Astrologia e Scienza

BENDANDI Raffaele un autodidatta del futuro

SISMOLOGIA  ASTROLOGICA

Ecco riassunto in due parole il grandissimo ed esauriente lavoro svolto da un uomo, Raffaele Bendandi, di provincia, Faenza, che scoprì come ..”scoprire” la reale sinergia pianeta-uomo-pianeta-universo che conforma tutto il vissuto e il vivente. Parto da una possibile antinomia bendandiana che vuole la logica astrologica come intelaiatura dei suoi approfondimenti sismologici.

Vi propongo  un passo dal suo  libro “Un principio fondamentale dell’Universo” – volume Iº – scritto  e pubblicato nel 1931, proprio per sottolineare la sua capacità poetico-descrittiva nel significare archi di grado, latitudini e longitudini :

“La forza di attrazione è dunque l’agente principale di ogni manifestazione del mondo fisico; ed è essa che regola il corso dei pianeti e dei satelliti lungo la loro orbita; che presiede allo sviluppo evolutivo delle diverse masse planetarie; che mantiene con una semplicità ammirevole quella intricatissima teoria di orbite viventi che ogni corpo celeste ineluttabilmente descrive; ed è essa infine la regolatrice e l’alimentatrice di ogni manifestazione radiosa corrispondendo ad ogni sua leggera variazione un conseguente accentuarsi di radiazioni e un divampare della luce…..

….E questo soffio divino che anima di un movimento generale tutto il creato e ci offre la più eloquente testimonianza della vita dell’universo, può giustamente definirsi con l’alata parola del nostro Alighieri:
“L’amor che muove il Sole e l’altre Stelle”………” 

 

altSi legge poesia in un articolo che deve essere preludio di tecnicismi e di azioni mirate a far comprendere la tecnica dei terremoti. Un preludio per far capire l’evidente ostracismo, che un uomo così “delicato” nella mente, deve necessariamente aver subito dalla solita cecità di una comunità scientifica da sempre immobile alla comprensione del genio e della genialità………….Bendandi fu ignorato per molto tempo dalla scienza ufficiale del nostro Paese, che lo considerava quasi  un ciarlatano, e si rifiutava di prestare attenzione alle sue teorie sull’origine cosmica dei sismi, esposte nei suoi libri.

Nonostante ciò, Raffaele Bendandi ebbe in vita diversi riconoscimenti:

– fu eletto membro della Società Sismologia Italiana della Accademia Torricelliana di Scienze e Lettere, e della Artis Templus;

– fu nominato da Giovanni Gronchi Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana;

– Faenza gli ha dedicato una Scuola Media.

Oggi l’associazione culturale faentina “Bendandiana”, formata da fisici ed esperti nel campo, ha raccolto la sua eredità, e tenta di far chiarezza sulla gran mole di materiale lasciato da Bendandi. Probabilmente, come affermano i suoi sostenitori, Bendandi aveva la “colpa”, che scontò per tutta la vita, di essere autodidatta e, per di più,  la sua teoria sui sismi era originale. A dire il vero, ascoltando più volte nei diversi interventi pubblici, di questi mesi, proprio la presidentessa Lagorio, di detta associazione, mi è sembrata essere distante dalle logiche infinite di Bendandi e dichiaratamente in contraddizione per le continue smentite e  riammissioni, effettuate nei vari appuntamenti radiotelevisivi, che mal rappresentano la chiara, invece, visione di un uomo passato, proiettato con la mente e l’intelletto, nel futuro.  Bendandi non spiegò mai le sue teorie, ma affermava che la causa dei terremoti è da ricercarsi nelle forze di attrazione dei pianeti e del sole, forze che non si trovano all’interno della Terra. Egli sosteneva che tutte le manifestazioni terrestri e solari sono causate da uno squilibrio gravitazionale, e che esiste un’influenza solare decisiva sulla salute degli organismi umani ed una spiccata influenza sulle cellule cerebrali.

Lo stato attuale delle conoscenze scientifiche ufficiali non consente di spiegare i fondamenti su cui si basavano le teorie dell’uomo dei terremoti, come veniva chiamato Bendandi, ma io azzardo, con licenza d’umiltà interpretativa, un chiaro collegamento con la metodica astrologica: per questo motivo ho coniato ex novo il termine per il titolo di questo articolo SISMOLOGIA ASTROLOGICA.
Potrebbe darsi che una ricerca approfondita sui suoi lavori, unitamente ad ulteriori acquisizioni degli scienziati  sull’universo,  porti in futuro ad una smentita o ad una conferma delle teorie del faentino. Io sono convinto assertore delle intuizioni logiche e sismologiche di un uomo che prima di ogni altro si può e si deve definire ….”scienziato”.

Ai nostri giorni,  la causa dei terremoti è attribuita alla deriva dei continenti  formulata nel 1912 da Alfred Wegener e dimostrata verso il 1960, da cui derivò la teoria della tettonica a placche o tettonica a zolle.

La comunità scientifica ha accettato dopo annose discussioni la teoria di Wegener, che rimane tuttora la più accreditata. E’ risaputo che le teorie scientifiche sono in continua evoluzione e che gli scienziati sono alla ricerca di nuove prove a favore, e, nello stesso tempo, coltivano ogni forma di dubbio che possa essere di input a nuove scoperte. Per tali ragioni, insisto, la precisione indagativa delle previsioni del sismologo faentino dovrebbe stimolare l’attività di indagine degli scienziati ricercatori in quanto ad oggi, è l’unico vero punto di riferimento per riuscire a “capire”…i terremoti…!!!!

Bendandi nacque a Faenza, nel quartiere tradizionalmente denominato Filanda Vecchia, da un’umile famiglia che non poté permettergli di proseguire gli studi superiori. Dopo le scuole elementari, seguì quindi un corso di specializzazione in disegno tecnico e fece l’apprendista da un orologiaio. All’età di dieci anni era già appassionato di astronomia e geofisica, tanto da costruirsi da sé un telescopio e diversi sismografi.

In séguito al terremoto di Messina del 28 dicembre 1908, si appassionò amatorialmente allo studio dei terremoti e, grazie ad un lavoro non troppo faticoso d’intagliatore del legno, riuscì a dedicarvi altparte del suo tempo. Durante la Grande Guerra servì come meccanico in una squadriglia aerea. Bendandi fu quindi un autodidatta: nel 1920 entrò a far parte della Società Sismologica Italiana e negli anni successivi formulò una propria teoria personale, detta “sismogenica”. Bendandi trasse ispirazione per la sua teoria dalle passeggiate fatte lungo la battigia, mentre era di guardia durante il servizio militare: nel 1919 ritenne che la crosta terrestre, così come le maree, sarebbe, a suo dire, soggetta agli effetti di attrazione gravitazionale della Luna.  La sua ipotesi personale per la previsione dei terremoti (priva di riscontri oggettivi e pertanto mai riconosciuta dalla comunità scientifica, anche perché non ne riuscì mai a fornirne un’esposizione formale) è basata sull’ipotesi indimostrata che la Luna, gli altri pianeti del sistema solare e lo stesso Sole sarebbero la presunta causa dei movimenti della crosta terrestre; crosta che, secondo la sua teoria, si deformerebbe e pulserebbe con tempi e ritmi dipendenti dalla posizione dei corpi celesti all’interno del sistema solare. Nei suoi studi Bendandi sfruttò anche una profonda grotta nella vallata del Rio Senio dell’Appennino tosco-romagnolo per cercare di trovare conferme del presunto influsso planetario attraverso un “inclinometro“. Una sua prima involontaria previsione l’avrebbe fatta per il terremoto della Marsica il 13 gennaio 1915, quando dichiarò di essersi accorto che il 27 ottobre dell’anno precedente avrebbe lasciato un appunto al riguardo nel suo taccuino.

Il 23 novembre 1923 fa registrare ad un notaio di Faenza una sua previsione: il 2 gennaio 1924 si sarebbe verificato un terremoto nelle Marche. Un terremoto si verificò a Senigallia due giorni dopo, ma il Corriere della Sera gli dedicò ugualmente la prima pagina, chiamandolo Colui che prevede i terremoti. La sua fama crebbe anche a livello internazionale.

Attraverso la sua ipotesi tentò di spiegare la presunta catastrofe che, a suo dire, avrebbe provocato la scomparsa del continente mitologico di Atlantide. A suo dire, le forze gravitazionali planetarie, sommandosi, avrebbero provocato uno spostamento del polo geografico, con conseguente spostamento del rigonfiamento equatoriale e allagamento di alcune regioni del globo. Bendandi determinò nel 10431 a.C. l’anno in cui si sarebbe verificato questo ipotetico cataclisma. Un secondo cataclisma di minori proporzioni, effetto del concorso delle forze gravitazionali di un numero minore di pianeti, si sarebbe a suo dire verificato nell’anno 2687 a.C. e potrebbe corrispondere al diluvio universale. Egli stimò che un evento analogo a quello del 10431 a.C. si sarebbe ripetuto nella primavera del 2521 d.C.. Bendandi, ad onor del vero, non dette alcuna prova geologica oggettiva delle sue asserzioni personali.

Nei suoi studi si occupò anche di stelle variabili, del Sole, di studi cosmici e atmosferici e della radioattività atmosferica in relazione a scopi atomici. Oltre all’attività di scultore del legno intraprese quella di costruttore di sismografi: riuscì a vendere alcuni dei suoi modelli anche negli Stati Uniti. Nella sua casa-osservatorio si dotò, per quanto gli fosse possibile, anche di una biblioteca scientifica.

Durante il periodo fascista, dapprima fu nominato nel 1927 da Mussolini Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, e bisogna sottolineare che non era assolutamente iscritto al partito, questo unicamente per avvalorarne lo stato di valente scienziato; successivamente però sarebbe stato diffidato dal pubblicare ulteriori previsioni sui terremoti in Italia, pena l’esilio. In realtà continuò a farlo, ma su giornali americani.

Nel 1928 Bendandi suppose l’esistenza di altri quattro pianeti extra-nettuniani sulla base dei suoi studi dell’attività sismica, anticipando una scienza in fieri come l’attuale cosmologia, ai quali diede i nomi di Rex, Dux, Roma e Italia. Non furono però mai fornite prove oggettive della reale esistenza di tali ipotetici pianeti. Nel 1931 Bendandi affidò all’Accademia Pontificia e all’Accademia dei Nuovi Lincei due plichi che, a suo dire, dovevano contenere il metodo da lui scoperto per interpretare il ciclo undecennale del Sole e la previsione dei terremoti. Nello stesso anno pubblicò un primo libro intitolato “Un principio fondamentale dell’Universo”, di cui spedì almeno una copia negli Stati Uniti e dove descrisse la genesi del ciclo undecennale del nostro astro. Nel 1972 l’astronomo americano Wood e nel 1976 quello inglese Smith sarebbero approdati a risultati simili sullo studio delle macchie solari e del ciclo undecennale dell’attività solare, ma non citarono la pubblicazione di Bendandi.

Nel 1959 Bendandi sostenne di aver scoperto un nuovo pianeta all’interno del sistema solare tra Mercurio e il Sole, cui diede il nome della sua città natale, Faenza. Ipotesi simili erano già state formulate nel 1859 dal matematico-astronomo Urbain Le Verrier: all’ipotetico pianeta era stato allora dato il nome di Vulcano. Anche di tale presunto pianeta non esiste prova oggettiva. Sulla base della sua ipotesi, Bendandi sostenne di aver predetto, (in realtà predisse) anche il terremoto del Friuli nel 1976; nell’occasione sostenne di aver cercato di avvisare le autorità competenti, le quali non lo avrebbero ascoltato. Raffaele Bendandi fu trovato morto il 3 novembre 1979, in circostanze perlomeno strane, nella sua casa-osservatorio di Faenza.

 

Spiegazione del ciclo undecennale del Sole

secondo il Bendandi

Stabilito che non è di Bendandi alcun affermazione sull’improbabile terremoto di Roma dell’11 maggio del 2011, restano però i suoi calcoli, che sviscerati, parlano di un area mediterranea compresa tra l’Italia e la Spagna del sud. Innanzitutto faccio una piccola premessa sulla differenza fra rivoluzione siderale e rivoluzione sinodica. La prima  è il tempo che impiega l’oggetto per compiere un’intera orbita intorno al Sole comunemente detto rivoluzione. La seconda è invece il periodo orbitale apparente (visto dalla Terra) dell’oggetto. In altre parole è il tempo che impiega un oggetto per ritornare nella stessa posizione nel cielo, rispetto al Sole e osservato dalla Terra . Mi sono concentrato su questo concetto perchè tutti i calcoli riportati nelle tabelle tengono conto del moto semi-rivolutivo sinodico dei pianeti Venere e Giove. Secondo il Bendandi l’attività solare dipende soprattutto dall’interagire di Venere, Terra e Giove. L’autore riteneva che nel momento delle congiunzioni fra questi pianeti  si generasse una forza marreale, un battimento tale da innescare il ciclo undecennale del sole ( mi corre l’obbligo di sottolineare che proprio tale congiunzione di questi pianeti, a cui si deve aggiungere  Mercurio, si configurerà nel periodo intorno all’11 maggio 2011…..e l’area di interesse di siffatto allineamento, riproiettato su scala planimetrica dell’Europa di 2/3° gradi ca., da est-Italia ad ovest-Spagna., comprende tutto l’arco latitudinale-longitudinale che copre l’area mediterranea che va da Roma a Madrid -molto grossolanamente-, con interesse sul medio tirreno, isole ponziane, per ciò che riguarda l’Italia, e sul versante andaluso, Granada, e il Sud est spagnolo -Murcia, Costa Brava- considerando Madrid come punto coassiale-nord).

Ragionando con metodo galileano il Bendandi sviluppò una ipotesi basata  sulla differenza in giorni fra le congiunzioni superiori/inferiori di venere e le opposizioni/congiunzioni  di Giove  ricavate considerando il moto semi rivolutivo sinodico di questi pianeti.

 

  Periodo siderale Periodo sinodico Periodo semi-sinodico
Venere 0,615 anni 1,599 anni 583,92 giorni 291,96 giorni
Giove 11,87 anni 1,092 anni 398,9 giorni 199,44 giorni

Il periodo sinodico di venere e giove è considerato come un valore medio può variare anche di parecchi giorni.

Secondo il Bendandi tanto minore era la differenza in giorni fra le congiunzioni/opposizioni  di Giove e Venere con la Terra e il Sole  maggiore era l’azione che esercitavano sul Sole. L’azione mareale  che questi pianeti produccono è maggiore se questa si sviluppa all’equatore solare pertanto Bendandi sviluppa una correzione ai suoi calcoli secondo il periodo dell’anno in cui avvengono le congiunzioni secondo lo schema riportato (da pag 312, Un principio fondamentale dell’Universo Raffaele Bendandi 1933) .

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Tenuto conto di queste correzioni e avvalendosi di un almanacco astronomico  che riportasse le date esatte sulle congiunzioni dei vari pianeti sviluppò una tabella alla fine del testo in cui riporta un valore corretto della differenza dei giorni  fra Venere (in congiunzione inferiore e superiore ) e le congiunzioni/opposizioni di Giove dal 1600 al 2003. Osservando i valori ho potuto sviluppare un grafico di confronto con  i valori di sunspot annuo  (archivio NOAA) osservati dal 1700 ad oggi.

I valori sono stati trattati come un logaritmo inverso in base 10 moltiplicato per 100 (al fine grafico i valori essendo al denominatore devono sempre essere diversi da 0 e inoltre li ho aumentati portandoli almeno a due per non schiacciare troppo la curva nei dati sviluppati dall’almanacco astronomico di Catania, ultimo grafico sviluppato linea verde in quanto non corretti con la Latitudine Solari come invece aveva fatto il Bendandi)

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Ho segnalato con l’azzurro i cicli dal due al quattro per segnalare un netto sfasamento fra quanto predetto dall’ipotesi fatta dal Bendandi e quello che invece abbiamo osservato.

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Anche in questo caso ho segnalato in azzurro gli ultimi cicli solari in quanto si nota un aumento della differenza fra ipotesi e osservato.

Probabilmente quello che è accaduto all’inizio del 1800 si sta riproponendo oggi. Da cosa è dovuto questo sfasamento fra Ipotesi e osservazione? Dagli altri pianeti del sistema Solare? Da un rallentamento interno del sole? Lascio queste domande a tutti voi, nella speranza che qualcuno possa  trovare alla fine una risposta esaustiva sul ciclo undecennale del sole. Infine utilizzando l’almanacco dell’osservatorio di Catania ho voluto creare un grafico delle successive congiunzioni fra Venere Giove. Secondo l’ipotesi del Bendandi e sopratutto in considerazione della analisi dei fogli rovinati, …”semibruciati”, lasciati, meglio trovati semibruciati  (si è parlato di un ripensamento del sismologo… ? Ma io ho seri dubbi circa una simile affermaxzione, tra l’altro non suffragata da alcuna prova…), alla morte del faentino, e parte messi a disposizione dal museo bendandiano di Faenza, in cui emergono chiaramente date, che si collocano in un vero e proprio sciame sismico, che si apre a marzo e si chiude, per modo di dire, il 10/6/2011 (alla faccia delle smentite della presidentessa Lagorio sull’inesistenza di datazioni del Bendandi riferite al 2011).  Ecco il link del foglio, ingiallito dal tempo, con le scritte originali di Bendandi: http://astrologia.astrotime.org/popup.htm?image/190_2011.jpg  in cui si evidenziano perfettamente le possibili date individuate dal Bendandi, come eventi tellurici importanti nel 2011. (cfr. A. Alessi e Astrotime).  

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Attualmente esistono molte predizioni sul possibile andamento del prossimo ciclo dei transiti planetari, oggetto di studio principale del faentino: summovimenti che si evidenzieranno  verso la fine di maggio (25/28 maggio 2011 con picchi nei transiti astrologici: quindi con visura geocentrica) per poi esplodere di nuovo il 10/11 giugno del 2011, come evidenziato dal foglio ingiallito degli scritti bendandiani, sopra linkato, ma questo sarà oggetto di un altro articolo che scriverò più in là, dopo aver analizzato gli eventi, che certamente accadranno in questi prossimi mesi: l’entrata prossima di Urano in Ariete, dopo quella di qualche settimana fa di Giove, sempre in Ariete, daranno il là alla sommossa planetaria che si evidenzierà, senza tema di smentita, (altrimenti l’astrologia non avrebbe  senso e significato scientifico….cosa di cui sono assolutamente certo, dopo i tantissimi anni di continui studi e ricerche che gli ho dedicato, con mia somma soddisfazione peraltro) con l’aggiunta dello Stellium in Ariete formato da 5,6 pianeti, tra cui Marte “a casa sua” e Mercurio, tutti opposti a Saturno esaltato in Bilancia e molti tra questi quadrati a Plutone in Capricorno (QUADRATO a T sulla Croce Cardinale: non si scherza certamente….).

Non ci sono dubbi sulle dinamiche esplosive di tale configurazione che già col quadrato continuativo tra Urano e Plutone, nei mesi di marzo (c’è anche,la “Superluna”…: la luna cioè al perigeo più vicino alla terra degli ultimi cicli ventennali), aprile, maggio ed oltre, per un bel po di tempo, basterebbe per farmi parlare di guerre, di bombe, di terremoti, di maremoti,di sommosse  ecc….. Poi i soliti soloni bastiancontrari (vedi Cicap, P. Angela, M. Huck ecc…) diranno che si tratta di casualità interpretativa o meglio non diranno nulla, perchè …”sarebero eventi solo normali per queste stagioni” …(come se eventuali guerre o sommosse avessero un loro tempo adatto…).e si sa inltre che “il tempo è cambiato in questi ultimi decenni”..,.no..!!!! .Altra baggianata, questa delle stagioni che stanno cambiando, che si deve continuamente sentire e mandare giù, senza che nessuno voglia minimamente affrontare la problematica, questa sì serissima, delle SCIE CHIMICHE, possibile e credibile risposta a questi inusitati cambi di tempo e di temperature, solo superficialmente considerabili improvvisi, ma che in realtà hanno una loro precisa e controllata dinamica d’esecuzione, che il grande, grandissimo Alberto Crescitelli, collega e amico,  sta esponendo invece con tutte le sue forze, da un bel pezzo, sul suo blog, per far aprire gli occhi, -basta vedere i filmati-, e la mente, -basta leggere le informative-,  a tutti, me compreso, sui veri problemi che ci assillano …altro che cambi di stagioni…..!!!!!..

«Potremmo far scom­pa­rire la sic­cità in Italia o in Africa – spie­gava Pier Luigi Ighina, un altro grande sco­pri­tore Ita­liano vis­suto 95 anni, fino al 2004 e già aiu­tante di Guglielmo Mar­coni – costru­endo degli scom­po­si­tori di monopòli dell´a­tomo magne­tico abba­stanza grandi si farebbe pio­vere su zone estese per cen­ti­naia di chi­lo­me­tri. Ma non si vuole eseguire una simile procedura che eliminerebbe i costi altissimi in atto così che i lauti guadagni dei “soliti noti” restino sempre inalterati anzi aumentino vertiginosamente, alle spalle delle persone oneste e serie, che a dire il vero, cominciano a scarseggiare….non so se dire fortunamente o meno……Mi perdonerete questo accenno sconsolante, riferito alla quasi impossibile reazione, contro sistemi così forti, che sembra utopico non solo combatterli, ma anche il solo pensare di farlo……   

                                     

       Roma 21.02.2011                                                   dr. Claudio Crespina 

                                                                                   © tutti i diritti riservati

 

 
 
 

 
 

Riguardo L'autore

Redazione Il Nadir

Il dr. Claudio Crespina, astrologo, filosofo, counselor psicologico-comportamentale e ricercatore nasce sotto il segno del Capricorno a Roma, una città così significativa e simbolicamente attraente, per i suoi continui richiami storici ed esoterici che credo superfluo e inutilmente ripetitivo spiegarne la grandezza e l’importanza.

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