Million dollar baby. Professione genitore: la coerenza come forza
Sono anni che provo a scrivere qualcosa su questo film così importante e così invasivo che, appunto, ogni volta non riuscivo a svolgerne il tema, come se fosse imperscrutabile per me, come se non dovessi approfondire, come se la vocina interiore mi dicesse:” ma a chi vuoi che gliene frega se significa questo o quest’altro….”. Per Tema non intendevo quello astrologico, che non mi ha mai preoccupato…anzi, intendevo proprio il filo conduttore del film…, quel quid che era entrato prepotentemente in me, grazie alla spinta di quel genio di quel cawboy di Eastwood nel vedere (più volte ormai) il suo capolavoro che con una forza dirompente, intimamente, mi ha rubato l’anima graffiandomela… di nuovo.
Per capire la necessità intima di Clint Eastwood, il cowboy senza macchia e senza paura, il tenente Callaghan e la sua 44 magnum difensore dei deboli, bisogna analizzare questo “mostro” sacro del cinema… Hollywoodiano.. accettandolo come appare e solo dopo provare a bussare alla sua anima perché la chiave dei suoi sentimenti è tenuta ben nascosta da quell’Ascendente Scorpionico. I detrattori lo trovavano inespressivo e poco carismatico, famosa è la risposta che Sergio Leone dava a chi gli chiedeva perché gli piacesse Eastwood come attore: “Mi piace Clint Eastwood perché è un attore che ha solo due espressioni: una con il cappello e una senza il cappello” : appunto è un gemelli (Castore e Polluce….) come dire, bi-espressivo un po’ Castore, un po’ Polluce oppure quale dei due è l’uomo Clint Eastwood, e quale è l’attore….? La mitologia spiega dettagliatamente la famosa “doppiezza” di questo segno che spesso viene fraintesa come insincerità. Le figure semidivine connesse al segno sono i figli di Leda, Castore e Polluce. Polluce avendo geni divini possedeva una conformazione caratteriale molto spirituale e retta. Castore, avendo esclusivamente geni mortali, mostrava un carattere aggressivo, istintivo e volubile. Inoltre, e differenza non da poco, il primo era destinato all’immortalità, il secondo, al contrario era assolutamente mortale. Un incidente di percorso volle che il mortale Castore venisse ferito mortalmente e Polluce l’immortale pregò il padre Zeus di salvarlo donandogli l’immortalità. Zeus commosso decise di accontentare il figlio trasformando i Gemelli nell’omonima costellazione con lo scotto di soggiornare per metà dell’anno negli Inferi e per l’altra metà sull’Olimpo. Sembra fatta apposta per il Clint Eastwood di “Million dollar baby” (2004) e di “Gran Torino” (2008). In definitiva il Segno dei Gemelli è l’equilibrio degli opposti, la pietra filosofale nata dalla decomposizione dello Scorpione. E’ il Sole e la Luna, la Luce e la Tenebra, l’Odio e l’Amore: Gemelli è il Sole di Eastwood, Scorpione è il suo Ascendente, segni “governati” da Plutone, uno in esaltazione,l’altro in domicilio primario. Plutone, governatore dell’ascendente, staziona in 8^casa (d’acqua) nel Granchio (segno d’acqua) , congiunto a Venere, entrambi opposti esattamente a Saturno dignificato in capricorno in 2^casa.
Per i cultori dell’astrologia questo quadro è già parlante in relazione a tutto quello che riguarda l’immagine filmica e non, di Clint Eastwood, che arriva a noi spettatori. In Clint uomo-attore certamente convivono entrambe le anime gemelline: l’immortale Polluce è l’invincibile e veramente immortale Clint dei western di S. Leone, dell’ispettore Callaghan e della serie televisiva. Castore, il mortale, lo dimostra in uno dei suoi capolavori maggiori “Gli Spietati”e nel film Changeling.
Il Nadir in Aquario chiarisce con fondamentale incisione la sua necessità di libertà e la sua inalienabile indipendenza a cui deve continuamente riferirsi per vivere la sua anima fino in fondo (coerentemente con la forza derivante dall’immagine che lui ha creato di se) e non lasciare nulla d’intentato delle sue manie (Urano in V^: tanti figli per non “avere” figli) e dei suoi complessi (Madre ingombrante e incisiva: Luna in Leone e Nettuno congiuto al Mediocielo) che “urlano” all’interno delle sue viscere lacerandole, lasciando scoperta la ferita kironica, (kirone, congiunto al discendente in toro, opposto all’Ascendente scorpionico e quadrato esatto al Nadir in Aquario, contatta i punti della croce dell’essere in un perfetto quadrato a T che appunto, sgorga sangue senza soluzione di continuità, sia nei films che nella vita reale….) mai guarita veramente negli anni dei primi successi anzi, come dire, involontariamente, inconsapevolmente coltivata(trigono Marte-Nettuno).
Affrontata e analizzata poi, dall’uomo-regista, maturo e maturato, nel film simbolo “Million dollar baby” con dolore, impegno e coerenza assoluti. Valori questi che hanno prodotto la conseguente catarsi psichica (Marte in Ariete in 6^, quadrato alla luna è il vagabondo che è sempre troppo inquieto per avere una casa -in senso largo- come punto fermo, ma anche l’indipendenza-Marte dalla madre-Luna irrisolta-quadrato nella mente adolescente di Clint) realizzata poi, quattro anni dopo, nella piena maturità spirituale, dell’uomo-più che uomo- disegnato da Rudhyar, nel film capolavoro “Gran Torino” che è il suo testamento da attore e mi dà il destro per approfondire il concetto che voglio analizzare delle problematiche di Eastwood tutte rifacentesi alla sua necessità di coerenza sia nel mondo irreale del cinema che in quello reale della vita, spesso difficili da distinguere senza la necessaria forza d’animo.
Portando sullo schermo, nei panni di Walt Kowalski, un ensemble
dei personaggi interpretati nel corso della sua carriera (Walt è il pistolero di Per un pugno di dollari che offre i suoi servigi alla comunità, è l’ispettore Callaghan che non si separa mai dalla sua 44 Magnum -come Walt non rinuncia al suo fucile-, è il maestro di vita che -come in Million Dollar Baby- insegna al suo allievo a crescere) si ritira definitivamente dal mondo della celluloide come attore per risorgere (Ascendente scorpione e Plutone dominante) come saggio uomo-regista che insegna, finalmente insegna, la vita a se e ai suoi figli. Il corpo di Walt sventrato dalle pallottole disteso per terra in mezzo ad una strada, è anche il modo migliore per Clint Eastwood di congedarsi come attore. Lui, che prima d’ora non era mai morto, decide di salutare il suo pubblico con una doppia fine: quella di una carriera, e soprattutto quella di un eroe. Quel che resta di Walt Kowalsky è solo la Ford Gran Torino (finalmente uscita dal garage per affrontare la strada…l’ombra ) che, come un vero padre, decide di donare al giovane Thao, l’unico vero figlio portavoce del suo patrimonio spirituale.
Ecco il vero leitmotiv, il cruccio, il blocco, l’ombra che ha dissanguato la mente di questo grande attore-regista: Il vero padre che non ha mai “avuto”(di cui ne “trattiene” il nome anche come attore), e che ha sempre cercato di essere (Saturno opposto al Plutone, dominante del tema) rappresentandone le parti prima da eroe invincibile e poi da maestro ispirato ma sempre come persona fredda, decisa e isolata (la sua Venere opposta a Saturno che psicologicamente è un aspetto duro, conferisce un carattere freddo, eccessivamente rigoroso e distaccato, a volte diffidente..) Una Venere che disegna un pamphlet di ristrettezze affettive e minimalismo sentimentale, bisogno di solitudine vissuto come principio d’incomprensione e di desertificazione sentimentale –Venere/sentimento congiunta a Plutone/deserto-. Padre che, in “Million dollar baby” fa “vedere” di voler…. Essere, con la grandezza di quel film che credo, pochi hanno capito nella sua interezza, aldilà della finzione scenica. Professione genitore, dico, con quel quadrato Saturno-Urano che si scarica in V^-figli, è il leitmotiv del significato del film: il rapporto genitoriale nel suo significato ambivalente genitori-figli e figli-genitori; (costante l’inalienabile sottofondo dei due gemelli mitologici, anche come effetto scenico: tutto è doppio dall’uomo all’umore..siamo in un continuum plutoniano -Plutone si esalta in Gemelli, non dimentichiamolo mai quando si parla di Eastwood-) legato indissolubilmente al principio di coerenza che in Eastwood, sia attore che uomo, non sembra mai essere venuta meno, grazie ad una capacità di forza interiore senza paragoni: il dolore che ne deriva è tanto…(nonostante l’appagamento economico) e la ragazza-pugile ne è l’emblema femminile di questa forza-coerente al punto di trinciarsi a morsi la propria…lingua.
Million dollar baby, vincitore di quattro premi Oscar, con attore protagonista e regista appunto Clint Eastwood, è la storia di una giovane donna, Maggie, e di un uomo in età avanzata, Frankie. Lei è una cameriera in cerca di un riscatto personale e sociale attraverso la boxe -Castore-; lui è il gestore di una scalcinata ma umanissima palestra di pugili -Polluce-. Lei cerca un padre –prematuramente scomparso- l’unico in famiglia con il quale aveva avuto un rapporto significativo; lui cerca una figlia che non vede da anni (Marte, governatore della V^ arietina-figli, quadrato alla Luna leonina-madre, sente tutte le difficoltà dell’accesso materno, per un uomo con quel Saturno dignificato, solitario “eroe” del tema, pronto a combattere contro tutto e contro tutti –palestra di pugili-) e che ostinatamente respinge, tutte le lettere che lui le invia, al mittente. I due, insieme, arriveranno al successo (Nettuno-sogno, finzione, cinema-, congiunto al Mediocielo in X^), fino all’evento tragico che segnerà la fine di un sogno e il definitivo consolidarsi di una relazione profonda tra i due personaggi.
Al termine del film, la voce narrante chiuderà così l’ultima scena:”Frankie non è mai più tornato./ Non ha lasciato neanche un messaggio, nessuno ha mai saputo che fine abbia fatto (opposizione Plutone-Saturno sull’asse 8^/2^)./ Ho sperato che fosse venuto a cercare te (la figlia naturale…)./ A chiederti per l’ennesima volta di perdonarlo./ Ma forse non c’era rimasto più niente nel suo cuore./ Spero solo che abbia trovato un punto dove vivere in pace./ Un posto in mezzo ai cedri e alle querce./ Sperduto tra il nulla e l’addio./ Ma forse è soltanto un’illusione./ Ovunque si trovi adesso, ho pensato fosse giusto farti sapere chi era veramente tuo padre”. (cfr B. Silvioli)
Storia drammatica, e non poteva essere diverso con un Tema Natale dettato da Plutone e Saturno, e intensa che fa emergere il complesso bloccante di Eastwood che poi è un j’accuse alle problematiche generazionali tra genitori e figli e la loro relazione. Il film parla di quanto è profonda questa esigenza e di quanto piuttosto facilmente si può disattenderla. Devo menzionare Jung, quando afferma che:“gli influssi più forti che agiscono sui bambini non provengono affatto
dall’atteggiamento cosciente dei genitori, bensì dal loro sfondo inconscio”. E aggiunge:” ciò che più influisce di norma sul bambino a livello psichico è quella vita che i genitori non hanno potuto vivere, quel pezzo di vita che eventualmente avrebbe anche potuto essere vissuto, se certi pretesti più o meno sottili non l’avessero impedito. Si tratta, prosegue Jung, di un aspetto della vita a cui ci si è sottratti, magari con una pia menzogna. Da qui si svilupperanno i germi più virulenti”. Un esempio per capire è il classico padre ad una partita di calcio del figlio. Il padre pensa di essere il padre di un campione affermato, mentre il figlio non riesce a farsi una ragione del perché il genitore non capisca le sue difficoltà, non lo aiuti, non lo conforti invece di inveire contro di lui. E’ come se il padre vedesse un’immagine diversa da quella del figlio reale, come se avesse una benda sugli occhi, come se giocasse a moscacieca, mentre su quella benda si riflettono immagini interiori e non il figlio reale.
Altro esempio che ritorna spesso, nelle mie esperienze di anni, è la madre e le aspirazioni scolastico-culturali nei confronti del figlio. La situazione è simile alla precedente: il bambino reale rischia di non essere visto, bensì la mamma vede nella sua benda, Einstein o Aristotele, ma non riesce a prendere contatto col bambino reale che ha davanti a se. Ora, se ci si mette invece, dal punto di vista del bambino, lui si sente trasparente: se il genitore è nel proprio mondo immaginario quando si relaziona con lui, quale possibilità ha il bambino di farsi sentire, di esprimere le sue paure, le sue angosce…? Al bambino non resta che seguire la stessa strada indicata dai genitori: la fuga nell’immaginario. Così ad un genitore che si rapporta con un figlio immaginario farà da sponda un bambino che si relazionerà con genitori immaginari. Perché capite quanto è difficile rapportarsi con dei genitori che non ti capiscono rispetto a dei genitori perfetti: immaginari ma… perfetti!!
Potrei continuare e lo farò con un altro articolo, per approfondire quella che oggi certamente è una piaga dilagante, che in questi anni mi ha distrutto l’anima facendomi comprendere però (Plutone all’Ascendente Sagittario, il mio) che la rinascita sta nel confrontarsi con serenità, entrando nel campo visivo dell’altro –figlio o amico-, togliendosi finalmente la benda per guardarsi negli occhi, comunicando e stringendo un vero contatto fisico con le sue debolezze e le sue forze. Mi limiterò a dire che, Il Saturno “solitario” dalla parte dell’Io, contro il resto del tema dalla parte dell’altro, spiega in modo efficace, la lotta interiore, per l’impossibilità del bambino Clint Eastwood (saturno in 2^ blocca, cristallizza la fase adolescenziale) di un incontro reale col padre reale, sulle questioni fondamentali della vita: affetto, accudimento, protezione, comprensione e la conseguente fuga dalla realtà, che meglio spiegata da un’attività spettacolare e decisamente immaginaria, come quella del cinema, non potrebbe essere. Lì, lui realizza quello che non è riuscito a realizzare nel mondo reale, o meglio quello che per tutta la vita avrebbe voluto realizzare per se bambino e poi per lui padre, continuamente assente, nonostante una presenza effimera che ha rilasciato coerentemente dolore per tutta la vita. Solo con questa forza coerente, Eastwood, e con lui, i suoi personaggi-attori, ha trovato un possibile riorientamento dell’anima, in un…. “posto in mezzo ai cedri e alle querce, sperduto tra il nulla e l’addio”…… fa dire alla voce parlante, del grandissimo Morgan Freeman, alla fine del film.
Dr. Claudio Crespina