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La Costante Universale -1 3 7- 1° parte

La Costante Universale  -1 3 7-    1^parte

1 3 7  la costante universale o l’inverso della”costante di struttura fine”, come possibile spiegazione delle relazioni, dei collegamenti e delle connessioni tra stati antitetici di natura quali mente- corpo; materiale-immateriale; significato-significante; Energia (luce) e Materia ecc.

…Nullum magnum ingenium sine mixtura dementiae fuit
“Nessun grande ingegno fu mai senza una mistura di follia”…L. A. Seneca, De tranquillitate animi

Sostenere, che l’universo è sempre esistito, come affermava la teoria dello Stato Stazionario, e che è quindi eterno, è un’idea che mi ha sempre disturbato profondamente: noi mortali, per natura, non siamo in grado di concepire l’infinito e istintivamente sentiamo il bisogno di aggrapparci a qualcosa che ha avuto un inizio. D’altra parte, affermare che un Essere supremo ha creato dal nulla l’intero universo, sia pur limitandosi al tempo altinfinitesimo del Big Bang, può sembrare a prima vista un buon punto di partenza, ma in realtà non risolve affatto il problema spinoso dell’infinito, in quanto non fa altro che porre il concetto stesso di eternità a postulato. A nessuno sano di mente, infatti, verrebbe l’idea di formulare la domanda: Ma allora chi ha creato Dio? Invece chissà quanti, polemicamente o meno si sono posti questa domanda tutto sommato stucchevole. Domanda che di per se non vuole risposta…anzi la elude nei termini…Filosofeggiamo un pò…..non costa molto poi il… farlo!!!

Se siamo pertanto destinati a inciampare nello scomodo dilemma dell’eternità, posso almeno fare alcune considerazioni pertinenti : L’universo che conosciamo perlomeno quello che astronomicamente conosciamo fino ad oggi (tutto relativo…) sembra essere governato da alcune costanti fondamentali, che ci hanno fatto studiare inutilmente, prima in età scolare poi all’università, se qualcuno infermo di mente avesse insanamente scelto quella materia informe e deforme che si chiama “fisica” e le sue branche, perchè non eravamo pronti (almeno io certamente) a capirne i significati profondi anzi profondissimi nelle quali prima o poi ogni fisico s’imbatte. …!!!!!!!.

 

-Una delle più importanti è senza dubbio “c”, ossia la velocità della luce nel vuoto, che con un valore prossimo a 300.000 km/sec, rappresenta la più alta velocità conosciuta alla quale può propagarsi un segnale; questa velocità, com’è noto, è del tutto indipendente da quella relativa della sorgente che la emette e non può quindi sommarsi vettorialmente.

-Un’altra famosa costante è “G”, la costante di gravitazione universale, la quale dà un’idea della debolezza della forza gravitazionale (il rapporto tra le forze gravitazionale e coulombiana che si esercita tra un elettrone e un protone è pari a 10-40!) e spiega così perché se metto vicine due sfere di piombo da un chilo su un supporto a coefficiente d’attrito virtualmente nullo non le vedo attrarre (come dovrebbero altrimenti fare).

-Abbiamo poi “h”, la minuscola costante di Planck, la quale ci dice a quale scala spaziale dobbiamo aspettarci quelle curiose bizzarrie note come fenomeni quantistici. Questa costante gioca un ruolo fondamentale nel principio di indeterminazione di Heisemberg che si manifesta in modo inesorabile quando cerchiamo di fissare contemporaneamente la posizione e la velocità di una particella subatomica.

Molto importante è anche “e”, la carica dell’elettrone che rappresenta l’unità di misura per eccellenza della forza colombiana (la carica del protone, in modulo, è identica a quella dell’elettrone, anche se il primo ha una massa 1840 volte superiore).

Tutte queste costanti possono essere determinate con grande accuratezza da ogni presunto essere intelligente che abita nel nostro universo, anche se i valori dedotti dipenderanno ovviamente dalle unità di misura adottate. ….FIDATEVI E’ COSI’.

Esistono tuttavia altre costanti che per loro natura sono ADIMENSIONALI, ossia indipendenti dalle unità di misura, in quanto NUMERI PURI e che come tali assumono lo stesso identico valore ovunque nell’universo. Questo mi suscitò vero interesse anche da giovane, per quanto ne capissi assolutamente nulla, e avrei potuto risparmiarvi l’inizio, ma dovevo farvi entrare nei termini veri del concetto che come immagino avrete intuito non è di poco conto.
Adimensionale di per se è interessante e quando si parla tecnicamente in questi termini c’è comunque sempre di mezzo almeno…un Dio…con la maiuscola o minuscola che dir si voglia, da spiegare o da…. com-prendere,

Una di queste è il Pi Grecovale a dire il rapporto tra una circonferenza e il suo diametroalt: ora forse è più chiara la sottintesa relazione con le problematiche astrologiche, a cui sempre mi riferisco, quando tento di analizzare degli approfondimenti  che a prima lettura possono sembrare avulsi dalle logiche zodiacali. Il rapporto tra una circonferenza e il suo diametro, scolasticamente comprensibile sia geometricamente che algebricamente, è la costante sistemica di ogni approccio astrologico quando lo si risolve sui piani delle coordinate spazio-temporali a cui si riferiscce costantemente. Pertanto non si meravigli il matematico puro se sottolineo l’interconnessione scientifica tra la sua scienza e la costante astrologica: se riflette senza pregiudizi discriminanti, ce la può fare a comprendere che non ho assolutamente bestemmiato….!!! In astrologia, qualsiasi astrologo sufficentemente professionale sa di doversi costantemente confrontare con i significati, spesso celati, della circonferenza e il suo diametro…ogni qual volta prova ad analizzare le configurazioni planetarie relative al Tema di nascita di un individuo e le loro relazioni aspettuali (distanze in angoli di grado tra pianeti) che sottolineano appunto la ferrea relazione tra la Circonferenza del Cerchio (ad esempio l’Eclittica..) e il suo diametro.. Il “Pi Greco” quindi è, o meglio, tratta di un numero irrazionale e trascendente (significa, cioè, che oltre a non presentare uno sviluppo decimale periodico, non è radice di alcuna equazione numerica a coefficienti razionali) e in tutti i luoghi dell’universo ove è applicabile, ad esempio, la geometria euclidea — lontano quindi dai campi gravitazionali particolarmente intensi — questo strano numero salterà fuori con lo stesso identico valore col quale lo conosciamo: 3,141592653589793238…….ecc ec…Numero questo che ci ha certamente fatto impazzire a scuola, confessatelo pure voi, i pochi ancora sopravvissuti alle violenze cerebrali delle aridità matematiche, rimasti masochisticamente a leggermi (la statistica vuole che fatti 100 iniziali e ipotetici lettori, ormai ne sono rimasti a mala pena  50….ahahah, ma penso di essere ottimista e decisamente un po fanatico…).

Anche il misterioso Numero AUREO, 1,618 periodico, domina un po’ ovunque nel mondo che ci circonda e oltre: lo troviamo infatti partecipe sia nella struttura delle ammoniti, sia nella disposizione delle foglie di un albero, sia nei rapporti geometrici dei bracci spirale di molte galassie regolari. Si tratta sempre di un numero irrazionale, seppure non trascendente, potendosi determinare analiticamente come risultato di una semplice equazione. (cfr. Enrico Mazza)

Esiste, però, ed è il senso di questo approfondimento, un’altra costante adimensionale che mi ha sempre incuriosito: è indicata con alfa , ed è comunemente nota come Costante di Struttura Fine ed è la combinazione di 4 costanti di cui abbiamo sopra accennato: c, e, h e ; in pratica è quella che, regolando la forza elettromagnetica negli atomi, ci dice come sono fatti questi ultimi e di conseguenza le molecole, dalle più semplici come l’acqua alle più complesse come le proteine. In termini ancora più immediati ci dice perché noi stessi esistiamo. La Costante di Struttura Fine è espressa nel modo seguente: 2πe2 / hc
ed è pari all’inverso di 137.

Ma perché proprio 137..? Cos’ha di speciale questo numero, la cui somma equivale a “11”, (un numero questo particolarmente rilevante in questi ultimi anni in relazione alle date di stragi e disastri dell’umanità..) a parte il fatto di essere primo (ammesso che i numeri primi si possano considerare speciali)..? Non potrebbe essere, che so, 315 o anche soltanto 136 o 138..?

Nessuno lo sa altesattamente come nessuno sa perché il Pi Greco vale proprio 3,141 o perché il Numero Aureo è 1,618… Ma una cosa è certa: si può dimostrare che se questa costante fosse anche di poco superiore o inferiore al suo valore, l’Universo, così come lo conosciamo, non potrebbe esistere! Se infatti fosse maggiore, la forza coulombiana non permetterebbe agli elettroni di ruotare attorno al nucleo formando atomi stabili e in un periodo molto breve cadrebbero sui nuclei neutralizzando i protoni; in questo caso la materia sarebbe formata da un brodo densissimo di soli neutroni e non esisterebbero quindi gli elementi. Se invece fosse inferiore, gli stessi elettroni sarebbero legati troppo debolmente ai nuclei e gli atomi non potrebbero vivere a lungo; anche così sarebbe inibita la formazione degli elementi, delle molecole e quindi della vita……Insomma, l’impressione è che questi 4 ingredienti che concorrono a formare la Costante Alfa si siano “messi d’accordo” per sincronizzare i loro valori in modo critico, affinché sia possibile l’esistenza del tipo di universo nel quale viviamo.

Si tratta di un caso fortuito? Può darsi (e del resto se siamo qui a parlarne il discorso potrebbe anche chiudersi). A logica, però, dovremmo postulare l’esistenza di un numero elevatissimo di universi paralleli — senza ovviamente alcun altrapporto di causalità — magari bellissimi, ma dalle proprietà stravaganti e apparentemente inverosimili, nei quali la Costante di Struttura Fine assume i valori più disparati. In questo caso gli esseri umani esistono grazie al fatto che nel nostro universo il valore della costante è proprio quello giusto (si tratta di una argomentazione cara ai fautori del cosiddetto “principio antropico”).
Oppure, per dirla con le parole di Carl Sagan in chiusura del suo celebre best seller Contact, veramente esiste un’intelligenza che precede l’Universo? E in tal caso saremo mai in grado di concepirla?

NOTA (Scientificamente corretta e doverosa): l’universo, com’è noto, ha un’età stimata attorno ai 14 miliardi di anni. Secondo alcune teorie — per la verità neanche tanto recenti — se la sua densità media fosse superiore a un certo valore critico, l’universo potrebbe essere “eterno” nell’accezione che usualmente diamo a questo termine, nel senso che sarebbe oscillante e di conseguenza soggetto a un ciclo infinito di Big Bang e Big Crunch. Attenzione però: quando l’universo passa attraverso la singolarità del Big Bang (o del Big Crunch) i concetti di tempo e di spazio perdono totalmente significato, in quanto a ogni Big Bang si avrebbe un nuovo inizio sia del tempo, sia dello spazio. Il problema dell’infinito verrebbe in tal modo risolto. (per approfondimenti cfr il sito di E. Mazza)

137, quindi è l’inverso di una cosa chiamata “costante di struttura fine”. Questo numero è in relazione con la probabilità che un elettrone possa emettere o assorbire un fotone. La costante di struttura fine risponde, come si è detto, anche al nome di costante alfa, e corrisponde al quadrato della carica dell’elettrone diviso per la velocità della luce moltiplicato per la costante di Planck. L’unico significato di tale sproloquio è che questo numero, 137, contiene l’essenziale dell’elettromagnetismo (l’elettrone), della relatività (la velocità della luce) e della teoria dei quanti (la costante di Planck). Sarebbe meno sconvolgente se il rapporto tra tutti questi importanti concetti risultasse pari a 1 o a 3 o, forse, ad un multiplo di pi greco. Ma invece risulta essere 137….

La cosa più notevole a proposito di questo notevole numero è che esso è privo di dimensioni… Molti numeri si presentano con dimensioni: risulta che, quando si combinano tutte le quantità che costituiscono la costante di struttura fine, tutte le unità si cancellano! 137 si presenta da solo; si presenta ovunque in tutta la sua spoglia nudità (ciò significa che gli scienziati di Marte o del 14° pianeta della stella Sirio, usando qualsiasi accidente d’unità per la carica e la velocità e la loro versione della costante di Planck, otterrebbero sempre 137). Si tratta in effetti di un numero puro.

Dr. Claudio Crespina

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Riguardo L'autore

Redazione Il Nadir

Il dr. Claudio Crespina, astrologo, filosofo, counselor psicologico-comportamentale e ricercatore nasce sotto il segno del Capricorno a Roma, una città così significativa e simbolicamente attraente, per i suoi continui richiami storici ed esoterici che credo superfluo e inutilmente ripetitivo spiegarne la grandezza e l’importanza.

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