco della volontà di potenza di Nietzsche..come a quella della volontà cieca universale di Schopenauer, tutte personificanti le forze della natura potenti ed emergenti dalle sue profondità ctonie, interiori ed esteriori: gli intensi e violenti inferi elementali. Pertanto Plutone è associato con il principio di forza elementale, profondità ed intensità, con ciò che stimola, potenzia e intensifica qualunque cosa tocchi…., (a volte fino ad estremi soverchianti e catastrofici), con gli istinti primordiali, libidici e aggressivi, distruttivi e rigenerativi, vulcanici e catartici, istinti di eliminazione e di trasformazione collegati coi processi biologici di nascita, sesso e morte: il ciclo di morte e rinascita. E’ associato inoltre con lo sconvolgimento, la svolta, il decadimento e la fecondazione, con il violento rilascio espiatorio di energie represse, fuoco purificatore, con situazioni estreme di vita e di morte, lotte per il potere, e con tutto ciò che è titanico, potente ed enorme…Plutone rappresenta l’oltretomba e il sottosuolo in tutti i sensi:elementale , geologico, istintuale,politico, sociale, sessuale,urbano, criminale, mitologico, demoniaco: è la realtà oscura, misteriosa, tabù e spesso terrificante che si annida sistematicamente dietro l’apparenza delle cose, al di sotto dell’ego, delle convenzioni sociali e della vernice della civiltà, sotto la superficie della Terra scatenando forze distruttive e trasformative (come gli tsunami e i terremoti…vulcanici…). Plutone costringe, brucia, consuma, transfigura, resuscita. In termini mitologici e religiosi è associato con tutti i miti di discesa agli inferi, con tutte le divinità di distruzione e rigenerazione, di morte e rinascita: Dioniso, Ades e Persefone, Pan, Medusa, Lilith, Innana, Iside e Osiride,Quetzalcoatl, il potere del Serpente, Kundalini, Shiva, Kali, Shakti. (cfr. Richard Tarnas). Inevitabilmente perciò i fenomeni sincronistici che lo riguardano sono la sissione dell’atomo e lo scatenamento dell’energia nucleare; i titanici progressi tecnologici della civiltà industriale e negli armamenti; la nascita dei movimenti politici totalitaristi come il fascismo e il comunismo; la teoria evoluzionistica e psicoanalitica con la loro concentrazione sugli istinti biologici; l’espressione sesuale ed erotica nei costumi sociali e nelle arti; l’intensificata attività della malavita organizzata e l’attenzione più intensa al fenomeno da parte dell’opinione pubblica; L’inasprimento della violenza di massa come nelle guerre mondiali con l’olocausto e la minaccia dell’annientamento nucleare; l’aumento della politicizzazione e delle lotte per il potere e lo sviluppo di potenti forme di trasformazione e catarsi determinate dalla psicologia del profondo. Questi sono i principi che si conformano a quei due Pianeti del Cambiamento e che ritroviamo sistematicamente in ogni periodo storicamente importante a saper leggere l’Astrologia….
I due personaggi in questione quindi nacquero il 12 febbraio del 1809 a distanza di dodici ore l’uno (Darwin) dall’altro (Lincoln) . Uno, Darwin, venne al mondo nell’ambiente ricco e privilegiato dell’Inghilterra imperiale, l’altro (Lincoln) nella povertà e nelle privazioni delle selvaggie regioni americane. Mentre Lincoln, che in nome dell’eguaglianza mandò a morire centinaia di migliaia di uomini (per lo più ragazzi, e anche bambini) conservò tutta la sua popolarità, almeno a nord di Dixie, Darwin convinse l’intera sua epoca a rinunciare, dalla sera al mattino, alle consolazioni della religione ingenua (il cosiddetto «creazionismo», che contesta il darwinismo alla radice e trasforma l’universo, con la sua inconcepibile antichità, con i suoi buchi neri e i suoi innumerevoli ammassi di galassie, in una specie di messinscena cosmica..). Essi fondarono le loro rivoluzioni scientifiche e politiche sull’incontestabilità pura e semplice degli argomenti con i quali esposero le loro idee. Darwin, scrive Gopnik, “imparò a essere disarmante nel modo più letterale; come Chaplin alle prese con un bullo, anche Darwin toglie la mazza dalle mani del suo avversario, se la dà in testa da solo, barcolla un po’, dimostra di poter resistere all’assalto, e poi getta la mazza fuori campo con un calcio obliquo, lasciando l’avversario senz’altra possibilità che soffocare silenziosamente la sua rabbia, proprio come un mascalzone da film muto”. Certamente “il caso ebbe il suo peso, la fortuna aiutò, lo Zeitgeist, lo spirito del tempo, era pronto per esser colto.
Darwin scrisse per un pubblico che, sotto molti aspetti, si stava già staccando dalla religione “. Lincoln fu assistito a sua volta dallo spirito del tempo, e anche se in seguito gli furono rimproverate alcuni incidenti di tipo razzista, per esempio la dichiarazione che se avesse potuto salvare l’Unione conservando la schiavitù non avrebbe avuto esitazioni, queste non furono, dopo tutto, che le dichiarazioni d’un politico, poiché Lincoln certo non tentennò quando si trattò d’imporre al Sud la lettera, umanista e illuminista, della Dichiarazione d’indipendenza, dove si proclama l’evidente verità “che tutti gli uomini”, bianchi e neri, «sono creati eguali, che essi sono stati dotati di alcuni diritti inalienabili dal loro Creatore e che tra questi diritti ci sono la vita, la libertà e il perseguimento della felicità. All’origine della modernità (quando le dimensioni del tempo s’allargano fino a comprendere d’un tratto le ere senza nome in cui il caso ha lentamente modellato l’evoluzione della vita sul nostro pianeta e quando l’illuminismo e la filosofia dell’eguaglianza spazzano via dal mondo la piaga dello schiavitù dichiarando la prima delle grandi guerre ideologiche ) ci sono i loro nomi: Charles Darwin e Abraham Lincoln. Un attimo prima, salvo rare eccezioni, tutti pensavano che il mondo fosse stato creato qualche millennio prima dal nulla, così come a tutti sembrava perfettamente normale e naturale che il nero vestito di stracci raccogliesse cotone cantando spiritual, mentre il bianco masticava tabacco maneggiando la frusta. Un attimo dopo le certezze bibliche erano svanite come fantasie del dormiveglia e la fine, oppure la conservazione, dello schiavismo era diventata la bandiera di due fazioni civili, ciascuna fanaticamente devota alla propria causa: la causa, cioè, del bene e del male, il trailer delle guerre politiche globali che avrebbero squassato il XX secolo.
Ecco in poche parole l’attivazione pratica di quei due archetipi in action, tradotti dalla vita di questi due uomini apparentemente diversi, in realtà assolutamente simili, non uguali ma simili… Nella nostra epoca, scrive ancora Gopnik, il problema è il razzismo, e la schiavitù un vecchio incubo da non richiamare mai più in vita. All’epoca di Lincoln, la schiavitù era qualcosa di ben peggiore d’un problema morale; era una catastrofe morale, e il razzismo non era che la sua ombra. Darwin lo sapeva così bene da spingere sull’acceleratore dell’eguaglianza, fino a comprendervi l’intera storia del pianeta e delle specie: “Darwin rincorre strani pensieri: e se gli animali meritassero un trattamento umano, proprio come gli schiavi? In fondo, tutti gli esseri viventi probabilmente condividono un comune antenato; potremmo esser tutti legati in un’unica rete”. Tutti in un’unica rete – non in un’ordinata quanto gerarchica catena dell’essere, ma intrappolati in un’unica rete comune. Nel giro di una frase, la scala della vita è rimpiazzata da un cespuglio rigoglioso di organismi. Platone dice nel Fedone che le nostre ‘idee necessarie’ derivano dalla preesistenza dell’anima, e non sono originate dalla esperienza, leggi scimmie al posto di preesistenza..!!! La metafisica viene fatta istantaneamente collassare nella biologia
….Nati lo stesso giorno , contribuirono entrambi a plasmare il clima morale della modernità…., della cosiddetta civiltà moderna che nacque dopo le loro intuizioni, ecco la fusione comune di due personaggi, lontani solo fisicamente, ma simultaneamente allineati sincronicamente, alle logiche quantistiche di percezione della realtà: lavoravano solo apparentemente distanti in realtà erano completamente coin-volti alla logica del tempo che li permeava e al mondo zodiacale che li personificava come aquari…e non basta. Lincoln e Darwin nacquero con una configurazione relativamente rara di cinque pianeti : Mercurio contemporaneamente in aspetti maggiori con i quattro pianeti più esterni, Saturno,Urano, Nettuno e Plutone. Mercurio, e il suo principio archetico con cui è associato, comprende tutto ciò che concerne mente, pensiero, informazione, comunicazione, espressione, linguaggio, apprendimento, studio, analisi e chi più ne ha più ne metta…. In quei due grandi personaggi, e in tanti nati all’incirca nello stesso tempo, tali complessi archetipi sono riscontrabili simultaneamente… in chiara e sottile interazione tra loro. Degni di nota sono: le circostanze formative limitanti, inadeguate o scoraggianti (Mercurio-Saturno); rigore intellettuale autocritico insieme ad un’insolita chiarezza espressiva; tendenza a tacere per lunghi periodi (Mercurio-Saturno); valutazione tenace e calma per problemi apparentemente insolubili (Mercurio-Saturno); tendenza a pensare con intensità acuta e penetrante riflettente il possesso di un’intelligenza vigorosa e motivata (Mercurio-Plutone); insolita inclinazione al pensiero strategico e all’ingegnosità, l’abile analisi di motivazioni occulte (Mercurio-Plutone); desiderio di penetrare i livelli superficiali della comprensione per intuirne forze e principi interpretativi più profondi (Mercurio-Plutone); la spinta a sviluppare una struttura di comunicazione efficace e trainante intesa ad influenzare e trasformare le opinioni altrui (Mercurio-Plutone); pensare in modi atti a dissolvere strutture e limiti precedentemente stabiliti e a riuscirne ad intuire il giusto collocamento dopo lunghi periodi di confusione mentale (Mercurio-Nettuno); un maggiore impulso a concepire e ad adottare idee, principi e prospettive capaci a sfidare visioni e assunti convenzionali (Mercurio-Urano).
I nostri eroi nacquero inoltre con una congiunzione Giove-Plutone che segna individui capaci, più degli altri, a comandare e atti al potere culturale sia esso intellettuale, morale o politico. Inoltre alla nascita condividono il trigono perfetto di Urano con Plutone aspetto che coincide, seguendone gli archetipi sopradescritti, regolarmente con un forte interesse per i moti rivoluzionari e/o emancipatori..Inoltre, come se non bastasse, entrambi nascono con un’altra congiunzione rilevante:Saturno-Nettuno . che si può associare, come spesso ho notato, con un’acut sensibilità alla sofferenza e alla tristezza, con un interesse, maggiore del solito, per la morte e le sue implicazioni spirituali, con tendenze potenziali verso una persitente malinconia o, più pesantemente, verso la depressione, l’insonnia e sintomi cronici psicocomatici non facili da diagnosticare. Simili indiviui sperimentano spesso una prolungata risposta gravi perdite emotive di qualche genere e un ossessivo senso di colpa. C’è anche un’associazione ad uno scetticismo del reale il cui carattere va dall’agnosticismo o ateismo ad un’attitudine critica per le idee religiose convenzionali. E come si legge facilmente, nelle biografie assolutamente precise di Lincoln e Darwin, si mostrano ciascuna di queste caratteristiche con chiarezza disarmante. E tuttavia ciò avviene, come già spiegato, in contesti del tutto differenti, con inflessioni e conseguenze storiche completamente diverse : in entrambi i casi le stesse dinamiche archetipe sembrano esprimersi con grande potenza ma in forme e circostanze divergenti… I limiti formativi, le attitudini mentali, l’energia intellettuale, i silenzi e le lunghe meditazioni, la capacità e l’inclinazione a pensare al di fuori dei normali sistemi di convinzioni, il grande talento per la scrittura e la comunicazione persuasiva furono tutti sostanzialmente e straordinariamente simili. (cfr.Richard Tarnas).
Lo stesso si può dire sul loro scetticismo sul trascendente, e la tendenza alla depressione, se non alla disperazione. Entrambi persero la madre in circostanze tragiche durante l’infanzia (Darwin all’età di 8 anni, Lincoln a nove) , perdite esacerbate dall’incapacità dei loro padri di offrire conforto emotivo e sirituale ai figli. Entrambi subirono la perdita, altrettanto tragica, di un figlio in tenere età . Entrambi frono ossessionati da un senso di responsabilità per la morte di altre persone.ed entrambi insolitamente erano sensibilissimi alla morte e alla sofferenza in generale (compresa quella degli animali…) ed entrambi aborrivano la schiavitù …. La serità delle loro rispettive visioni morali, il sobrio realismo, l’impulso alla guida culturale, la partecipazione attiva ad importanti eventi rivoluzionari ed emancipatori. C’è letteralmente da meravigliarsi, se non si fosse approfondito il dettato astrologico, di fronte agli schemi “straordinariamente coerenti” di unità e molteplicità di significato archetipico, che si evidenziano in fenomeni biografici e storici in regolare coincidenza con gli schemi degli allineamenti planetari : questo è certamente indiscutibile…in quanto la maniera caratteristica in cui la ripetitività e la polivalenza si evidenziano, nei dati in sottile e intricata interazione,.è, a mio parere, notevole per coerenza…come direbbe qualsiasi scienziato, qualora, di fronte ad una propria invenzione, ne trovasse la logica che ne sosterrebbe la dimostabilità coerente…
Quindi dobbiamo renderci conto che, lo spunto della vita dei due personaggi in questione, mi ha consentito di sottolineare quello che vado sostenendo da anni: essi hanno fatto quello che hanno fatto, anche e sopratutto perchè immersi nel’onda d’allineamento planetario tra Urano e Plutone del 1896 al 1907, onda che è sistematicamente presente nei significati d’innovazione, di cambiamento, di rivoluzione, confrontabile serenmente nei secoli, tramite la lettura e lo studio della storia dell’umanità così come ci è stata tramandata… Come, non si può non considerare che anche la mia generazione oggi è soggiogata dalla congiunzione dei due pianeti, che si è configurata dal 1960 al 1972 in Vergine… E credo incontestabilmente che sia all’origine, come negli altri casi in cui si è verificata nei secoli scorsi (vedi appunto la storia parallela tra Lincoln e Darwin), della creazione dei principi rivoluzionari e dei cambiamenti, spesso stravolgenti, in tutte le visioni sociali, religiose, scientifiche, psicologiche, mediche, politiche ecc..della società mondiale tutta, in quanto è in grado di rilasciare queste energie innovative, attivando per intero le significanze archetipiche dei due principi planetari sunnominati. Ed è per questo motivo che insisto sulla necessità della propspettiva astrologica in chiave scientifica in quanto unica disciplina in grado di offrire un’intuizione straordinariamente precisa riguardo a quali archetipi hanno la maggior probabilità di dominare la vita di una persona, di una società, di una nazione, ..e non è poca cosa se il riferimento che se ne deriva è scientificamente utile a capire le proprie vere potenzialità psicofisiche e le reali necessità dell’essenza che sottende la propria fisicità, legati come siamo all’energia che ci circonda tenendoci immersi nel suo oceano di trasmissione contiuna di dati a cui dobbiamo consapevolmente o meno per forza fare riferimento….Gli astrologi peraltro analizzano il moto degli astri e le configurazioni astrali e planetarie e cercano di trarre delle deduzioni allo scopo di prevedere gli avvenimenti della vita futura di singole persone e in genere gli eventi futuri. Tutto questo si basa sull’assunto che l’Universo sia un gigantesco meccanismo unico, le cui parti sono reciprocamente interdipendenti… Ovviamente, quando si parla di effetti che il movimento di un pianeta, di un astro o di una configurazione astrale può avere sulla terra non si intendono quelli meramente fisici (provocati dall’attrazione gravitazionale), che sono gli unici purtroppo, in realtà, presi in considerazione dall’astronomia e dalla fisica, ma si intende parlare di “segni” che indicano la natura dei fenomeni che investono la nostra vita…. Segni in quanto archetipi..o principi primi, che sono inseriti nella mente collettiva dell’umanità per analogia e sincronicità.
Esiste, dunque, secondo l’astrologia, una correlazione tra gli eventi celesti e gli eventi sulla terra che è possibile in tal modo studiare, analizzare scientificamente….
Dr. Claudio Crespina