Il cinema e l’astrologia, due modi simili di guardare la realtà, perchè entrambi usano simboli per esprimere il loro linguaggio dell’arte di vivere. Uno tra i più grandi interpreti di questo connubio geniale è Stanley Kubrick, che col suo cinema ha scritto pagine indimenticabili e istruttive per tutti coloro che non si sono mai accontentati di…vedere solamente un film, ma hanno cercato di capirne il senso e il significato. L’accostamento ad una lettura astrologica è facilitato dalle proiezioni filmiche di Kubrick, che come cerco di spiegare, è un plutoniano di razza, avendo l’astro della trasformazione, appoggiato all’ascendente, quindi dominante. Plutone poi, come sarà meglio spiegato in altre sezioni, è artefice supremo del mondo sotterraneo, luogo-anima del Nadir; pertanto in Kubrick si esalta tramite la sua capacità artistica, esternando continuamente le necessità trasformative sia dell’uomo Kubrick, che del suo sosia animalesco, che neanche tanto sommessamente, vive in lui, come si capisce in Eyes wide shut, quando trasforma Tom Cruise alternandolo nel semplice e nel complesso, senza lasciarne capire il vero confine. Proprio come fa e agisce Plutone, quel Plutone dominante la vita e la mente del regista. Quindi grande accostamento di temi e di interessi tra astrologia e cinema la cui sinergia può aiutare l’Uomo a capire e a dirimere gli intrigati meandri della sua psiche. L’ispirazione per il film derivò dal romanzo di Arthur Schnitzler “doppio sogno” o “Traumnouvelle” uscito a Vienna nel 1926, un anno prima della nascita di kubrick avvenuta a New York da genitori giunti, se così si può dire, dall’impero asburgico.A farne un film kubrick aveva pensato da quarantenne (passaggio di Urano all’opposizione dell’Urano natale), ma lo ha girato solo a 70 anni circa, perciò il film risente sia della rabbia adulta dell’uomo con due matrimoni saltati alle spalle con relativi divorzi, sia dall’equilibrio senile merito del rapporto finale con la sua terza moglie Christiane Harlan,(nipote del regista tedesco Veit, quello di “Suss l’ebreo”).
Ma il vero ispiratore e coordinatore dell’idea kubrichiana è stato il cosceneggiatore, Frederic Raphael, già collaboratore di S. Donen e sopratutto di John Schlesinger, che nel libretto “Eyes wide open” libera e disegna l’intero sentire di kubrick spingendosi nelle viscere più oscure e remote del suo animo nel regno privilegiato di Plutone. Il Plutone di KubricK,congiunto a Mercurio,ne delinea l’ascendente in Cancro o Granchio, come mi piace dire per differenziarlo dalla malattia omonima e per rispettarne le sembianze del simbolo, e ne dilania la personalità dominandola, stazionando in congiunzione all’Ascendente con il suo Mercurio prometeico che gli ordina di essere un pensatore e una persona insieme, attraverso l’uso del fuoco solare strappato al cielo: questo fuoco brucia e distrugge. Le riprese del film iniziano nel novembre (mese scorpionico e sede naturale di Plutone) del 1996 e si concludono nel gennaio (mese saturnino ) del 1998 finendo l’intero lavoro del montaggio poco prima , si dice una settimana, di morire, nel marzo (Mediocielo di Kubrick a 18° dei Pesci) del 1999, non senza suscitare il solito vespaio di polemiche sui capolavori realizzati dal regista a partire da “arancia meccanica” in poi. Il film più lavorato e complesso che sia stato dato di vedere, un film che richiede espressamente una attenzione efficace e capace di “intendere e di volere”, parafrasando dettami psicologico-legali, è un’opera sofisticata e, nella sostanza, magica. Stanley Kubrick è considerato uno dei più importanti registi del secolo scorso (XX°) in funzione della sua capacità espressiva, lontana dai canoni hollywoodiani, in contatto invece, con realtà sempre multiformi dei generi a vasto spettro da lui raccontati con grande tecnica trasfigurativa (non a caso ebbe dopo poco carta bianca per agire in quasi tutte le sue opere cinematografiche).
Il senso estetico dei suoi film è il risultato di un lavoro d’integrazione fra diversi canali comunicativi: il contesto reale delle sue storie è infatti un tessuto di immagini e di suoni (musica), intesi come elemento fondamentale per veicolare emozioni e sensazioni profonde negli spettatori. Ma la vena aurifera che scorre nelle sue arterie è legata ad una vera e propria ossessione per la fotografia (Sole in Leone in seconda-con Placido- congiunto a Venere, e sopratutto quel Nettuno, pianeta simbolo dell’arte in senso maggiormente espressivo e pittorico, dispositore del Mediocielo in Pesci, in 2^casa, specifica, come si sa, dell’immagine e della fotografia,-con la domificazione di Campano, che io spesso uso, per capire maggiori dettagli che Placido credo non possa dare-e inoltre, pianeta focale di un quadrato a T che rende continuamente energia vitale collassata dall’ulteriore opposizione di Marte in Toro opposto appunto, alla Luna scorpionica). La passione per la fotografia, dicevo, è uno dei punti chiave della sua carriera: Kubrick poteva passare ore intere a studiare un’inquadratura, assillando attori e comparse e tutto lo staff addetto ai lavori, e ricevendone in cambio un mistico rispetto. E’ nota la sua gentilezza e la sua modestia nello scusarsi per i suoi rituali relativi a tecniche cinematografiche lunghe e asfissianti. Il risultato, però, è sotto gli occhi di tutti al punto che ogni suo film può essere ricostruito inquadratura per inquadratura grazie alla cura, decisamente ossessiva, plutonica direi, per i particolari dell’immagine, per la prospettiva, le angolazioni, e l’illuminazione, per la posizione degli attori e degli oggetti di scena. Il tempo stesso dell’azione è utilizzato dal regista come un preciso veicolo espressivo e di immagine: le inquadrature sono spesso prolungate, esitanti, gli attori sembrano muoversi e recitare in uno stato ipnoide (Nettuno -vedi sopra-)e trasfigurante i significati archetipi dei movimenti, cosicchè lo spettatore stesso, può, se ne sente la necessità, indugiare sulle singole e virtuose componenti dell’immagime.Kubrick, più che alla parola e al verbalizzato-Mercurio-,era interessato all’organizzazione spazio-temporale della narrazione attraendo lo spettatore in una sorta di viaggio metacomunicativo e metariflessivo. Un Mercurio in Granchio o Cancro, quello di kubrick leso, astrologicamente parlando, ma lirico per il mio modo di vedere e sentire astrologia -senza i dilemmi dialettici del buono e del cattivo-,congiunto a Plutone, sempre lui, appoggiato alla linea della coscenza appunto dello spazio-tempo, Ascendente/Discendente-,quadrato a Urano, il lampo, il fulmine, il …flash fotografico usato contro….!!! Quadrato a X-Proserpina, nelle vestigia più efficaci di un continuum spaziotemporale inesorabile e ineluttabile, ma sopratutto quinconce a Saturno, Kronos, il tempo(arte dei colori e delle immagini ipnoidi) “limitato” in uno spazio(arte della mente e della fisicità del pensiero stravolto e da stravolgere). Egli, Kubrick, non sa parlare con le parole quanto è capace di restituire con le immagini, usando come arma concettuale e mnemonica,Mercurio cancerino, il tempo e la sua magica irreale inconsistenza (quinconce). Mercurio leso quindi ma libero di esprimere sensibilità, tramite il bel trigono alla Luna in Scorpione. Il punto in cui si trova la Luna nel Tema di nascita, è il luogo in cui l’essere è più vicino all’infanzia fisica ma anche a quella mentale e quindi a tutti i suoi recuperi e inoltre circoscrive l’istinto, anch’esso fisico e mentale. L’essere vive al livello del suo psichismo primario, del sogno, dell’immaginario, dell’emotività: in una parola il film “Eyes wide shut”. La Luna rende al film parte del suo significato proiettandolo, stavolta calza a pennello, in immagini che proteggono la sua natura istintuale dall’aggressione della ragione e della razionalità esasperata di una società senza anima. Per cui questo trigono Mercurio-Luna, immerso, nell’acqua della mente, simboleggia la sensibilità che diviene vigile, lucida, capace di captare tutte le sensazioni che invadono l’essere, buoni inoltre i rapporti con ciò che riguarda la luce -cinema- e il suono -colonne sonore – traducendole in immagini comunicative di significato onirico e inconscio, apparentemente distaccate ma in concreto, immerse in una realtà potente tanto quella reale e quotidiana. Bisogna spingersi a capire e a provare l’ebrezza del salto nel vuoto della mente e dei suoi impervi meandri, (Congiunzione Mercurio-Plutone) là dove confusamente, sembra, la realtà svanisce per lasciare lo spazio a concetti mascherati da persone e a musiche di tempi e film andati e già vissuti: i complessi psichici si esprimono di solito attraverso la “proiezione”, essa è il modo “normale” in cui i complessi possono emergere gradualmente alla consapevolezza coscente, non è un indizio di patologia, ma è un naturale meccanismo psicologico attraverso cui le componenti inconsce cercano la coscenza. Questo uso della proiezione, Kubrick, lo affronta sia sul piano reale (suo Tema natale) che su quello immaginifico attraverso l’uso vero e proprio della proiezione filmica in cui libera certamente la linea di confine tra conscio e inconscio, che, solitamente, non è mai così chiara, e che in Kubrick diviene una continua miscellanea di riferimenti reali e irreali senza soluzione di continuità. Malgrado i suoi continui sforzi di smussamento del senso della realtà, Kubrick appare ancorato ad un realismo oggettivo, a volte freddo, certamente figlio della sua inberbe carriera di fotoreporter (Sole in 2^casa): è un tecnico (Urano in Ariete) istintivo e innovatore, tramite gli effetti speciali prima in “2001:Odissea nello spazio”, le lenti ad alta velocità della Nasa, sorprendenti per l’epoca in cui uscì quel film, poi negli altri fino ad Eyes wide shut. Sconvolge e innova con quel Plutone mai sazio, all’Ascendente, grazie al suo estremo ecclettismo, la realtà del cinema dei suoi anni:”Shining” fu il pioniere dell’horror metafisico,”Full metal Jacket” ha sconvolto (Plutone) i temi del film di guerra, sottolineando come il soldato sia, essenzialmente, un assassino e affrontando così uno dei temi strutturanti la personalità intera del Kubrick uomo, la sua etica, vale a dire la scelta tra bene e male. Splendido e attualissimo il dottor Stranamore, ovvero come imparare a non preoccuparsi dell’umane sorti e “amare”…. la bomba…..!!!: indagando sull’ambivalenza (quadrato a T di Nettuno rispetto all’opposizione Marte-Luna) dell’istinto di conservazione dell’uomo, ponendolo perfettamente a suo agio fra sopravvivenza e sterminio degli altri. In “arancia meccanica” capovolge di nuovo questo schema cercando di evidenziare quanto, anche nell’insanabile buonismo di una società dispotica moderna, sia necessario per un uomo riuscire ad esprimere la sua libera scelta (libero arbitrio) tra il bene e il male, dovendo scegliere talvolta il male per istinto di autoconservazione (ad Alex viene negata questa possibilità: subito il trattamento psichico è incapace di scegliere il male per proteggersi e rimane in balia delle angherie perverse di una società oppressiva, di amici… “giusti”e di genitori indifferenti).
Proprio nel suo ultimo capolavoro, la sua arte filmica, insigne e plutonica, integrando l’etica (Sole in Leone) e l’estetica (Venere in Leone congiunti) sfugge alla facile tentazione di esprimere una morale (Giove congiunto a Kirone in Toro: quindi quadrati alla congiunzione Sole-Venere passionale, rossa e strutturante). Così e per questo motivo, Plutone, bagnato dall’acqua del Granchio, colorata di aracnide viola, dio Ade dell’oltretomba e del nero, è così motivato nel tema, da essere lui stesso Kubrick,- e se no, ne è certamente l’essenza-, l’ente erogatore di spinta e forza energetica capace di fondere le immagini e il messaggio: e la valutazione di ciò cui si assiste è, pertanto, mefistofelicamente, lasciata totalmente allo spettatore, che ingenuamente crede di decidere e di valutare, grazie anche alla capacità “uroborica” della sceneggiatura che prevede, come d’altronde in tutti i suoi film, un finale che tende ad avvolgersi e a contorcersi sull’incipit iniziale.Il film termina con un risveglio, che incoraggia l’immaginazione a tornare al punto di partenza (Il ciclo Zodiacale).In 2001, è eccellente l’esempio di questa capacità uroborica e ciclica che procede in una mimesi del ciclo della vita- nascita, crescita, morte ed evoluzione in nuova nascita…..astrologia a tutto tondo….Come in Arancia meccanica il protagonista torna esattamente allo stato psichico di partenza, come se non fosse successo nulla, salvo di essere divenuto coscente del significato della violenza (male), in quanto avente un ruolo preciso nella società, purchè esercitata secondo le…..regole!!! Questo è il modo violento di sottolineare la finzione della morale borghese, come il vero principio del male e di tutte le sue conseguenze. La grandezza di Kubrick è in questa sottolineatura potente di una realtà, di una società che lui, e il suo Plutone dominante, odiava e rigettava attraverso le sue immagini filmiche così permeate di tale disprezzo.
Dr. Claudio Crespina