Leone
L E O N E Dal 23/07 al 23/08
NADIR in Leone- Zenit in Aquario - Ascendente in Toro
I Veda rivelano il significato e il destino glorioso dell'Uomo- Leone, chiamandolo NARAYANA,che
vuol dire "lo Spirito (il Fuoco) che procede sulle acque". Narayana, per i Veda, è anche, e non
a caso, uno dei tanti nomi del Sole (il luminare che governa il segno) inteso come spirito che si
muove sulle acque, il Figlio dell'Uomo Universale, colui che anima tutte le cose, la luce, il pensiero
il Sè supremo. Quindi per i Veda il Sole s'identifica nell'Uomo-Leone. In Leone c'è la rottura dello
individuo col suo stato anteriore di partecipazione cosmica indifferenziata e subcosciente
(fine granchio). Rottura che coincide con la nascita della coscienza dell'Io prima, della volontà poi, infine
della propria responsabilità: perchè l'essere possa godere della libertà, prerogativa divina, è necessario
che si separi dalla coscienza una e universale, ovvero che si illuda di esserne separato, che strappi
il legame con l'Unità,che diventi cosciente dela sua volontà. L'energia Leone segna la nascita dello
intelletto, che non è ancora intelligenza, ma il suo inizio cioè la facoltà di distinzione e di
discernimento. Quì la coscienza afferma la sua libertà d'iniziativa, di cui farà un uso egoista, immersa nel
centro dell'Io Leonino. Il sentimento regale del Leone si traduce, secondo il suo grado di
evoluzione (involuto,medio,alto o intransigente), in orgoglio, nel senso del dovere, o in fierezza o nobiltà
ma il più delle volte si traduce nel semplice orgoglio: a torto o a ragione il Leone è sempre fiero di
ciò che è o di ciò che ha. C'è un Leone "redentore" che sacrificando il suo Io, accende la fiamma del
Sé: ottiene grandezza nell'eternità -i grandi Re o Regine-, ma perde se stesso. Il vero Leone non
s'incarna per salvare l'umanità, non è il suo compito, tranne quando l'umanità è nella sua peggiore
crisi evolutiva, allora il Leone s'immola sapendo però di risplendere nei secoli. Quale che sia
il grado di evoluzione in cui sia pervenuto il soggetto Leone, viene caratterizzato da tre fattori
ineludibili: la coscienza dell'Io che domina o è dominato; la distinzione tra gli opposti che crea conflitti
i quali si risolvono con la violenza o la conciliazione; il sacrificio dell'io e dell'altro. Il minimo comune denominatore
di queste situazioni è la volontà, l'Io voglio vestito del carattere del combattente. Il leone inferiore,
quello chiaramente più "ignorante" vede l'io voglio come il Marte violento, brutale, totalmente dominato
dal dinamismo dell'Io: conta solo la realizzazione dei suoi desideri, dei suoi appetiti materiali, il resto
è considerato superfluo e inutile. Per soddisfare le sue esigenze e le sue passioni esso impiega dei
mezzi che possono giungere alla crudeltà (Marte in Leone all'Ascendente è tipico di molti assassini o di
condannati a morte). Questo Leone può giungere all'autodistruzione: l'ipertrofia del suo Io lo distrugge
e può pensare con serietà al suicidio. Il Leone medio è sempre prigioniero dell'Io, ma avendo una maggiore
senso di coscienza i suoi conflitti sono di ordine morale: egli percepisce l'Io e il Non io, favorendo decisamente
l'io, e ciò provoca vanità, orgoglio, fierezza. Essendo lucido vede l'antinomia tra la carne e lo spirito e
oscilla tra queste due ipotesi: se il conflitto evolve in favore dello spirito ne deriva il Leone intransigente
che si aggrappa all'idea di dovere. ("l'io voglio" diventa "si deve"). E' un io che si spersonalizza, pur restando
re, si orienta sulle pesone vicino a lui su cui estende la sua autorità: è il Leone del tipo militare fedelissimo alla
sua consegna fino ad ssere così intransigente con se stesso da provocare il sacrificio della propria vita e quella
di altri a lui legati pur di rimanere fedele all'impegno. In ogni Leone, a diversi livelli di responsabilità è previsto
il devoto, come corpo e anima che sprona la mente leonina ad essere se stessa in continuum. (cfr, M. Senard)
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