Esplorazione Zodiacale

SOLSTIZIO D’INVERNO 2015

Oggi 21 Dicembre 2015 dovrebbe cominciare l’inverno astronomico secondo quanto ci è stato, più o meno, sempre detto..

NON IN QUEST’ANNO però..!! Infatti il Solstizio d’Inverno 2015 inizierà domani 22 Dicembre esattamente alle ore 05.48 ora italiana. 

Per quale motivo..? 

In realtà la data dei solstizi così come anche quella degli equinozi, può variare. Normalmente per convenzione viene fissata in un giorno preciso, quello in cui l’evento astronomico capita più frequentemente (solitamente il 21) ma di anno in anno ci sono delle variazioni che fanno scivolare la data in avanti.. Alla base del meccanismo c’è la differenza tra anno solare e anno civile, l’anno civile come sappiamo è formato da 365 giorni esatti (escluso i bisestili 366) mentre l’anno solare dura 365 giorni 5 ore e 49 minuti circa. Il guaio sono proprio quelle 5 ore e 49 minuti in più che ogni anno costituiscono un surplus sulla data che la fa slittare in avanti, finché, oltrepassata la mezzanotte, si passa al giorno successivo. Ogni quattro anni poi quelle 5 ore e 49 minuti circa diventano quasi 24 ore e con l’aggiunta di un giorno in più (anno bisestile) la data torna indietro automaticamente.

In Astrologia (domani martedì 22 dicembre 2015 ricorre il Solstizio d’Inverno),

esso rappresenta la Grande Festa della Luce o anticamente denominata SOL INVICTUS: il Sole farà ingresso nel segno cardinale e di Terra del Capricorno, dando luogo al appunto Solstizio d’inverno. Il Sole, nel suo cammino annuale lungo l’eclittica, a livello astronomico si trova nel punto più basso del suo percorso discendente iniziato al solstizio d’estate il 21 giugno. Nel giorno di Natale, il Sole nel suo moto annuo lungo l’eclittica –il cerchio massimo sulla sfera celeste che corrisponde al percorso apparente del Sole durante l’anno- viene a trovarsi alla sua minima declinazione nel punto più meridionale dell’orizzonte Est della Terra, che culmina a mezzogiorno alla sua altezza minima (a quell’ora, cioè, è allo Zenit del tropico del Capricorno) e manifesta la sua durata minima di luce (all’incirca, 8 ore e 50-55 minuti). Raggiunto il punto più meridionale della sua orbita e facendo registrare il giorno più corto dell’anno, riprende, da questo momento, il suo cammino ascendente. 

I SOLSTIZI COME PORTE

Nella maggior parte delle tradizioni si riteneva che tutti gli uomini, nel loro percorso evolutivo-animico, dovessero attraversare diverse esperienze a vari livelli: la porta d’entrata e d’uscita che essi attraversano per sperimentare un altro stato della manifestazione è costituita dalla “porta degli uomini”, simboleggiata dal Granchio. Da qui le anime che non hanno ancora superato lo stato umano entrano ed escono dalla “caverna cosmica” nelle varie incarnazioni. La caverna è presente nei miti di origine, di rinascita e di iniziazione di numerosi popoli. Come anticamera misteriosa di un mondo sotterraneo, spesso piene di bizzarre costruzioni stalattitiche la caverna è oggetto, simbolicamente ricco, di molti culti, miti e leggende. Basti solo ricordare che le caverne sono i più antichi santuari dell’umanità, ornati di pitture rupestri e graffiti. Già nel periodo glaciale molte di esse venivano considerate sfere “dell’altro mondo”. Non erano abitazioni, bensì luoghi di culto. Quando però l’uomo avrà superato lo stato umano, allora, e solo allora, potrà uscire dalla “porta degli dèi”, quella simboleggiata dal Capricorno, che rappresenta l’uscita definitiva dal mondo manifesto, dal ciclo delle varie incarnazioni. Solo gli esseri superiori, come gli Avatàr ad esempio, possono attraversare in entrata ed in uscita questa porta, per aiutare gli esseri umani nel cammino della manifestazione fenomenica.

Numerose cerimonie di iniziazione cominciano con il passaggio in una caverna o in una fossa: è la materializzazione del “regressus ad uterum”  di cui parla Mircea Eliade. Questa prova era presente soprattutto nel rituale eleusino (cfr. Victor Magnien, I misteri di Eleusi) in cui vi era piena corrispondenza tra la logica simbolica e gli atti concreti dell’iniziazione: gli iniziati erano effettivamente incatenati nella grotta e dovevano fuggirne per raggiungere la luce. Già nelle cerimonie religiose istituite da Zoroastro, il mondo era rappresentato da un antro: “Zoroastro per primo consacrò in onore di Mitra un antro naturale, bagnato da sorgenti e coperto di fiori e di foglie. L’antro rappresentava la forma del mondo creato da Mitra… Ispirandosi a queste credenze, i Pitagorici, e dopo di loro Platone, definirono il mondo come antro o caverna. Infatti in Empedocle le forze che conducono le anime dicono: “Siamo venute sotto questo antro coperto da un tetto” (Porfirio, L’antro delle Ninfe, 6-9). Plotino commenta così l’espressione: “La caverna in Platone, come l’antro di Empedocle, significa, a mio avviso, il nostro mondo, in cui il cammino verso l’intelligenza è la liberazione dell’anima dai suoi legami e l’ascesa fuori dalla caverna” (Plotino, Enneadi, IV, 8, 1). I riti di adorazione e iniziazione avvenivano in una caverna in cui c’erano fiori e sorgenti in onore di Mitra, Padre e Creatore di Tutto; la caverna riproduceva in miniatura l’universo da lui creato. Secondo una concezione più mistica, Dionisio è tanto il guardiano dell’antro quanto colui che libera il prigioniero spezzando le sue catene: “Anche l’iniziato è un Dioniso, ovvero è lui stesso che si tiene dapprima in prigione ed è lui stesso che alla fine si libera; come hanno detto Platone e Pitagora, l’anima è tenuta prigioniera dalle proprie passioni e liberata dal Nous, cioe dall’intelletto”. Come possiamo vedere, tutta la tradizione greca collega strettamente il simbolismo metafisico e il simbolismo morale: la costruzione di un io armonico si realizza a immagine di un cosmo arrnonico.

Per tutti i filosofi neoplatonici in realtà la “caverna” è simbolo dell’Universo. 

Nelle tradizioni iniziatiche greche, l’antro rappresenta il mondo. “La caverna attraverso la quale Cerere era discesa agli Inferi per cercare la figlia, era chiamata il mondo” (Servio, Commento alle Bucoliche). Per Platone, questo mondo è un luogo di ignoranza, di sofferenza e di punizione, in cui le anime degli uomini sono imprigionate come in una caverna dagli dei. “Immagina di vedere degli uomini” dice Platone in Repubblica (libro VII) descrivendo il famoso mito, “rinchiusi in un’abitazione sotterranea a forma di caverna, che abbia l’ingresso aperto verso, estendentesi in tutta la sua ampiezza per tutta quanta la caverna; inoltre che si trovino qui fin da fanciulli con le gambe e con il collo in catene in maniera da dover star fermi e guardare solamente davanti a sé e che dietro di loro e più lontano arda una luce di fuoco…”. Tale è la situazione degli uomini nel mondo, secondo Platone: la caverna è l’immagine di questo mondo, gli uomini intravedono solo ombre delle idee, cioè mere riproduzioni di una realtà superiore. La luce indiretta che rischiara le pareti della caverna viene da un Sole invisibile, ma indica la strada che l’anima deve seguire per raggiungere il bene e il vero: “l’ascesa e la contemplazione del mondo superiore equivalgono all’elevarsi dell’anima verso il mondo intellegibile”. Il simbolismo platonico ha quindi un significato non soltanto cosmico ma anche etico e morale: la caverna e il proiettarsi delle ombre rappresentano il mondo sensibile dell’appaenza, da cui l’anima deve uscire per contemplare il vero mondo delle realtà, il mondo delle Idee. Ovviamente l’intero mito della caverna di Platone, qui soltanto accennato per motivi di sinteticità, andrebbe letto con attenzione e meditato con profitto. Evidenziamo soltanto che chi è giunto alla “contemplazione del Sole”, ovvero il filosofo, per un senso di comunanza con la restante umanità deve tornare nella caverna per aiutare gli altri a liberarsi (cfr. Moreno Neri). Accanto a questa interpretazione vi e l’altro valore simbolico della caverna, che è anche il suo lato più tragico: l’antro, cavità oscura, regione sotterranea dai limiti invisibili, abisso spaventoso da cui emergono i mostri, è un simbolo dell’inconscio e dei suoi pericoli, spesso imprevisti.

Il tempo dei Solstizi quindi è la rappresentazione simbolica delle Porte d’entrata e di uscita della Caverna..! La Porta degli Uomini in Granchio e la Porta degli Dei in Capricorno. Al Solstizio Invernale siamo al trionfo della Luce in quanto il giorno comincerà la sua danza per raggiungere le sue vette illuminanti fino al suo massimo del solstizio estivo, il 21 giugno circa, dove inizia il delirio della notte e del buio…: due porte per due tempi divaricanti, diacronici, alternativi la realtà fenomenica in cui siamo immersi sin dagli albori .. Il Sole e la Luna; La Luce e il Buio; il giorno e la notte; il bianco e il Nero..Fin dai tempi più remoti infatti si conoscono tradizioni collegate alla rinascita del Sole  che, dopo essere apparso nei giorni precedenti nel punto del massimo declino, nella sua fase più debole per luce e calore, dal 22 al 24 dicembre sembra fermarsi in cielo (solstitiu(m) significa sole fermo..) per riprendere subito dopo il suo cammino verso l’alto, ogni giorno di più, fino al solstizio d’estate dove invece si verifica il fenomeno inverso. Nella Tradizione cristiana, il solstizio d’Inverno è presieduto dall’Arcangelo Gabriel: Cristo, non a caso, nasce in questo momento dell’anno, e in una “grotta”! Il Cristianesimo è riuscito a trasferire a sé tali pratiche religiose, modificando la “nascita del Sole” pagana con la “nascita di Cristo” cristiana, e la “luce solare” con la “luce divina del Figlio di Dio”. Il sincretismo si compì lentamente, finché la notte tra il 24 e il 25 dicembre, cioè la “nox postsolstiziale” che coincideva con l’occasione in cui ormai da secoli si festeggiava una luminosa genesi astrale, divenne anche la notte della nascita di Cristo. Insomma tra il IV° e il V° secolo la Chiesa romana, preoccupata dalla straordinaria diffusione dei culti solari e soprattutto dal mithraismo, che con la sua morale e spiritualità, non dissimile dal cristianesimo, poteva frenare se non arrestare la diffusione del vangelo, pensò di celebrare nello stesso giorno del Natale del Sole (Sole Invictus) il Natale del Cristo, come vero Sole. In realtà la data della nascita di Cristo è sconosciuta. Non se ne conosce esattamente l’anno, anche se sulla base di avvenimenti storicamente accertati (censimento indetto dall’imperatore Augusto nel 4 a.c., data della morte di Re Erode che si attesta nel 4 a.c.) si ipotizza che possa essere avvenuta in un lasso di tempo che va dal 4 a.c. al 7 a.c., tanto meno se ne conosce il mese. Il Capricorno è il segno Zodiacale che sovraintende alle festività natalizie ma è lo stesso segno che regnava al tempo di quelle pagane del Sol Invictus: legato alle montagne, alle grotte è qui, in Capricorno, che può nascere il Principio Cristico. Ognuno di noi, quando dopo varie esperienze di rinascita, avrà realizzato ciò per cui è stato creato, la sua reale essenza divina, è destinato un giorno a passare per “la porta degli dèi”…

L’IMPRIMATUR CAPRICORNO (Climax Capricorno)

E, non è un caso, come in altri articoli ho già descritto e analizzato, che i nati Capricorno, inscritti a quel principio cristico (molti dei quali inconsapevoli..), chi prima chi poi, nella loro vita devono risolvere questo enigma nei loro comportamenti completamente stravolti nei ritmi precedenti: enigma che gli si presenta con tutta la sua forza penetrativa, ma anche assolutamente silenziosa… Così e solo così si può spiegare l’esplosione di Mel Gibson, semplice attore d’avventure, nel film forse più rappresentativo della storia del Cristo: “The Passion”.. La stessa cosa accade a Kevin Costner, Capricorno, con “Waterworld”.. Il fatto però ancora più incredibile, se si vuole, per chi non ammette ancora la potenzialità astrologica, sottolinea che il regista di Waterworld sia Kevin Reynolds cioè un altro Capricorno nato il 17 Gennaio (un giorno prima di Costner..ed anche il mio..,se vi aggrada la notizia e l’accostamento…a kevin Costner..!!) Lui è il regista di Fandango, di Rapa Nui, di Waterworld appunto, di Tristano e Isotta ed ora, udite udite, ha terminato quest’anno il suo ultimo sforzo cinematografico “Risen”, un film che parla della resurrezione di Cristo che dovrebbe andare in onda nelle sale dal 2016. Jesus Christ Superstar è un’opera rock composta da Andrew Lloyd Webber, che è un Ariete con Ascendente in Capricorno e come ti sbagli..La serie capricorniana legata allla filosofia cristiana, e alla figura del Cristo in particolare, si allunga con Celentano (Joan-Lui..: film che impersona la figura del Cristo) e tutti i suoi ormai famosi discorsi (monologhi) nei suoi special-Tv canori che lo hanno trasformato da cantante di musica leggera a pensatore cristiano…Così Giuliano ferrara, con il suo famoso digiuno natalizio…di qualche anno fà e i suoi discorsi sulla cristianità: gli hanno valso addirittura l’appellativo di giornalista “convertito”..!! Umberto Eco, altro scrittore e giornalista, con il suo romanzo “Il nome della Rosa”. Stando alla storia può bastare Giovanna d’Arco, la pulcelle d’Orleans nata il 6 Gennaio..di cui non credo debba ricordare le gesta in nome del Cristo e della cristianità..La lista è lunga e potrei continuare all’infinito per dimostrare, me compreso, questa necessità di argomentare il divino e il Cristo, nelle sue molteplici sfaccettature, per i nati in Capricorno in primis, per i Nadir Capricorno, per i valori Capricorno in secundis. Il periodo natalizio (quello che chiamo da molti anni astrologicamente come: gradi natalizi) nasconde quindi un significato arcano ai più, ma profondamente sentito nell’antichità…: significato arcano che in qualche modo sincronicisticamente, se non quantisticamente (ma al dunque dico essere la stessa cosa..: siamo al concetto di massa critica..), si è impresso, una volta raggiunto il limite di massa critica appunto, nei nati in quei specifici gradi come un microchip nelle loro viscere neuronali (figura fredda ma incisiva), come fossero portatori sani di principio cristico capricorniano pronto ad emergere con i transiti, ognuno per se, dei pianeti più idonei a risvegliarne la vibrazione originaria. Vibrazione questa, alla bisogna, che è una buona dimostrazione del funzionamento di ciò che si dovrà intendere per dinamica astrologica, connessa alla sua funzione primaria, al suo inprimatur originario, il principio primo in-formatore che ne darà la genitorialità ab aeternun, oltre il tempo e lo spazio: la formula della Bellezza di Dirac definente il concetto d’ Entanglement quantistico. Per gli iniziati è una porta, l’ingresso simbolico, rappresentato dal solstizio d’Inverno, a uno stato superiore di consapevolezza. Siamo nel periodo delle celebrazioni e dei festeggiamenti per il Natale e, come ogni anno, la moltitudine globalizzata, con giustificazioni astrattamente religiose, si immerge repentinamente e totalmente nella demonia del consumismo sfrenato, senza comprendere minimamente o implicitamente che in quei giorni specifici del ciclo annuale qualcosa di straordinario e di magico accade, un evento cosmico che assumeva un alto valore simbolico in tutte le forme assunte dalla Tradizione Primordiale. Non bisogna mai dimenticare, se vogliamo comprendere, infatti, che quell’avvenimento iniziò ad essere celebrato dai nostri antenati presso le costruzioni megalitiche di Stonehenge, in Gran Bretagna, di Newgrange, Knowth e Dowth, in Irlanda o attorno alle incisioni rupestri di Bohusian, in Iran, e della Val Camonica, in Italia, già in epoca preistorica e protostorica. Esso, inoltre, ispirò il “frammento 66” dell’opera di Eraclito di Efeso (560/480 a.C.) e fu allegoricamente cantato da Omero (Odissea 133, 137) e da Virgilio (VI libro dell’Eneide). Quello stesso fenomeno fu invariabilmente atteso e magnificato dall’insieme delle popolazioni indoeuropee senza limitazione di latitudine o di longitudine: i Gallo-Celti lo denominarono “Alban Arthuan” (“rinascita del dio Sole”); i Germani, “Yulè” (la “ruota dell’anno”); gli Scandinavi “Jul” (“ruota solare”); i Finnici “July” (“tempesta di neve”); i Lapponi “Juvla”; i Russi “Karatciun” (il “giorno più corto”). Non tutti sanno che, intorno alla data del 25 dicembre, quasi tutti i popoli, appartenenti alle latitudini più diverse dei due emisferi terrestri, hanno sempre celebrato la nascita dei loro esseri divini o soprannaturali: in Egitto si festeggiava la nascita del dio Horus, e il padre Osiride si credeva fosse nato nello stesso periodo; nel Messico pre-colombiano nasceva il dio Quetzalcoatl e l’azteco Huitzilopochtli; Bacab nello Yucatan; il dio Bacco in Grecia, nonché Ercole e Adone o Adonis; il dio Freyr, figlio di Odino e di Freya, era festeggiato dalle genti del Nord; Zaratustra in Azerbaigian; Buddha, in Oriente; Krishna, in India; Scing-Shin in Cina; in Persia, si celebrava il dio guerriero Mithra, detto il Salvatore ed a Babilonia vedeva la luce il dio Tammuz, “Unico Figlio” della dea Ishtar, rappresentata col figlio divino fra le braccia e con intorno al capo, un’aureola di dodici stelle, proprio come la Vergine della cristianità. Tra le tante cose che questa precisa conoscenza fa risuonare ce n’è una che richiede una particolare attenzione. Mi sto riferendo cioè al preciso interrogativo del come fosse possibile che un concetto così simile si esplicasse con la stessa sonorità a così diverse distanze legando tra loro culture straordinariamente differenti, assolutamente incapaci di comuncicare tra loro, stando ai mezzi a disposizione in quei secoli lontanissimi: insomma come è possibile che maya messicani e sacerdoti mitraici in Persia, come i buddisti orientali e i cristiani ed ebrei di Roma e Gerusalemme, stanziati ai poli del mondo allora conosciuto, al dunque raccontassero la stessa identica storia, seppur impersonificata con deità diverse con nomi diversi. Come hanno potuto raccontare ai loro posteri la stessa storia, che ancora oggi raccontano, ognuno per se, ai loro figli: non esistevano mezzi di comunicazione, ne di viaggio, stando alle attuali conoscenze scientifiche, per poter contattare le usanze di popoli così distanti tra loro…?? Lascio a voi la risposta più plausibile… Non dimentichiamo, quindi, che come la tradizione romana della festa del Dies Solis Novi affondava le sue radici sia nel passato preistorico delle genti indoeuropee, a cui i Romani e la maggior parte delle genti Italiche appartenevano, che in quello delle sue stesse basi cultuali. Julius Evola, il grande filosofo, nonchè scrittore e storico, tanto per cirtare una fonte autorevole, ci ricorda come “Sol, la divinità solare, appare già fra i dii indigetes, cioè fra le divinità delle origini romane, ricevute da ancor più lontani cicli di civiltà.  

LA LOGICA ESOTERICORELIGIOSA DEL SOLSTIZIO 2^parte

Il Solstizio D’inverno, in estrema sintesi, è fin dall’antichità celebrato come la “nascita” della Luce, astrologicamente nel periodo del Solstizio d’Inverno il Sole vive i giorni di maggior declino, per poi tornare a recuperare potenza il 25 dicembre (data che vede nascere le maggiori divinità in tutti i tempi). Abbiamo letto che Solstizio deriva dal latino, sol stat + sistere ( il sole sta fermo): gli antichi credevano che nel momento dei solstizi il sole si fermasse realmente nel suo percorso per 3 giorni per poi riprendere il cammino ( o rinascere…). Da questa stasi o morte (dopo 3 giorni c’è la rinascita) deriva anche il rituale della resurrezione pasquale, e questo deve i suoi natali ai più antichi riti di resurrezione egiziani. Il Solstizio D’inverno così come quello estivo, sono ritenute delle porte eteriche per il mondo esoterico, il solstizio d’inverno è la porta degli dei e quello estivo la porta degli uomini, il reggente di queste due porte eteriche per i romani era Giano bifronte, per gli egiziani erano i fratelli Seth e Osiride, per i cristiani Gesù e San Giovanni Battista, il primo nato 3 giorni dopo il solstizio d’inverno, il secondo 3 giorni dopo il solstizio estivo. La Storia incanta, dico spesso, l’umanità con le sue..”storie”..!! Non credo nella necessità di dover sistematicamente smentire le religioni, esse si basano da sempre su simboli (più o meno autentici..) per trasmettere un messaggio, ed è così anche per la religioni cristiana: Gesù nacque davvero in una grotta il 25 dicembre? Probabilmente no, come detto, ma non c’è da sconvolgersi, credo, ne da gridare all’eresia o alla blasfemia per questa mia convinzione.  Cos’è che sconvolge in questi pensieri? La mancata verità storica? L’ho detto la storia è un serpente incantatore…Gesù è il Cristo, così come il Cristo era anche Mitra e Osiride e tutti gli dei che hanno prima e dopo di esso incarnato l’energia cristica… Letteralmente “Cristo” vuol dire l’Unto, il Consacrato; nella fattispecie il Re.

L’energia cristica che in questo periodo dell’anno cioè dopo il solstizio d’inverno , quando il sole rinasce nella sua potenza, arriva sulla terra è l’energia della scintilla divina, del logos.

Il dio solare nasce nel ventre della Grande Madre, nella culla dell’universo, esso non è ancora dio poiché non ha ancora incontrato ed equilibrato l’energia femminile così da divenire l’eroe, cioè colui che al logos (intelletto- coscienza) unisce l’eros ( amore) .Il viaggio dell’eroe solare è miticamente sempre lo stesso, egli vive come figlio e poi compagno della dea e successivamente si sacrifica, muore e poi resuscita sempre per mano della dea, nel caso di Osiride ma anche di molti altri dei solari. Uno dei pochi esempi che non vede la controparte femminile nella via dell’eroe è la storia evangelica di Gesù, esso nasce da una Madre ma poi manca qualcosa: la vita così come la resurrezione non vede l’unione con la controparte femminile..!! E’ cosa perlomeno strana, questo aspetto singolare separante le due entità (maschile e femminile) di una religione che è certamente fondata sulla rimescolanza di miti precedenti ad essa, tutti tesi all’unione di queste entità.. Ecco che nella religione cristiana ci sarebbe (e di fatto c’è..) questo, mi viene da dire, improvviso distaccarsi totalmente dal mito antico dell’eroe solare che fa vivere e resuscitare un Cristo pieno di luce solare senza in esso traccia alcuna dell’energia lunare (o solo per secondi piani..nascosti nell’ombra della storia) ovvero, la storia, devo dire, anche qui …”c’incanta”…!! Un eroe mutilato è quello che ci raccontano i vangeli canonici, circondato da 12 apostoli maschi. A proposito di questa “mutilazione”, mi è sempre piaciuto ricordare (direi più efficacemente, equiparare..), una volta che ne studiai la relazione fisiologica, come l’uovo femminile per essere fecondato dallo spermatozoo maschile deve essere circondato da 13 (cioè 12+ 1, quello che poi lo feconderà), spermatozoi disposti in un determinato modo…: sarà una coincidenza…, questa precisa configurazione..? Rifletteteci su…!! Questa ipotetica verità, mi domando da sempre, mutilata, senza alcun dubbio, dell’elemento determinante femminile, stando ai canonici, sarà poi da considerare verità storica…? In realtà, cari amici, se aprissimo agli gnostici, ai vangeli gnostici intendo, leggeremmo altre storie…!! “Storie” dove la lunarità della Maddalena è sin troppo presente nel cammino dell’Eroe solare….e partecipa del suo eloquio. D’altronde il cristianesimo e la sua Storia è stata scritta e tramandata, è di dominio pubblico, dai famosi Padri Fondatori (tutti uomini..), tra l’altro, e non lo sottovaluterei, è stata scritta a forza di colpi di machete: scismi, inquisizioni, concili, editti e dilanianti scomuniche (tristi ricordi emanano ancora gli “autodafè”…o auto da fè di Vescovi e Cardinali “indemoniati”, loro si, al prezzo dei ricchi regnanti dell’epoca, contro le inermi e pacifiche popolazioni degli indios del centrosud america da …”cristianizzare” obbligatoriamente c’è da aggiungere: popolazioni spolpate e spoliate vive di ogni loro bene, asservite alle reggie regnanti.. europee come schiavi: loro, i regnanti, vergognosamente già “cristianizzati”…!!) che ne hanno scandito nei secoli l’azione, certamente bassa e fraudolenta, dell’uomo (maschio) insabbiando quella femminile..descritta a mala pena come ombra inutile e di secondo piano…Cristo, dicono gli gnostici, sembra proprio che non la pensasse così…!! Pertanto l’intervento dei cosiddetti padri fondatori è stato certamente millantatorio la realtà religiosa e dogmatica trasmessa da Yeshua (Yehoshuah) ben Josep detto Gesù.

Il concetto di solstizio quindi comprende in se la rinascita solare connessa sistematicamente all’Uomo: entrambi rappresentanti del preciso simbolo di una rigenerazione cosmica, in cui il Sole e la Luce sono associati all’idea d’immortalità dell’uomo, che opera la sua seconda nascita spirituale, sviluppando e superando il proprio stato sottile, nella notte del solstizio d’inverno, quando è possibile accedere, tramite il deva-yana  (“via degli dèi” della tradizione indù), alla contrada ascendente e divina in cui l’uomo, restaurando in sé l’Adamo Primordiale, può intraprendere la strada dello sviluppo sovra-individuale (cfr.Guenon). Questo è il momento in cui, quando la notte diviene padrona e il buio totale, è necessario mantenere accesa la fiamma della fede (intesa in chiave cosmologica), che al mattino, con l’alba, diverrà trionfante. Nella lettura tarologica (che definisco esclusivamente in chiave astrologica), ciò che meglio identifica tale rinascita di Luce è la lama del Bagatto, che simboleggia la vera essenza dell’uomo, la cui missione è conseguire l’unione fra spirito e materia. Il Bagatto ha già davanti a sé tutti i simboli del potere materiale ed è il personaggio che intraprende l’Opera alchemica, lavorando con i tre principi e i quattro elementi (i tre piedi e i quattro angoli del tavolo), grazie alla quale ogni uomo è un metallo, che portato alla sua perfezione, viene chiamato Oro. Il senso più alto della carta è dato dal suo numero, che è l’Uno e che indica il motore immobile, il Principio di tutte le cose, anche se il suo cappello a forma di otto allungato simboleggia il movimento d’elevazione spirituale che conduce alla quadratura del cerchio.

In tal senso, uscendo dalla Caverna Cosmica, con il Solstizio d’Inverno si passa dal nulla all’unità: alla sapienza dell’Uno che esisteva all’origine. Il nostro Eden perduto, il Santo Graal ritrovato…

Geometricamente, per usare un accostamento caro alla scienza del calcolo, dal divenire sensibile, rappresentato dal simbolo della circonferenza, si passa all’eterno presente, che nell’uno e nel centro si esplicita perfettamente. Figurazioni queste che ad un osservatore attento, meglio sarebbe in realtà dire, ad un astrologo attento, definiscono a perfezione il campo dell’Astrologia che descrive nel Cerchio tutto il suo programma, tutto il suo Logos espressi dalla vibrazione del centro verso la sua circonferenza. Il solstizio e il suo particolare moto cosmico, cionondimeno, contiene in sé una fonte di ambiguità strutturale ed anche concettuale: non a caso nell’antica Roma, sia quello d’estate che quello d’inverno erano dedicati a Giano bifronte, il dio delle porte e dei passaggi: i due eventi astronomici erano infatti considerati porte che si aprivano sul mondo la porta degli uomini in estate e quello degli immortali in inverno. Il fatto è che proprio quando si celebra la massima elevazione del sole sull’orizzonte, la nostra stella comincia il suo declino, mentre quando è al minimo delle sue forze, il 21 dicembre riprende a crescere. E’ come se la vita stessa non potesse fare a meno di questa dialettica o meglio dell’idea di ciclo in cui l’apice rinvia al declino e il momento più basso alla rinascita. E forse la vera porta è proprio questa: tra la fragilità del vivere e la persistenza degli dei, tra lo scorrere del tempo e ciò che è eterno: ogni momento topico del ciclo riporta a ciò che è perenne (cfr.A. Capece Minutolo). Faust si rivolge alle forze oscure per avere l’impossibile, per raggranellare un’illusione di giovinezza e di sapere, che fa solo il gioco dell’imperatore. E in un’estate, dopo aver compreso l’errore e l’inutilità della sua avventura, guarda la valle e comprende il significato dell’attimo fuggente, di questo giorno di Giano dedicato all’uomo: “Sì, io mi sento votato a quest’idea, ultimo fine di ogni saggezza. È solo degno della libertà e della vita colui che sa conquistare ogni giorno. Così in mezzo ai pericoli che lo circondano, qui il fanciullo, l’uomo ed il vegliardo vedano passare serenamente i loro anni. Oh! perché non mi è concesso di vedere una simile attività, di vivere in terra libera, in mezzo ad un popolo libero! Allora non tarderei ad esclamare: Sii lenta a scorrere, o vita, bella come ti mostri!” . Giano, presiedeva, abbiamo visto, agli inizi e ai passaggi tutti, dalle soglie materiali come le porte delle case, ai varchi della vita dell’uomo: le cesure che ne attraversano il tempo. Pertanto Numa Pompilio dedicò a Giano il primo mese successivo al solstizio d’inverno, gennaio appunto, mese che con la riforma giuliana del calendario del 46 a.C. passò ad essere il primo dell’anno. Matutine pater soprannominava ironicamente Giano, Orazio, un padre chiamato a disporre gli uomini alle fatiche e ai travagli quotidiani, e ancora Sant’Agostino ricordava che ad Ianum pertinent initia factorum e che a lui compete omnium initiorum potestatem. Giano, definito anche Janus Pater, padre di tutti gli uomini, della Natura e dell’Universo, fu essenzialmente il dio dell’apertura e dell’inizio, con caratteristiche simili a quelle della divinità solare che apre il cammino alla luce accompagnando l’attività umana nel corso della giornata. Il suo nome stesso evoca la “Porta”, in latino ianua, e januarius è il mese che apre l’anno e dà inizio alle stagioni, e il primo giorno di gennaio veniva dedicato alla festa del dio, come sottolineato più volte, proprio per far comprendere come la Chiesa, solo successivamente ha infarcito dei suoi linguaggi questa simbologia preesistente alla religione cristiana. Presiedendo alle porte, aveva la chiave e il bastone; sorvegliava tutto ciò che stava all’interno della città o della casa, non perdendo però di vista quello che accadeva all’esterno, e quindi era rappresentato con due facce (Giano bifronte). Può essere annoverato tra le divinità marine, e questo non l’avevo ancora scritto, o per lo meno “acquatiche” anche Giano in quanto, secondo una versione del mito, sarebbe stato il primo dio di Roma (e in effetti esso non trova riscontro in altre mitologie e fu tipicamente italico e latino), dove giunse per mare dalla Tessaglia. Era quindi considerato anche l’inventore delle navi e il protettore della navigazione, dei porti e delle vie fluviali. La prima preghiera nell’intraprendere qualsiasi impresa o attività era sempre rivolta a Giano, che proteggeva, appunto porta d’entrata (ma anche d’uscita..non si dimentichi), anche il concepimento e la nascita, principio della vita individuale. Per questa sua duplice funzione, oltre ad essere raffigurato doppio, il tempio a lui dedicato doveva rimanere aperto in occasione di imprese belliche, ma solennemente sbarrato in tempo di pace, e le cerimonie che avevano luogo per la chiusura delle porte del tempio tendevano ad esaltare il ruolo di custode della pace del dio Giano, perché solo in una situazione di tranquillità la vita quotidiana può dar luogo ad esordi positivi e creativi. L’iconografia classica romana raffigurava Giano come un dio bicefalo, di qui l’appellativo di “Giano bifronte”.. Particolarità questa connessa all’area di influenza divina esercitata da Giano, preposto alle porte, ai passaggi e ai ponti, di cui custodiva l’entrata e l’uscita portando in mano, come i portinai, gli ianitores, una chiave e un bastone, mentre le due facce vegliavano nelle due direzioni, a vigilare entrata ed uscita, come non pensare al significato del tempo umano: il futuro e il passato. Un tempo per due volti. Sarà bene riflettere su questa rappresentazione di un’apertura temporale: una barriera fluida tra prima e poi, questo volto bifronte che sorveglia il passato e guarda il futuro. M’intriga rappresentarlo così questo controllore del Solstizio, Giano, il dio ad esso dedicato, dio dell’Inizio e della fine, regnante indiscusso del Capodanno, punto unico dove muore il vecchio anno (il Passato) e rinasce il nuovo (il Futuro). M’intriga perché suggerisce continuità e ponderazione, dà fiducia, perché apre alla speranza ma custodisce quel che è stato quasi anima sottesa di quel che sarà. Allo stesso modo, al contrario però, per restare un po sulla quotidianità popolare, non mi piacciono affatto quei propositi di palingenesi radicale ed improbabile che vanno dallo stucchevole “anno nuovo, vita nuova” al primitivo lancio di vasellame dai balconi di tradizione volgare. Questa fluttuazione delle Porte Solstiziali che Giano controlla al contempo.., grazie alla sua biforcazione, mi avvicina alle parole del brano, mai dimenticato, del grandissimo Lucio Dalla, anche lui in qualche modo un Giano-bifronte cantautore-menestrello. Credo infatti che proprio ad un trapasso morbido tra passato e futuro mediato dall’attualità di un presente, vivo di coraggio, volesse alludere big Lucio quando cantava “l’anno che sta arrivando tra un anno passerà, io mi sto preparando è questa la novità”. Si vede e si vuole vedere prima (la porta degli uomini), finalmente preparandosi, a quello che potrà accadere dopo (la porta degli dei)…usando entrambi le visioni non separatamente. Questa è la novità….(cfr.L.Zingaro). Il Solstizio dell’Inverno quindi come una riflessione sull’inverno, letto come camera oscura in cui si sviluppano le immagine scattate nella fotocamera del cuore-anima, durante il precedente solstizio estivo..: sia una giusta riflessione sulla psicologia del solstizio di Natale. Il Natale, non è un caso quindi, è collocato nel momento cruciale del solstizio d’inverno: assecondando il filo del respiro della terra. Il ciclo dell’anno è l’atto respiratorio dell’essere vivente della terra. Immagine straordinaria di Rudolf Steiner. La terra ha espirato fuori di sé le sue forze vitali nel solstizio d’estate. La natura in rigoglio. Le foglie spinte su verso il cielo. Espirate. Gli uomini accendono fuochi nei campi per essere visti dalle potenze celesti. Un gesto di tripudio nella speranza di essere guardati. Un tentativo forse disperato di richiamare l’attenzione celeste. Ritrovarsi paradossalmente nella/dalla perdizione. Nell’essere proiettati in una lontananza. I miti del solstizio d’estate sono miti dionisiaci. Miti di perdizione. Bisogna perdersi nel calore per ricominciare a ritrovarsi nell’epoca autunnale. e iniziare la corretta catarsi durante il respiro invernale. Il manto di neve che in inverno ricopre la Terra, le conferisce un candore immacolato. La Terra acquista la purezza di una donna che sta per diventare Madre, che sta per partorire il Figlio. La Terra sta per generare il Fanciullo Solare  e nello stesso tempo è purissima, ora è scevra da ogni sensualità: è Vergine e Madre. (cfr. Ecloga di Virgilio). La Neve è candida come la Luna: la Terra si ricopre di forze lunari, di forze che appartengono all’ambito della generazione, all’ambito di ciò che produce nuova nascita. Il Solstizio d’Inverno è festa di Natale. Nasce il Sole Fanciullo, il nuovo Sole di Giustizia. La lastra di ghiaccio, di purissima neve crea sulla Terra un immenso specchio che attira i raggi solari e li riflette. La Luce Solare viene riflessa dalla Terra e si incarna in essa. Il periodo invernale  è anche il periodo del forte pensiero. Infatti la mente è lunare e riflette la Luce delle Idee. Come la Terra ricoperta di neve che riflette la Luce del Sole. La mente concepisce il Pensiero, esattamente come la Madre concepisce il Figlio/Logos Universale.

L’EQUAZIONE ASTROLOGICA:  L’I.C.P.(Incipit Cosmologico Planetario) SCORPIONICO una investitura ineludibile

Il solstizio d’inverno, scritto e riscritto  (ormai avrete compreso il mio agire in diretta un vero e proprio mantra solstiziale per chi leggerà..l’articolo nella sua interezza) è un momento di passaggio ciclico considerato nell’antichità magico e drammatico: i giorni diventano sempre più corti e bui, fino ad arrivare alla notte più lunga dell’anno. L’oscurità prende il sopravvento sulla luce, la notte è più lunga del giorno: l’eterna battaglia..,che è bene comprendere una volta per tutte non risolversi meditando esclusivamente, come molta “cultura” new age suggerisce, nel momento solstiziale in se ma nell’arco del vissuto di un intero anno: questo è il vero senso del passaggio tra le due porte che prevede una ascesa continua, mai risolta, ne risolvibile, in un unico possibile momento.., il grado slostiziale, se non si consapevolizza l’essenza del percorso intero da esso stesso emesso in risonanza energetica, come onda incessante riflessa e proiettata, che dovrà essere assimilato razionalmente e spiritualmente…nel corso del tempo utile a completare quel passaggio..da porta umana a porta divina..che i solstizi nel loro eterno significato esoterico ed essoterico rappresentano, direi dogmaticamente: il Solstizio è un inizio ma non è la soluzione…come inizio!! La configurazione astrologica che lo rappresenta graficamente ne da ampia dimostrazione rappresentando la movenza nel tempo coi dodici passi o case della manifestazione fenomenica in cui siamo immersi. 

Tutta la natura è come sospesa in questa morte simbolica che attende una resurrezione. Morte della luce, morte del Sole come divinità fecondante e portatrice di calore, di vita, di benessere. Il Sole cede il posto alla tenebra, per poi rinascere come rigenerato. Una concezione assolutamente plutonica nel senso e nei significati che l’investitura dell’Incipit C.P.in Scorpione sembra calzargli a pennello..a questo moto solstiziale invernale. Le giornate dopo il solstizio divengono sempre un po’ più lunghe, e di nuovo il potere del dio Sole cresce e si manifesta nella sua luce. E’ una simbologia carica di valenze magiche e propiziatorie centrate sul mito della morte- rinascita: quello che genera la dinamica scorpionica nella sua interezza.  Morte del vecchio per il nuovo, morte del vecchio e usurato dio Sole per la vitalità del Sole Fanciullo: morte del seme nel grembo della Madre Terra che si apre ad accoglierlo.  In tutte le culture e fin dall’antichità più remota, questo periodo dell’anno veniva celebrato e ritualizzato ed erano grandi fuochi ad illuminare la notte, candele, falò attorno a cui festeggiare per incoraggiare l’avvento della luce, la nuova nascita del giorno ed il Sole novello nella sua ascesa. Per celebrare, direi finalmente, non più una guerra, tante guerre, troppe guerre, ma un’unica giusta riflessione d’unione: le nozze della notte più corta con il giorno più lungo. La rinascita quindi del mondo che quel perfetto Aquilone, stagliato nella configurazione celeste del Solstizio 2015 non può che sottolineare nella segnatura terrestre del suo Grande Trigono. L’Aquilone, derivazione del Ventaglio (quindi un modello tripolare), è una delle configurazioni più affascinanti, se mi si consente questa aggettivazione, dato che è formata appunto da un Grande Trigono, di Terra in questo caso, da due sestili, tutti connessi vibrazionalmente all’ICP scorpionico del tema (quindi investito della massima importanza..) su cui è appollaiata Venere (Testa dell’Aquilone) e da un’opposizione di Venere alla Luna taurina (Coda del’Aquilone) in aspetto di trigono a Giove in Vergine e alla congiunzione Plutone-Mercurio in Capricorno. E’ una figura certamente armonica, nella forma come nella sostanza, indice di un forte potenziale creativo. Di solito se si trattasse di un tema individuale, il soggetto eventuale, non avrebbe molte difficoltà a riconoscerla nelle sue movenze, dato che gli si manifesterebbe in modo naturale, spesso proprio come un talento innato (a differenza, per esempio, della Grande Croce che richiede uno sforzo immane per integrare le varie energie conflittuali). L’unico rischio di questa configurazione è dato da una certa inerzia, da una sorta di pigrizia data dall’eccessiva sicurezza in sè, connessa a questa natalità talentuosa di base, quindi dall’incapacità di sapersi mettere anche in discussione. Il pianeta che si trova all’estremo del Grande Trigono è quello che indica in che modo dev’essere canalizzato questo potenziale creativo e, in base alla casa in cui è posizionato, in quale ambito dell’esistenza dev’essere manifestato. Questo pianeta focale è la Luna e dato che stiamo parlando di un evento cosmico e non di una persona, oltre all’eterno femminino, alla donna in genere, alla femminilità, alla sensibilità, alla Patria, dobbiamo riferirci alla popolarità, ma in assoluto  al popolo, alla gente, ai lavoratori dipendenti e alla massa informe e chi la controlla (i sindacati..) in quanto è configurato in sesta casa: la salute e il lavoro dipendente appunto. La Luna, pianeta focale, se vogliamo isolato, della configurazione o modello planetario, agisce come se spalancasse finalmente una porta sull’altro emisfero del tema, facendo conoscere anche quell’altra realtà delle cose. In questo tipo di modello la Luna-pianeta focale piu’ che attirare a sè, trascina, fa da guida, cercando di armonizzare la grande energia espressa dal resto dei pianeti tra cui c’è, è bene ricordarlo, il maestro dell’Incipit Scorpionico, Plutone congiunto a Mercurio. Quindi un Solstizio incentrato sui Popoli, sulle Genti e sui loro destini e non tanto sul Potere che comunque entra nella logica sinergica di chi governa e di che è governato: si dovranno necessariamente compiere i passaggi evolutivi sociali, civili, culturali e spirituali per cui siamo chiamati..ad agire le nostre vere capacità senza frapporre indugi o falsità…    

PUTIN E BERGOGLIO: UN ACCORDO SOSTANZIALE e SOLSTIZIALE
I segni di Terra sono al centro di questa iniziativa che appunto vuole concretezza e realizzazione come fonti primarie, tra l’altro orchestrate da quel Giove dominante al MedioCielo che ne batte i tempi, orchestrando dall’alto del suo pulpito vergineo, non proprio ideale, esiliato com’è, per le grandi risorse, ma puntuale nelle possibili operazioni di rinascita oculata e studiata attentamente.. Sta a noi veramente crederci, sta ai popoli del mondo cercare la giusta via perchè in questo Solstizio la strada sembra spianata…sottolineo sembra: la volontà dei popoli sembra dilaniata dagli eventi, tutti contrastanti la sola essenza o, perlomeno, la nostra essenza occidentalizzata che in qualche modo è certamente meno intrisa di valore religioso (mi riferisco all’animo positivo del concetto religioso e non alla religione in se che è sempre principio divisorio..) al confronto con la sua dirimpettaia orientale, che senza alcun dubbio, sta salendo agli onori della cronaca, ormai quotidianamente, come il prossimo faro universale. Una professoressa di geografia in Virginia (Stati Uniti..), pochi giorni fà, ha chiesto ai suoi studenti di copiare la professione di fede islamica («Non c’è altro dio all’infuori di Allah e Maometto è il suo profeta») per un esercizio di calligrafia e, chiaramente, non è l’unico esempio..!! La cristianità è in crisi, aldilà dello sforzo del papa gesuita di radunare sotto a se e ai suoi metodi le scompigliate armate dei fedeli…!! L’ICP scorpionico, e non è un caso, sta lì a dirci che qualcosa dovrà morire per rinascere come tutta l’intera filosofia del solstizio-passaggio recita: al centro del vortice sostiziale ci sono le nazioni e gli stati, ma anche le religioni-stato connessi ai segni e ai valori di Terra principalmente, ma anche quelli animati dall’elemento Acqua del Granchio per la Luna (pianeta focale) e dello Scorpione..all’ICP.  Inutile richiamare gli Stati Uniti cancerini e i paesi Arabi e islamici sostanzialmente scorpionici (L’Isis è arietina..!!). Su tutti però si staglia la rinnovata Russia di Putin che è in primis del Capricorno, in riferimento a quella denominata URSS nata il 30 dicembre 1922 cioè la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa. Mentre è dello Scorpione, quella attuale nata dall’indipendenza dalla vecchia U.R.S.S. il 12 novembre 1991. Quindi è centrale come paese nello scacchiere mondiale per questo Solstizio 2015. Tradotto attentamente questo grafico astrologico mette in evidenza la centralità della Russia capricorno-scorpionica e questo ormai è un fatto, ma nasconde ai più, obbligando ad un’indagine più sottile, quella congiunzione plutonico-mercuriale in Capricorno che richiama tanto la sottile azione bergogliana: Vaticano-Gemelli-Mercurio e Plutone in I^Casa nel radix del Papa che possiede il Sole sagittariano in pieno Centro Galattico, proprio dove, e pensarlo caso è da sciocchi, trova il Marte di Putin….!! Putin-Bilancia e Bergoglio-Sagittario quindi hanno molte cose in comune che non appaiono, almeno direttamente, se non cominciamo ad elaborare la dinamica del Centro galattico (C.G.) nelle nostre valutazioni astrologiche, soprattutto quando ci riferiamo ai potenti del mondo che spesso, se non sempre, se hanno quell’alta posizione sociale e di rango, la posseggono perchè astrologicamente connessi aspettualmente al C.G. che, come dico da tempo ormai, è il vero Sole della nostra galassia, quindi motore centrale dell’universo a cui siamo connessi. La mia osservazione astrologica consiste nel fatto che Bergoglio, da fine gestore della cosa pubblica qual’è, oltre cha religioso gesuita, leggendo attentamente i fatti storico-politici, oltre che religiosi, ha compreso del grande discioglimento di fedeli nel mondo europeo-occidentale, nel contempo ha compreso però che la Russia, dalla caduta del muro, dal 1989 cioè, sta gradualmente riprendendo la sua tradizionale fisionomia cristiana e anche la gerarchia ortodossa russa è parsa seriamente coinvolta in colloqui di chiarimento con la Roma Cattolica. Ne fu decisivo testimone l’incontro ufficiale in Vaticano di 2 anni fa con Putin, definibile, direi storicamente, come il BACIO ALL’ICONA DELLA MADONNA, che mi fece riflettere non poco per le insolite e inusitate immagini che vidi attentamente, sorprendendomi ad ogni fotogramma, trasmesse sulle tv di tutto il mondo (di cui scrissi in ALCHIMIE la rivista online del sito), data l’eccezionalità del fatto storico dell’incontro di due mondi che la storia e la politica ha separato per secoli: la marxista atea russia, ormai in chiaro processo rinnovatore (come le Grandi Croci Cardinali di questi anni hanno obbligato data la presenza costante di Plutone in Capricorno)e la cattolica vaticana. In quelle riprese televisive, alle quali pochi probabilmente hanno posto la giusta attenzione (mi riferisco agli addetti ai lavori.., non solo astrologici), che certamente testimoniarono il significativo incontro in Vaticano tra Putin e Bergoglio, mi colpirono le sequenze in cui i due protagonisti venivano ripresi nell’avvicinarsi ad un tavolo per scambiarsi i rispettivi doni simbolici e di omaggio reciproco: azione formale, come si crederebbe in genere nell’etichetta dei convenevoli tra capi di stato, ma in realtà molto sostanziale..nei fatti emotivamente rilevanti. L’immagine di Putin infatti che indicava al Papa l’icona che gli aveva portato dalla sua patria, che rappresenta la bandiera della rinascita civile e religiosa dei popoli russi, cioè la famosa “Madonna di Vladimir” e in quella del Pontefice che ascoltava con deferenza e partecipazione il leader russo c’era emozione partecipava oltre il significato formale (a mio modo di vedere s’intende). Nell’azione immediatamente successiva,  qui c’è la sostanza, l’immaggini riprendevano la scena dei due mentre stavano per andare nella stanza del previsto colloquio privato, accadde un segno preciso di intesa..superiore..: impossibile non sottolinearlo..all’attenzione. Putin infatti fermò, quasi fossero amici di vecchia data, Bergolgio e cui chiese qualcosa…Il Papa, sorpreso dal gesto spontaneo (certamente non costruito..) del Presidente russo, gli mostrò immediato consenso (indiscutibile fisionomia..visiva.) e, subito dopo avvenne la Storia….!! Putin si recò al tavolo dei doni chinandosi sull’icona per baciarla con riverenza..così fece anche Bergoglio: baciò l’icona raffigurante la Madonna della tenerezza (è questo l’appellativo della “S. Vergine di Vladimir”). E’ scattato un accordo preciso in quel bacio, non ci sono dubbi: un giuramento, una collaborazione reciproca.. Il comune gesto del bacio all’icona della Madonna è stato interpretato nel mondo cattolico (quindi non l’ho visto solo io…!!) anche come reciproco impegno, ciascuno secondo il suo ruolo “per la Siria e i cristiani perseguitati”...Questa può essere la versione ufficiale ma, come sempre dico,..C’E’ DI PIU’..!! Insomma dietro le attuali convinte decisioni belliche (Marte nel C.G.) di Putin c’è Bergoglio (Sole nel C.G.) entrambi, NON VA DIMENTICATO alleati alla Cina-Bilancia… Il contemporaneo omaggio pubblico all’Icona della Madonna, oltre a “confermare” la fede cristiana di Putin, è sembrato simboleggiare il possibile ruolo della nuova Russia sulla via della pace (descritto nell’articolo sul Concilio di Nicea in ALCHIMIE): voglio ricordare, ad onor del vero, che queste mie deduzioni furono attivate all’indomani di quell’incontro vaticanense di due anni fà e non oggi, che, stando alle azioni, alle dichiarazioni, oramai eclatantemente evidenti a tutti, del leader russo..(divenuto, solo ora, per il mondo una persona rispettabile: Berlusconi lo aveva capito da tempo..) e ai suoi raid aerei e attacchi contro l’Isis e ciò che questa forma religioso-mussulmana rappresenta veramente.., sembra tutto molto più evidente. Accordo d’intenti che potrebbe persino rilanciare,  un possibile ruolo del Presidente russo per la rinascita religiosa non solo della propria compagine sociale ma, grazie al rapporto con la Roma petrina, anche dell’intero Occidente..Putin peraltro si è più volte apertamente proclamato cristiano..(anche se solleverei qualche forte accezzione sui vero significato..di questa aperta conversione: un Bilancia, anch’esso come tanti di mia conoscenza, maramaldegiato da Plutone e da Urano senza alcun dubbio autori di questa ennesima rivoluzione..). Due mesi prima dell’incontro con il papa del 25 novembre 2013, in  occasione di un Forum internazionale, aveva duramente stigmatizzato la perdita di fede dell’Occidente: “I Paesi euro-atlantici, aveva detto, stanno ripudiando le radici cristiane che costituiscono la base della civiltà occidentale. Essi rinnegano i principi morali e tutte le identità tradizionali: culturali, religiose e financo sessuali. Stanno applicando direttive che parificano le famiglie a convivenze di partners dello stesso sesso. Registrano partiti politici che promuovono la pedofilia. In molti Paesi europei, la gente ha ritegno, paura, vergogna a manifestare la propria fede”…Parole testuali..che sembra incredibile leggere se espresse con tanta partecipazione da un leader sovietico..!! Ahh quel plutone antimaterico…mio caro Putin.. Non è difficile capire quali potrebbero essere le conseguenze in tutto il mondo se la conversione della Russia, preannunciata se non ricordo male, dalle apparizioni della “Madonna a Fatima” nel 1917, cominciasse ad avverarsi in modo visibile e significativo…!! Anche se non voglio fare e farmi illusioni più di tanto..,in quanto penso che comunque sia tutto questo ragionamento sottoposto a ben altre traduzioni (il mio canto antico: C’è di più..) che solo una corretta diagnosi astrologica è in grado di assolvere una volta compreso e decriptato il simbolo che essa sottende sin dall’origine dei tempi..Sarà per questo che è boicatata…mi sono sempre domandato?? Restando a noi però la nuova Russia rappresenta oggi l’unica potenza che si difende dal relativismo morale imperante in Occidente (affrontandolo apertamente nei rituali meeting tra grandi dei G8..), accettando l’influsso della Chiesa: intesse infatti rapporti di positiva collaborazione con altri grandi popoli asiatici, proclama la sua avversione alla preponderanza della grande finanza che ha consolidato quella “globalizzazione dell’indifferenza” tante volte denunciata, un po troppo a parole, vorrei aggiungere, anche da Papa Francesco. Per alimentare il credo profetico-religioso che tanto spunto ha come fonte di fede tra i fedeli sarà bene comprendere e ricordare a fondo il significato delle apparizioni della Madonna ai tre bambini alla Cova da Iria (Portogallo): la Madonna di Fatima.. Esso ci spiega come l’avvento di quel periodo di pace promesso dalla Vergine Maria nel corso dell’apparizione del 13 luglio 1917, sarà possibile solo quando un Papa (Papa Francesco…eletto sotto l’egida del numero 13..) romperà gli indugi e obbedirà pienamente a ciò che la “Madonna di Fatima” ha chiesto: cioè la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato…Può sembrare una forzatura questa traduzione ma tant’è…Chi sa di teologia sa che questa è la corretta traduzione dell’apparizione di Fatima. Senza questa obbedienza di Begoglio, che fin dall’inizio del suo pontificato ha comunque dimostrato di essere molto devoto alle apparizioni di Fatima, già da tempo riconosciute dalla Chiesa, si avrà l’alternativa tragica del famoso terzo segreto ormai, più o meno, pubblicato, in pratica quella “terza guerra mondiale” che, secondo Papa Francesco, si comincia a intravedere (questa affermazione risale al novembre scorso, rispondendo a una domanda dei giornalisti in aereo)…Ricordo per i più smemorati che le apparizioni della Madonna di Fatima avvennero in piena Prima Grande Guerra mondiale. Ciò che ancora manca a Putin è un ampio progetto culturale, fondato su valori spirituali in cui possano riconoscersi i popoli dell’ex-URSS, e che li aiuti a vincere le spinte centrifughe di cui, come nel caso dell’Ucraina, approfitterebbe il sistema finanziario che fa capo alla UE e agli Stati Uniti. Insomma bisogna comprendere quindi che l’exploit di Putin e il ruolo della Russia non è affatto frutto del caso ma è al centro di quell’incontro d’immagini…legato al Bacio sull’Icona di entrambi i leader: un bacio certamente per la salvezza dell’identità cristiana del vecchio continente, ma anche per la liberazione dei popoli europei dalle grinfie di un’Unione Europea sempre più laicista, che se si vuole comprendere, è beninteso dalla configurazione solstiziale.. In chiave strettamente religiosa è un fatto ineludibile che il gesto di Putin nei confronti di Papa Francesco nel 2013 è stato eloquente: solo la Madonna ci unisce nella ricerca della Giustizia, della Pace e anche della Fede cristiana in un tragico momento storico come quello che stiamo vivendo…!! Questa, è la lettura iconogrofico-religiosa appunto: direi quella ufficiale.., quella che, in un modo o nell’altro, ci vanno propinando da secoli, per non farci capire la Verità vera che ci compenetra come esseri terrestri di un universo immenso ma, come si sa, io non credo alla trascendenza religiosa, men che meno a quella trasmessa in chiave immanente..: sono ateo e lo dico chiaramente, nel rispetto peraltro dell’altrui pensiero s’intende. Fatima secondo il mio modo di pensare ma anche le tante altre Madonne delle apparizioni sparse un po ovunque sull’orbe terracqueo, pur nel rispetto delle altrui credenze, è un fenomeno irretente la credulità popolare..(altro che astrologia..). E’ un consentito apparato religioso utilizzato nei secoli da certa Chiesa di cui, nella mia umile ignoranza, diffido…come qualsiasi cosa che tende a spiegare il trascendente (Dio, Madonna ecc..ecc..) tramite mezzi della realtà immanente, senza che ci sia un adeguato vocabolario che ne possa spiegare la sostanza legittima d’intesa se non la sbandierata legge della Fede. Lege sacrosanta, ci mancherebbe, ma valida per qualsiasi tipologia di fede però se accettiamo di base la sua esistenza..Io credo che dietro questo tipo di messaggi ci sia nascosto ben altro.. e, se proprio di apparizioni si deve parlare ,io mi riferirei molto più “realisticamente” a tutte quelle svariate forme, ampiamente affermate e conosciute ormai, riferite inopinatamente, meglio relegato, al mondo dei cosiddetti fenomeni paranormali o extraterrestri (alieni o Ufo) che tanto extra al dunque non credo proprio che siano…,come spesso dico nelle mie conferenze in riferimento ai miei poderosi studi sulla dinamica del Centro Galattico.

E, astrologicamente, proprio la presenza della Luna Piena in Granchio di Natale (esatta alle 12,11 di domani 25 dic) ci conferma questa tendenza specificatamente emotiva, chiave usuale per questa Luna Piena consegnata alle qualità emergenti del segno materno per eccellenza che racchiude in se le antiche emozioni di Tenerezza, di Appartenenza e di Rigore morale e patriottico. La Tenerezza è una qualità tipicamente cancerina, sentita come la via del nutrimento e della sicurezza. Essa include la capacità di essere consapevoli, dice F. Santoro, sia dei nostri propri bisogni sia di quelli degli altri, compiendo azioni che rivelano la generosità abbondante della rete della vita, operando con cura e gentilezza verso se stessi e gli altri. Una Luna quindi foriera di questa verità alta (e altra..), concedendoci la necessaria e corretta traduzione, illuminando, con la sua luce limpida, il teatro in progressivo disfacimento delle azioni umane..che è ben descritto, a saperlo leggere, dal quadro della configurazione solstiziale così imperniato sulla dinamica lunare.

Che dire: forse siamo alla fine di un mondo, quello occidentale, troppo materialistico…? Con l’ICP scorpionico, quindi plutonico e marziale, sul Sostizio invernale qualcosa deve morire e qualcosaltro deve nascere..: questo è un fatto.  

TRADUZIONE DEL SIMBOLO SOLSTIZIALE

La novità che ci proponiamo ad ogni fine anno per l’anno che verrà può essere banale, trita, finanche noiosa, anzi senza dubbio lo è, ripetitiva cantilena secolare di auguri mai risolti, di vita nuova e felice come fosse una pillola da prendere e tutto accade.., ma non è così: per renderla efficace serve una preparazione, un PENSARE PENSIERO…, utile a vedere oltre le solite chiacchiere sdrucciole di fine anno, che è l’apice del Solstizio, degli auguri inneggianti a novità future che mai, o quasi mai, si realizzano.. Preparazione come quella che Dalla propone: agiamo prima la mente per il cambiamento se veramente lo vogliamo altrimenti si tratta di rito da retroscena, rito della durata e della pazienza che colpisce di certo la fantasia, ma si consuma in breve se non lo iscriviamo nelle nostre anime indelebilmente come vessillo solstiziale a cui rendere omaggio “liturgico”, direi, perchè si realizzi la ..novità autentica che la profonda simbologia del Solstizio pretende: è impossibile poter parlare del Solstizio d’Inverno con le stesse parole che ognuno aveva dentro di sé l’anno precedente, così per ognuno saranno inopportune, al prossimo Solstizio, le parole e le vicissitudini interiori del Solstizio presente. Basta con le cantilene prescritte a tavolino tutte uguali anno dopo anno..C’è una liturgia del Solstizio da rispettare nella sua unicità irripetibile nei fatti e nelle maniere..che poi è la sua anima mundi.. PENSIAMO IL PENSIERO agendolo in termini significativamente innovativi, non ripetendo innanzitutto le solite litanie annuali di auguri amorfi che, aldilà del piacere di farli o di riceverli, non danno alcun valore aggiunto all’idea del vero cambiamento che il passaggio solstiziale pretende…

E’ quindi impossibile poter parlare del Solstizio con le parole che ognuno sentiva in se nell’anno, negli anni precedenti: per i neo-pagani, i new age e ogni altro genere di neospiritualisti, uno scienziato o un astrologo dei nostri tempi –gente questa che fa tutta parte della stessa paccottiglia, avanguardia più o meno consapevole del “materialismo dirompente- questo non è che un fenomeno naturale; da studiare o “celebrare” in quanto tale, con una sterile adorazione all’occorrenza, alimentando ancor di più l’ego nei suoi aspetti intellettivo o emozionale. È un vivere, questo, il momento nella maniera esattamente opposta a quella che il simbolo, che in questo momento irrompe nella storia, ci vuole comunicare.
Al semplice quesito su quale sia il significato del Solstizio d’Inverno, non si potrebbe non rispondere con quella Verità universale che già Ezra Pound, poeta e scrittore scorpionico doc, rese celebre e monolitica nella frase «Rinnovatevi col Sole, e con ogni Sole rinnovatevi».  Pound era colui che sosteneva appunto plutonicamente:” Per togliersi la vita bisogna possederne una, esistere, e così non è per tanta parte degli umani”..!! Lui sì che avrebbe potuto: ne aveva diritto, ma preferì, immancabilmente per uno scorpione, il silenzio d’un canto interiore. 
Proprio in virtù di questo rinnovamento non è mai possibile vivere il Solstizio ogni anno con la stessa consapevolezza; sempreché, tra l’altro, il “lavoro” che di anno in anno si conduce (o si dovrebbe condurre..) sia reale ed effettivo: agente sulla nostra anima. “Celebrare” semplicemente, o forse sarebbe meglio dire “semplicisticamente”, il Solstizio nella singola data del 21 dicembre, in particolare lì ove vi fosse una consapevolezza più elevata rispetto a quella dei neospiritualisti, sarebbe un po’ fare come quelle persone che, nascoste e vigliaccamente silenti durante un periodo bellico, si vantano nel giorno conclusivo della guerra dei loro merito e vogliano salire sul carro con i vincitori, per spartirvi un’immeritata vittoria. Questo perché il Solstizio d’Inverno rappresenta invece simbolicamente la battaglia finale  di una guerra, che dura tutto l’anno, non in quel momento di quel fatidico giorno…: il dramma tra la Luce e la sua assenza; battaglia che vive il suo attimo più drammatico dal momento in cui le tenebre cominciano a prevalere apparentemente sulla luce. Sappiamo infatti che in base al Principio del “Come in alto così in basso”, la natura non è che l’espressione manifestata e simbolica della Realtà metafisica, dalla quale procede. Ciò che accade naturalisticamente è quindi l’immagine di ciò che accade metafisicamente, durante il Solstizio… Vivere con lucidità questa battaglia è poter rispondere sempre più serenamente e con chiarezza al quesito che in ogni momento della nostra giornata dovremmo porci:”Sono io la situazione, l’emozione, il condizionamento, lo stato d’animo che sto ora vivendo, il lavoro che sto compiendo, il desiderio per l’oggetto che sto ora bramando..?”. Guardarsi intorno e capire che, pur potendolo vivere, tutto ciò che ci circonda ci è del tutto estraneo, come per un guerriero in battaglia è del tutto indifferente un nemico ormai neutralizzato. Dopotutto siamo nati del tutto privi dei condizionamenti e dei vizi che ogni giorno ci mettiamo addosso; allo stesso modo possiamo serenamente vivere senza. Combattere col Sole vuol dire affermare la sua presenza nel nostro cuore, prendendo anche noi parte, nella nostra interiorità, a quella battaglia. Un’attenzione particolare, delle rinunce a qualcosa di materiale che ci rendiamo conto abbia particolare presa sulla nostra anima, una determinata sobrietà, delle astinenze, non sono altro che le armi con cui possiamo, nel nostro intimo, affrontare e sconfiggere le tenebre che singolarmente ci attanagliano. Sono le lame con cui recidere i nodi dell’attaccamento alla mondanità…(che la spada infuocata di Putin -Marte al C.G.- sta presentando, appoggiato dal gesuitismo cristiano di Francesco, al mondo intero “deromanizzandolo” come scrissi in ALCHIMIE..con grande anticipo..sui fatti odierni). Tengono alto il nostro grado di difesa contro tutti quei nemici, tutte quelle scorie, che durante l’anno, quando splende il Sole, “potendoci permettere di abbassare un po’ la guardia”, cercano di annidarsi, si annidano in noi. Sono queste le armi con cui l’uomo riafferma la sua sovranità e la sua virtù sulla sua dimensione infera, trasfigurando quelle forze e quegli impulsi in nuova semenza da far fiorire in sé, con cui affrontare i nuovi progetti che si pone, per l’anno che verrà…: nuova ripeto, mai uguale a se stessa..come purtroppo accade regolarmente nella pantomima delle cosiddette festività natalizie. Capiamo cosìcchè vivere il Solstizio non è partecipare al momento culminante, visibile come fenomeno naturale, ma è prendere parte alla battaglia che inizia già tempo prima, con l’irrompere dell’autunno: momento in cui la luce si accorcia rispetto al buio.
Interiorizzare il Sole Nuovo è accorgersi che tutto quel che di superfluo prima ritenevamo parte integrante e determinante delle nostre vite e nel trascorrere dei nostri giorni, d’un tratto non lo è più, sciolto, come la neve dell’inverno dal Sole che trionfa. Senza alcun rimpianto, come un qualcosa di totalmente naturale.

L’ascesi solstiziale è dunque tornare a scoprirsi nudi dai vestimenti indossati dall’ego per coprire le sue debolezze, per assecondare quell’aspetto istintuale e naturalistico che è il suo più ghiotto “auto-nutrimento”.
Il Cristo, lo abbiamo letto, in realtà è presente come scintilla, potenzialità di luce e illuminazione dentro ognuno di noi: non si nasce Cristo.. L’agilità aspettuale dell’Aquilone, modello planetario energeticamente intenso, beneaugurante la fase sostiziale d’inverno consente il vero salto quantico da proporre alla nostra capacità di fare Pensiero: è attraverso il percorso spirituale, attraverso il viaggio della conoscenza che s’incontra l’Amore che anima, lui si, quella profonda scintilla, pronta a divenire Fiamma possente e calorosa. Siamo esseri immortali, capiamolo una volta per tutte, con infinite potenzialità, in noi il seme del “divino” è sempre in attesa di essere nutrito, amato e lasciato libero di sbocciare…Sta a noi crederlo.

AUGURI A TUTTI DI VERE E ILLUMINANTI FESTIVITA’

 

   Roma 22.12.2015                                                         Claudio Crespina     

bibliografia e sitografia

– René Guénon, Alcuni aspetti del simbolismo del pesce, in Simboli della Scienza Sacra;

-“Dies Natalis Solis Invicti” Alberto Mariantoni.

– Franz Altheim, Storia della Religione Romana.

– Julius Evola, La Tradizione di Roma.

– G.Brienza

– L.Zingaro
  

Riguardo L'autore

Redazione Il Nadir

Il dr. Claudio Crespina, astrologo, filosofo, counselor psicologico-comportamentale e ricercatore nasce sotto il segno del Capricorno a Roma, una città così significativa e simbolicamente attraente, per i suoi continui richiami storici ed esoterici che credo superfluo e inutilmente ripetitivo spiegarne la grandezza e l’importanza.

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